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3 MODELLI DI GOVERNANCE 71

3.1 Seoul 73

Seoul, capitale della Corea del Sud, è stata la città pioniera a livello mondiale nel riconoscere la condivisione come strumento di flessibilità urbana, interdipendenza economica e cooperazione sociale.

È solito pensare a Seoul come città altamente tecnologica, con i suoi 25.600.000 abitanti è tra le aree metropolitane più grandi al mondo.

Dallo studio condotto dalla PwC nel 2014, denominato “Cities of Opportunities”69, Seoul

risulta essere tra le principali città per quanto riguarda i trasporti e le infrastrutture, in particolar modo assumono rilevanza le infrastrutture IT per la più alta penetrazione al mondo della banda larga.

L’elevato grado di modernità e tecnologia della città non esenta la stessa da gravi ripercussioni quale può essere l’inquinamento industriale. Inoltre l’alto tasso di urbanizzazione e la crescita demografica rendono la vita in città meno sostenibile: il sovraffollamento provoca carenze negli alloggi, nei trasporti e nei parcheggi a causa di un eccessivo utilizzo delle risorse, a ciò si affianca un aumento della disoccupazione e, a causa della pressione e della competizione sociale, la diffusione di patologie come la depressione che ha inciso anche sull’aumento del tasso di suicidi, quest’ultimo a Seoul era tra i più alti al mondo.

Dalla situazione appena descritta è facile dedurre che il ricorso alla sharing economy è stato una necessità da parte del governo coreano: per evitare che la città raggiungesse un punto di rottura causato dall’aumento incessante del consumismo, il governo ritenne vantaggioso provare a condividere i beni che già si possedevano piuttosto che comprarne di nuovi.

Il sindaco di Seoul Mayor Park Won-Soon, riflettendo sulle possibili strategie da attuare per porre soluzione ai problemi economici, sociali e ambientali creatosi, nel settembre del 2012 avvia un nuovo progetto denominato “Sharing City Seoul”, costato un investimento iniziale di 450.000 dollari70 in 27 start up, al fine di creare nuovi posti di

lavoro, aumentare i redditi, ridurre i consumi e gli sprechi, ottimizzare l’efficienza delle risorse e rendere possibile anche l’instaurarsi di rapporti tra le persone basati sulla fiducia che erano venuti a mancare con la rapida urbanizzazione e industrializzazione della città.

69 City of opportunities: è un’indagine condotta dalla PwC con la finalità di tracciare un quadro generale

inerente le performance economiche e sociali dei grandi centri urbani, analizza i dati delle organizzazioni internazionali, degli enti di ricerca e di quelli di statistica nazionali.

70 “The Sharing Economy and Sustainability, Urban Sustainability Project, 2016” di V. Brachya, L.

Il sindaco è stato il primo promotore del progetto e fu sotto la sua guida che la città divenne leader mondiale in tema di sharing city.

Le misure intraprese dal governo metropolitano di Seoul (SMG71) sono state le seguenti72:

• promulgazione di un’ordinanza73 come base legale per l’iniziativa resa nota il 31

Dicembre 2012. Questa ha costituito uno strumento mediante il quale poter stabilire le politiche di condivisione di Seoul, sostenere il progetto e supportare le imprese nella condivisione. L’ordinanza prevede la responsabilità del Sindaco, ma anche dei cittadini e delle imprese che sono tenuti alla partecipazione attiva alle pratiche di condivisione e alla loro promozione.

La definizione di condivisione in essa contenuta è la seguente "attività che creano valori sociali, economici e ambientali utilizzando risorse in comune come spazio, beni, informazioni, talento ed esperienza”. Il ricorso all’ordinanza indica l’approvazione del progetto da parte dei cittadini di Seoul e che quindi esso non sia stato un progetto imposto rigorosamente dal Sindaco.

• Supporto alle imprese per la condivisione: il governo metropolitano di Seoul analizza le organizzazioni no-profit, le società e le imprese che offrono servizi di sharing e solo se queste soddisfano determinati requisiti stabilisce la loro appartenenza alle organizzazioni o alle imprese di condivisione fornendo loro supporto amministrativo e finanziario.

• Miglioramento delle leggi e delle istituzioni: spesso le leggi esistenti non includono quelle che sono le innovazioni apportate dalla sharing economy, dunque il SMG, portando avanti il progetto “Sharing City”, si è occupato di ricercare norme che inglobassero anche le nuove società esaminando vari settori quali: il trasporto, il turismo, la tassazione e quant’altro.

• L’ordinanza sulla promozione della condivisione: per la promozione del progetto di sharing della città anche nei distretti locali, il governo metropolitano di Seoul ha fatto ricorso ad incentivi (budget extra) che venivano loro dati nel caso in cui

71 SMG: Seoul Metropolitan Government 72 Fonte:

http://sharehub.kr/sharecityseoul/howitworks_5key.do;jsessionid=E6F5AEE3F3EAC368D3A413ACF75 5A235

73 L’ordinanza sancisce il principio della condivisione delle risorse pubbliche, designa le organizzazioni e

le imprese volte alla condivisione delle risorse fornendo loro supporto amministrativo e finanziario, e stabilisce anche le linee guida per la formazione del comitato di promozione della condivisione.

Per eventuale consultazione si rimanda al seguente sito:

avessero ottenuto dei buoni risultati nelle attività di promozione dei progetti promulgati da Seoul.

• Apertura di strutture pubbliche e informazioni amministrative: il SMG ha deciso di condividere gli spazi pubblici e gli edifici della città e dei distretti con i cittadini al fine di aumentarne l’uso, di rispondere alle esigenze della comunità di avere spazi dove incontrarsi e svolgere attività. Inoltre sono stati aperti siti quali "Open Data Plaza" e "Information Communication Agora" mediante i quali è possibile consultare i dati prodotti dagli uffici comunali e distrettuali.

Nel Giugno 2013 viene aperto il portale “Share Hub”, lanciato da Creative Commons Korea,

che collega cittadini, imprese e governo locale rendendo più agevole per i cittadini l’accesso alle informazioni inerenti cosa condividere, come farlo e dove è possibile. Inoltre è permesso condividere la propria esperienza e lasciare la propria opinione generando così uno scambio di idee continuo.

Il SMG si fa così promotore della sharing economy, promuovendone eventi, servizi e piattaforme, ma la città non gestisce direttamente le attività, piuttosto si limita a offrire sostegno alle imprese fornendo loro programmi di supporto imprenditoriale e consulenza con esperti del settore, incoraggiando un migliore utilizzo dei loro servizi e una maggiore partecipazione dei cittadini.

Il governo metropolitano di Seoul sostiene anche i futuri imprenditori sharing mediante programmi quale per esempio la “Sharing Economy Startup School” che mira a migliorare la comprensione del fenomeno e sviluppare modelli di business specifici basati sulla sharing economy.

Inoltre Seoul prestò subito estremo interesse nell’intrattenimento di relazioni internazionali per ricorrere a confronti con esperti stranieri di sharing economy in modo tale da poter rafforzare il progetto intrapreso dal governo, per tale motivo una delle prime iniziative fu quella di creare proprio alcune reti internazionali, come la “National Sharing

City Association”, il gruppo consultivo denominato “The Consultative Group of World Sharing Cities” e la “Global Organization of Sharing”. Per creare reti simili era

necessario aggiornare i risultati delle città, attivare la connessione e scambiarsi buone pratiche.

Secondo quanto rilevabile dal sito ShareHub, i servizi di condivisione attualmente attivi a Seoul sono 74 suddivisi in 5 settori, quali:

ü 22 servizi di condivisione di competenze; ü 20 servizi di condivisione dello spazio; ü 16 servizi di condivisione dei beni; ü 6 servizi riguardanti la mobilità; ü 10 servizi di condivisione di contenuti.

Fonte: http://sharehub.kr/sharecityseoul/whatis.do

Il caso di Seoul insegna come la diffusione della cultura della condivisione passi attraverso un attivo coinvolgimento della Pubblica Amministrazione: la sharing economy infatti non deve essere guidata necessariamente dal mercato, ma può essere anche promossa e utilizzata dal governo come strumento politico per obiettivi economici e sociali, purché sia inizialmente finanziata dal governo stesso affinché si possa promuovere il progetto di condivisione e stabilire un quadro giuridico adeguato a supporto delle iniziative in programma. Inoltre il governo è bene che stabilisca partnership con imprese private, imprese sociali e organizzazioni no-profit per far sì che si sfruttino le economie di scala della sharing economy.

Le iniziative del progetto “Sharing City Seoul” furono integrate in un programma più vasto che la città ha deciso di portare avanti per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere la città sempre più sostenibile mediante la strategia “Smart Seoul” che si era prefissata di costruire infrastrutture intelligenti basate sulle tecnologie esistenti (tra il

2011 e il 2012); fornire servizi intelligenti (tra il 2013 e il 2014) e migliorare i servizi intelligenti (2015), come sostenuto nel rapporto “Smart Seoul 2015”.

Nel caso di Seoul è doveroso precisare che seppur il governo si è mostrato estremamente predisposto all’implementazione dei servizi di sharing economy, ciò non vuol dire che non abbia mai posto delle limitazioni o che non abbia mai disapprovato qualche iniziativa, esempio emblematico ne sono la proibizione iniziale di Uber e le problematiche avute con Airbnb.

Per quanto concerne la prima, poiché ha provocato una guerra con avversari i tassisti locali, è stata bandita nel 2015 per poi essere rilanciata in condizioni rigorose74 mediante

un compromesso col governo, però nel frattempo si era già affermata Kakao T75 che aveva

conquistato gran parte del mercato.

Airbnb, invece, consapevole delle difficoltà riscontrate da Uber, ha cercato di negoziare con il Sindaco i termini per la sua operatività, ma è stata costretta a cancellare gli annunci riguardanti le sistemazioni che il governo coreano considerava “illegali”76. In Corea del

Sud un portavoce di Airbnb ha commentato: "Stiamo facendo del nostro meglio per

identificare tutti gli elenchi illegali. Ma identificare gli host è abbastanza difficile."

Viste le misure prese nei confronti di due grandi colossi quali Uber e Airbnb, la Corea del Sud è stata accusata di difendere le leggi locali per “protezionismo”, ma Park ha risposto a simili sentenze sostenendo che il respingimento normativo nei confronti di Airbnb è stato attuato per garantire i servizi igienico-sanitari basilari, sicurezza e le tasse al fine di proteggere i consumatori.

74 Uber è autorizzata a operare solo col suo servizio UberBlack di fascia alta, mentre UberX (in Italia

chiamata UberPop) rimane bandito.

75 Kakao T (Kakao Trasportation): lanciato il 31 marzo 2015, originariamente fu un servizio che prese il

nome di Kakao Taxi, un'app che consentiva le chiamate di un taxi, era dunque in grado di collegare gli utenti che necessitavano di un passaggio con gli autisti. Nel 2017 l’app da Kakao Taxi prese il nome di Kakao Trasportation e unì in un’unica app mobile i principali servizi di trasporto.

Il servizio, infatti, fornisce: taxi, prenotazione di autisti designati, ricerca di parcheggi nelle vicinanze e servizi informativi inerenti il traffico in tempo reale.

76 In Corea del Sud, per gli annunci presenti su siti come Airbnb, si è obbligati a comunciare ai governi

centrali e locali lo svolgimento dell’attività di alloggio per stranieri. Inoltre è considerato anche illegale convertire studi in alloggi o uffici.

3.1.1 La trasformazione del mercato turistico mediante l’utilizzo della sharing economy

Il progetto coreano “Sharing City Seoul” favorisce l’imprenditorialità dei Millennials a Seoul, questi infatti assumono un ruolo rilevante nella trasformazione del mercato, in particolar modo quello turistico. I Millennials non solo risultano essere i principali fruitori dei servizi di sharing economy, ma sono in grado di accedere al mercato dell’economia condivisa anche come imprenditori e creatori di nuovi servizi di viaggio online.

È bene prendere in considerazione un caso asiatico, quale è Seoul, perché si prevede che proprio in Asia, entro il 2020, risiederà il 60% della Generazione Y, e questa risulta essere sempre più oggetto di studio per percepire eventuali tendenze del mercato, specie in quello turistico.

La rapida globalizzazione, l’aumento della connettività sociale e l’accesso immediato a una grande mole di informazioni apportato dalla rete influenza non solo la loro quotidianità in relazione al lavoro e alle relazioni che intrattengono, ma anche le loro abitudini di consumo cambiandone le aspirazioni e la ricerca di quelle che possono essere le loro soddisfazioni.

I Millennials sembrano essere nati per condividere, sono sempre connessi, cercano risposte veloci e servizi di facile accesso, sono aperti a pratiche quali il riciclaggio, il riutilizzo e prestano attenzione all’eco-sostenibilità, tutti elementi in pieno accordo con la sharing economy.

Per quanto riguarda il settore turistico in particolare, l’economia della condivisione consente:

ü l’ampliamento dell’offerta, le piattaforme online offrono infatti tanti servizi, spesso più economici di quelli offerti dal turismo tradizionale;

ü una maggiore flessibilità, autenticità e personalizzazione del viaggio stesso; ü aumento dell’interazione tra le persone, l’instaurarsi di rapporti di fiducia e un

incremento della soddisfazione dei turisti manifestata attraverso sistemi di feedback peer-to-peer.

Tutte queste caratteristiche si adattano perfettamente non solo al turista post-moderno, ma anche ai Millennials che rispecchiano perfettamente le caratteristiche riscontrabili nel nuovo turista, anche loro infatti ricercano autenticità, vogliono integrarsi nella località tristica, sperimentare la vita locale e personalizzare il proprio viaggio.

Tutti coloro che appartengono alla Generazione Y nel mondo sono fiduciosi, connessi e aperti al cambiamento, tali caratteristiche fanno sì che la sharing economy risulti essere terreno fertile per loro e, nel caso di Seoul in particolare, il progetto avviato nel 2012 incoraggia i giovani a trarre vantaggio da questa “disruptive innovation” riguardante la creazione di nuove attività online.

I Millennials coreani, e dell’Asia in generale, presentano tutte le caratteristiche sopra citate, se poi si considera l’elevato livello di sviluppo tecnologico e la vastità del mercato della telefonia mobile che presenta il continente risulta ben comprensibile quanto queste si accentuino.

Ciò che più differenzia i Millennials asiatici gli uni dagli altri è sicuramente il paese d’origine: i cinesi tendenzialmente spendono di più durante il viaggio77 rispetto ad

esempio agli indonesiani e singaporiani che invece cercano soluzioni più economiche; ulteriore differenza risiede nel contesto socio-economico del paese stesso, ciò è particolarmente influente per quanto riguarda le opportunità che si presentano ai giovani nel corso della loro vita.

In generale l’evoluzione del web ha permesso dunque l’affermarsi di una realtà dove chiunque può presentarsi contemporaneamente come produttore e consumatore e proprio i Millennials ne sfruttano le potenzialità, in particolar modo a partire da quelli residenti a Seoul.

Seguendo, in parte, i settori trattati nel capitolo 2 (Paragrafo 2.6) quali Sharing Accomodation, Social Eating e Trasporti di seguito verranno riportati degli esempi di piattaforme di sharing economy inerenti il settore turistico presenti nella Corea del Sud fatte da e per la Generazione Y:

Ø LetsPlayPlanet (http://www.letsplayplanet.com/en/): piattaforma lanciata nel

2012, con il motto “Travel with locals Change the way you travel”, si presenta

come mezzo attraverso il quale i viaggiatori possono entrare in contatto con gente del posto al fine di creare uno scambio interculturale, facilitare l’instaurarsi di

77 In un recente studio condotto da VISA Global Travel, denominato “Visa Global Travel Intentions Study

2018”, sono state affrontate alcune tematiche riguardanti il settore dei viaggi (tecnologia, destinazioni e metodologie di pagamento); dall’indagine è emerso che tre dei cinque paesi che spendono di più per viaggiare sono in Asia. La classifica di coloro che spendono di più risulta essere la seguente: arabi sauditi, cinesi, australiani, americani e kuwaitiani.

http://images.globalclient.visa.com/Web/InovantElqVisaCheckout/%7B0892c36f-dda5-4d17-a7a6- 2471651dc543%7D_gti-study-infographic.pdf

nuove amicizie e al contempo realizzare per il turista un’esperienza di viaggio più autentica.

Ø Kozaza (https://www.kozaza.com): agevola la ricerca di ospitalità per coloro che

vogliono averne una che rispecchi la tradizione coreana. Le proposte di Kozaza, infatti, sono ben specifiche, la piattaforma offre alloggi in tipiche case coreane, specialmente quelle tradizionali chiamate Hanok, consentendo ai viaggiatori di vivere una totale immersione nella cultura del paese. Piattaforma simile, che utilizza lo stesso modello di business, è BnBHero, quest’ultima e Kozaza si presentano come diretti concorrenti dell’operatore mondiale Airbnb.

Ø MyRealTrip (https://www.myrealtrip.com): piattaforma lanciata nel 2012 che permette il collegamento tra viaggiatori coreani e persone coreane che vivono nella destinazione scelta dal turista in modo tale da fungersi per quest’ultimo come guida turistica locale. Attualmente l’obiettivo di MyRealTrip è quello di diventare tra le principali piattaforme di visite guidate al mondo al fine di consentire il collegamento tra viaggiatori e guide turistiche creando in tal modo delle vere e proprie esperienze personalizzate.

Recentemente la piattaforma ha diversificato la propria offerta, affiliandosi a Booking.com infatti consente il confronto tra i prezzi di diversi alloggi in più di 200 città.

Ø Zipbob (www.zipbob.net): lanciato nel 2012, da quanto si può evincere dal termine bob (che in coreano vuol dire “pasto”) contenuto nel nome del sito, si tratta di una piattaforma online di social dining. Nata originariamente per combattere il livello di isolamento in cui si trovavano i giovani coreani, agevolando loro nella creazione di opportunità per socializzare e instaurare relazioni, successivamente è risultata molto interessante anche per i turisti che ne sfruttarono le potenzialità nell’intento di assaggiare la cucina tradizionale coreana, incontrare gente del posto consentendo loro di immergersi pienamente nel luogo.

Ø SoCar (https://www.socar.kr): piattaforma lanciata nel 2011, offre un servizio di car sharing mediante app mobile ed è stata la prima nel settore a superare i 2,5 milioni di utenti in Corea. Il funzionamento è uguale agli altri servizi di car sharing: l’apertura dell’auto avviene tramite app, essa è già fornita di carburante e la tariffa comprende l’assicurazione e il pass per eventuali parcheggi.

Ciò che accomuna per lo meno le prime quattro piattaforme sopra trattate è il fatto che siano tutte selezionate dal progetto “Sharing City Seoul” e che siano fondate o gestite da Millennials, loro infatti conoscono meglio di tutti quelli che sono i bisogni e i desideri dei loro coetanei, risultano essere quindi i soggetti più adeguati nell’offrire soluzioni che possano attirare questi ultimi, considerato anche il fatto che gran parte della domanda dei servizi online proviene proprio da loro. La generazione Y dunque è rappresentata dagli utenti perfetti dell’economia del turismo che però risultano essere anche ideatori e promotori dei servizi ed è attraverso la sharing economy che diventano imprenditori online.

Il settore turistico ad oggi è bene che cerchi di adeguarsi al mercato generato dai giovani, perché solo così facendo potrà espandersi, solo adottando le nuove soluzioni offerte dalla sharing economy e dall’innovazione sociale il settore potrà crescere ulteriormente.

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