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1.7.1. Caratteristiche della specie

• Morfologia

La spigola o branzino (Dicentrarchus labrax) appartiene alla famiglia dei Moronidi, presenta un corpo oblungo, leggermente compresso ai lati e può raggiungere una lunghezza totale di 1 m ed un peso di 15 Kg. La testa è piuttosto allungata e appuntita e l’ampio apparato boccale, situato in posizione terminale è provvisto di piccoli denti aguzzi e sottili su entrambe le mascelle, sul palato e sulla lingua. La mandibola è piuttosto prominente e sul vomere sono presenti ulteriori piccoli denti. Gli occhi sono piccoli e circolari.

Il dorso presenta una tipica colorazione scura grigio-verdastra, i fianchi sono argentei ed il ventre bianco. Gli individui allo stadio giovanile sono caratterizzati dalla presenza di piccole macchie nere sul corpo. La linea laterale è formata da 65 a 80 scaglie. La spigola

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possiede due pinne dorsali ben definite e ravvicinate di cui la prima provvista di sette grossi raggi spiniformi mentre la seconda un raggio spiniforme e 15 raggi molli e la pinna caudale è leggermente concava. Le pinne non presentano colorazioni particolari salvo qualche sfumatura grigiastra. Il preopercolo, inferiormente è munito di alcune spinule mentre l’opercolo è provvisto di due robuste spine e sul margine superiore è presente una piccola macchia scura (Costa, 1991; Manzoni & Tepedino, 2008).

• Distribuzione geografica e batimetrica

Il branzino è una specie cosmopolita che vive nelle acque temperate del Mediterraneo, mar Nero e Atlantico orientale (dalla Norvegia alle Canarie). Recentemente, per motivi culturali è stato introdotto anche in Israele, in Oman e negli Emirati Arabi (Haffray et al., 2007). E’ una specie demersale, che riesce a tollerare ampi range di temperatura (5°- 28°C) e di salinità dell’acqua. Predilige le acque costiere fino a circa 100 metri di profondità, infatti essendo una specie eurialina (è capace di tollerare notevoli variazioni del grado di salinità) si può spingere periodicamente sotto costa nelle acque salmastre degli estuari, o nelle acque dolci di lagune e fiumi. Generalmente predilige le acque costiere e le foci dei fiumi in estate, mentre durante l'inverno migra nelle acque profonde (FishBase, 2015).

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• Biologia

Nella fase giovanile tale specie è gregaria, mentre allo stadio adulto diventa una specie solitaria. E’ un predatore carnivoro notturno, si nutre prevalentemente di anellidi, crostacei, molluschi cefalopodi, e di pesci. I giovani prediligono gli invertebrati, ma crescendo diversificano la loro dieta (FishBase, 2015).

E’ una specie gonocorica. Si riproduce principalmente nei mesi invernali tra dicembre e marzo, nelle acque del Mediterraneo, e fino a giugno nell’oceano Atlantico. Presenta, inoltre, una elevata fecondità (in media 200.000 uova/kg spigola di sesso femminile) e la riproduzione inizia una volta raggiunta la maturità sessuale che nel Mediterraneo avviene a 2 anni nei maschi e 3-4 anni nelle femmine, mentre nell’Atlantico viene raggiunta più tardi (maschi tra i 4-7 anni e le femmine tra i 5-8 anni) (FishBase, 2015;Haffray et al., 2007).

La deposizione delle uova avviene solo una volta l'anno e tende ad essere in inverno, anche se nelle regioni meridionali può verificarsi in primavera. Sia le uova che le larve presentano un elevato grado di dispersione nei primi 3 mesi di vita. Le uova sono pelagiche ed hanno un diametro di 1,1-1,5 mm. Al momento della riproduzione, i branzini si radunano in gruppi, e le uova deposte dalla femmina vengono fecondate da più maschi. Lo sviluppo embrionale dura circa tre giorni a 13-14°C, dalle uova si originano delle larve di 3 mm, il cui sviluppo dura circa 40 giorni a 19°C. Le larve si spostano verso zone lagunari raggiungendo, alcune volte, le acque dolci, dove si accrescono e vi rimangono fino al raggiungimento della maturità sessuale (FishBase,2015;Haffray et al., 2007).

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1.7.2. Modello sperimentale

Gli organismi definiti “modello sperimentale” sono specie ampiamente utilizzate dai ricercatori per studiare diverse tipologie di fenomeni che assumono notevole rilevanza nel campo scientifico. Un organismo per essere considerato un buon modello sperimentale deve rispondere a determinati requisiti: dev’essere economico, facile da allevare, di dimensioni contenute, deve avere un ciclo vitale breve e non presentare determinati problemi di sicurezza. Inoltre i dati e le informazioni ottenute da studi effettuati su tali organismi devono essere poi trasferibili, in misura più o meno ampia, ad altri organismi apparentemente diversi, ma accomunati ai primi dai processi evolutivi.

Le specie ittiche rappresentano un ottimo modello animale per la sperimentazione scientifica, in quanto permetteno di ottenere dati spendibili a vari livelli (medico, farmaceutico, zootecnico, ittiopatologico, tossicologico, ambientale e in studi traslazionali) in tempi brevi e con costi moderati. In particolare, per gli studi ecotossicologici può essere vantaggioso avvalersi di specie ittiche, poichè possono fornire una risposta dose-effetto rapida, specifica e misurabile sia in un mesocosmo che nell’ambiente stesso, ed inoltre permettono di esaminare sia gli effetti di tipo acuto che di tipo cronico, in un intervallo di tempo breve e a diverse condizioni ambientali.

La spigola, è una specie ittica, che spesso è stata utilizzata per studi ecotossicologici, in cui sono stati testati gli effetti di alcuni contaminanti, dimostrandosi molto sensibile a fattori di stress ambientale e quindi adatta per studi di biomarker.

Inoltre, la spigola rappresenta una specie di notevole interesse commerciale. Grazie alle sue caratteristiche rappresenta una delle specie maggiormente allevate nei paesi del bacino Mediterraneo. Insieme all’orata (Sparus aurata, Linnaeus, 1758), è stata la prima specie di elevato pregio commerciale ad essere riprodotta artificialmente ed allevata in condizioni intensive. Già dalla fine degli anni ’60 vennero acquisite le conoscenze e le

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tecnologie per poter effettuare la produzione degli avannotti che nel corso degli anni ’70 si diffusero in gran parte dei paesi del bacino del Mediterraneo (Bagni, 2005).

La conoscenza relativa al ciclo vitale e alla riproduzione di tale specie come anche le esigenze nutrizionali ormai note, permettono di considerare il branzino un buon modello sperimentale per alcuni studi.

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2.

OBIETTIVI

Nonostante la Commissione Europea ed altri enti finanziatori abbiano cominciato a sovvenzionare il settore della ricerca nell’ambito della problematica del plastic litter, sono ancora necessarie azioni positive volte a ridurne e gestirne l’impatto.

Lo studio nasce con l’obiettivo di mettere a punto un sistema di ricerca sperimentale che permetta di valutare in specie ittiche edibili i potenziali effetti legati all’ingestione di microplastiche con la dieta. Tale valutazione è stata effettuata riproducendo su piccola scala ciò che si verifica nell’ambiente selvatico, attraverso gli strumenti forniti dall’acquacoltura.

I risultati dell’attività potranno contribuire a colmare alcune lacune relative al trasferimento di sostanze tossiche rilasciate da microplastiche lungo la catena trofica, e a implementare le conoscenze sulle tipologie di danni che tale inquinante “emergente” può arrecare agli organismi viventi, al fine di fornire modelli di gestione adeguati.

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