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Ad oggi la Cina è uno dei più grandi mercati edilizi del Mondo e, dato il tasso di urbanizzazione, la sua rapida crescita sembra destinata a continuare.

Il “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] punta a sviluppare entro il 2015 un miliardo di m di superfici “green”, valore quattordici volte maggiore della superficie complessiva sviluppata nel 2012 (69,5 milioni di mq).

Entro il 2014 il 30% delle superfici di nuova costruzione dovrà essere certificata “green” [6].

Nel gennaio del 2013 il Consiglio di Stato ha emesso un piano d’azione per il green building indicando il settore come una nuova priorità politica.

Negli ultimi sei anni la Cina ha sviluppato un proprio rating per la bioedilizia [22], il China Green Building Label (GBL® - comunemente indicato come "China Three Star") [23], basato su una scala a tre livelli (una, due e tre stelle), con livelli crescenti di sostenibilità dal gradino più basso al più alto. Secondo le disposizioni del Governo tutti i tre livelli sono qualificati come “green”. Di recente sono stati riconosciuti dalle autorità cinesi sistemi di rating internazionali come il sistema statunitense LEED®, leader mondiale del settore, che sarà analizzato nel capitolo “LEED®: Leadership in Energy and Environmental Design”.

Negli ultimi tempi la fascia più ricca della popolazione cinese e le aziende internazionali iniziano a mostrare un discreto interesse verso la bioedilizia.

Anche se alcuni analisti [6] sostengono che il mercato immobiliare in Cina sia destinato a rallentare, il Report 2013 [6] sostiene che questo non riguarderà il settore del green building grazie all’azione mirata del Governo.

Nel maggio del 2012 il Governo ha attribuito nuove sovvenzioni per gli edifici con due e tre stelle, rispettivamente di 45 Yuan/m (5,4 euro/m ) e 80 Yuan/m (9,6 euro/m ). Tuttavia la precisa distribuzione dei sussidi viene decisa a livello locale e varia da una provincia o città all’altra: questa libertà d’azione delle autorità locali va in alcuni casi a beneficio dei progettisti ed in altri dei proprietari creando una disomogeneità che danneggia, a livello nazionale, la crescita dell’edilizia verde [6].

In oltre i sussidi, che riguardano esclusivamente i progetti certificati GBL® [23], vengono corrisposti solo quando l’edificio è finito, con conseguenti ritardi nei pagamenti, danneggiando i costruttori.

Per capire bene questo passaggio è necessario sottolineare che il processo di certificazione GBL® è composto da due livelli: il primo (“design label”) certifica il progetto, il secondo (“construction label”) certifica l’edificio dopo dodici mesi dalla sua inaugurazione.

Questa seconda fase dell’iter di certificazione comprende l’analisi di tutti i parametri dell’edificio per paragonarli con quelli indicati nel progetto e certificati in un primo momento: se il nuovo edificio non supera questo secondo livello di certificazione, automaticamente viene annullato anche il primo.

Le sovvenzioni statali vengono concesse sono al termine di tutto l’iter GBL® e raramente questo viene realmente concluso, solo il 6-10% dei progetti certificati GBL® ottengono i sussidi governativi.

Questo accade perché nella maggior parte dei casi il costruttore o il futuro proprietario non sono interessati realmente ad edificare un manufatto edilizio sostenibile: il loro vero fine è far passare la propria azienda come sensibile alle tematiche ambientali, effettuando una campagna di marketing al fine di ottenere un “greenwashing” prezioso nel contesto attuale nella Repubblica Popolare Cinese.

Il vero valore aggiunto del mercato edilizio nella Cina contemporanea è il valore del terreno che aumenta di anno in anno e sposta l’interesse del proprietario dal manufatto edilizio al suolo.

Questo ha due risvolti: il primo è che pochi edifici possono essere realmente “green building”, il secondo è che un numero ridotto ottiene le sovvenzioni governative.

Un altro fattore che inibisce la crescita di questa fetta di mercato è la tradizionale separazione, in Cina, tra l’area ingegneristica e il design che non permette di creare le soluzioni integrate citate nel “Report 2013” [6]: nella Repubblica Popolare Cinese un architetto o un ingegnere non possono firmare un progetto rendendolo operativo ma devono obbligatoriamente interfacciarsi con un LDI (Local Design Institute), cioè un istituto semi-statale che hanno la funzione di rendere esecutivi i progetti edilizi.

Utilizzare un LDI ha il lato positivo di aiutare un azienda straniera a confrontarsi con il contesto cinese, l’LDI firma il progetto, si assume le responsabilità legali connesse, ma, molto spesso, accade che questi istituti non abbiano esperienza nel “green building” e modificano il progetto rendendolo meno sostenibile e più simile alla loro concezione di edilizia.

Il piano cittadino “Shanghai City Building Energy Saving Projects Special Support Measures” [24] prevede delle sovvenzioni erogate direttamente dai fondi comunali per edifici con due o tre stelle e con superficie minima rispettivamente di 250.000m e 10.000m (nel caso di edifici residenziali) e di 10.000m e 5.000m (per edifici pubblici).

Le certificazioni LEED® possono inserirsi in questa fetta di mercato rispettando, nel caso di Shanghai [24], i requisiti generici (non riferiti esplicitamente a GBL®) sulle prestazioni energetiche, sia per nuovi edifici che per il miglioramento di quelli esistenti. Questi requisiti possono essere di vario genere, per esempio [23]:

• Risparmio energetico

Per rientrare in questa categoria un edificio nuovo deve essere il 70% più efficiente dello standard e uno già esistente migliorare del 50%.

Inoltre l’intervento deve considerare una superficie minima: per l’edificio nuovo di 50.000m se residenziale e 20.000m se pubblico, per un edificio già esistente 10.000m residenziale e 20.000m se ad uso pubblico;

• Utilizzo energie rinnovabili

In base al numero di fonti energetiche rinnovabili differenti utilizzate, un edificio può rientrare o meno nei parametri del piano comunale [24].

Se utilizza una sola fonte di energia rinnovabile dovrà avere una superficie minima di 50.000m (uso residenziale) e 20.000m (uso pubblico), se ne utilizza due rispettivamente 40.000m e 15.000m .

Se un edificio rispetta i requisiti sul risparmio energetico può beneficiare di 60Yuan/m (7,2 euro/m ); inoltre, se utilizza energie rinnovabili, può ottenere benefici economici in base alla tipologia di fonte energetica utilizzata [23].

Se invece utilizza come fonte, specificatamente per il riscaldamento, l’energia solare o geotermica potrà beneficiare di 60Yuan/m (7,2 euro/m ), se utilizzerà pannelli fotovoltaici otterrà benefici economici in base alla produzione energetica (5RMB/W) (0,604 euro/W) [23].

Queste sovvenzioni, legate al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio e non al protocollo utilizzato, permettono di abbassare i costi iniziali per un eventuale progetto targato LEED® o GBL® a Shanghai.