L’indagine svolta periodicamente dal Forum ANIA – Consumatori approfondisce il tema delle strategie adottate dalle famiglie a tutela del proprio tenore di vita e delle condizioni economico – patrimoniali. L’interesse, in particolare, è comprendere se e in quale misura le famiglie italiane abbiano:
- adottato misure per riposizionare il proprio stile di vita all’interno di un quadro economico che si è nell’ultima decade profondamente modificato; - adottato misure per contrastare gli effetti della crisi;
- fatto ricorso a strategie finalizzate a ridurre l’impatto sul bilancio familiare di eventi negativi inattesi.
Tra le principali misure a difesa della situazione economico – finanziaria delle famiglie, nell’analisi sono state ipotizzate tre tipologie di strategie finalizzate a:
ottimizzare i costi:
- tenere i conti di casa con attenzione (annotare le spese quotidiane, le scadenze di pagamento, le spese straordinarie programmate, etc…); - risparmiare sulle spese non indispensabili (tempo libero, cinema,
ristoranti, auto in alcuni casi);
- risparmiare sui consumi di casa (elettricità, riscaldamento, telefono con un attento uso delle fasce orarie);
- risparmiare sulla spesa quotidiana (uso promozioni, sconti, prodotti più economici e altri accorgimenti;
- rimandare acquisti importanti non essenziali;
- condividere con altri beni e servizi (gruppi di acquisto, car sharing,…); incrementare le entrate:
- creare entrate aggiuntive con una seconda attività, lavori saltuari, affitto di case (per esempio, affittacamere);
dotarsi di strumenti finanziari per loro natura preposti alla gestione del rischio:
In una prospettiva di gestione del rischio, le prime due tipologie di strategie rappresentano forme di autotutela il cui effetto è quello di alimentare un buffer di capitale con il quale far fronte a spese impreviste o inattese riduzioni di reddito; la terza tipologia, invece, coinvolge direttamente il comparto assicurativo ed è relativa anche all’offerta di strumenti di protezione sociale complementari o supplementari a quelli offerti dal welfare pubblico.
Il principale aspetto che emerge dai dati riportati nella Tabella 10 è che le famiglie italiane hanno affrontato la crisi comprimendo i consumi adottando stili di vita più morigerati: più del 70% delle famiglie intervistate negli ultimi dodici mesi ha risparmiato non solo sulle spese non indispensabili (70,2%), ma anche sulla spesa quotidiana (71,3%). Una percentuale simile di famiglie ha risparmiato sui consumi di casa (70,2%) mentre il 64,9% ha ottimizzato le uscite tenendo i conti di casa con maggiore attenzione e precisione. Poco meno di un terzo delle famiglie italiane invece ha adottato (o è stato in grado di adottare) strategie finalizzate a incrementare il reddito con entrate aggiuntive (23,7%) quali seconde attività, lavori saltuari, affittacamere; solo il 25,4% ha scelto di proteggere la situazione economico – patrimoniale esistente e futura facendo ricorso a prodotti assicurativi.
Tabella 10: Strategie di difesa delle famiglie1
1 Anderloni L. – Vandone D. – Andreini P.U. – Flaminio M. (2016), “La Vulnerabilità economica delle
I dati diventano ancora più significativi disaggregando le risposte per famiglie appartenenti ai diversi quintili di vulnerabilità finanziaria: dalla stessa tabella emerge nitidamente come, spostandosi da quintili a minore vulnerabilità finanziaria verso altri a maggiore fragilità, aumenti in modo significativo la percentuale di famiglie che cerca di far fronte alle difficoltà ottimizzando le spese per i consumi, in particolare rimandando acquisti importanti (da 35,54% nel 1° quintile a 76,06% nel 5°) o risparmiando sulle spese non indispensabili (56,86% 77,82%). Spostandosi di quintile in quintile aumenta, inoltre, il numero di famiglie che ha incrementato i flussi di reddito in entrata con fonti aggiuntive (10,07% 41,35%); si riduce, viceversa, la quota di famiglie che ricorre alla sottoscrizione di polizze assicurative (36,12% 19,87%).
Soffermandosi su quest’ultimo aspetto, si può analizzare la percentuale di possesso da parte delle famiglie del campione dei prodotti assicurativi.
Le polizze assicurative sono presenti mediamente nel portafoglio di un terzo delle famiglie italiane, con percentuali di possesso differenti tra i vari prodotti: si passa, infatti, da un massimo di 36,3% per quanto riguarda le polizze a protezione della casa a valori decisamente più contenuti per le assicurazioni sanitarie (15,5%) e rischi professionali (13,9%).
Tabella 11: Prodotti assicurativi sottoscritti dalle famiglie2
2 Anderloni L. – Vandone D. – Andreini P.U. – Flaminio M. (2016), “La Vulnerabilità economica delle
Osservando la distribuzione per quintili di reddito, la polizza più frequentemente sottoscritta dalle famiglie con maggiori livelli di vulnerabilità finanziaria sia la polizza mutui PPI*; tale dato è verosimilmente riconducibile sia alla circostanza
che presso le famiglie del campione si concentri la percentuale più elevata di soggetti indebitati (70% contro 32%) sia al fatto che l’erogazione di credito a questi soggetti con profilo di rischio più alto sia maggiormente subordinata alla sottoscrizione di questa tipologia di prodotti assicurativi. Per il resto, i dati evidenziano come nel passaggio dal primo all’ultimo quintile le percentuali di possesso di prodotto assicurativi si riducano sensibilmente: ciò indica che le polizze sono meno diffuse tra le famiglie che ne avrebbero più bisogno, cioè quelle che non hanno le risorse finanziarie per autoassicurarsi. Questo dato è coerente con quanto si potrebbe rilevare dalla letteratura empirica, la quale riconduce al basso livello di reddito una delle principali cause di mancata assicurazione in quanto spinge proprio le famiglie più vulnerabili a considerare la sottoscrizione di polizze come una spesa non indispensabile e, quindi, sacrificabile.
Se da un lato il basso livello di reddito e ricchezza può spiegare il mancato ricorso alla sottoscrizione di polizze assicurative, dall’altro, considerando che il fenomeno della bassa sottoscrizione è in realtà trasversalmente diffuso (anche nel primo
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Tabella 12: Opinione sulle polizze assicurative3
3 Anderloni L. – Vandone D. – Andreini P.U. – Flaminio M. (2016), “La Vulnerabilità economica delle
quintile le percentuali di possesso indicano chiaramente come tali prodotti siano presenti nel portafoglio di una minoranza di famiglie), è verosimile ritenere che sulla scelta incidano anche altri aspetti, quali la scarsa consapevolezza, il fatalismo, l’assenza di cultura sulla gestione dei rischi4. I risultati dell’indagine rilevano quali
siano le opinioni delle famiglie del campione in merito alle polizze assicurative. Più del 55% del campione è consapevole del fatto che le polizze assicurative siano uno strumento adeguato di protezione dai rischi mentre analoga percentuale riconosce di non avere soluzioni migliori per proteggersi. I dati evidenziano, tuttavia, segnali di difficoltà legati alla comprensione delle informazioni che accompagnano questi prodotti: più della metà delle famiglie dichiara di trovare le polizze “complicate”, dichiarando di avere bisogno di aiuto per valutarne il reale vantaggio.
Le famiglie più vulnerabili tendono quindi a proteggersi anche a causa di una scarsa educazione finanziaria: piuttosto preferiscono ricorrere “all’azzardo”. Eseguendo un’analisi più ampia è possibile osservare che circa 90 miliardi di euro all’anno sono spesi in giochi e lotterie; in più di 20 anni, invece, i fondi pensioni ammontano a 140 miliardi alla fine del 2015 (nell’ambito della previdenza). Confrontando questo dato con l’ammontare annuale della spesa in strumenti definibili “poco razionali” ne emerge una mancanza di capacità, un difetto di educazione finanziaria: di fronte alla scelta di spendere soldi per uno strumento che può cambiare la vita in un attimo, come la lotteria, e uno strumento che non può cambiare totalmente la vita istantaneamente, anche se aggiunge pian piano un mattoncino o per una pensione integrativa in prospettiva o più nell’immediato in caso di decessi o eventi avversi, gli italiani preferiscono più il primo perché genera più speranza; le persone con maggiore educazione finanziaria tendono invece a rivolgersi alle assicurazioni. È importante intervenire sulla sensibilizzazione finanziaria degli italiani che rappresentano il popolo con la minore educazione finanziaria in Europa per indurli a intraprendere decisioni più consapevoli.
4 Approfondimenti in merito si possono ritrovare in:
- “Una nuova strategia per il Welfare, equità e consapevolezza” Censis – Unipol (2012);