• Non ci sono risultati.

La storia e la struttura del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno

5. Introduzione al caso

5.1 La storia e la struttura del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno

Il distretto industriale di Santa Croce sull’Arno si estende per circa 10 chilo- metri e comprende i comuni di Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d’Arno, San- ta Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte, San Miniato e Bientina, in provincia di Pi- sa e Fucecchio in provincia di Firenze. Il distretto è una delle principali realtà nel campo della lavorazione conciaria a livello sia italiano che internazionale. Le prime attività risalgono alla metà dell’800. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si espande in tutto il territorio l’attività della concia. Da sempre questa è una zona lega- ta alla concia delle pelli. Inizialmente era un prodotto artigianale, con piccole conce- rie che svolgevano la loro attività nelle loro abitazioni all’interno dei paesi. All’inizio degli anni ’70 inizia la delocalizzazione degli insediamenti produttivi dai centri abita-

135

ti alle zone industriali, così come oggi le conosciamo. Tutto ciò è stato possibile gra- zie ad un percorso di industrializzazione caratterizzato dalla concertazione delle poli- tiche di sviluppo tra l’amministrazione e le imprese, rappresentate dalle proprie asso- ciazioni. La distrettualità inizia a prendere corpo e nasce un vero e proprio spirito unitario tra gli imprenditori nell’affrontare i temi più importanti delle loro attività (Regione Toscana, 2016).

Nel distretto la specializzazione produttiva è rappresentata dalle industrie del- le pelli, del cuoio e delle calzature, in particolare suole e componenti. Sono presenti anche le produzioni di altri prodotti secondari come: borse, cinture, prodotti chimici, macchine per conceria e servizi. All’interno del distretto è concentrato il 35% della produzione nazionale di pelli e il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola.

Il distretto è frammentato in tante piccole e medie imprese, sono presenti cir- ca 600 aziende tra concerie e lavorazioni conto terzi in cui sono occupati in totale circa 8000 addetti come descritto in Tabella 1. L’intera economia dell’area si regge sul settore della conceria.

Tab.1 I principali dati del distretto (valori assoluti e percentuali 2013)

Concerie 300

Lavorazioni c.to terzi e altre aziende del settore 300

Numero di addetti 8.000

Movimentazioni merci in ingresso e in uscita 250-300 Tir/giorno Fatturato conciario complessivo del distretto Circa € 1.500.000.000

Incidenza delle esportazioni sul fatturato 70%

Fonte: Associazione Conciatori, Consorzio Conciatori Ponte a Egola (2013)

L’approvvigionamento avviene per il 95% all’estero e consiste in semilavora- ti industriali. Per quanto riguarda il grezzo il 95% viene prodotto in stati che adottano le leggi sul benessere animale riguardanti l’allevamento, il trasporto e la macellazio- ne; il 73% del grezzo acquistato dalle concerie italiane è comunitario, in particolare

136

proveniente dall’Est Europa, il 15% proviene dai macelli italiani e il 10% da altri mercati, in particolare dall’America del Nord e America Latina.

Le aziende del settore conciario di Santa Croce sono state affiancate, nei mo- menti problematici, dalle associazioni di categoria locali, principalmente dall’Associazione Conciatori di Santa Croce e dal Consorzio Conciatori di Ponte a Egola. Le Associazioni hanno svolto e svolgono l’importante compito di accompa- gnare le imprese verso lo sviluppo industriale del distretto, in particolare danno un supporto per lo sviluppo e l’adeguamento alle nuove normative ambientali sulle ac- que, sul suolo e sull’atmosfera. Grazie al loro supporto, il distretto è riuscito, ad oggi, a ridurre al minimo l’impatto con l’ambiente. Inoltre prestano i loro servizi in mate- rie di infortuni, di igiene nei luoghi di lavoro, di agevolazioni finanziarie, ricerca, formazione professionale, contrattualistica e altri servizi. Hanno promosso le imprese del distretto nelle fiere internazionali, sviluppando il commercio estero. Le concerie del distretto, ad oggi, intrattengono rapporti con quasi tutti i paesi dell’Unione Euro- pea, con gli Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone, Corea, l’Africa Sub-Sahariana, America Centrale e Meridionale.

Il valore conquistato sul mercato internazionale dalle concerie del distretto è dovuto, in parte, alla filosofia con la quale sono stati affrontati gli argomenti centrali dell’attività della concia del pellame: il tema ambientale. È stato necessario, per le imprese del distretto, implementare le norme per la salvaguardia dell’ambiente. Inve- ce di dotare ogni azienda di un sistema di depurazione, la filosofia distrettuale ha creato, all’interno del territorio, due depuratori che ricevono ogni giorno i liquami di tutte le concerie, trattandoli come se fosse un unico scarico. Il problema ambientale non si riduce al sistema di depurazione, ma investe il campo dei fanghi e dei sotto- prodotti della lavorazione. La concertazione tra le imprese e le istituzioni ha permes- so la costruzione degli impianti centralizzati di depurazione e il recupero dei sotto- prodotti della lavorazione. Le opere di disinquinamento sono state realizzate sia con investimenti privati che pubblici visibili in Tabella 2 (Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, 2013).

137

Tab.2 I principali investimenti e costi ecologici del 31/12/2013 (milioni di €)

Realizzazione opere collettive (depuratori e altri impianti smaltimento) 249,24

Interventi a piè di fabbrica 578,06

Costo esercizio dei depuratori dal 1979 952,65

Totale 1.779,95

Fonte: Associazione Conciatori, Consorzio Conciatori Ponte a Egola (2013)

Dopo anni di aumento produttivo, anche all’interno del distretto hanno risen- tito della situazione economica, anche se in maniera minore rispetto ad altri distretti e filiere produttive. Questo grazie alla struttura del distretto che ha sviluppato al suo interno un’elasticità produttiva grazie ad una altissima specializzazione ed una straordinaria capacità di integrazione delle singole unità produttive. Dal lato degli approvvigionamenti delle materie prime il distretto ha diversificato i mercati di ap- provvigionamento e ha adottato una maggiore selezione dei fornitori. In aggiunta so- no stati costituiti dei consorzi per l’acquisto dei fattori della produzione ottimizzando i canali commerciali, la ricerca, lo sviluppo e la logistica. I risultati più significativi sono stati registrati sul lato della produzione. L’intero distretto ha puntato sui fattori di: flessibilità produttiva, qualità, gamma e personalizzazione. Grazie agli elevati standard tecnologici è stato possibile migliorare la qualità e l’ampliamento della gamma dei prodotti. Attualmente, all’interno del distretto, è possibile la lavorazione di qualsiasi tipo di bovino, ovino, rettile e qualsiasi altro tipo di pellame. Questo ha consentito la soddisfazione di una domanda caratterizzata da produzione di piccoli lotti con alta qualità, non standardizzati, con tempi rapidi di consegna. Spesso è il di- stretto stesso ad anticipare la moda, coniugando esperienza secolare, evoluzione tec- nologica e creatività.

Il tema della formazione e della qualificazione del personale è centrale nel di- stretto. Le associazioni che raggruppano le imprese, insieme al Polo Tecnologico Conciario4, si occupano di promuovere la specializzazione del personale tecnico sia a

4 Il Polo Tecnologico Conciario (Po.Te.Co.) opera dal 2002 nell’ambito della ricerca, della formazio-

ne, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Grazie alle competenze acquisite negli anni, il Po.Te.Co. affianca le aziende operanti nel settore della pelle, mettendo a disposizione le proprie risor- se umane e tecnologiche (http://www.polotecnologico.com/Azienda.htm).

138

livello di scuola media superiore che universitaria. I campi di intervento del Po.Te.Co. sono: la sostenibilità ambientale dove ci sono strumenti e progetti specifici per il monitoraggio ambientale, il mercato in cui confluiscono i progetti di innova- zione del prodotto, la conceria sperimentale e il laboratorio, con l’obiettivo di incre- mentare la sostenibilità del settore, la formazione delle risorse umane intesa come va- lorizzazione del patrimonio delle competenze.

Il successo del distretto è dovuto alla grande capacità produttiva delle singole imprese e dalla bravura degli imprenditori nel cogliere le opportunità del mercato. Hanno saputo trasformarsi da semplici aziende artigianali in complesse industrie creative. Dal distretto conciario di Santa Croce sull’Arno escono le tendenze che ca- ratterizzano la pelle e le calzature, influenzando le più grandi aziende del fashion mondiale. Nel tempo sono diventate le consulenti di griffe come Armani, Versace, Luis Vuitton, Gucci, Prada, Cavalli e molte altre. Ogni singola impresa ricerca la massima qualità per la loro produzione, aiutati dalle innovazioni tecnologiche, ma alla base del successo risiede l’attenzione maniacale per ogni singolo dettaglio. Gra- zie ai grandi investimenti sostenuti in questi ultimi anni, le concerie toscane possono garantire ai loro clienti una piena garanzia di sostenibilità ambientale e sociale del prodotto (Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, 2013).