• Non ci sono risultati.

Servizio di consultazione culturale – Progetto Start-ER 2

5. Immigrazione e sofferenza psichica

6.1. Servizi di presa in carico

6.1.2. Servizio di consultazione culturale – Progetto Start-ER 2

Lo psicoterapeuta intervistato lavora presso un servizio pubblico, capitanato da ASP Città di Bologna, ovvero il Servizio di consultazione culturale, che lavora però in strettissima collaborazione con il Progetto Start-ER 2, da cui è nato. La presa in carico è piuttosto articolata, e varia sulla base della situazione incontrata:

Di base il nostro servizio è diventato il servizio di valutazione, c'è tutte le segnalazioni arrivano a noi, noi vediamo i casi un minimo di tre volte, facciamo una mini-diagnosi o comunque cerchiamo di impostare il lavoro e dopodiché due volte al mese abbiamo una riunione Start-ER dove partecipano le figure di Start- ER che sono ehm... uno, due, tre, quattro psichiatri che sono stati scelti sul territorio, che hanno un tot di ore e che si occupano di... e quindi la riunione partecipano questi quattro psichiatri, uno che fa riferimento sempre alla marginalità e tre invece che lavorano nei servizi territoriali; un'educatrice psichiatrica; un'infermiera psichiatrica; gli antropologi e adesso dovrebbero arrivare anche degli psicologi che ancora non sono stati diciamo così assegnati. E l'idea dovrebbe essere che dopo la nostra valutazione in riunione si discutono questi casi e insieme si decide un progetto terapeutico che può essere quello di ehm... avere a che fare con la salute mentale territoriale, oppure, avere bisogno di un supporto educativo, piuttosto... insomma... quello che poi il progetto terapeutico prevede. (5, psicologo psicoterapeuta, Servizio di consultazione culturale/Start-ER 2)

Vi è dunque una prima breve fase di valutazione del paziente, su cui aggiungeremo maggiori dettagli a breve, seguita da un momento di confronto in un’équipe allargata e che permette dunque di poter proseguire una valutazione, realizzata da figure professionali distinte e che quindi possono prendere in considerazione aspetti diversi della situazione presentata. Come si può evincere da questo estratto di intervista, non è sistematico il fatto che il progetto terapeutico assuma le forme della psicoterapia, ma ci sono anche casi in cui si ritiene più utile offrire un diverso tipo di supporto all’utente. Approfondiamo ora la fase della valutazione, a partire dal racconto di un caso clinico specifico:

Allora quello che non ho visto oggi è andata così, che tendenzialmente dovrebbe essere che allora l'operatore della seconda accoglienza vede qualcosa che... vede che c'è una difficoltà, dovrebbe parlarne

con il responsabile, e insieme compilare una scheda di segnalazione che è stata costruita insieme a... insomma che è standardizzata, ok? Questa scheda di segnalazione va inviata a una mail, che è la mail di Start-ER 2 e lì c'è qualcuno che fa una prima analisi della domanda, dopodiché se la domanda in qualche modo ha i criteri per accedere a Start-ER, viene inviata a noi, sulla nostra mail del servizio e noi diamo un appuntamento. E dovrebbe essere che l'appuntamento però finché non viene confermato non... non viene segnato in agenda, perché aspettiamo conferma. Allora questa domanda è stata fatta, ma non è mai arrivata la conferma, quindi in agenda non c'era. Allora è stato anche un caso un po' strano, un giovedì mattina, solitamente lavoriamo al giovedì mattina, si presentano tre persone alle nove del mattino. Allora una è la persona che dobbiamo vedere, l'altro è il mediatore, e chi è questo terzo? (risata) Allora sospetto che abbia sbagliato posto, nel senso che siccome lì noi abbiamo diciamo così lavoriamo più o meno nella stessa struttura, però da una parte c'è il servizio, dall'altra c'è la stanza con gli assistenti sociali, allora gli chiedo con chi ha appuntamento, lui mi fa vedere un biglietto e c'è il mio nome (risata) c'è qualcosa che non va... Allora niente, lo vedo da solo, perché gli altri devono vedere l'altra persona che... insomma, che era alla stessa ora. E quindi lo incontro io. (5, psicologo psicoterapeuta, Servizio di consultazione culturale/Start-ER 2)

Raccontando di un paziente che lo psicoterapeuta ha in carico e che il giorno dell’intervista non si era presentato all’appuntamento, possiamo cogliere alcuni aspetti pratici legati al percorso di presa in carico: in primo luogo si può sottolineare il fatto che, pur essendo un servizio creato all’interno del settore pubblico, si rivolge comunque a una fascia molto specifica della popolazione, ovvero persone immigrate utenti della seconda accoglienza (SPRAR/SIPROIMI o CAS); in secondo luogo si ha una doppia “selezione” di coloro che potranno usufruire del servizio, in quanto la prima valutazione viene realizzata da Start-ER 2, la seconda dallo psicoterapeuta intervistato, a nome del Servizio di consultazione culturale. Da ciò si potrebbe dedurre che vi sia un grande numero di segnalazioni realizzate dai centri di accoglienza, ma anche il tentativo da parte dei servizi di incanalare le richieste nel miglior modo possibile, indirizzandole verso il progetto più appropriato. L’offerta non si ferma però alla breve valutazione iniziale, ma prosegue con un percorso, se considerato necessario, di presa in carico psicoterapeutica:

Tendenzialmente... dovrebbe essere appunto i tre incontri di valutazione e poi sulla base di quello decidere cosa fare, però, questo progetto [Start-ER 2], rispetto a Start-ER 1 è stato anche pensato con l'idea di fornire un supporto psicologico, comunque con una terapia continuativa, che prima non c'era, prima c'era soltanto, diciamo così la valutazione l'impostazione e basta, mentre invece, adesso sono state previste le ore proprio, per dei supporti psicologici, e più figure! Perché appunto ci sono io, c'è un'altra psicologa che viene da Casper, c'è un'altra psicologa che viene da un altro progetto che viene da I Care che si occupa espressamente di donne che hanno avuto problemi di mutilazione... c'è... e poi c'è Start-ER che dovrebbe fornire altri due psicologi... insomma è stata pensata proprio questa cosa, rispetto invece al primo Start-ER che era più diciamo così sull'urgenza e l'inserimento sul territorio, ma non era stato pensato un supporto, mentre invece qui, c'è più disponibilità ecco, c'è più possibilità. (5, psicologo psicoterapeuta, Servizio di consultazione culturale/Start-ER 2)

Emerge quindi un’evoluzione da una prima edizione del progetto alla seconda, che, a partire dalle carenze emerse da Start-ER 1, ha cercato di adattare la propria proposta ai profili di utenza incontrati in precedenza, ritenendo quindi necessaria l’offerta non solo di un mini percorso valutativo e indirizzamento verso altri servizi ma anche di un vero e proprio percorso di presa in carico terapeutica.

Si segnala infine un dettaglio emerso dal racconto dell’intervistato, che assume però una grande importanza dal punto di vista clinico:

Poi dopo... abbiamo scritto una relazione perché tendenzialmente... un diario clinico proprio per ricordarci, cercando di segnare le cose, non scriviamo mai durante gli incontri, per una questione di rispetto, e... e quindi tendenzialmente scriviamo dopo ma siamo facilitati perché lavorando sempre in gruppo, in due o tre, uno ricorda una cosa, uno ricorda un'altra, quindi poi stendiamo diciamo così una memoria dell'incontro... (5, psicologo psicoterapeuta, Servizio di consultazione culturale/Start-ER 2)

Questo passaggio ha una grande valenza in quanto è indice di un lavoro di gruppo ben strutturato, che prevede tempi e spazi per ripercorrere, confrontarsi e riflettere su quanto accaduto nel colloquio appena sostenuto, sulle tematiche emerse, permette di mettere insieme punti di vista diversificati e tenere memoria di quanto accaduto per tutto il percorso psicoterapeutico. Ha inoltre una grande importanza, aspetto su cui torneremo abbondantemente nel prossimo capitolo, sulla salute di chi lavora.