Case study Marchesi Antinor
5.1 La Storia della famiglia Antinor
L'antica famiglia degli Antinori è a Firenze dagli inizi del Duecento, quando si trasferisce da Calenzano, un borgo tra Firenze e Prato, dove si hanno notizie di lei già dal 1188. E' una famiglia di mercanti iscritti all'Arte della seta e successivamente grazie alle succursali che aprono a Bruges e a Lione e alla rete di affari che imbastiscono in tutta Europa, all'Arte del Cambio (banchieri). A queste attività uniscono inoltre quella di produttori e mercanti di vini, che nel corso del tempo finirà per diventare prevalente, l'iscrizione da parte di Giovanni di Piero Antinori all'Arte dei Vinattieri è datata 1385. La Famiglia Antinori nel 1506 compra, per 4.000 fiorini, un palazzo che sta di fronte alla chiesa di San Gaetano in Piazza San Michele Bertelde, nel centro di Firenze, ora conosciuto come Palazzo Antinori e attuale sede legale della Marchesi Antinori s.p.a.
Sempre più importante diventerà per la famiglia l'impegno nella produzione e nella commercializzazione dei vini. Grazie al supporto dell’Accademia dei Georgofilic (la più antica accademia del vino del mondo, dove tutt'oggi Piero Antinori ne è membro), le attività vinicole degli Antinori ebbero una grande spinta e si avviò così a vendere i propri vini fuori dall'Italia, assicurandosi una reputazione internazionale specialmente nel Regno Unito. Nel 1863 viene
fondata l'attuale Marchesi Antinori, chiamata in origine Marchesi L&P Antinori, con l'obiettivo di " stabilire un po' di ordine tra le varie attività vitivinicole sviluppate dalle precedenti generazioni degli Antinori dal XIV secolo ."
Nel 1898 vengono costruite le cantine di San Casciano e crescono le esportazioni dei vini Antinori specialmente a New York, Londra, Buenos Aires e San Paolo. Antinori aggiunge alle proprietà di famiglia molte piccole fattorie con vigne nel Chianti Classico. Per tutti i primi quaranta anni del secolo, Antinori è il fornitore della Casa Reale d'Italia. Nel dopo guerra, Antinori torna alla produzione dopo aver ricostruito le cantine di San Casciano, danneggiate dai bombardamenti, e presenta persino un nuovo vino, un Chianti Classico che verrà chiamato Santa Cristina. Successivamente viene aperta, al piano terra di Palazzo Antinori, la Cantinetta Antinori, “wine bar” ispirato alle cantine medievali, dove le famiglie nobili fiorentine vendevano vini e prodotti delle loro tenute ai residenti in città. Qui, come nel Rinascimento, si può assaggiare, in bicchiere o bottiglia, della vasta gamma dei vini Antinori accompagnata da piatti tipici della tradizione toscana. Nel 1966 il Marchese Piero Antinori, primogenito di Nicolò, prese le redini dell’azienda familiare che in quel periodo si trovava in un contesto difficile in quanto il Chianti aveva, per il mercato del vino, poco valore e l’azienda era più acquirente di uve che produttrice. Infatti ne venivano utilizzate di locali che costavano poco e valevano altrettanto: non si era creata ancora una viticoltura specializzata.
Marchese Piero Antinori cominciò a girare il mondo visitando le case vinicole più famose, in particolare Bordeaux dove si producevano i grandi vini rossi. Per poter cambiare l’Antinori, fondamentale fu l’incontro col professore universitario e grande scienziato del vino Emile Peynaud e la collaborazione con l’enologo Giacomo Tachis; Piero Antinori affermò: “si deve cominciare dalla terra, acquistandola per poi trasformarla”38 L’evoluzione dell’azienda iniziò con la terra e proseguì con le cantine, migliorando le modalità di invecchiamento utilizzando piccole botti di legno: le barriques. Le competenze dell’enologo Tachis furono fondamentali anche per la realizzazione di due tra i vini migliori prodotti dall’Antinori: il Tignanello nel 1971 seguito dal Solaia nel 1978. Inoltre gli va riconosciuto il contributo alla creazione de la Sassicaia, uno dei vini più famosi al mondo. Questi vini molto apprezzati all’estero furono soprannominati dagli americani con il termine “Supertuscans”. La creazione di questo termine si rese necessaria per raggruppare quei vini toscani innovativi, Piero Antinori fu uno tra i personaggi che hanno spinto il governo italiano a modificare le antiquate regolamentazioni DOC introducendo la DOCG del Chianti Classico. A questa nuova regolamentazione si devono i grandi miglioramenti nella qualità del Chianti.
Nel 1985, in seguito ad un momento di crisi economica dell’Antinori, l’azienda è costretta a cedere parte del capitale sociale a Withbread, una società inglese produttrice di birra; solo 10 anni dopo la Famiglia Antinori riesce a riacquistare
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l’intera proprietà dell’azienda. A partire da questa collaborazione l’Antinori ha avviato un processo di internazionalizzazione che l’ha portata ad essere presente, nei successivi anni, in Usa ,Cile, Ungheria e Malta. Contemporaneamente l'azienda ha consolidato la propria presenza in Italia attraverso l’acquisizione di diverse tenute nella stessa Toscana, in Piemonte, in Lombardia e in Puglia arrivando quasi a 1400 ettari di vigneto piantato nelle zone maggiormente vocate come il Chianti Classico, Bolgheri, Montalcino, Montepulciano e Orvieto, alla produzione di vini di alta qualità. In tali località si trovano tra le più importanti tenute della famiglia, tra le quali possiamo annoverare:
La tenuta BADIA A PASSIGNANO è situata in una delle aree più belle del Chianti Classico. In questa tenuta sono coltivati vigneti usando la selezione dei migliori cloni di Sangiovese presi a Tignanello e una piccola parte di Cabernet Sauvignon e di Syrah. Inoltre vi sono circa venti ettari piantati a uliveto con le variètà Frantoio, Leccino e Moraiolo. Il vino prodotto è il Badia di Passignano Riserca Chianti Classico. Le cantine dove esso invecchia, caratterizzate da soffitti a volta e grossi muri, permettono un perfetto affinamento del vino. Nel 1995, nei pressi dell’entrata dell’abbazia, Allegra Antinori ha curato l’apertura di una piccola enoteca, “la Bottega”, nella quale si può trovare l’intera produzione dell’azienda. Nel 2000 questa enoteca è stata ampliata con l’apertura del ristorante “Osteria di Passignano”.
La tenuta LA BRACCESCA si trova a pochi km da Montepulciano; ha un’estensione di quasi 400 ettari divisi in due corpi. Quello principale è
situato tra Montepulciano e Cortona; la seconda parte di circa cento ettari interamente piantati a vigneto, si trova nel cuore pulsante della produzione dei grandi vini rossi di Montepulciano, conferendole un pregio ancor maggiore. In questa tenuta sono stati messi a dimora vitigni classici come il Prugnolo Gentile, varietà locale di Sangiovese e il Canaiolo Nero, ma anche varietà non autoctone come il Merlot e il Syrah. Il clima crea in questa zona le condizioni ideali per la coltivazione del vino; piogge limitate nei periodi freddi e l’influenza del lago Trasimeno mitiga il caldo estivo e i rigori invernali. Questa tenuta è una delle più produttive non solo della Toscana, ma di tutta Italia; gli Antinori hanno investito molto in questa area già agli inizi del 1990, perché è aperta alla produzione di vini di qualità.
La tenuta di TIGNANELLO è sita nel cuore del Chianti Classico, esattamente tra i piccoli borghi di Montefiridolfi e Santa Maria a Macerata. Vi si possono trovare i rinomati vigneti da cui nascono i celebri vini Tignanello e Solaia. Le altre uve coltivate nella tenuta sono utilizzate per la produzione di Santa Cristina, Villa Antinori, Marchese Antinori e Vinsanto. La proprietà include anche ettari di uliveto per la produzione di piccole quantità di olio extra vergine. La tenuta Tignanello è il “laboratorio” per le sperimentazioni vitivinicole di Antinori. Nel 2001 ha avuto inizio il rinnovamento dello storico vigneto attraverso un progressivo re-impianto seguendo una filosofia innovativa con l’obiettivo
di produrre un Sangiovese in grado di esprimere pienamente le caratteristiche del “terroir”.
La tenuta PIAN DELLE VIGNE si trova a pochi chilometri da Montepulciano ed è stata acquistata nel 1995; prende il nome da una caratteristica stazione ferroviaria situata all’interno della tenuta tuttora in uso. I vigneti sono piantati a Sangiovese (localmente chiamato“Brunello”). Il clima favorevole, spesso fa maturare le uve anticipatamente rispetto a quelle dell’area del Chianti, tanto da far iniziare la vendemmia a metà settembre. La prima produzione di Pian delle Vigne Brunello di Montalcino ’95 DOCG è uscita sul mercato nei primi mesi del 2000.
La tenuta di GUADO AL TASSO si estende nell’antico borgo di Bolgheri. Per la sua particolare conformazione viene chiamata “anfiteatro bolgherese”: le colline racchiudono la pianura che si affaccia sul mare creando un “anfiteatro naturale” ottenendo un microclima ideale che permette una vendemmia anticipata rispetto alle atre zone. È famosa per i suoi rosè fin dagli anni settanta per i quali, nel 1984, ha ricevuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata estesa poi ai rossi nel 1994. Oggi la zona è stimata principalmente per i suoi eccezionali rossi “Supertuscan”. Nella tenuta sono stati investiti molte risorse ed idee per la costante ricerca di miglioramenti qualitativi: nel 1994 è stato infatti creato un vivaio di “barbatelle” principalmente per migliorare il Fermentino ma anche per produrre selezioni di Sangiovese,
Cabernet Sauvignon e Merlot. In questa tenuta si producono: lo Scalabrone (rosato DOC), il Bruciato, il Guado al Tasso e il Fermentino. La tenuta il CASTELLO DELLA SALA (in Umbria) sorge ai confini della
Toscana a venti chilometri da Orvieto. Ha un’estensione totale di circa cinquecento ettari di cui duecento coltivati a uve tradizionali come Procanico e Grechetto. Il Procanico è il clone del Trebbiano umbro coltivato intorno ad Orvieto, mentre il Grechetto è una varietà autoctona dalla caratteristica buccia grossa, color giallo scuro, molto acida. Sono presenti inoltre uve tradizionali come i cloni di Chardonney, Sauvignon Blanc, Pinot Nero. La gamma dei vini “Castello della Sala” comprende: il Cervaro delle Sala, il Conte delle Vipera, il Muffato della Sala, il Pinot Nero e il Bramito del Cervo. Per il Cervaro della Sala, l’enologo Cotarella convinse Piero Antinori a produrre un vino bianco capace di competere con i grandi “crus” della Borgogna. In questa tenuta oltre alla produzione di vino di qualità, si producono anche formaggi di capra e olio extravergine d’oliva.
Dopo un breve excursus storico andremo ad analizzare quali sono le strategie di crescita utilizzate dalla famiglia Antinori.