Università degli Studi di Pisa
Dipartimento di Economia e Management
Corso di Laurea Magistrale in
Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari
La Vulnerabilità Economica delle Famiglie e
i Sistemi di Welfare Pubblici e Privati: il
Forum ANIA – Consumatori
Relatore: Prof.ssa Antonella Cappiello
Candidato: Davide Ascione
Matricola: 468260
INDICE
PREFAZIONE ……… VI
CAPITOLO I
INTRODUZIONE
1.1 Definizione di Vulnerabilità Finanziaria ……… 1
1.2 Quadro Teorico di Riferimento ……… 5
1.3 Gli Indicatori Esistenti ……… 9
1.4 Costruzione dell’Indice di Vulnerabilità Finanziaria ……… 14
1.5 APPENDICE A: Il Questionario ……… 20
CAPITOLO II
LA SITUAZIONE ITALIANA DAL 2007 AD OGGI
2.1 Il Primo Impatto della Crisi sulle Famiglie Italiane ……… 35
2.1.1 Introduzione ……… 35
2.1.2 Riflessi sull’Economia in Italia ……… 37
2.1.3 Gli Effetti delle Misure Contro la Crisi ……… 39
2.2 Le Indagini del Forum ANIA – Consumatori ……… 43
2.2.1 Il Primo Rapporto ANIA: Sintesi dei Risultati ……… 43
2.2.2 Il Secondo Rapporto ANIA: Sintesi dei Risultati …… 46
2.2.3 Il Terzo Rapporto ANIA: Analisi del Trend ………… 49
2.3 Le Politiche di Welfare Pubblico in Italia ……… 57
2.4 Approfondimento: la Capofamiglia Donna ……… 66
2.5 APPENDICE B: Tavole dei Dati dell’Indagine ANIA 2016 …… 70
CAPITOLO III
WELFARE STATE: CONFRONTO CON L’ESTERO
3.1 Breve Panoramica della Crisi negli Altri Paesi ……… 73
3.1.1 La Crisi nel Mondo ……… 73
3.1.2 Recessione del 2009 ……… 75
3.1.3 Dalla Recessione alla Ripresa (2010 – 2011) ………… 77
3.1.4 2012: Tra Alti e Bassi ……… 79
3.2 Vulnerabilità: le Famiglie nel Mondo ……… 82
3.3 La Spesa per Politiche Familiari: sguardo d’insieme all’Europa … 89
CAPITOLO IV
NUOVI MODELLO DI WELFARE
4.1 Introduzione ……… 96
4.2 Strategie di Gestione della Situazione Finanziaria Familiare …… 98
4.3 Benefici del Welfare Integrativo Privato ……… 103
4.4 Welfare Mix e Welfare Society ……… 110
4.5 Lo Sviluppo del Welfare Aziendale ……… 116
CONCLUSIONI ……… 121
PREFAZIONE
L’impennata nei tassi di interesse sui prestiti e la concomitanza di una fase di stagnazione e recessione nel periodo 2006 – 2008 si sono riflesse in più diffuse condizioni di difficoltà finanziarie ed economiche per le famiglie italiane. Ciò ha sollecitato una maggior attenzione circa l’esposizione delle famiglie al rischio di non riuscire a far fronte alle esigenze della vita quotidiana e/o alle obbligazioni di rimborso dei debiti contratti con banche o con altre tipologie di intermediari creditizi. In altri termini è sorto un problema di vulnerabilità economica e finanziaria delle famiglie.
La crisi dei mutui, emersa prima oltreoceano, poi in Gran Bretagna e nell’Europa continentale, ha rappresentato solo un segnale molto forte e dirompente per i mercati finanziari, di una profonda trasformazione economica e sociale avvenuta nella società che ha reso le famiglie molto più esposte a shock di varia natura che minano le condizioni di equilibrio economico. L’Osservatorio “Vulnerabilità e benessere delle famiglie italiane”, promosso nel 2009 da ANIA – Forum dei Consumatori sulla base di una sensibilità per le implicazioni di questi cambiamenti congiunturali e strutturali, mira ad analizzare i profili di vulnerabilità finanziaria delle famiglie italiane e la loro capacità di gestire i rischi per tutelare gli standard di vita, con l’obiettivo di facilitare e rendere ancor più costruttivo e sistematico il dialogo tra le imprese di assicurazione e i consumatori. Un luogo di confronto paritetico e di progettualità condivisa che si avvale della partecipazione di rappresentanti delle imprese, delle associazioni dei consumatori nonché di autorevoli personalità indipendenti dal settore assicurativo.
Fanno parte del Forum e siedono nel suo organo direttivo otto associazioni di consumatori rappresentative a livello nazionale: Adiconsum, Cittadinanzattiva, Adoc, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori.
Il Forum ha finora focalizzato la sua attività su tre principali aree di interesse: le problematiche dell’assicurazione RC Auto;
la cultura assicurativa;
le prospettive del sistema di welfare italiano.
La sistematicità del confronto tra le parti all’interno del Forum ANIA – Consumatori consente di affrontare con continuità temi rilevanti per il settore assicurativo, quali l’impatto della crisi economica sulle famiglie, il tema delle catastrofi naturali e delle eventuali soluzioni assicurative finalizzate a gestirne i costi, la trasparenza dei contratti.
La prima analisi empirica è stata realizzata nel settembre 2009 su un campione costituito da 3.102 famiglie, rappresentative dell’universo italiano, cui è stato somministrato un questionario progettato ad hoc in relazione alle finalità dell’Osservatorio e alla letteratura economica esistente nello specifico campo di ricerca. La seconda indagine (marzo 2013) ha coinvolto un campione di 1933 famiglie mentre per il terzo (e al momento ultimo) rapporto il questionario è stato sottoposto a 3013 famiglie nel giugno 2016.
In un contesto di crescente impoverimento e indebolimento sociale, un’approfondita analisi della dimensione della vulnerabilità delle famiglie italiane e delle caratteristiche del fenomeno è rilevante ai fini della elaborazione di possibili misure di intervento volte a fornire competenze e strumenti che aiutino l’individuo a mantenere nel tempo condizioni di equilibrio economico e finanziario attraverso un’appropriata gestione delle proprie risorse e la previsione delle conseguenze di eventuali shock esterni.
CAPITOLO I
INTRODUZIONE
1.1 DEFINIZIONE DI VULNERABILITÀ FINANZIARIA
Il termine “vulnerabilità” è molto usato non solo nel linguaggio comune, ma anche nella letteratura scientifica; si tratta di un’espressione molto presente sia nell’ambito delle scienze sociali, sia all’interno di altre discipline, quali le scienze ambientali, il disaster management1, le scienze sanitarie e della nutrizione. Proprio
a causa della sua popolarità, il termine ha acquisito con il tempo un carattere elusivo: persone diverse lo utilizzano con significati diversi. La definizione di vulnerabilità che sta affermandosi nel campo dell’economia dello sviluppo riconosce all’incertezza un ruolo esplicito nel determinare il benessere delle famiglie, tanto che gli economisti hanno definito la vulnerabilità alla povertà come «la probabilità di diventare povero in futuro» (Zhang Y. e Wan G. 2009)2. La
vulnerabilità è dunque una condizione associata a una possibile povertà futura, è una povertà latente, potenziale: è vulnerabile non solo chi è già povero ma anche chi è a rischio povertà.
Si prenda il caso di due famiglie identiche in tutto, tranne che nella condizione lavorativa del capofamiglia; si supponga, in particolare, che un capofamiglia sia un lavoratore dipendente mentre l’altro un lavoratore autonomo. Assumendo che le due famiglie si attendano redditi futuri identici lungo la loro vita lavorativa, la
variabilità dei redditi futuri delle due famiglie sarà diversa in quanto,
normalmente, il reddito da lavoro autonomo è soggetto a maggior variabilità rispetto a quello da lavoro dipendente. La probabilità di sperimentare un episodio
1 Un disaster manager (espressione derivata dalla lingua inglese, in acronimo DI.MA.) è una figura professionale che opera nel campo della sicurezza, in particolare nella gestione dei disastri e catastrofi. Il ricorso a tali figure è molto utilizzato in vari contesti e ambiti
2 Secondo la definizione richiamata nel testo, la vulnerabilità è una “povertà attesa”. Ligon E. e Shechter L. (2003) hanno definito la vulnerabilità come “utilità attesa”; altri hanno impiegato il termine di vulnerabilità come sinonimo di “esposizione al rischio” (non assicurabile): Hoddinot J. e Quisumbing A. (2003) offrono una rassegna dei principali approcci proposti in letteratura (rif. in bibliografia)
di povertà futura sarà pertanto differente per le due famiglie: quella con reddito più variabile avrà un rischio di povertà più alto (a parità di reddito atteso e di ogni altra caratteristica familiare). La conclusione è che la variabilità dei redditi futuri è una componente rilevante nello stabilire il rischio di povertà.
In termini più generali, il concetto di vulnerabilità coinvolge due aspetti, tra loro interrelati: da un lato introduce esplicitamente il ruolo del rischio e dall’altro la
risposta al rischio. La vulnerabilità dipende dal fatto che esistono eventi negativi
che si realizzano con una certa probabilità e causano, quando si realizzano, una perdita di benessere della famiglia. Ma la vulnerabilità di una famiglia dipende anche dalla capacità di risposta al rischio: la strategia a disposizione della famiglia può essere preventiva (la famiglia può, per esempio, assicurarsi contro il rischio) oppure riparatrice dei danni causati dallo shock (attraverso, per esempio, la decumulazione dei risparmi)3. È esperienza comune che le famiglie abbiano un
grado di esposizione al rischio diversa che dipende dall’ambiente e dalle caratteristiche familiari: ad esempio, una famiglia con più adulti economicamente attivi avrà un rischio basso di cadere in povertà in quanto può mettere in atto un numero ampio di strategie per affrontare eventi negativi (ad esempio aumentando l’offerta di lavoro familiare).
Considerando il fatto che, oltre al reddito in livelli, è importante tenere conto della sua variabilità futura e assumendo che si riesca a stimare con sufficiente precisione, per ciascun individuo della popolazione, la probabilità di cadere in povertà in futuro, allora si possono centrare tre obiettivi:
individuare le tipologie di soggetti più vulnerabili (quelli con probabilità più elevate di diventare poveri);
capire quali meccanismi li rendano tali;
intervenire preventivamente, con politiche di sostegno che impediscano di cadere in condizioni di povertà
Si configurano, dunque quattro possibili combinazioni, all’interno delle quali può essere catalogata ciascuna famiglia:
povera e vulnerabile (cioè con probabilità elevata di restare povera); povera ma non vulnerabile;
non povera ma vulnerabile; non povera e non vulnerabile.
L’Osservatorio ANIA fornisce una definizione in linea con quella prevista nella prassi comune e identifica la vulnerabilità finanziaria come «una condizione fattuale e percettiva di instabilità finanziaria, connessa alla difficoltà ad “arrivare a fine mese” e/o a sostenere spese impreviste, ad over – commitment4 dovuto a
eccesso di indebitamento, nonché di percezione di instabilità economica e finanziaria avvertita dall’individuo»5. I comportamenti di consumo, risparmio e
indebitamento delle famiglie rappresentano un interessante ambito di indagine sotto molteplici aspetti di natura sia economico – finanziaria, sia sociologica che psicologica.
Nei periodi di recessione economica o instabilità e crisi si rafforzano le preoccupazioni sulle condizioni di fragilità economica o vulnerabilità finanziaria delle famiglie e sulle conseguenti difficoltà a mantenere adeguati standard di vita o ad onorare i propri impegni finanziari.
Se, da un lato, è indubbio che la vulnerabilità finanziaria sia dovuta al concorrere di un insieme di fattori che deteriorano le condizioni economico – finanziarie delle famiglie, dall’altro è altrettanto vero che la vulnerabilità finanziaria possa essere influenzata anche dalle strategie adottate dalle famiglie per gestire i rischi e le conseguenze economico – finanziarie di possibili shock esterni.
4 over – commitment: si intende l’eccesso di impegni a cui si deve far fronte come conseguenza di un eccesso di indebitamento
5 Banca d’Italia, nel trattare il tema dell’indebitamento delle famiglie italiane, assume una nozione di vulnerabilità finanziaria associata alla misurazione in termini di incidenza della rata del debito (per capitale ed interessi) sul reddito disponibile, fissando una soglia convenzionale pari al 30% (si veda p. 31 e tav. 6 “I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2008”, rif. in bibliografia)
In linea di principio, tale condizione di vulnerabilità finanziaria può essere determinata da fattori quali:
shock inattesi (perdita posto di lavoro, malattia, decesso, separazioni e divorzi) che fanno venire meno o riducono le fonti di reddito e/o determinano l’insorgenza di passività impreviste;
bassi livelli di reddito e di ricchezza che rendono l’individuo particolarmente esposto a eventi negativi inattesi;
livelli di reddito e di ricchezza talmente bassi da collocare l’individuo in condizioni di povertà;
scelte di indebitamento errate o non sostenibili che, per imprevidenza, miopia o incapacità di elaborare le informazioni, portano l’individuo a indebitarsi più di quanto dovrebbe alla luce della propria capacità reddituale presente e futura;
assenza di misure di prevenzione, copertura e gestione dei rischi che, fornendo competenze e strumenti, mettano l’individuo nella condizione di gestire al meglio le conseguenze di eventuali shock esterni che possono modificarne la situazione finanziaria. Fra questi ultimi sono anche ricomprese le variazioni dei tassi di interesse per le famiglie indebitate e con condizioni di variabilità dei tassi.
È verosimile ritenere che situazioni di vulnerabilità finanziaria, il più delle volte, derivino dall’interagire di una serie di concause, mentre meno frequente è il caso che la determinante sia unitaria. L’approfondimento, quindi, dello studio del fenomeno e delle sue determinanti si presenta particolarmente interessante, soprattutto in questi periodi di crisi economica.
1.2 QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO
Il quadro teorico che ha guidato l’impostazione dell’Osservatorio è composto, da un lato, dai modelli economici tradizionali e, dall’altro, dai modelli di economia comportamentale. I primi, identificati nelle Teorie del Ciclo Vitale6 e del Reddito
Permanente7, sono basati sulla “razionalità economica” degli individui che
incrementano il proprio benessere smussando il profilo intertemporale dei consumi attraverso opportune scelte di risparmio e indebitamento. I secondi8 individuano
come le componenti psicologiche agiscano sui comportamenti degli individui inducendoli a divergere sistematicamente dalle “scelte razionali” tipiche dei modelli economici classici.
Tali modelli si fondano sull’idea che gli individui formulano le proprie decisioni di consumo (e quindi di risparmio e indebitamento) considerando la ricchezza, il reddito corrente e quello che si attendono di percepire in futuro, con l’obiettivo di garantirsi un livello di consumo uniforme durante tutto l’arco della propria vita. L’idea sottostante è che il reddito da lavoro è generalmente basso nei primi anni lavorativi e tende a crescere fino al pensionamento. Gli individui giovani, contando sul maggior reddito che percepiranno in futuro, tenderanno a prendere a prestito in modo da poter avere un livello di consumi superiore al reddito corrente.
6 “In the early '50s, Franco Modigliani and his student Richard Brumberg elaborated a theory of expenditure based on the idea that individuals make smart choices about how they want to spend at any age, with the only limit of the available resources in the course of their lives. Through the accumulation and decumulation of assets, those who work can provide for their own retirement and, more generally, can adapt their consumption patterns to the needs that arise at different ages, regardless of income available in every moment of his life. This simple theory leads to predictions relevant and not discounted for the economy as a whole, for example, that national saving depends on the rate of growth of national income and not on his level, and there is a simple relationship between the level of wealth in the economic system and the length of time spent in retirement. These forecasts, not verifiable in the '50s, they found considerable empirical support in the subsequent work of Modigliani and other researchers.” (Deaton A., 2005 rif. in bibliografia) 7 Negli anni Cinquanta, Milton Friedman elabora una teoria del consumo che si basa sulla distinzione fra reddito transitorio e reddito permanente: il reddito transitorio è la ricchezza di cui il soggetto dispone in un determinato momento, mentre il reddito permanente è dato dalla media fra il reddito guadagnato nel passato e quello atteso in futuro. Secondo Friedman, il consumo è in relazione col reddito permanente e non col reddito transitorio. Ipotizziamo che, a causa del maltempo, l’agricoltore californiano Frank Jordan veda distrutto il suo raccolto annuo (diminuzione del reddito transitorio); Jordan non diminuisce i consumi, ma attinge al suo risparmio precedente; analogamente, se in un anno il raccolto è eccezionale (aumento del reddito transitorio), Jordan non aumenta i consumi, perché sa di non poter contare su quel reddito negli anni seguenti (web/a rif. in bibliografia)
8 contributi in materia si ritrovano, tra gli altri, negli studi di Daniel Kahneman – Amos Tversky (nobel per l’economia nel 2002), di Ernst Fehr e Robert Shiller
Viceversa, durante gli anni che precedono il pensionamento, essi risparmieranno per la fase più matura della propria vita e i consumi saranno inferiori al reddito. In quest’ottica, il risparmio e l’indebitamento sono scelte razionali che garantiscono un maggior benessere economico in quanto consentono di uniformare l’andamento dei consumi nel tempo. In questo contesto teorico le scelte di consumo, risparmio e indebitamento delle famiglie sono state analizzate da un numero crescente di studi teorici ed empirici. Tali contributi utilizzano prevalentemente dati provenienti da indagini campionarie e si concentrano su temi quali i fattori che influenzano le scelte di investimento e di indebitamento delle famiglie9, le
differenze spaziali e temporali10 e le determinanti del benessere11. Studi più recenti
si focalizzano, inoltre, sul rischio di sovraindebitamento delle famiglie12 e sulla
fragilità finanziaria13.
Anche se le finalità sono molteplici, gli studi empirici sopra menzionati utilizzano comunemente, per spiegare i fenomeni indagati, una serie di variabili esplicative socio – demografiche ed economiche, come l'età, il livello di istruzione, il livello di reddito e di ricchezza, nonché il tipo di lavoro svolto. A tali variabili si sono aggiunte, recentemente, anche variabili di tipo comportamentale. Negli ultimi anni, infatti, nell’ambito dell’economia comportamentale si sono sviluppati modelli (in parte alternativi alle Teorie del ciclo vitale e del Reddito Permanente) che focalizzano l’attenzione su aspetti comportamentali che possono significativamente influenzare le decisioni di consumo, risparmio e indebitamento degli individui. Tali studi hanno evidenziato che gli individui agiscono in un modo che sistematicamente diverge dal modello di “scelta razionale”, tipico dei modelli economici, senza per questo poter essere considerati irrazionali; le scelte individuali sono influenzate da componenti psicologiche, come le inclinazioni personali, gli errori di previsione e la scarsa lungimiranza e, per questo, gli individui non riescono a massimizzare la propria utilità attesa.
9 Si vedano Magri S., 2007; Del Rio A. e Young G, 2006; Leece D., 2000; Cox D. e Jappelli T, 1993; Duca J.V. e Rosenthal S.S., 1993; Gropp R., Sholtz J.K. e White M.J., 1997
10 Si vedano Crook J.N., 2006 e Crook J.N. e Hochguertel S., 2007.
11 Si vedano Sullivan J.X., Turner L. e Danziger S., 2008; Alkire S. 2002; Nolan B. e Whelan C.T. 2007 12 Si vedano Bridges S. & Disney R. 2006; Rinaldi L. e Sanchez – Arellano A. 2006.
La letteratura individua tre principali fattori psicologici che inducono gli individui a compiere scelte di consumo, investimento e indebitamento non razionali: l’eccessiva fiducia, l’euristica della disponibilità e lo sconto iperbolico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, gli individui tendono ad essere eccessivamente ottimisti e fiduciosi relativamente al proprio grado di esposizione al rischio e ritengono di saper controllare e gestire le proprie risorse finanziarie. Di conseguenza, essi sottostimano, sistematicamente, la probabilità di essere colpiti da eventi avversi (malattia, perdita di lavoro, ecc.) che possono condurre a una condizione di tensione finanziaria o di sovraindebitamento e sovrastimano la propria abilità nel gestire le risorse finanziarie domestiche.
L’euristica della disponibilità prevede che gli individui tendano a stimare la probabilità di un evento sulla base della “disponibilità” del ricordo di tale evento, cioè della facilità (o meno) con cui lo ricordano piuttosto che sulla base dell’effettiva probabilità che esso si realizzi. In altri termini, gli individui tendono a valutare la probabilità di un evento negativo futuro sulla base della facilità con cui ricordano il verificarsi di eventi simili. La “disponibilità” del ricordo è influenzata dalla frequenza, dalla significatività e dalla vicinanza nel tempo degli eventi negativi: se un individuo ha “assistito” ad un evento frequentemente o recentemente, egli tenderà a sovrastimare la probabilità che quell’evento si verifichi nuovamente in futuro perché l’immagine di quell’evento è “disponibile” e fresca nella propria mente. Ovviamente, all’opposto, se un evento negativo, come una situazione di tensione finanziaria o di sovraesposizione, non è frequente o è distante nel tempo o nello spazio, gli individui tenderanno a sottostimare la probabilità che un tale evento si verifichi, coinvolgendoli. Di conseguenza, se manca la “disponibilità” di casi di crisi di liquidità, di tensioni finanziarie, di eccessivo livello di debito o più in generale di discontinuità economiche, gli individui, nel compiere le proprie scelte di indebitamento, saranno portati a sottostimare la probabilità di essere colpiti da tali eventi.
Considerando congiuntamente l’effetto della eccessiva fiducia e della euristica della disponibilità, emerge come possa essere elevata la probabilità che gli individui sottostimino il rischio di non essere in grado di far fronte ai propri impegni economici e finanziari.
Il cosiddetto “sconto iperbolico”, infine, indica che gli individui tendono a sopravvalutare sistematicamente i costi e i benefici immediati e a sottovalutare quelli futuri; in altri termini, attribuiscono agli eventi presenti un peso maggiore rispetto a quelli che si verificheranno in futuro. La principale conseguenza dello sconto iperbolico è che, quando si presenta il momento di scegliere se comprare a credito o rinunciare all’acquisto, questo fattore psicologico preme nella direzione dell’acquisto immediato e, se necessario a tal fine, dell’indebitamento, anche se razionalmente l’individuo sarebbe in grado di valutare che il livello del debito non è sostenibile rispetto al reddito che percepirà in futuro.
Allo sconto iperbolico è, dunque, riconducibile l’atteggiamento favorevole verso l’acquisto con pagamento posticipato, che genera una gratificazione immediata a fronte di un costo futuro. Alcune forme di credito, come quello erogato attraverso le carte di credito revolving14, agevolano il verificarsi di comportamenti
riconducibili alla descritta attitudine psicologica. Lo sconto iperbolico, di fatto, comporta l’adozione di comportamenti scarsamente lungimiranti e tali per cui diventa difficile prevedere consapevolmente le conseguenze del proprio stile di vita e delle proprie decisioni sulla sostenibilità della propria situazione finanziaria15.
14 La carta di credito revolving è uno strumento di pagamento alternativo al contante che permette di effettuare spese, nei limiti del fido accordato, rimborsabili ratealmente con l’addebito di interessi. La banca, una società finanziaria o un istituto di moneta elettronica mettono a disposizione del titolare una riserva di denaro (denominata fido o plafond), con cui poter effettuare acquisti di beni e servizi e/o prelevare contante. La restituzione delle somme utilizzate avviene in maniera rateale e posticipata rispetto al momento dell’acquisto o del prelevamento, attraverso rate di piccolo importo secondo modalità e tempi definiti al momento della stipula del contratto. Il titolare può modificare successivamente l’importo della rata concordato in base alle sue mutate esigenze, pur non potendo scendere sotto una quota minima espressa in valore assoluto (ad es: 50 euro) o in percentuale (ad es: 5% dell’importo dovuto). Le rate, alle scadenze stabilite, sono addebitate sul conto corrente collegato alla carta revolving (web/b rif. in bibliografia) 15 Meier S., and Sprenger C. (2007): “Impatience and credit behaviour: evidence from a field experiment”
1.3 GLI INDICATORI ESISTENTI
I temi del rischio di sovraindebitamento delle famiglie e della fragilità finanziaria hanno costituito oggetto di approfondimento teorico ed empirico in tempi recenti. Pur nella diversità di finalità e approcci, gli studi empirici sopra menzionati utilizzano comunemente, per spiegare i fenomeni indagati, una serie di variabili esplicative (come già osservato in precedenza) quali l’età, il livello di istruzione, il livello di reddito e di ricchezza, nonché il tipo di lavoro svolto, cui si sono aggiunte, recentemente, anche le variabili di tipo comportamentale.
Tali indicatori possono essere classificati in due gruppi (misure aggregate e misure individuali) cui corrispondono finalità informative diverse.
Le misure aggregate forniscono un’indicazione della diffusione e della gravità di situazioni di fragilità finanziaria in uno specifico contesto, come può essere una
MISURE AGGREGATE
Contenuto informativo:
forniscono un’indicazione della diffusione e della gravità di situazioni di fragilità finanziaria in uno specifico contesto, ad esempio in una specifica area geografica
Fonti dei dati:
Le banche centrali nazionali raccolgono solitamente i dati di natura economica; con riferimento ai soli debiti finanziari, forniscono indicazioni relative al livello di indebitamento del settore famiglie, al peso del debito rispetto al reddito corrente e al grado di diffusione di difficoltà finanziarie. Inoltre, generalmente raccolgono dati sui ritardi nel rimborso dei debiti, sui mancati pagamenti o su eventuali cancellazioni di debiti per insolvenze da parte del sistema
Elementi economici:
Debito su reddito disponibile
Servizio del debito su reddito disponibile
Pagamenti arretrati
Elementi legali e amministrativi:
Cancellazione di debiti
Numero di soluzioni processuali giudiziali e/o extragiudiziale
Numero piani di risanamento
Tabella 1: gli indicatori aggregati di vulnerabilità finanziaria16
16 Anderloni L. – Vandone D. (2014), “La famiglia al tempo della crisi. Tra vulnerabilità economica e
specifica area geografica. I dati a livello aggregato di natura economica sono normalmente raccolti dalle banche centrali nazionali che, con riferimento ai soli debiti finanziari, forniscono indicazioni relative al livello di indebitamento del settore famiglie, al peso del debito rispetto al reddito corrente e al grado di diffusione di difficoltà finanziarie. Le banche centrali nazionali, inoltre, generalmente raccolgono dati sui ritardi nel rimborso dei debiti, sui mancati pagamenti o su eventuali cancellazioni di debiti per insolvenze da parte del sistema finanziario. Laddove sia in vigore una legislazione sul fallimento personale o esistano procedure amministrative di gestione delle insolvenze individuali, sono generalmente disponibili anche dati aggregati relativi ai soggetti in difficoltà finanziaria che hanno fatto ricorso a queste procedure.
Le misure individuali, invece, forniscono informazioni sul profilo socio – demografico ed economico degli individui che manifestano situazioni di tensione
MISURE INDIVIDUALI
Contenuto informativo:
forniscono informazioni sul profilo socio-demografico ed economico degli individui che manifestano situazioni di tensione finanziaria
Fonti dei dati:
Tali dati sono generalmente raccolti attraverso indagini campionarie, condotte dalle Banche Centrali o dagli Istituti di Statistica, nelle quali compaiono domande che consentono di misurare il livello di indebitamento, il servizio del debito, i ritardi nei pagamenti, la condizione reddituale degli individui e la composizione delle attività finanziarie e reali.
Dati soggettivi concorrenti alla misurazione:
percezione della congruità del reddito rispetto alle spese periodiche o straordinarie
Dati oggettivi concorrenti alla misurazione:
Ritardi nei pagamenti Ammontare dei debiti
Composizione attività e passività e congruità delle medesime
Tabella 2: gli indicatori individuali di vulnerabilità finanziaria17
17 Anderloni L. – Vandone D. (2014), “La famiglia al tempo della crisi. Tra vulnerabilità economica e
finanziaria. Tali dati sono generalmente raccolti attraverso indagini campionarie, condotte dalle Banche Centrali o dagli Istituti di Statistica, nelle quali compaiono domande che consentono di misurare il livello di indebitamento, il servizio del debito, i ritardi nei pagamenti, la condizione reddituale degli individui e la composizione delle attività finanziarie e reali. Si noti come tali indicatori di sovraindebitamento e fragilità finanziaria facciano riferimento a concetti meno ampi di quello di vulnerabilità finanziaria poiché considerano solo i debiti finanziari e l’incapacità di ripagarli e non osservano, invece, aspetti quali l’esposizione a eventuali shock, l’incapacità di sostenere spese impreviste, la difficoltà di gestire le spese quotidiane e “far quadrare il bilancio alla fine del mese”.
Non esistono, ad oggi, indicatori di vulnerabilità finanziaria delle famiglie, nella menzionata accezione, sebbene esistano surveys che rilevano periodicamente le condizioni di benessere o fragilità delle famiglie. Sotto il profilo metodologico della fonte dei dati, si ricorda che i principali surveys che periodicamente rilevano le condizioni di benessere o fragilità delle famiglie sono:
l’Indagine sui Bilanci delle Famiglie Italiane (SHIW – Survey of Household Income and Wealth) della Banca d’Italia;
la British Household Panel Survey (BHPS); la Survey of Consumer Finance (SCF);
la European Union Survey on Income and Living Conditions (EU – SILC); le indagini ISTAT su Condizioni di vita (ISTAT CV), Aspetti della vita
quotidiana (ISTAT AVQ), e Famiglia e soggetti sociali (ISTAT FSS). Utili indicazioni per l’analisi delle condizioni di vulnerabilità sono fornite, inoltre, dalle indagini ISTAT sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione nel paese e sulle condizioni di povertà.
La banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) ha proposto nel 2013 (Coin)18 una
classificazione degli indicatori di vulnerabilità finanziaria o sovraindebitamento in
varie categorie, relative:
all’onerosità del servizio del debito;
alla percezione soggettiva di quest’onere da parte della famiglia; ai ritardi nel pagamento delle rate;
al numero dei debiti contratti.
I dati EU – SILC19 consentono di stimare, a livello territoriale, indicatori
appartenenti alle prime tre di queste categorie.
Il costo del servizio del debito
In base a un indicatore comunemente utilizzato è definita finanziariamente sovraindebitata una famiglia che destina al servizio del debito una quota del proprio reddito superiore a una certa soglia. La soglia di attenzione è convenzionalmente posta pari al 30 per cento20:
SDRi = (IMi + CMi) / RDLi [Soglia = 0,3] [1]
dove SDR è il servizio del debito sul reddito, RDL è il reddito disponibile lordo della famiglia i, IM è l’esborso per interessi sul mutuo e CM quello per il rimborso del capitale (quindi IM e CM definiscono il servizio complessivo del debito per mutuo).
Indicatori basati sulla percezione dell’onere del debito da parte delle famiglie
Un indicatore alternativo di fragilità finanziaria fa riferimento al cosiddetto margine economico21. Il margine economico (ME) della famiglia i è definito come:
MEi = RDLi – IMi – CMi – SMi [Soglia = 0] [2]
19 EU – SILC: European Projet – Statistics on Income and Living Conditions
20 Il 30 per cento del reddito disponibile rappresenta la quota massima allocabile per l’acquisto dell’abitazione anche secondo il Cranston-Gonzalez National Affordable Housing Act degli Stati Uniti (BCE, 2005, De Vaney S.A. e Lytton R.H., 1995, Agenzia del Territorio, 2012)
dove SM sono le spese minime mensili del nucleo familiare e gli altri simboli hanno lo stesso significato che nella [1]. In base a questo approccio la famiglia è definita vulnerabile se il margine economico ME è nullo o negativo, cioè se non ha un reddito sufficiente per pagare le proprie spese minime, dopo avere fronteggiato gli esborsi per il mutuo. Questo indicatore è stato anch’esso calcolato applicando la formula [2] ai dati dell’indagine EU – SILC; il valore delle spese considerate minime dal nucleo familiare è rilevato dall’indagine ed è una stima basata sulla valutazione diretta degli intervistati. Di conseguenza, a differenza dell’indice riferito al servizio del debito, che non presenta elementi di soggettività se non nella scelta della soglia critica di incidenza sul reddito, il concetto di margine economico si basa in parte sulla percezione della propria vulnerabilità da parte della famiglia.
Le famiglie in arretrato con i pagamenti sul mutuo
L’indebitamento finanziario comporta in alcuni casi una riduzione della capacità
delle famiglie di fare fronte con regolarità ai pagamenti e mantenere il proprio tenore di vita. Nel 2009, la quota delle famiglie che dichiaravano di non essere riuscite a pagare, entro la scadenza contrattuale, una o più rate negli ultimi dodici mesi era pari al 6,2 per cento, sostanzialmente uniforme nelle varie aree del paese. Per contro, la frazione di famiglie che, oltre a non avere rispettato le scadenze finanziarie, aveva anche registrato almeno una forma di disagio nella gestione delle spese domestiche era significativamente più elevata nelle regioni del Mezzogiorno.
Gli indicatori appena analizzati producono stime tra loro diverse della quota di famiglie finanziariamente fragili: le difformità nella stima delle famiglie vulnerabili derivanti dall’impiego di diversi indicatori sono una caratteristica nota di questo tipo di analisi. Le discrepanze potrebbero essere riconducibili, fra l’altro, alla capacità di ciascuna definizione di cogliere un diverso aspetto del complesso fenomeno della fragilità finanziaria, misurandolo con maggiore o minore accuratezza presso diverse fasce di nuclei familiari.
1.4 COSTRUZIONE DELL’INDICE DI VULNERABILITÀ
FINANZIARI
L’indice di vulnerabilità finanziaria proposto dall’Osservatorio ANIA – Forum dei Consumatori ha la finalità di monitorare nel tempo la condizione di vulnerabilità delle famiglie nella menzionata accezione di condizione fattuale e percettiva di instabilità finanziaria. L’indice assolve la funzione di evidenziare come si distribuiscono gli individui attorno al dato medio, quali sono gli elementi che lo determinano e come variano le caratteristiche socio-demografiche ed economiche degli individui al variare del suo valore. Al fine di selezionare, tra quelle raccolte, le informazioni più significative per la costruzione dell’indice, si procede in primo luogo a separare le variabili che misurano la vulnerabilità da quelle che la determinano.
Le variabili di vulnerabilità che si intendono utilizzare per la costruzione dell’indice sono riepilogate nel Box 1.
D10. Per la sua famiglia, la somma di tutte le rate pagate in un mese per rimborsare mutui e/o prestiti rappresenta un onere che sostenete con:
- Molta facilità (0)
- Facilità (0,25)
- Qualche difficoltà (0,5) - Difficoltà (0,75) - Molta difficoltà (1)
Etichetta variabile: [sost_mens] D12. Nel corso degli ultimi 12 mesi la sua famiglia ha richiesto a banche o società finanziarie un finanziamento che non è stato concesso?
- Sì (1)
- No (0)
Etichetta variabile: [accesso] D18. Attualmente, le entrate mensili della sua famiglia vi permettono di arrivare alla fine del mese con:
- Molta facilità, riesco a risparmiare abbastanza (0)
- Facilità, riesco a risparmiare qualcosa (0,25)
- Qualche difficoltà, riesco appena a far quadrare il bilancio (0,5) - Difficoltà, devo intaccare i risparmi (0,75)
- Molta difficoltà, devo chiedere aiuti/prestiti (1)
Etichetta variabile: [fine_mese]
Box 1: Le variabili oggetto di analisi delle componenti principali22
Su tali variabili viene poi eseguita l’Analisi delle Componenti Principali (Principal
Component Analysis, una tecnica di analisi multivariata la cui finalità è quella di
ridurre un numero più o meno elevato di variabili (rappresentanti altrettante caratteristiche del fenomeno analizzato) in alcune variabili latenti (Componenti) che sintetizzano le variabili che colgono lo stesso fenomeno. Attraverso questa tecnica econometrica si giunge ad individuare un gruppo di
15
D21. Oggi la sua famiglia sarebbe in grado di sostenere una spesa imprevista di 700 euro? - Sì, con molta facilità (0)
- Sì, con facilità (0,25) - Sì, ma con difficoltà (0,5)
- Sì, ma con molta difficoltà (0,75) - No (1)
Etichetta variabile: [imprev] D22. Nel corso degli ultimi 12 mesi è mai successo, anche una sola volta, che la sua famiglia sia stata in difficoltà per:
1. fare la spesa/comprare da mangiare 2. comprare vestiti di cui avete bisogno
3. pagare le spese per le bollette di luce, gas, telefono, etc. 4. pagare le spese condominiali
5. pagare l’affitto
6. pagare il mutuo dell’abitazione in cui vive la famiglia
7. pagare prestiti (diversi dal mutuo, se presente) per l’acquisto di auto, TV, computer, etc.
(Un punto per ogni risposta affermativa – MAX 6)
Etichetta variabile: [diff] D23. In particolare, le è capitato d trovarsi in arretrato con il pagamento di:
1. bollette di luce, gas, telefono, ecc. 2. spese condominiali
3. affitto
4. mutuo per l’abitazione in cui vive la famiglia
5. prestiti (diversi dal mutuo, se presente) per l’acquisto di auto, TV, computer, etc.
(Un punto per ogni risposta affermativa – MAX 4)
Etichetta variabile: [arretr] D24. Nel corso degli ultimi 12 mesi vi è capitato, anche una sola volta, di dover rinunciare per motivi economici a fare una visita medica specialistica o un trattamento terapeutico di cui aveva bisogno lei o un membro della sua famiglia (nucleo convivente)?
- Sì, è capitato (1) - No, mai (0)
- Preferisce non rispondere
Etichetta variabile: [rin_vis]
continua Box 1: Le variabili oggetto di analisi delle componenti principali23
variabili che, congiuntamente, segnalano il grado di vulnerabilità finanziaria degli individui. In particolare, dall’analisi emerge che il primo fattore spiega più del 50% del fenomeno e tutte le variabili prese in considerazione per la costruzione dell’indice – tranne la variabile D12, relativa all’accesso al credito (che dunque è stata esclusa dalla costruzione dell’indice) – sono rilevanti con un peso che è sostanzialmente omogeneo dal punto di vista statistico.
L’indice di vulnerabilità è, dunque, funzione delle seguenti variabili: sostenibilità mensile del debito;
congruità del reddito rispetto alle spese mensili; capacità di sostenere una spesa imprevista; difficoltà;
arretrati;
rinuncia a visita medica.
Al fine di calcolare l’indice per ciascun individuo del campione, si procede trasformando le risposte qualitative in dati quantitativi (vedere Box 1: valori corrispondenti alle risposte), attribuendo a ciascuna un punteggio di vulnerabilità. L’indice è, quindi, la somma dei punteggi totalizzati su ciascuna variabile:
Indice di Vuln. Fin. = sost_mens + fine_mese + imprev + diff + arretr + rin_vis
Utilizzando i factor scores24 come pesi, l’indice di vulnerabilità finanziaria per
ciascun individuo è costruito come segue:
Indice di Vulnerabilità Finanziaria
∑ 𝑎𝑝 𝑋𝑝𝑖
𝑛𝑝=1
24 A factor score is a numerical value that indicates a person's relative spacing or standing on a latent factor. In order to develop this definition further, however, we must draw a distinction that grew out of the indeterminacy debate between "factor scores" and "factor score estimates". The former scores fulfill the stipulations of the common factor model exactly and are not encountered in applied uses of factor analysis; rather, in practice (for example, in the published literature or in leading statistical software) one encounters factor score estimates, which are imperfect representations of the factors that do not fulfill the stipulations of the common factor model. In other words, factor score estimates are not perfectly correlated with the factors themselves, and depending on the nature of a particular data set these estimates may in fact only be moderately correlated with the factors (web/c rif. in bibliografia)
dove Xpi è il valore standardizzato della p – esima variabile e ap il relativo factor score.
Una variabile con un elevato factor score è associata con un alto livello di vulnerabilità finanziaria e viceversa. Al fine di semplificare l’interpretazione dei risultati, l’indicatore ottenuto è stato riscalato in modo da ottenere il valore 0 quale valore minimo di vulnerabilità e 10 quale valore massimo di vulnerabilità25.
Al fine di individuare le determinanti della vulnerabilità finanziaria, cioè i fattori che contribuiscono a incrementare o a ridurre la vulnerabilità delle famiglie, utilizzando come variabile dipendente l’indice di vulnerabilità finanziaria, è stata eseguita una regressione lineare i cui risultati sono riportati nella tabella seguente (Tabella 3).
Tabella 3: Regressione lineare. Variabile dipendente: indice di vulnerabilità26
25 Originariamente l’indice variava da 0 a 14 su un massimo teorico di 14
26 I dati sono relativi alla prima rilevazione campionaria (2009, 3102 osservazioni) Anderloni – Vandone (2011), “Vulnerabilità e benessere delle famiglie italiane”, pag. 23
Di seguito è riportata una sintesi qualitativa delle variabili esplicative della vulnerabilità finanziaria emerse dall’analisi multivariata:
Aumentano vulnerabilità Riducono vulnerabilità
Status civile: separato/divorziato Genere: donna
Area geografica: sud Abitazione in affitto
Shock: separazioni, divorzi, malattie, incidenti, cura anziani, perdita o riduzione lavoro
Prestiti
Previsione peggioramento situazione Incapacità di fare sacrifici
Basso autocontrollo
Polizze vita
Numero percettori di reddito
Dimensione patrimonio immobiliare e finanziario
Contratto lavoro a tempo indeterminato Livello di istruzione
Bassa impulsività
Elevata avversione al rischio
L’analisi multivariata evidenzia, dunque, la presenza di molteplici variabili che contribuiscono a incrementare o ridurre la vulnerabilità finanziaria delle famiglie. In particolare, tra le determinanti socio – demografiche emerge come lo stato civile e il genere siano variabili rilevanti nella determinazione della condizione di vulnerabilità delle famiglie; più specificamente, la condizione di “separato” o “divorziato” ed essere donna aumentano il grado di vulnerabilità finanziaria. Anche l’area geografica di residenza è rilevante, poiché risiedere al sud aumenta la vulnerabilità finanziaria delle famiglie. Viceversa, un maggiore livello di istruzione contribuisce a incrementare il benessere degli individui.
Per quanto riguarda, invece, le determinanti economico finanziarie, i fattori che contribuiscono a ridurre la vulnerabilità finanziaria delle famiglie sono il lavoro a
tempo indeterminato, il possesso di immobili, la dimensione del patrimonio finanziario e la detenzione di polizze assicurative sulla vita. La detenzione di prestiti è, invece, un fattore che incrementa la vulnerabilità finanziaria; nella
Tabella 4: Variabili esplicative della vulnerabilità finanziaria 27
medesima direzione si interpreta anche il dato relativo al regime di possesso della
casa: vivere in affitto è positivamente correlato al grado di vulnerabilità finanziaria
delle famiglie. I risultati che emergono con riferimento all’effetto degli shock
esterni sulla vulnerabilità sono molto interessanti perché evidenziano proprio il
peso che questi eventi esterni e non pianificabili o prevedibili hanno nel determinare la condizione di fragilità degli individui, verosimilmente in relazione alla circostanza che essi generano inattese riduzioni di reddito e/o incrementi di spesa.
La perdita del lavoro o la riduzione delle ore lavorative, la necessità di assistere gli anziani in famiglia, le malattie, gli incidenti e le separazioni sono tutte variabili statisticamente significative e positivamente correlate alla vulnerabilità. Questo dato pone in risalto la necessità di gestire invece questi rischi, al fine di attutirne l’impatto nel caso in cui si verifichino. Si tratta di relazioni che potevano essere ipotizzate su un piano teorico secondo logica, ma di cui l’evidenza empirica fornisce in effetti prova.
Coerentemente con le attese, la vulnerabilità delle famiglie ha relazione non solo con eventi che si sono già verificati, ma anche con aspettative relative al futuro. In particolare, la prospettiva di un peggioramento importante della propria situazione nei successivi 12 mesi influenza positivamente (cioè incrementa) la vulnerabilità.
Per quanto riguarda, infine, le variabili comportamentali, coerentemente con quanto già rilevato in letteratura, dall’analisi emerge che le attitudini comportamentali possono influenzare le decisioni di consumo, investimento e indebitamento degli individui e, indirettamente, anche il grado di vulnerabilità finanziaria. In particolare, le variabili che colgono il grado di impulsività degli individui evidenziano come esso influenzi positivamente la vulnerabilità; in altri termini, più gli individui sono impulsivi e più aumenta il loro grado di vulnerabilità finanziaria, coerentemente con la circostanza che sono meno attenti a valutare le conseguenze future delle proprie decisioni finanziarie e di spesa. Un elevato grado di avversione al rischio, invece, riduce la vulnerabilità finanziaria delle famiglie.
1.5 APPENDICE: IL QUESTIONARIO
La somministrazione del questionario è stata eseguita da una società specializzata (l’Istituto GFK Eurisko) diretta ad un panel di famiglie, (già operative e gestite dall’Istituto) dotate di uno specifico strumento di dialogo e trasmissione dati attraverso il quale il questionario elettronico è stato ricevuto, compilato in completa autonomia e restituito, sempre in modalità elettronica28. Il campione è
rappresentativo dell’universo italiano con riferimento a una pluralità di parametri socio-demografici ed economici tra cui la regione geografica, l’ampiezza del centro, il numero di componenti della famiglia, il genere, l’età, il livello di istruzione, la professione, il reddito e la ricchezza. Target dell’indagine sono stati i capifamiglia, secondo un’accezione economico-finanziaria.
Il questionario utilizzato per la costruzione dell’indice (riportato integralmente in quest’appendice) è stato progettato in relazione alle finalità dell’Osservatorio e alla letteratura economica esistente nello specifico campo di ricerca. I quesiti che costituiscono il questionario possono essere raggruppati, in relazione al tipo di informazioni che si sono intese raccogliere29, come segue:
quesiti sulle caratteristiche socio – demografiche; quesiti sulle caratteristiche economico – finanziarie;
quesiti sull’evoluzione della situazione economica – finanziaria; quesiti sul livello di educazione finanziaria;
quesiti su comportamenti ed attitudini personali.
Nel primo gruppo rientrano quesiti finalizzati a cogliere il profilo socio-demografico degli individui, quali l’area geografica, l’ampiezza del centro di residenza, l’età, il genere, lo stato civile, la composizione del nucleo familiare. Si
28 Rispetto alle metodologie tradizionali CAPI e CATI, tale modalità di somministrazione dei questionari combina i vantaggi dell’anonimato e dell’affidabilità a costi più contenuti
29 Nella stesura del questionario si è scelto di mescolare tra loro i quesiti volti a cogliere le informazioni nei menzionati ambiti di indagine al fine di evitare che il rispondente identificasse un fil rouge che potesse condizionare sequenzialmente le risposte fornite
tratta di quesiti tipicamente utilizzati nelle indagini nazionali e internazionali che indagano, a vari livelli e con differenti finalità, le caratteristiche e i comportamenti delle famiglie30.
Il secondo gruppo include quesiti tradizionalmente finalizzati a cogliere il profilo economico finanziario della famiglia, quali l’ammontare del reddito, l’ammontare e la composizione della ricchezza finanziaria e reale, la presenza di indebitamento e le condizioni lavorative. Vi sono, inoltre, quesiti volti a cogliere potenziali elementi di vulnerabilità e/o strumenti di gestione del rischio. A titolo di esempio, vi sono quesiti finalizzati a individuare se il capofamiglia riceve o versa regolarmente assegni di mantenimento, quesiti volti a indagare la tipologia di contratto di lavoro e le eventuali prospettive di carriera lavorativa, quesiti per cogliere la presenza di strumenti tipicamente utilizzati per la gestione del rischio, quali polizze vita e danni.
Il terzo gruppo è composto da quesiti che più direttamente entrano nel merito di indagare la situazione di vulnerabilità o di benessere degli individui, sia raccogliendo dati sulle eventuali oggettive situazioni di difficoltà, sia approfondendo la percezione degli individui relativamente alla propria situazione economico-finanziaria. Vi sono, infatti, quesiti volti a cogliere il verificarsi di eventi negativi inattesi, quali la perdita del posto lavoro, l’insorgere di malattie, o casi di decesso o invalidità, che possono essere causa di riduzioni di reddito e/o di aumenti di spese impreviste, di difficoltà o ritardi nel pagamento, ad esempio, di bollette, rate di debito o affitti. Ad essi si aggiungono quesiti volti a indagare la congruità del reddito rispetto alle spese mensili, la capacità di risparmiare, il livello di difficoltà a sostenere spese alimentari o di vestiario, la capacità di sostenere spese impreviste, nonché l’evoluzione della situazione economica familiare rispetto ai dodici mesi precedenti e le aspettative rispetto al futuro.
21 30 Tra cui, la già citata Indagine sui Bilanci delle Famiglie Italiane (SHIW - Survey of Household Income and Wealth), la British Household Panel Survey (BHPS), la Survey of Consumer Finance (SCF), la European Union Survey on Income and Living Conditions (EU – SILC) e le indagini ISTAT su Condizioni di vita (ISTAT CV), Aspetti della vita quotidiana (ISTAT AVQ), su Famiglia e soggetti sociali (ISTAT FSS)
Nel quarto gruppo vi sono alcuni quesiti volti ad indagare il livello di cultura dell’individuo e la sua capacità di interpretare correttamente informazioni finanziarie. In particolare, con riferimento a quest’ultimo aspetto, sono state inserite quattro domande uguali a quelle elaborate da Banca d’Italia e inserite nella Indagine sui Bilanci delle Famiglie al fine di valutare la financial capability delle famiglie31.
L’ultimo gruppo, infine, è costituito da quesiti finalizzati a indagare alcuni aspetti legati al comportamento degli individui che potrebbero influenzare la vulnerabilità o il benessere degli individui. Tali quesiti sono finalizzati a misurare alcuni aspetti di behavioural economics che l’evidenza empirica ritiene rilevanti nell’influenzare le decisioni di consumo, investimento e indebitamento degli individui, quali, ad esempio, l’avversione o la propensione al rischio degli individui, la propensione a fare sacrifici, la fiducia in se stessi e l’autocontrollo.
Dalla pagina seguente viene riportato il questionario completo, privato dei quesiti non utili per l’inquadramento della situazione di vulnerabilità delle famiglie campione (validi solo per ragioni di completamento della raccolta dati).
31 Si tratta dei quesiti D34, D35, D36, D37, contenuti nella Indagine sui Bilanci delle Famiglie Italiane del 2008.
LA PERSONA CHE DEVE RISPONDERE ALL’INTERVISTA È IL CAPOFAMIGLIA. D1. LEI È…? CELIBE, NUBILE CONVIVENTE SPOSATO VEDOVO SEPARATO DIVORZIATO
D2. QUANTI FIGLI HA A SUO CARICO?
NESSUNO 1
2 3 4 O PIÙ
D3. QUANTI ANZIANI HA A SUO CARICO (ANCHE NON CONVIVENTI)?
NESSUNO 1
2 3 4 (O PIÙ)
D3A. LEI SI DEVE OCCUPARE DI QUALCHE ANZIANO E CIOÈ, PER ESEMPIO, DEVE FARE LORO LA SPESA, ACCOMPAGNARLI ALLE VISITE MEDICHE O ALTROVE, OCCUPARSI DELLE FACCENDE AMMINISTRATIVE E/O BUROCRATICHE CHE LI RIGUARDANO ECC.? SE SÌ, DI QUANTI ANZIANI SI OCCUPA? NESSUNO 1 2 3 4 (O PIÙ)
D4. LA CASA IN CUI VIVE/VIVETE ATTUALMENTE È…?
DI VOSTRA PROPRIETÀ IN AFFITTO
DI PROPRIETÀ DI PARENTI/AMICI (NON CONVIVENTI) CHE HANNO DATO IN USO GRATUITO LA
CASA
È STATA CONCESSA GRATUITAMENTE PER PRESTAZIONI DI SERVIZIO (CUSTODIA, PULIZIA…)
D5. PER L’ACQUISTO / LA RISTRUTTURAZIONE DI QUESTA CASA AVETE SOTTOSCRITTO UN MUTUO?
SÌ, ATTUALMENTE IN CORSO (STA PAGANDO ANCORA LE RATE) SÌ, NON PIÙ IN CORSO
NO D6. QUESTO MUTUO È... A TASSO FISSO A TASSO VARIABILE A TASSO MISTO ALTRO
D7. PER QUANTI ANNI ANCORA DOVRÀ PAGARE QUESTO MUTUO?
D8.1. ATTUALMENTE IN FAMIGLIA STATE PAGANDO LE RATE DI UN PRESTITO PER L’ACQUISTO O RISTRUTTURAZIONE DI BENI IMMOBILI DIVERSI DALLA CASA DI RESIDENZA?
SÌ NO
D8.2. ATTUALMENTE IN FAMIGLIA STATE PAGANDO LE RATE DI UN PRESTITO PER L’ACQUISTO DI ARREDAMENTO/MOBILI O ELETTRODOMESTICI (TV, LAVATRICI, COMPUTER…)?
SÌ NO
D8.3. ATTUALMENTE IN FAMIGLIA STATE PAGANDO LE RATE DI UN PRESTITO PER L’ACQUISTO DI AUTO, MOTOCICLI, ALTRI VEICOLI?
SÌ NO
D8.4. ATTUALMENTE IN FAMIGLIA STATE PAGANDO LE RATE DI UN PRESTITO PER L’ACQUISTO DI ALTRI BENI / SERVIZI: VACANZE, SCUOLE, TRATTAMENTI ESTETICI O SANITARI, ISCRIZIONE PALESTRA,…?
SÌ NO
D8.5. ATTUALMENTE IN FAMIGLIA STATE PAGANDO LE RATE DI UN PRESTITO PER ALTRO?
SÌ NO
D9. MEDIAMENTE A QUANTO AMMONTA LASOMMADI TUTTE LE RATE CHE LA SUA FAMIGLIA PAGA IN UN MESE? SI CONSIDERI SIA IL MUTUO (SE PRESENTE) SIA ALTRI PRESTITI
FINO A 200 EURO AL MESE TRA 201 E 400 EURO AL MESE TRA 401 E 600 EURO AL MESE TRA 601 E 800 EURO AL MESE TRA 801 E 1.000 EURO AL MESE TRA 1.001 E 2.000 EURO AL MESE OLTRE 2.000 EURO AL MESE
D10. PER LA SUA FAMIGLIA, QUESTA CIFRA RAPPRESENTA UN USCITA / ONERE CHE SOSTENETE CON... MOLTA FACILITÀ FACILITÀ QUALCHE DIFFICOLTÀ DIFFICOLTÀ MOLTA DIFFICOLTÀ
D11. AVETE STIPULATO UNA POLIZZA ASSICURATIVA A COPERTURA DEL PRESTITO, CIOÈ UNA POLIZZA ASSICURATIVA CHE GARANTISCE IL RIMBORSO DEL FINANZIAMENTO IN MOMENTI DI DIFFICOLTÀ LEGATI AD EVENTI IMPREVISTI QUALI LA PERDITA INVOLONTARIA DEL POSTO DI LAVORO, INFORTUNIO, MALATTIA, DECESSO?
SÌ NO NON SA
D12. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) LA SUA FAMIGLIA HA RICHIESTO A BANCHE O SOCIETÀ FINANZIARIE UN FINANZIAMENTO CHE NON È STATO CONCESSO?
SÌ NO
D13. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI), LEI O ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA AVETE VERSATO REGOLARMENTE DENARO A PERSONE CHE NON VIVONO CON LEI (ES. ASSEGNI DI MANTENIMENTO PER UN CONIUGE SEPARATO / FIGLI, ASSEGNO PER RICOVERO / ASSISTENZA DI UN GENITORE ANZIANO...)?
SÌ NO
D14. MEDIAMENTE IN UN MESE CHE CIFRA VERSA PER TRASFERIMENTI A PERSONE CHE NON VIVONO CON LEI?
FINO A 200 EURO AL MESE TRA 201 E 400 EURO AL MESE TRA 401 E 600 EURO AL MESE TRA 601 E 800 EURO AL MESE TRA 801 E 1.000 EURO AL MESE TRA 1.001 E 2.000 EURO AL MESE OLTRE 2.000 EURO AL MESE
D15. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI), LEI O ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA AVETE RICEVUTO REGOLARMENTE DENARO DA PERSONE CHE NON VIVONO IN FAMIGLIA (ES. ASSEGNI DI MANTENIMENTO DA CONIUGE SEPARATO, PADRE, FRATELLI/FIGLI...)?
SÌ NO
D16. MEDIAMENTE IN UN MESE CHE CIFRA RICEVE DA PERSONE CHE NON VIVONO CON LEI?
FINO A 200 EURO AL MESE TRA 201 E 400 EURO AL MESE TRA 401 E 600 EURO AL MESE TRA 601 E 800 EURO AL MESE TRA 801 E 1.000 EURO AL MESE TRA 1.001 E 2.000 EURO AL MESE OLTRE 2.000 EURO AL MESE
D17. ATTUALMENTE LA SUA FAMIGLIA HA DEBITI NEI CONFRONTI DI PARENTI O AMICI NON CONVIVENTI?
SÌ NO
D17A. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI), LEI O ALTRI MEMBRI DELLA SUA FAMIGLIA AVETE USUFRUITO DI PRESTAZIONI DI SOSTEGNO AL REDDITO (PER ES. INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE, MOBILITÀ, ASSEGNI ANUCLEO FAMILIARE ECC.) O DI SOSTEGNO FINANZIARIO ANCHE SOTTO FORMA DI SERVIZI?
SÌ, DA PARTE DELLE ISTITUZIONI STATALI/STATO
SÌ, DA PARTE DI ISTITUZIONI PRIVATE O RELIGIOSE (FONDAZIONI, ENTI PRIVATI, IMPRESE ECC.) NO, NON NE ABBIAMO USUFRUITO
D18. ATTUALMENTE LE ENTRATE MENSILI DELLA SUA FAMIGLIA VI PERMETTONO DI ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE CON...?
MOLTA FACILITÀ, RIESCE A RISPARMIARE ABBASTANZA FACILITÀ, RIESCE ANCHE A RISPARMIARE QUALCOSA
QUALCHE DIFFICOLTÀ, RIESCE APPENA A FAR QUADRARE IL BILANCIO DIFFICOLTÀ, DEVE INTACCARE I PROPRI RISPARMI
MOLTA DIFFICOLTÀ, DEVE CHIEDERE AIUTI/PRESTITI
D19. LEI DIREBBE CHE L’ATTUALE SITUAZIONE ECONOMICA DELLA SUA FAMIGLIA RISPETTO AD UN ANNO FA È...
MOLTO MIGLIORATA UN PO’ MIGLIORATA
RIMASTA PIÙ O MENO LA STESSA UN PO’ PEGGIORATA
MOLTO PEGGIORATA
D20. E FRA UN ANNO PENSA CHE LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA SUA FAMIGLIA RISPETTO AD OGGI?
MIGLIORERÀ MOLTO MIGLIORERÀ UN PO’
RIMARRÀ PIÙ O MENO LA STESSA PEGGIORERÀ UN PO’
PEGGIORERÀ MOLTO
D21. OGGI, LA SUA FAMIGLIA SAREBBE IN GRADO DI SOSTENERE UNA SPESA IMPREVISTA DI 700 EURO?
SÌ, CON MOLTA FACILITÀ SÌ, CON FACILITÀ
SÌ, MA CON DIFFICOLTÀ
SÌ, MA CON MOLTA DIFFICOLTÀ NO
D22.1. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER FARE LA SPESA/COMPRARE DA MANGIARE?
SÌ NO
D22.2. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI), È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER COMPRARE VESTITI DI CUI AVEVATE BISOGNO?
SÌ NO
D22.3. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER PAGARE LE SPESE PER LE BOLLETTE DI LUCE, GAS, TELEFONO, ECC.?
SÌ NO
D22.4. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER PAGARE L’AFFITTO?
SÌ NO
D22.5. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER PAGARE IL MUTUO DELL’ABITAZIONE IN CUI VIVE LA FAMIGLIA?
SÌ NO
D22.6. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) È MAI SUCCESSO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) CHE LA SUA FAMIGLIA SIA STATA IN DIFFICOLTÀ PER PAGARE PRESTITI (DIVERSI DAL MUTUO SE PRESENTE) PER L’ACQUISTO DI AUTO, TV, COMPUTER...?
SÌ NO
D23.3. IN PARTICOLARE LE È CAPITATO DI TROVARSI IN ARRETRATO CON IL PAGAMENTO DI/DEL BOLLETTE DI LUCE, GAS, TELEFONO, ECC.?
SÌ NO
D23.4. IN PARTICOLARE LE È CAPITATO DI TROVARSI IN ARRETRATO CON IL PAGAMENTO DI / DELL’AFFITTO?
SÌ NO
D23.5. IN PARTICOLARE LE È CAPITATO DI TROVARSI IN ARRETRATO CON IL PAGAMENTO DI / DEL MUTUO DELL’ABITAZIONE IN CUI VIVE LA FAMIGLIA?
SÌ NO
D23.6. IN PARTICOLARE LE È CAPITATO DI TROVARSI IN ARRETRATO CON IL PAGAMENTO DI / DEL PRESTITI (DIVERSI DAL MUTUO SE PRESENTE) PER L’ACQUISTO DI AUTO, TV, COMPUTER...?
SÌ NO
D24. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) VI È CAPITATO (ANCHE UNA SOLA VOLTA) DI DOVER RINUNCIARE PER MOTIVI ECONOMICI A FARE UNA VISITA MEDICA SPECIALISTICA O UN TRATTAMENTO TERAPEUTICO DI CUI AVEVA BISOGNO LEI O UN MEMBRO DELLA SUA FAMIGLIA (NUCLEO CONVIVENTE)?
SÌ, È CAPITATO NO, MAI
PREFERISCE NON RISPONDERE
D25.1. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) LA PERDITA DEL POSTO DI LAVORO HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.2. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UNA RIDUZIONE DELLE ORE DI LAVORO HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.3. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) L’ASSISTENZA DI ANZIANI (ANCHE NON CONVIVENTI) HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.4. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UNA MALATTIA HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.5. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UN DECESSO HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE IN ATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.6. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UN’INVALIDITÀ HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.7. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UN INCIDENTE CON DANNI RILEVANTI HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D25.8. NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO (ULTIMI 12 MESI) UNA SEPARAZIONE CONIUGALE HA COINVOLTO LEI O I SUOI FAMILIARI COMPORTANDO UNA RIDUZIONE INATTESA DEI REDDITI O UN INCREMENTO IMPREVISTO DELLE SPESE DELLA FAMIGLIA?
SÌ NO
D27.1. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA AUTO/MOTO/VEICOLI?
SÌ NO
D27.2. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA CASA (FURTO, INCENDIO) / R.C. FAMIGLIA?
SÌ NO
D27.3. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA SALUTE (INFORTUNIO O MALATTIA)?
SÌ NO
D27.4. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA PROFESSIONE?
SÌ NO
D27.5. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA VITA (PURO RISCHIO O INVESTIMENTO: UNIT/INDEX LINKED)?
SÌ NO
D27.6. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA PREVIDENZIALE / FONDO PENSIONE / PREVIDENZA INTEGRATIVA O PIANI DI ACCUMULO (PAC)?
SÌ NO
D27.7. LEI / LA SUA FAMIGLIA POSSIEDE UNA POLIZZA PER LA NON AUTOSUFFICIENZA / LTC?
SÌ NO
D27A. LEI HA DICHIARATO DI POSSEDERE UNA POLIZZA SALUTE (INFORTUNIO O MALATTIA). PUÒ INDICARE SE...
L’HA STIPULATA INDIVIDUALMENTE (POLIZZA INDIVIDUALE)
L’HA STIPULATA TRAMITE IL DATORE DI LAVORO (POLIZZA AZIENDALE)
D27B. LEI HA DICHIARATO DI POSSEDERE UNA POLIZZA PREVIDENZIALE/FONDO PENSIONE / PREVIDENZA INTEGRATIVA. PUÒ INDICARE SE...
L’HA STIPULATA INDIVIDUALMENTE (POLIZZA INDIVIDUALE)
L’HA STIPULATA TRAMITE IL DATORE DI LAVORO (POLIZZA AZIENDALE)
D27C. LEI HA DICHIARATO DI POSSEDERE UNA POLIZZA PER LA NON AUTOSUFFICIENZA / LTC. PUÒ INDICARE SE...
L’HA STIPULATA INDIVIDUALMENTE (POLIZZA INDIVIDUALE)
L’HA STIPULATA TRAMITE IL DATORE DI LAVORO (POLIZZA AZIENDALE)
D30.1. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “SO PRENDERE BUONE DECISIONI DI CARATTERE FINANZIARIO”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.2. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “SONO UNA PERSONA ATTENTA”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.3. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “HO AUTOCONTROLLO”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.4. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “SONO UNA PERSONA INQUIETA”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.5. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “SONO UNA PERSONA RIFLESSIVA (CHE PENSA A FONDO)”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.6. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “PRENDO DECISIONI SU 2 PIEDI”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.7. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “MI INTERESSA PIÙ IL PRESENTE CHE IL FUTURO”.
MOLTO ABBASTANZA POCO
PER NIENTE
D30.8. QUANTO LA RISPECCHIA LA SEGUENTE SITUAZIONE “MI APPASSIONANO I PUZZLE.”
MOLTO ABBASTANZA POCO