ALL'INCLUSIONE
4.2 Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un’Europa senza barriere
Nel mondo quasi una persona su cinque convive con una forma riconosciuta di disabilità; in Europa una persona su sei quindi circa 80 milioni di persone.
Nel corso dell’intera vita tutti sviluppiamo una qualche forma di limitazione, della vista, dell’udito, della manualità o della facoltà di apprendimento; questo, tuttavia, non dovrebbe rappresentare un ostacolo alla percezione di benessere, alla salvaguardia della propria autonomia, alla parità di accesso ai posti di lavoro, alla fruizione di servizi pubblici o all’utilizzo di dispositivi o tecnologie.
Eppure i dati statistici rilevano che le persone con disabilità sono più povere degli altri cittadini dell’Unione europea, trovano meno opportunità di lavoro, le loro possibilità di godere della propria autonomia, di beni e servizi quali l’istruzione, la sanità, i trasporti, gli alloggi e la tecnologia sono più limitate.
Per contrastare la discriminazione ancora esistente in tema e affrontare in tutta l’UE, con modalità omogenee, le tante forme di barriere,è stata adottata dalla Commissione europea, il 15 novembre 2010, la “Strategia europea sulla disabilità 2010- 2020″.
La Strategia si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità di cui l’UE è firmataria e tiene conto dell’esperienza del Piano d’azione sulla disabilità 2004-2010.
Tre gli intenti principali:
1) la cooperazione tra la Commissione europea e gli 2) Stati Membri
3)la piena partecipazione delle persone con disabilità l’inserimento della disabilità nella formulazione delle politiche comunitarie.
Gli obiettivi della Strategia sono perseguiti da azioni in otto settori prioritari :
1)Accessibilità: rendere beni e servizi accessibili alle persone con disabilità e promuovere il mercato dei dispositivi di assistenza.
2) Partecipazione: assicurare che le persone con disabilità godono tutti i benefici della cittadinanza europea; eliminare gli ostacoli alla partecipazione paritaria alla vita pubblica e le attività per il tempo libero, promuovere la fornitura di qualità dei servizi basati sulla comunità.
3) Uguaglianza: combattere la discriminazione fondata sulla disabilità e promuovere le pari opportunità.
4) Occupazione: aumentare in modo significativo la quota di persone con disabilità che lavorano nel mercato del lavoro aperto.
5) Istruzione e formazione: promuovere l’integrazione scolastica e l’apprendimento permanente per gli studenti e gli alunni con disabilità.
6) Protezione sociale: promuovere condizioni di vita decenti, combattere la povertà e l’esclusione sociale.
7) Salute: promuovere la parità di accesso ai servizi sanitari e relative strutture.
Azioni esterne: promuovere i diritti delle persone con disabilità, l’allargamento dell’UE e dei programmi internazionali di sviluppo.
Entro la fine del 2013, la Commissione europea ha elaborato in una relazione l’attuazione delle azioni ed i progressi a livello nazionale, per rendere il quadro complessivo dell’UE al comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
La Commissione si è basata su statistiche e dati raccolti per illustrare l’evoluzione delle disparità tra le persone con disabilità e la popolazione nel suo insieme e per definire indicatori sulla disabilità legati agli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di istruzione, occupazione e riduzione della povertà. Questo darà occasione di rivedere la strategia e le azioni. Una relazione supplementare della Commissione è programmata per il 2016.
La presente strategia ha lo scopo di sfruttare tutte le potenzialità combinate della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea e della Convenzione dell’ONU, nonché di ricorrere pienamente alla strategia Europa 2020 e ai relativi strumenti. La strategia mette in movimento una procedura destinata a rinforzare la posizione delle persone con disabilità così che esse possano partecipare pienamente alla società su una base di uguaglianza con gli altri. Tenuto conto dell’invecchiamento demografico in Europa, queste azioni avranno un impatto concreto sulla qualità della vita di una parte sempre più importante della popolazione. Le istituzioni dell’UE e gli Stati membri sono invitati a collaborare nel quadro della presente strategia al fine di costruire un’Europa senza barriere per tutti.
L'Unione Europea sulla spinta dell' “European Disability Forum”, ha proclamato l'anno 2003 “Anno europeo delle persone con disabilità” per sollecitare una maggiore sensibilizzazione delle autorità pubbliche e della società civile sulle condizioni di discriminazione e di mancanza di pari opportunità che vivono 37 milioni di cittadini europei.
Ogni volta che si produce un trattamento differente rispetto agli altri cittadini si violano i diritti umani. Non poter salire autonomamente su un autobus è una violazione di diritti umani. Il diritto umano si occupa delle persone, non si dimentica di loro. Il diritto civile invece ha reso invisibili le persone, costituendo un diritto formale esigibile solo se vi sono risorse economiche e volontà politiche e tecniche per attuarlo.
Tutelare diritti umani infatti significa tutelare le persone prima ancora che i cittadini. I diritti umani pongono in evidenza proprio la nostra condizione di persone discriminate in quanto esseri umani e senza eguaglianza di opportunità come cittadini. Questa nuova impostazione produce un cambiamento di percezione di chi siano le persone con disabilità ed introduce la responsabilità dei governi e della società civile rispetto alla nostra condizione.
L'Anno Europeo delle persone con disabilità è lo strumento per introdurre un cambiamento culturale nella società europea ed un diverso modo di affrontare i nostri problemi dal punto di vista politico, economico e sociale, costruendo azioni e programmi, servizi e interventi rispettosi della nostra di verità di persone e capaci di migliorare la nostra qualità della vita.
La base di confronto con la società è la Dichiarazione di Madrid “La non discriminazione più l'azione positiva è uguale a integrazione sociale” approvata nel Marzo del 2002 in un convegno europeo tenutosi in Spagna. Questo documento di lavoro è il
risultato di una lunga marcia delle persone con disabilità a livello internazionale, che ha messo in discussione pregiudizi e comportamenti non rispettosi della dignità delle persone con disabilità.
In Italia, secondo le più recenti stime dell’Istat, le persone che convivono con forme di disabilità sono circa tre milioni e costituiscono circa il 3-4% della popolazione. Per rimanere nell'ambito della disabilità nella scuola, gli alunni in situazione di handicap che frequentano le scuole statali e non statali di ogni ordine e grado nell’anno scolastico 2000/2001 sono complessivamente 129.154 unità (di cui 124.046 nelle statali), pari all’1,56 % dell’intera popolazione scolastica.105
4.3 L'ICF– l'ICF-CY-ICDH e l'INDEX per l'inclusione: