6.6 La formazione continua 84
6.6.3 Le strategie formative 92
Un processo di formazione continua è caratterizzato dall’utilizzo e dall’integrazione di diverse strategie formative, che possono essere classificate nel seguente modo:
Ø LA LEZIONE IN FRONTE AULA
L'obiettivo della lezione è quello di trasmettere ai partecipanti conoscenze in forma già scritturata, filtrate dalla personalità e dalle conoscenze del docente. La semplice trasmissione di conoscenze, non dà garanzia della buona riuscita del processo di apprendimento riscontrando pertanto nella lezione i seguenti limiti:
-‐ rischio di scarsa memorizzazione dei concetti che per il fatto di venire solo ascoltate
risultano poco assimilabili;
-‐ rapida caduta del livello di attenzione, legata alla fatica della concentrazione
nell'ascolto;
Ø LE ESERCITAZIONI
Le esercitazioni sono un insieme di tecniche che consistono nell'assegnare all'individuo un problema inerente alla realtà lavorativa e la cui risoluzione è funzione di nozioni già possedute o che sono state trattate in aula. In ambito di formazione aziendale le due tecniche più usate sono il metodo dei casi e l'incident.
il metodo dei casi educa al problem solving sviluppando le capacità di analizzare e valutare situazioni complesse. Il limite del metodo dei casi è costituito dalla artificialità della situazione di partenza in quanto questa è facilitata dal fatto che sono scritte solo le informazioni importanti per la risoluzione del caso. Per superare questo limite si ricorre così a una variante del metodo dei casi chiamata incident che prevede di ricorrere alla segmentazione del caso in due momenti dove nel primo si educa i partecipanti ad indicare solo le informazioni necessarie mentre nel secondo si procede con la risoluzione del problema. Si riscontrano i seguenti vantaggi:
-‐ sviluppa la capacità di raccolta delle informazioni;
-‐ costringe a una valutazione delle informazioni utili e inutili, dal momento che la
loro richiesta deve essere motivata e deve esserne indicato l'impiego;
-‐ Permette di svolgere momenti di puntualizzazione teorica tra la prima e la seconda
fase, al fine di una migliore acquisizione delle conoscenze.
Ø LE SIMULAZIONI
Le simulazione sono un insieme di tecniche che consistono nel fare riprodurre alle persone comportamenti lavorativi, secondo ruoli assegnati all'interno di gruppi.
Tra le varie tecniche utilizzate ci soffermeremo sul role playing , in basket, business game e behavioral modeling.
Il role playing consiste nell'esame solitamente in gruppi ma anche individuale di situazioni prospettate in un caso scritto e nella successiva recita dello stesso da parte di alcuni componenti del gruppo (colloquio tra superiore e collaboratore, negoziazione per l'effettuazione di una vendita, interviste di selezione). Gli obiettivi del role playing sono due:
-‐ mediante la presentazione di un problema razionale inserito in uno specifico
di valutazione delle varie alternative comportamentali, di prese di decisione in presenza di elevate pressioni psicologiche;
-‐ mediante la presentazione delle relazioni sociali conseguenti alla decisione, si
sviluppo le capacità inerenti i comportamenti interpersonali, il controllo delle emozioni e la comprensione dei feedback. L'unico limite che si riscontra è un comportamento distaccato da parte dell'individuo rispetto al ruolo assegnato riducendo così l'apprendimento di tutto il gruppo.
L'in-‐basket è una tecnica di simulazione operativa che può essere svolta a livello
individuale o di gruppo. Tale tecnica si basa sulla spontaneità della situazione ovvero si assegna per un giorno un ruolo aziendale ad un soggetto e gli viene chiesto di risolvere i problemi che sorgono nell'arco di una giornata di lavoro.
Il business game è uno strumento di simulazione sequenziale inerente la conduzione
strategica di impresa. Si creano dei gruppi aziendali che si cimentano nella conduzione di un business virtuale e in competizione con altri partecipanti creando un vero e proprio mercato competitivo soggetto alle regole imposte dal conduttore del business game. Si sviluppano così le consapevolezze inerenti alle interdipendenze tra le diverse aree di gestione all'interno dell'azienda, dei processi e delle relazioni con l'ambiente esterno. Il behavioral modeling è una tecnica formativa complessa che integra alcuni degli strumenti precedentemente citati e si basa sull'apprendimento per riproduzione di un comportamento. Con questa tecnica, dopo l'introduzione teorica di un comportamento da seguire, segue la visione di un filmato che presenta il modo corretto di agire. Si conclude così con una discussione sul comportamento da seguire e la riproduzione in una situazione di role playing .
Ø LA FORMAZIONE ONE TO ONE
I metodi di formazione one to one si basano sulla convinzione che alle motivazioni estrinseche come la retribuzione e la carriera il lavoro sia accompagnato da motivazioni intrinseche inerenti la soddisfazione derivante da se stessi e dal contenuto del proprio lavoro. La centralità di questa tecnica è nella relazione tra singolo docente e singolo allievo. Presenteremo tre metodi di formazione one to one : il coaching, il mentoring e il
Il coaching è una attività atta ad agevolare nell'individuo un processo di autosviluppo personale, cambiamento, innovazione e aggiornamento al fine di ottenere una performance più efficace in momenti cruciali della sua carriera o del contesto strategico-‐ aziendale. Pertanto le attività di coaching sono generalmente finalizzate al rilancio dell'efficienza professionale in momenti di passaggio, alla gestione della fase di inserimento nell'organizzazione per gli alti potenziali o all'attivazione del desiderio di migliorare la performance nel lavoro, esplorando strategie nuove ed efficaci. Il processo di coaching si suddivide in diverse fasi tipiche:
-‐ definizione degli obiettivi di intervento;
-‐ esplorazione della vita lavorativa della persona; -‐ identificazione dei target di miglioramento; -‐ disegno e condivisione del percorso di sviluppo.
Il counseling è definito come un processo interattivo di apprendimento che si stabilisce tra un counselor e un cliente finalizzato ad aiutare la persona nella gestione dei propri problemi utilizzando le proprie risorse personali. Pertanto ci si concentra sulla sfera psicologica e sulle problematiche emotive del consultante.
Il Mentoring è un processo in cui un soggetto con esperienza accompagna un giovane all'interno dell'azienda per guidarlo nel suo inserimento e nella sua carriera assicurandosi una certa continuità di trasmissione di dati, norme e impostazione del lavoro. È il caso dei neoassunti che vengono seguiti da un esperto nel loro percorso di inserimento iniziale. Nel caso di interventi di mentoring formale si selezionano dei mentor che devono in seguito essere formati alle attività da svolgere.
Ø IL TRAINING ON THE JOB
Il training on the job è un metodo formativo che fa principalmente leva sul learning by doing richiedendo il supporto e l'aiuto di altre persone. Questa attività sono ampiamente utilizzate nella formazione dei neoassunti prevedendo un periodo di affiancamento in cui si chiede al lavoratore di imparare osservando i propri colleghi o capi per poi imitare i loro comportamenti. Sotto certi aspetti il training on the job presenta dei meccanismi simili al mentoring. Il training on the job risulta efficace solo quando i lavoratori esperti sono in grado di attivare e guidare correttamente le cifre di dimostrazione-‐pratica-‐feedback.
Ø I METODI RELAZIONALI
I metodi relazionali sono stati classificati in questo modo in quanto prevedono che l'apprendimento non sia prodotto dei singoli ma delle dinamiche e delle interazioni all'interno di un gruppo. Riceve particolare importanza il T-‐Group che ha l'obiettivo di modificare tratti e comportamenti della persona e rappresenta uno strumento diverso di formazione, rispetto all'approccio dominante che prevedeva delle relazioni trainer-‐ individuo rispetto a quella individuo-‐gruppo. I partecipanti al T-‐Group sono chiamati a vivere e analizzare criticamente la dinamica interpersonale all'interno di un gruppo stimolato da un trainer. In questo tipo di tecnica il punto focale dell'attenzione è l'approfondimento di ciò che avviene tra i partecipanti.
Gli obiettivi principali di questo strumento sono:
-‐ estendere la consapevolezza delle norme implicite e delle dinamiche che regolano la
convivenza sociale ed organizzata;
-‐ pensare e fare attraverso il principio della massima contemporaneità possibile,
cercando di apprendere attraverso i fenomeni presenti nel gruppo.
Wenger definisce le comunità di pratica come dei gruppi di persone che condividono un interesse, una passione per un'attività e che svolgono e imparano a migliorarsi grazie all'interazione costante con gli altri. Le caratteristiche principali sono:
-‐ l'esistenza di un ambito di interesse condiviso (dominio), ovvero una comunità di
pratica non è semplicemente una rete di connessioni tra le persone, ma si crea un'identità per la comunità grazie all'interesse condiviso all'interno del quale i componenti alimentano la conoscenza comune;
-‐ l'esistenza di una rete sociale (comunità), nel perseguire l'interesse per il loro dominio i membri si impegnano in attività congiunte e discussioni aiutandosi a vicenda e condividendo le informazioni;
-‐ l'esistenza di un repertorio di risorse condiviso (pratica): oltre ad essere una
comunità di interesse i membri sviluppano esperienze, storie e strumenti e modo di affrontare i problemi ricorrenti.
Abbiamo infine il Brainstorming che è una tecnica di gestione del gruppo in formazione. Tale tecnica viene spesso utilizzata nei momenti iniziali della formazione, in cui si affronta un argomento nuovo; essa è funzionale a rilevare le diverse concezioni, teorie, pregiudizi
che i soggetti si sono creati relativamente ad un argomento che deve essere affrontato in formazione.
Ø I METODI ESPERENZIALI
I metodi esperenziali vengono così definiti perché pur ricollegandosi ai metodi tradizionali finiscono per caratterizzarsi con un tentativo di operare trasformazioni profonde "stressando" certe caratteristiche emotive o razionale della persona.
L'outdoor training è un insieme di metodi rivolti a creare un processo di apprendimento
in situazioni estreme e inusuali per la persona. Si svolgono pertanto attività in condizioni ambientali inedite ed estranee e che richiedono un forte impegno fisico e prevedono l'assegnazione di compiti legate a problemi, persone e vincoli reali: vengono così sbloccati schemi mentali e comportamenti irrigiditi in quanto si viene a trovarsi in ambienti naturali estranei all'ambiente lavorativo. Questo metodo, oltre a mettere in risalto le caratteristiche della persona di fronte a condizioni inusuali, sviluppa la capacità di affrontare le difficoltà all'interno di un gruppo di colleghi sui quali vista la situazione occorre affidarsi e fare leva.
L'action learning è un mezzo finalizzato allo sviluppo individuale ed organizzativo: si
lavora in gruppi e si affrontano problemi organizzativi reali e si impara a cambiare le cose. Questo metodo si basa sul principio del confronto che permette di acquisire maggiori informazioni inerenti al problema per riuscire a pianificare delle azioni che verranno effettuate per tentare di risolverlo. Tale metodo viene usato nei processi di cambiamento come abbiamo descritto nei capitoli precedenti.