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Gli Spartani e i Mini: il δόλος delle donne spartane

RITRATTI DI DONNE SPARTANE: FIGLIE, MADRI, MOGLI FRA OIKOS E POLIS

V.4 Gli Spartani e i Mini: il δόλος delle donne spartane

Dopo la lunga esposizione che riguarda la campagna militare del re persiano Dario nella terra degli Sciti, che occupa buona parte del IV libro554, Erodoto dedica un significativo excursus alla spedizione persiana in Libia: siamo in presenza dei logoi

Libykoi. In sostanza, vengono ripercorse le tappe principali della colonizzazione greca

in Cirenaica: Erodoto apre un'imponente digressione sull'origine di Cirene, digressione che ha come momento iniziale la storia della fondazione di Tera, alla quale avrebbero partecipato alcuni Spartiati555. Il racconto dell'inganno ordito dalle mogli spartane dei Mini, oggetto di questo paragrafo, costituisce l'antefatto di carattere aneddotico che precede la fondazione di questa colonia e si intreccia con la descrizione dell'incrinarsi dei rapporti fra gli Spartiati e i Mini, discendenti degli Argonauti e stanziatisi nella città lacedemone in un passato mitico556. Inoltre, il passo che ci riguarda si iscrive all'interno di una tradizione molto probabilmente di matrice spartana; il racconto delle donne spartane, quindi, viene mutuato da Erodoto dall'ambiente spartano e viene incluso e rielaborato nell'analisi complessiva della fondazione di Cirene. L'intervento

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In tal senso vd. anche Bichler 2007, cit., p. 117 sg. 554

L'intera digressione abbraccia i passi IV 1-142. 555

Sulla vicenda della fondazione di Thera nelle Storie vd. il paragrafo III.2 (Una colonia spartana nel

Mediterraneo: il caso di Thera nelle Storie).

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delle donne è il seguente.

I Mini, dopo essere stati accolti dai Lacedemoni, coi quali hanno condiviso per un periodo di tempo imprecisato terre e cariche pubbliche, diventano superbi (exehybrisan): secondo lo storico, il motivo della tracotanza dei Mini risiederebbe nella loro ambizione di pretendere il potere regale. L'intervento delle donne si inserisce all'interno della rappresentazione di Sparta come una città equilibrata: come detto in precedenza, Sparta, ancora nel IV libro, viene presentata come una città dotata di precise leggi che regolano la distribuzione del potere politico, una polis in cui i Lacedemoni fanno sì che non ci siano forme di prevaricazione da parte di specifiche fazioni; l'ascesa politica dei re "ribelli", Cleomene e Leotichida, si manifesterà con prepotenza nei libri V e VI. La vicenda dei Mini è posta da Erodoto in un periodo che precede l'istaurarsi della diarchia spartana, in quanto Tera, il fondatore dell'omonima colonia, viene definito dallo storico come zio materno di Euristene e Procle, capostipiti della diarchia spartana; egli è il reggente del regno di Sparta.557 Inoltre - precisa lo storico - i Mini commettevano altre non ben precisate azioni empie (ouk osia). Poiché gli Spartani vengono a sapere di questa smodata ambizione dei Mini, decidono di ucciderli: li imprigionano in attesa di metterli a morte.

In questo preciso momento della narrazione, si innesta l'intervento delle donne spartane, evento risolutore per le sorti dei Mini.558 Esse, facendo credere ai Lacedemoni di far visita ai mariti prima della loro esecuzione - le esecuzione erano favorite a Sparta dall'oscurità della notte - si introducono nelle celle e consegnano a questi ultimi indumenti femminili che permettano loro di uscire inosservati559. I Lacedemoni si fidano ciecamente di queste donne: essi, infatti, credevano (dokeontes)

557

Hdt. IV 147,2. 558

E' noto che in età arcaica la società spartana sperimentò forme di unioni miste, in particolare unioni in cui donne spartane sposavano cittadini di condizione sociale inferiore: un caso del genere celebre precede la fondazione della colonia di Locri e di Taranto. In proposito vd. Nafissi 1991, cit., pp. 35-51. 559

L'escamotage del travestimento ricorre in un altro passo delle Storie (V 18-20) a proposito dell'inganno perpetrato dal Macedone Alessandro, figlio di Aminta, ai danni degli ospiti Persiani: anche in questo frangente, Erodoto narra di uomini (imberbi) travestiti da donne (cfr. Plut. Sol. 8). G. Dumézil,

Riti e leggende del mondo egeo, Palermo 2005, n. 73 (orig. Le crime des Lemmiennes, Paris 1924, p. 51

sgg.) ha notato che il comportamento dei Mini descritto da Erodoto adombrerebbe un rito di iniziazione. In tale direzione vd. pure Ganci 2006, cit., pp. 263-285. Di parere diverso Corcella, Medaglia 1993, cit., p. 337.

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che da parte loro non potesse provenire alcun inganno (dolon). Tale affermazione serve a precisare che le donne venivano considerate dai Lacedemoni (rappresentanti delle istituzioni) perfettamente integrate nella vita comunitaria della città; in sostanza, un loro inganno era del tutto inatteso. Lo stratagemma con cui le donne ingannano bellamente gli Spartani appare risolutore in quanto permette ai Mini di ritirarsi sul Taigeto; una parte di essi, infatti, partirà insieme a Tera per la fondazione dell'isola che prenderà il suo nome.

Il racconto presenta alcuni dati interessanti ai fini della nostra analisi. Innanzitutto, lo storico tiene a precisare che le donne che compiono il tranello (dolos) sono cittadine spartane e figlie dei più illustri Spartiati; esse, in sostanza, appartengono all'élite della società spartana. Come detto in precedenza, questo è uno dei dati che contraddistingue le donne di Sparta nelle Storie erodotee: esse sono sempre parte integrante dell'élite cittadina. Inoltre, esse agiscono attivamente in un contesto di evidente difficoltà in città, rappresentata dallo scontro, dalla stasis, fra gli Spartiati e i "nuovi arrivati", che peccano di hybris, poiché puntano indebitamente alla regalità. Sembra trasparire dalla narrazione una certa ambiguità nel giudizio dello storico: esse, da una parte, preservano la vita dei loro mariti condannati a morte, ma lo fanno, in fondo, difendendo gli interessi di chi compie atti di hybris in città. Siamo di fronte a un ribaltamento, a una situazione capovolta, rispetto a quella descritta a proposito di un'altra spartana, Elena: le mogli dei Mini si collocano dalla parte di chi si macchia di

hybris, in opposizione a Elena che, viceversa, appare come la vittima della hybris di

due uomini. Mentre Elena è, infatti, vittima di azioni ouk osia perpetrate da Paride, le compagne dei Mini assecondano i mariti autori di azioni ouk osia; inoltre, i Mini, alla stregua di Paride, che viola il legame di xenia con Menelao, rompono con la xenia offerta in precedenza dagli ospiti Spartani. In sostanza, da una parte Elena è puro oggetto di arpagè, di rapimento da parte di uomini; dall'altra, le Spartane, mogli dei Mini, liberano i loro sposi dalla condizione di rapiti e agiscono da protagoniste nel processo che conduce alla loro liberazione.

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spartane560. Il termine, in verità, designa chi godeva dei diritti politici, dai quali le donne spartane erano certamente estromesse.561 E' molto improbabile che lo storico ignorasse il fatto che a Sparta le donne non godessero del diritto di cittadinanza; Erodoto, infatti, si serve di un lessico composito riguardo alle diverse componenti della società spartana, il che rivela la sua conoscenza delle differenze sociali all'interno della stratificata società lacedemone.562 Questa strana "imprecisione" serve a mettere in luce l'opposizione che esisteva nella polis lacedemone tra due gruppi sociali: l'uno costituito da cittadini Spartiati, l'altro dai Mini, cittadini spartani anche loro, ma integrati soltanto di recente e ribelli all'ordine costituito. E', pertanto, evidente che il sostantivo astai si riferisca non tanto alle donne (le quali, come detto, non potevano essere cittadine nel senso giuridico del termine), ma alle loro famiglie di appartenenza: i protoi Spartiatai a cui si accenna subito dopo, l'élite spartiate che controllava le leve del potere. In sintesi, Erodoto precisa che queste donne appartenevano all'élite spartiate e conferisce loro un ruolo importante: esse risolvono un momento di grave tensione in città, sono protagoniste del loro destino, partecipano alle dinamiche della città.

Dewald ha inserito questo racconto in cui sono coinvolte le donne spartane nel gruppo di passi che riguardano le donne descritte come attive protagoniste nella polis: la studiosa le definisce, più precisamente, "women who act collectively within the context of a polis";563 Erodoto quasi sempre enfatizzerebbe il ruolo protettivo e sociale di queste donne564. Mi sembra, tuttavia, che l'affermazione della studiosa sia troppo

560

Hdt. IV 146,3. 561

E' noto che a Sparta i diritti politici spettavano esclusivamente agli Spartiati maschi, in grado di partecipare alle mense comuni, i sissizi. Benché le donne avessero diritto di ereditare, non si può affermare che esse avessero anche influenza in campo politico: sul tema vd. le tesi contrastanti di L. Thommen, Spartanische Frauen, MH 56, 1999, 128-149 e M. Dettenhofer, Die Frauen von Sparta:

Gesellschaftliche Position und politische Relevanz, Klio 75, 1993, 74-75.

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E' forse superfluo ricordare che Erodoto utilizza tutta una gamma di termini - Lakedaimonioi,

Homoioi, perioikoi, eilotes - che rivelano la sua conoscenza del composito universo sociale della polis

lacedemone. 563

Dewald 2013, cit., p. 157; l'analisi dei passi relativi alla rappresentazione delle donne che agiscono collettivamente in seno alla polis ("groups of women within the polis") si trova in pp. 158-165.

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generica e non tenga conto, nello specifico, della complessità della situazione dei Mini messa in scena nel passo. Vi è, infatti, da parte dello storico il tentativo di mettere in luce perlopiù l'ambivalenza del gesto delle donne a Sparta: se esse, da una parte, tutelano i loro mariti dalla fine imminente, dall'altra non si può certo sottovalutare il fatto che lo storico condanna lo schierarsi delle donne dalla parte dei Mini hybristai.565 Il comportamento delle donne spartane in questo frangente è da condannare: il favorire chi si macchia di atti di hybris in città deve essere condannato, anche se compiuto da persone integrate nel tessuto sociale della polis.