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La selezione ex ante dei progetti: criticità, approcci, soluzioni - Fasi e strumenti di valutazione

Il processo di policy e le procedure amministrative

IX.2 La selezione ex ante dei progetti: criticità, approcci, soluzioni - Fasi e strumenti di valutazione

La valutazione degli interventi può essere condotta in qualità di: ƒ valutazione ex ante;

ƒ valutazione in itinere (audit degli attori per verificare l’avanzamento del progetto ed eventuali procedure di red flag tipo progetti europei);

ƒ valutazione ex post dei risultati finali; ƒ valutazione di impatto (la più importante).

Nell’ambito di tali tipologie la scelta della metodologia di valutazione da adottare deve essere effettuata considerando i costi, i tempi e la correttezza del processo posto in essere. Tali variabili, infatti, possono avere incidenza diversa in base alle caratteristiche del metodo prescelto.

- Selezione ex ante

In particolare, la valutazione ex ante può essere effettuata secondo i seguenti metodi. Con l’anonimato dei proponenti: le proposte tecnico-scientifiche vengono valutate nell’anonimato dei partner proponenti. Questo tipo di valutazione, più frequente nel passato, aveva la finalità di evitare conflitti di interesse. È di difficile applicazione nel caso dei progetti presentati da imprese.

In forma collegiale (panel): la forma collegiale e di conclave consente di abbreviare i tempi (a oggi la valutazione di un bando europeo dura circa 7-8 giorni). Il metodo è consigliabile per progetti di R&S per i quali la valutazione deve essere quanto più rapida possibile.

Il sistema in forma collegiale (in parte anche per via telematica) si articola in tre fasi: ƒ più esperti (almeno tre) valutano singolarmente una stessa proposta;

ƒ ciascuna proposta viene comparata con le altre ai fini della definizione di una short

list.

In due tempi (two steps): il metodo prevede una prima fase di valutazione delle pre-proposte (call for ideas) e una seconda fase di valutazione del progetto esecutivo; la selezione preliminare delle idee progettuali favorisce un uso più efficiente delle risorse sia da parte delle Amministrazioni pubbliche sia delle imprese. In media un progetto europeo costa 100 mila euro, a fronte di un basso expected success rate che spesso scoraggia la partecipazione (1 su 10 ce la fa). Su tale aspetto si rileva che la partecipazione a un progetto europeo può avere ricadute sia dirette sia indirette connesse all’acquisizione di nuove conoscenze e relazioni internazionali, su scala nazionale, o extraregionale.

Le call for ideas vanno distinte dalle expression of interest, che sono pre-analisi condotte dall’amministrazione di riferimento (spesso dimostratesi poco utili).

IX.3 Implicazioni di policy

La discussione condotta nel Gruppo di lavoro e con le Amministrazioni nazionali e regionali (vedi Appendice 9.a) ha consentito di mettere a fuoco alcuni suggerimenti, che si aggiungono a quelli formulati in apertura del presente Capitolo.

- Adottare in modo sistematico le procedure a due stadi

Il meccanismo della selezione a due stadi che prevede una valutazione preventiva delle pre-proposte (call for ideas) favorisce la partecipazione ai bandi da parte delle imprese, comportando meno oneri per l’elaborazione dell’idea progettuale.

Nel caso delle call for ideas occorre procedere secondo soluzioni che garantiscono trasparenza ed imparzialità. Il rischio maggiore, infatti, è che il policy maker adotti decisioni conoscendo già le singole imprese/soggetti che possono avvalersi di quelle decisioni, a svantaggio di altri.

La procedura a più stadi consente anche alla Amministrazione di negoziare meglio i termini delle misure, laddove si debba poi procedere con APQ con soggetti istituzionali presenti nel territorio (es. Poli di innovazione, distretti tecnologici), evitando la “cattura del regolatore” da parte dei soggetti.

- Adottare procedure negoziali in modo rigoroso

Ricorso alla procedura negoziale dell’Accordo di Programma quando sul territorio regionale siano già presenti aggregazioni strutturate tra imprese e sistema della ricerca (es.: Distretti ad alta tecnologia con governance formalizzata o Laboratori Pubblico-Privati).

- Adottare metodologie di selezione ex ante appropriate per gli obiettivi

Viene suggerita l’opportunità di distinguere le metodologie di valutazione (che deve essere sempre “terza”) a seconda della tipologia dei progetti:

ƒ per progetti di R&S va bene il peer review system, anche internazionale;

ƒ per progetti di Innovazione occorre tenere conto di altri elementi (riservatezza industriale per garantire la competitività) e quindi il peer review system va rivisitato (per es.: niente esperti stranieri).

- Prevedere sistematicamente la possibilità di revoca

Il bando dovrebbe precisare in modo chiaro la possibilità di revoca del contributo, definendo:

ƒ condizioni oggettive;

ƒ procedura di contestazione (tempi, forma scritta, organi legittimati);

ƒ opzioni disponibili (si suggerisce la tripartizione: green flag (prosecuzione), yellow

flag (modifica), red flag (revoca);

ƒ procedure di opposizione.

Nel caso di incentivi alle imprese la revoca implica problemi giuridici di ricorso al giudice ordinario (invece che al tribunale amministrativo), che richiedono una trattazione articolata (vedi oltre nel presente Rapporto).

Si ritiene comunque che una accurata predisposizione degli strumenti di revoca sia già di per sé, indipendentemente dalla messa in atto, un efficace strumento di deterrenza per i comportamenti devianti e di disciplina per tutti i soggetti beneficiari di interventi pubblici.

- Produrre Linee Guida nazionali per il lavoro degli esperti nella selezione

Viene suggerita la opportunità di disporre di linee guida o istruzioni contenenti elementi utili a indirizzare i valutatori nelle varie Regioni, in modo da omogeneizzare i criteri e risparmiare tempi e costi.

A tale scopo viene suggerito un raccordo con la Conferenza Stato-Regioni. - Dotare le Regioni di strumenti di intelligence

Ogni Regione dovrebbe dotarsi di una fotografia “commentata” della reale domanda con l’ausilio di un sensore intelligente, interno all’Amministrazione regionale, in grado di rilevare i reali fabbisogni del territorio.

Occorrere predisporre un sistema avanzato per la gestione della conoscenza in grado di assicurare la diffusione delle informazioni tra le Amministrazioni coinvolte nell’attuazione della politica della R&I.

Si tratta di supportare la predisposizione di un sistema avanzato per la gestione della conoscenza, da utilizzare per il periodo 2007-2013, che sia in grado di auto-apprendere e assicurare il controllo continuo degli interventi e la loro sistematica divulgazione in modo trasparente; è invece da evitare la realizzazione dell’ennesimo sistema informativo tradizionale, fonte di inutili duplicazioni e spreco di risorse rispetto alle possibilità attuali offerte dalle tecnologie ICT, eventualmente mediante impiego del riuso di sistemi esistenti in enti pubblici e dell’impiego delle risorse per la personalizzazione necessaria.

Al riguardo, le strategie regionali in tema di ricerca, sviluppo e innovazione rappresentano la sede formale in cui illustrare una fotografia della domanda.

X.VALUTAZIONE IN ITINERE E CONDIZIONALITÀ