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1.1 Il quadro dell'educazione prescolastica tra Italia e Europa

1.1.2 Servizi prescolastici 3-6

Complessivamente, in Fig. 9 è possibile verificare l'entità dell'investimento economico- finanziario dell'Italia nell'educazione infantile per la fascia 3-6 (corrispondente alla scuola del'infanzia), in confronto dagli altri Paesi (OCSE- EAG, 2005), che si attesta comunque tra i più bassi in Europa.

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Fig. 9: Spesa pubblica e privata destinata ai servizi per la seconda infanzia (o educazione pre-primaria), fascia 3-6 anni (Fonte: OCSE- EAG, 2005).

La scuola dell’infanzia, contrariamente ai servizi per la prima infanzia, risponde alla domanda di frequenza con un’ottima copertura globale, ma con un’offerta estremamente variabile sia di ordine gestionale sia in relazione alla qualità18 (OCSE- EAG, 2014; CNEL, 2014), con punte di eccellenza di alcune realtà geograficamente circoscritte (es. l'esperienza Reggio Children19) e carenze accentuate in altre.

        

(19) Reggio Children s.r.l.- Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine- è una società a governance locale, nata nel 1994 su iniziativa del pedagogista Loris Malaguzzi e sulla spinta di un comitato di cittadini, per gestire gli scambi pedagogici e culturali, già da tempo avviati, tra le istituzioni per l’infanzia del Comune di Reggio Emilia e numerosi insegnanti, ricercatori e studiosi di tutto il mondo. La società ispira le proprie ragioni e finalità ai contenuti e ai valori propri dell’esperienza educativa delle Scuole e dei Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia e opera per sperimentare, promuovere e diffondere nel mondo esperienze educative di qualità. L'ampia collaborazione e il riconoscimento internazionale attribuito a quest'esperienza hanno generato un Network Internazionale di assoluto rilievo, che oggi conta 32 Paesi europei ed extraeuropei. Il sistema comprende la nuova Fondazione Reggio Children- Centro Loris Malaguzzi, focalizzata su ricerca, conoscenza e sviluppo per un’educazione di qualità per tutti, la società Reggio Children s.r.l. e l’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia. Per ulteriori informazioni: http: www.reggiochildren.it/

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Il rapporto OCSE- EAG del 2014 rappresenta la fonte più attendibile ed accreditata (se non forse, l'unica) sulla situazione attuale del segmento pre-primario di fascia 3-6 in Italia. In ambito OECD, si considerano dei parametri omogenei per i Paesi coinvolti nell'indagine che riconoscono, a livello di educazione prescolastica, non solo i servizi custodialistico- assistenziali di carattere tradizionale, ma anche quelli di spiccata matrice educativa, che soddisfano i seguenti criteri: i. sono impartiti all'interno di centri o scuole; ii.sono predisposti per soddisfare le esigenze di sviluppo o educazione dei bambini; iii. sono rivolti a bambini in età non inferiore a 3 e non superiore ai 6 anni; iv. sono erogati da personale qualificato.

L’Italia dimostra, per la scuola dell'infanzia, risultati molto significativi ed è ai massimi livelli in Europa in termini di possibilità di accesso dei bambini a tali servizi, al punto da superare il limite minimo di accettabilità stabilito nell'ambito degli obiettivi di Lisbona, con oltre il 95% dei bambini in età frequentanti la scuola dell’infanzia. Va sottolineato tuttavia, secondo i dati del CNEL 2014, come questo trend sia in preoccupante discesa: nel 2005, l'Italia era il terzo paese OECD con la percentuale più elevata di iscrizione dei bambini di 3 anni, mentre nel 2012 si colloca in nona posizione (Fig. 10): ovvero, mentre i dati dell'iscrizione dei bambini di quattro e cinque anni restano complessivamente stabili, emerge una situazione per cui a 3 anni, l'età di introduzione al segmento della scuola dell'infanzia, segnala un calo sensibile nelle iscrizioni.

Fig. 10: Tassi d' iscrizione a 3 anni alla scuola dell'infanzia (2005, 2012). (Fonte: OECD- EAG,

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Inoltre, la variabilità presentata dalle scuole dell'infanzia in ordine alla qualità dell’offerta educativa può essere correlata alla mancata efficacia degli stanziamenti delle risorse e all’assenza di una pianificazione strategica di tipo organizativo-gestionale del sistema scolastico nel suo complesso. Risulta opportuno ricordare che non esiste alcun Osservatorio Nazionale sulle scuole dell’infanzia per cui spesso è difficile attingere a dati attendibili.

Si segnala pertanto che la situazione di accesso quasi universale dei bambini italiani alla scuola dell'infanzia implicherebbe un investimento più deciso e sistematico sulla qualificazione delle strutture e del personale, dando priorità ad esempio alla formazione iniziale e in servizio dei docenti, più che all' ulteriore diffusione territoriale dei servizi.

Inoltre, fra i dati strutturali presentati dall'OCSE del 2013, si segnala in particolare il rapporto fortemente squilibrato tra il salario degli insegnanti di scuola dell'infanzia rispetto ad altre professioni che richiedono un titolo di studio di livello terziario (es., universitario), rintracciabili nel quinto riquadro in Fig.11.

Fig. 11: Indicatori di qualità dei servizi per l' infanzia (segmento 3-6 anni ) riferiti alla media dell'OCSE (Fonte: OECD- EAG 2013, dati 2010).

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In riferimento alla transizione dal concetto di obbligo scolastico a quello di diritto-dovere all’istruzione, la scuola dell’infanzia si viene a situare nel solco della transizione verso un nuovo significato educativo: alla sua funzione precipua di introduzione formativa al percorso curricolare dell’esperienza scolastica complessiva, si assiste all’affermazione/ valorizzazione del significato di responsabilizzazione formativa del contesto educativo e sociale allargato. La recente accentuazione della famiglia come primaria agenzia educativa, la definisce capace di rendersi autrice di scelte responsabili in merito alla scelta delle opportunità educative per il bambino, non più demandate alla definizione politico- istituzionale. Ciò comporta l’esigenza di fondazione di un nuovo paradigma educativo- pedagogico della formazione (Margiotta, 2012) e del conseguente modello gestionale- organizzativo e comunicativo che ne deriva: le istanze partecipative delle famiglie nella definizione curricolare producono una ri-formulazione concettuale e metodologica delle tradizionali impostazioni educative, al fine di integrare in un sistema formativo coerente ed unitario i diversi contesti extrascolastici in cui si situa la complessità dell’esperienza infantile.