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socioeconomica come alternativa “ecologica” alla rappresentazione monetaria

8.1 La significatività della rappresentazione fisica

A un livello assolutamente generale, la significatività in relazione alla sostenibilità degli indicatori aggregati sopra illustrati si collega all’idea che nessun sistema, o organismo, possa crescere indefinitamente in un ambiente dato, e che la dimensione del sistema socio-economico in relazione all’am-

biente naturale vada valutata guardando ai suoi flussi e stock materiali. L’EW-MFA è uno strumento di contabilità analitica che fornisce informa- zioni su quantità e tipi di flussi fisici attraverso i sistemi socioeconomici. Si tratta di informazioni cruciali nell’ottica dell’Antropocene, sia in termini di descrizione delle caratteristiche dell’era geologica contemporanea dominata dall’uomo, sia in termini analitici – per la comprensione delle dinamiche sottostanti l’evoluzione dell’uso delle risorse – sia in termini normativi, per la progettazione di percorsi di reale dematerializzazione, che, ad esempio, non trasferiscano altrove il “peso” ambientale dei consumi ma prefigurino una effettiva fuoriuscita dall’Antropocene, inteso come il tempo nel quale i flussi generati dall’uomo giungono a sovrastare quelli naturali. Se una simile fuoriuscita è possibile, infatti, lo è non attraverso una impossibile rinuncia del dominio da parte della specie umana, bensì attraverso un uso consapevo- le di tale dominio, cioè consapevolmente ricondotto all’interno dei limiti di compatibilità dati dal funzionamento dei sistemi naturali che sorreggono la vita umana sul pianeta Terra.

Con gli strumenti contabili ed analitici qui illustrati non si formulano indi- cazioni relative a se e quanto questi flussi siano giustificati dai benefici forniti, né si giudica la dimensione degli impatti ambientali indesiderati. Si potrebbe dire che tutto ciò che l’MFA fa è tradurre l’attività economica in termini fisici. Qualunque cosa possa seguire da questo richiede ulteriori ipotesi, siano esse assunzioni sulla scarsità di risorse, sul fabbisogno energetico della massa in movimento, o sulla proporzionalità tra determinati flussi di massa e distur- bi agli ecosistemi, per citarne alcuni. L’MFA può quindi supportare approcci molto diversi di governance ambientale o, in senso più ampio, di politiche di sostenibilità. L’attuale accento sul miglioramento della produttività delle risor- se e sul disaccoppiamento tra crescita fisica e crescita economica è solo uno di essi (Yoshida et al. 2007). In quest’ultimo ambito, tuttavia, l’MFA è stato riconosciuto come un approccio chiave per valutare la base materiale, il flusso materiale e la produttività delle risorse delle economie nazionali sia per l’Eu- ropa che a livello internazionale (Fischer-Kowalski et al. 2011).

Ancor più rilevante, dal punto di vista normativo, appare la potenza ana- litica del modello delle dipendenze intersettoriali applicato alla descrizione del metabolismo socio-economico: parlare di sostenibilità, in un’ottica di governo dell’economia, senza conoscere il funzionamento in termini fisici dell’economia e i suoi fabbisogni di risorse è un po’ come gestire un’impresa senza sapere cosa e come produce.

8.2 L’applicazione effettiva della MFA a livello di sistema e a

livello settoriale nella statistica ufficiale

Il regolamento europeo 691/2011 ha introdotto l’obbligo, per gli Stati

Membri della UE, di compilare tabelle di EW-MFA relative alla DE e agli scambi con l’estero. Ciascuna di tali tabelle prevede un dettaglio di circa 30 tipi di materiali estratti, o di prodotti importati/esportati. Lo stesso regola- mento prevede la produzione di dati dettagliati sull’emissione in atmosfera di sostanze climateranti e altri inquinanti e – dal 2017 – sui flussi di energia in termini fisici.

L’introduzione di tale regolamento, se da una parte ha permesso di ar- monizzare nella UE la disponibilità della EW-MFA e dei dati su altri flus- si di materiali critici dal punto di vista ambientale, dall’altra ha fortemente delimitato l’oggetto delle effettive applicazioni, paradossalmente causando – considerata anche la mancanza di investimenti nel settore – restrizioni si- gnificative del campo d’indagine. Nel concentrarsi dell’enfasi sulla qualità dei dati, più che sulla completezza della descrizione dei flussi, si è infatti determinato un sostanziale rallentamento dell’attività di ricerca sui flussi, esclusi dagli obblighi di reporting: le componenti del DPO, i materiali inu- tilizzati, i flussi indiretti, la descrizione delle interdipendenze fisiche tra le diverse attività economiche. Anche l’Istat, tra gli istituti all’avanguardia nel- le applicazioni sperimentali (si veda ad esempio Costantino e altri, 2009), ha pubblicato il TMR e le sue componenti per l’ultima volta nel 2011 con il 2008 come ultimo anno di riferimento.

8.3 Ritrovare la radice comune

Le similitudini e le differenze evidenziate tra le descrizioni monetarie e quelle fisiche dei flussi di beni evidenziano la fondamentale diversità tra l’approccio strettamente “economico”, dominante il “discorso pubblico”, e un approccio bio-fisico o “ecologico”. Sebbene siano sostanzialmente iden- tici alcuni schemi classificatori e lo strumentario “algebrico” di riferimento, mentre nel primo i flussi sono concepiti come ciclici, poiché il valore econo- mico si rigenera, nell’approccio biofisico i flussi sono direzionati, iniziano dall’ambiente naturale e terminano in esso. Il sistema socioeconomico è in altre parole un sistema “aperto” (e.g Boulding, 1966). Ne consegue l’espan- sione della visuale, delle classificazioni e dei fenomeni che è possibile con- siderare. Ovviamente nella descrizione vi è anche una perdita, in particolare quella della dimensione più squisitamente monetaria e finanziaria dell’eco- nomia, ma il raccordo tra il sistema descrittivo fisico e il tradizionale sistema monetario – garantito dall’identicità degli schemi in comune – rende in linea di principio possibile anche l’analisi delle conseguenze ambientali di eventi che hanno luogo nelle sfere meno materiali dell’economia.

Va sottolineato qui come non vi sia, né vi possa essere, alcuna ipotesi a

priori sulla capacità degli ecosistemi di rigenerare le risorse. Anzi, sappiamo a priori che tale capacità per definizione non sussiste per le risorse intrinse-

camente non rinnovabili (tutte le risorse abiotiche, tra cui i combustibili fos- sili), e l’evidenza empirica ci dice che per le risorse biotiche, potenzialmen- te rinnovabili, è sempre più frequente il caso in cui l’intensità del prelievo eccede la velocità di riproduzione (è esemplare il caso della disponibilità di alcune specie di pesce di mare).

La ciclicità del flusso monetario è quindi di un segno completamente di- verso dal ciclo della materia, rappresentato dai grandi cicli bio-geo-chimici alimentati dalla radiazione solare in un sistema fondamentalmente chiuso quale è il pianeta Terra. Al contrario, la sua caratteristica di sistema aperto e insieme la sua descrizione in termini ciclici sono probabilmente tra le basi epistemologiche della resistenza a rifondare l’economia in senso ecologico, riunendo finalmente la radice comune del loro etimo.