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LA SITUAZIONE PORTUALE IN ITALIA

1. Il sistema portuale italiano

Il ruolo cruciale delle infrastrutture per la ripresa economica non è un tema nuovo, sia per l’effetto di breve periodo che gli investimenti realizzano sul fronte

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Cfr. Giuseppe Pennisi, “ Il Piano Juncker , Politiche e criteri d’investimento per le infrastrutture”, Astrid rassegna n.7/2015, 13 marzo 2015.

146 dell’occupazione, del reddito e della fiscalità, sia soprattutto sulla rilevanza che le infrastrutture hanno per lo sviluppo delle imprese e del nostro Paese.

Data la premessa, si evidenzia, in particolar modo, l’importanza delle infrastrutture di trasporto in grado di collegare tra loro le varie località, infatti, una rete di collegamenti frequenti e veloci è in grado di compensare il disagio di raggiungere fornitori o clienti distanti, e anche mercati adiacenti possono risultare poco accessibili se presentano trasporti inefficienti. La dotazione di trasporti in un’economia locale divine parte integrante del suo mercato potenziale, fattore in grado di incidere sulla capacità attrattive di un’area come sede di stabilimenti produttivi, in ragione della numerosità delle possibilità di scambio che offre. Nella tradizionale definizione di mercato potenziale162 ci si riferisce unicamente alla funzione distanza di una data area rispetto alle economie rilevanti, ma in tempi moderni possiamo sostituire alla parola distanza, tempi di trasporto. Infatti, per le imprese il tempo, di approvvigionamento dei semilavorati o di consegna dei prodotti finiti, è diventato una variabile fondamentale in seguito alla diffusione di tecniche di produzione just in time e delle forme distributive porta a porta, anche nel commercio internazionale caratterizzato da attività import/export.

Riformulare il concetto di mercato potenziale sulla base dei tempi di trasporto, significa riconoscere questa evoluzione e ritagliare una precisa funzione economica per le infrastrutture di trasporto, ossia quella di contribuire alle prospettive di sviluppo di una data area allargando il perimetro dei suoi mercati di riferimento. Quanto più il sistema di trasporti a cui tale area accede è in grado di assicurare collegamenti rapidi e frequenti, tanto più saranno i vantaggi per le imprese lì localizzate, al contrario se i trasporti risultano inefficienti, le

162 Secondo la formulazione originaria, l’ampiezza del mercato potenzialmente accessibile da

ciascuna località i corrisponde alla somma del potere d’acquisto di ogni altra località j scontato per la rispettiva distanza. Cfr.. C.D. Harris, “The Market As A Factor In The Localization Of Production”, in Annals Of The Association Of American Geographers, pp. 315, 1954

147 opportunità di scambio risulteranno limitate, riducendo la capacità di attrarre nuovi insediamenti produttivi in quella zona163.

Dato il contesto economico attuale, caratterizzato da vincoli di bilancio e risorse scarse, occorre agire garantendo il massimo coordinamento tra decisori pubblici, investitori e gestori, e se ciò è vero per le infrastrutture in generale, lo è ancor di più per quelle di trasporto, infatti, l’obiettivo non può essere limitato alle mera realizzazione degli interventi programmati, ma è necessario tendere alla definizione di un sistema di collegamenti efficiente ed affidabile. Il tema affidabilità, in particolare riferito alle infrastrutture portuali e logistiche, può assumere connotazioni diverse:

- affidabilità di sistema, intesa come l’insieme di regole certe e stabili nel tempo determinante in questo contesto caratterizzato da lunghi periodo per il ritorno sugli investimenti;

- affidabilità del servizio, variabile cruciale per garantire la competitività di un Paese, di uno scalo portuale o di una catena logistica, garantita solo da un sistema infrastrutturale interconnesso e fluido.

La competitività della portualità e della logistica italiana passa dalla capacità di individuare le azioni necessarie per definire un sistema affidabile, in questo senso è opportuno rivedere i modelli di valutazione delle infrastrutture che si basano su un approccio esclusivamente quantitativo, mentre occorre passare ad un approccio che consideri l’efficienza delle infrastrutture e sulla base di questo individuare gli interventi da adottare per migliorare la situazione, infatti l’Italia nonostante la sua posizione geografica favorevole e la presenza di vere e proprie eccellenze, fatica da un punto di vista portuale e logistico ad affermarsi a livello internazionale. Il nostro sistema portuale è il terzo in Europa con una movimentazione superiore alle 470 mila tonnellate, ma negli ultimi anni ha perso quote di mercato rispetto ai principali scali del Nord Europa e ai porti del Mediterraneo.

148 Per un Paese come l’Italia, caratterizzato da una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento delle materie prime, il sistema portuale diventa l’elemento essenziale per garantire la crescita e la competitività del Paese. La perdita di competitività della portualità italiana e il rischio di marginalizzazione che ne deriva, rappresenta un elemento di forte criticità non soltanto per il settore, ma per l’intero sistema economico nazionale, il trasporto marittimo infatti, assume una duplice valenza, sia che lo si consideri in termini assoluti, in funzione dell’impatto diretto sul PIL, nel 2014 ha contribuito per il 3 per cento alla formazione del PIL nazionale e 808.800 unità di lavoro direttamente occupate, pari al 3,3 per cento della forza lavoro nazionale, sia considerando il ruolo che i trasporti nazionali e internazionali efficienti rivestono in merito all’approvvigionamento delle materie prime e alla commercializzazione dei prodotti finiti164. Infatti, il vettore marittimo è impiegato nella movimentazione di più del 60 per cento dell’import nazionale e il 45 per cento dell’export, considerando solo i flussi extra europei la percentuale delle movimentazioni complessive sale all’80 per cento. La forza produttiva della blue economy rappresenta anche un volano per lo sviluppo sociale, perché in grado di creare un’importante base occupazionale, tanto più se si considera che negli ultimi cinque anni il numero di occupati nella blue economy è aumentato del 4%, di ben 30 mila unità, quando nel resto dell’economia si è assistito ad una flessione (-2,5%). In un momento delicato come questo per la nostra economia, diventa ancor più essenziale puntare proprio sugli ambiti più vivi, che possono fungere da traino per tante altre attività economiche165.

164 Cfr. Appetecchia Andrea, “l’uomo e il mare, le dinamiche di sviluppo del trasporto marittimo e

l’evoluzione del lavoro nel comparto”, ISFORT, maggio 2014.

165

Cfr.. Quarto Rapporto sull’economia del Mare, Unioncamere – Camere Di Commercio d’Italia, 2015

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OCCUPATI

8,4% 0,8% 14,7% 8,3% 39,1% 17,0% 11,8% Filiera ittica

Industria delle estrazioni marine Filiera della cantieristica Movimentazione di merci e passeggeri via mare

Servizi di alloggio e ristorazione Ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

Attività sportive e creative

Figura 12 - Fonte: Unioncamere – Si.Camera

La rilevanza che hanno assunto le infrastrutture portuali negli ultimi anni, deriva dai cambiamenti apportati alla stessa nozione di porto, tradizionalmente inteso come luogo di trasbordo, oggi invece inteso come cardine di un sistema logistico e di trasporto complesso; si amplia il numero delle attività classificabili come portuali, non ci si riferisce più solo alla banchina, ma rientra anche il trasporto, la logistica, la cantieristica navale e l’information tecnology.

VALORE AGGIUNTO