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Il fascicolo Alcune cose antiche si presenta come una bella copia, priva di pesanti correzioni, contrariamente al resto del materiale manoscritto. Interdipendente da questo è il manoscritto Sigilli, Monete e Medaglie del Co: Giov: de Lazara Cav. Di Santo Stefano dallostesso fatte incidere in rame e illustrate con annotazione circa l’anno 1680876, titolo

875 BCPd, BP 1474/6/1 Alcune cose antiche conservate nello studio del Conte Giovanni de Lazara Cav.r di Santo Steffano, fascicolo di 92 fogli, rilegato con copertina di cartone, fogli numerate. Riportato in trascrizione integrale (Appendice 16)

876 BCPd, BP 1474/1, Sigilli, Monete e Medaglie del Co: Giov: de Lazara Cav. Di Santo Stefano dallo stesso fatte incidere in rame e illustrate con annotazione circa l’anno 1680, fascicolo rilegato di incisioni e una rudimentale schedatura del materiale. Sono inserite n. 11 tavole di sigilli, n. 13 tavole di monete, n. 8 tavole di medaglie moderne. Sono descritti con legenda e pochissime annotazioni 50 sigilli e 22

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arbitrario e scritto con la grafia del conte Giovanni jr.877, che ci fornisce un riferimento cronologico, pertinente probabilmente a una nota del Conte ma non certo alla fine della redazione878. Se il manoscritto Alcune cose antiche si configura palesemente come un catalogo che illustra la collezione dello studio, con predisposizione dei disegni degli oggetti, il manoscritto Sigilli, Monete e Medaglie879si presenta come un assemblaggio delle incisioni di alcuni pezzi presenti nel manoscritto Alcune cose antiche e di altri, accompagnati da una minima schedatura, in vista di una pubblicazione poi naufragata.

Ad aumentare la complessità delle stratificazioni di questi manoscritti è la loro relazione, necessaria, con i materiali prodotti da Luigi Rizzoli sr. che, in qualità di Conservatore, ha lasciato le sue riflessioni su questi materiali in un manoscritto conservato al Museo Bottacin880, successivamente pubblicate dal nipote Luigi Rizzoli jr881. Il progetto editoriale del Conte, sotteso da questo manoscritto, ci è noto solo attraverso le deduzioni sulle carte di lavoro, senza che al momento sia stata restituita dai documenti la sua volontà, come ad esempio in una parte introduttiva o una dedicatoria.

Come si evince dall’indice882 e dalle molteplici liste di oggetti, il Conte si dimostra sempre attento a stilare elenchi per categorie omogenee, rispettando un criterio che

monete. Il manoscritto presenta una rilegatura arbitraria di altre carte, forse ad opera di Giovanni de Lazara Jr., forse di Rizzoli, che lo rendono ancora più complesso.

877 La grafia del Conte Giovanni Jr. è confermata dalle postille che glossano le incisioni, tra cui questa, a Tav. 19: Li Numeri corrispondono alle Monete Carraresi stampate dal Brunacci nel suo Libro De Re Nummaria Patavinorum, pubblicato in Venezia nel 1744.

878 Cfr. l’annotazione di Giovanni de Lazara jr. di cui a nota 902

879 BCPd, BP 1474/1, Sigilli, Monete e Medaglie del Co: Giov: de Lazara Cav. Di Santo Stefano dallo stesso fatte incidere in rame e illustrate con annotazione circa l’anno 1680. La suddivisione dei materiali è la seguente: tavv. 1-8 sigilli fino al 50; tavv. 9-12 monete antiche con appunto sulla citazione del Brunacci, tav. 13 mista sigilli e monete, tav. 14 repliche di monete per appunti, tav. 15 moneta Marsilio e Francesco Carrara; tav. 16 monete Padova, Verona, Milano, ecc.,tavv. 17-19 sigilli; tavv. 20-26 medaglie d’uomini illustri: Carrara, Zabarella, ultima tavola non numerata Stefano da Carrara Vescovo

880 MB, Arch. Rizz., b. 37, fasc. 217, sottofasc. III, Sigilli, tessere e bottoni, s.d.; BMBPd, MB 1002, Sigilli antichi dei corpi morali, XIX sec. Cfr. in questo capitolo § 4.2 e 4.2.1

881 Cfr. L. Rizzoli jr., Nobilissime nozze Pellegrini-Roner,.Alcuni sigilli padovani nel Museo civico di Verona: secoli XIII e XIV, Padova 1901, p. 7; L. Rizzoli jr., Antichi sigilli padovani nel museo civico di Verona (Secoli XIII-XIV), in «Atti dell'accademia scientifica veneto-trentino-istriana», II., a.2 (1905), fasc. 1, pp. 27-36

882 L’Indice si apre con la Tavola dei sigilli fino a carta 75, prosegue poi con Tessere antiche, Monete antiche, Monete diverse antiche e moderne, Figure antiche fino a carta 107, Fibia antica, mazza antica a carta

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viene meno solo in riferimento ai pezzi riconducibili ai Carraresi. Gli oggetti riferibili agli antichi Signori di Padova rappresentano una classe a sé stante di interesse storico, oggetto di specifici studi araldico genealogici883, e quindi, apparentati, generano una categoria di oggetti di collezionismo trans-genere. Nel studio del Conte Giovanni de Lazara de Carraresi sono elencati i personaggi della famiglia, maschili e femminili, la datazione e l’oggetto di proprietà del Conte, sigillo, moneta o medaglia884, assommando più categorie accomunate dalla casata d’appartenenza, oggetti su cui gli eruditi padovani stavano indagando con particolare interesse.

Le postille bibliografiche e araldiche del Conte, sparse e diffuse nel manoscritto Alcune cose antiche, ci permettono di circostanziare i termini cronologici di questa impresa, che per noi procede di pari passo con l’acquisizione dei materiali, di cui troviamo traccia sin dai primi rendiconti del Conte. Già nelle Spese per lo studio del 1646 sono elencati in forma riassuntiva, e quindi privi di potenziale identificazione: figure antiche – idoli, [...], sigilli antichi, […] doi speroni antichi L. 16 885; a cui si aggiunge nel 1647 l’acquisto di 40 sigilli, 12 figurine e Idoli886.

Alcune categorie di oggetti ritrovate nelle spese, come le Cose impetrite, le lucerne, le medaglie, non trovano spazio nel manoscritto; similmente però le figure antiche, a cui pensiamo corrispondano le statuette degli Dei, più volte citate dai documenti, non sono né raffigurate né descritte nel manoscritto.

90, Gladiatore, Speroni antichi a carta 91, Manoscritti, e riprende con i sigilli sino alla fine del documento.

883 BCPd, BP 1474/6/1, Per li sigilli, monete e medaglie che sono di medesimi nel studio, f.s. [n. 11a] il conte stila alberi genealogici dei da Carrara, da Giacomo 1180 a Albertino 1513

884 BCPd, BP 1474/6/1, Nel studio del conte Giovanni de Lazara de Carraresi sono, f.s. [n. 11]: 1318 Di Giacomo grande primo Sig.re di Padova, moneta d’argento; 1328 di Nicolò Sig.re del Territorio Pad.no, sigillo di metallo; 1337 di Marsilio Sig.re di Padova 2do; moneta di metallo; di Cunizza sua sorella moglie di Tison Campo S. Pietro, Sigillo di Metallo; 1338 di Ubertino sig.re di Padova 3°, monete di metallo; 1345 di Giacomo Minore Sig.re di Padova V°, sigillo di metallo; 1350 di Giacomino Sig. di Padova 6° Monete di Metallo; 1350/1372 solo; di Francesco Vecchio Sig.ra di Padova 7°, sigillo di metallo, monete di metallo, d’argento e d’oro; (a lato) rinunciò la Signoria 1388; questo sigillo fu di Francesco Novello; 1388 di Francesco Novello Sig.re di Padova e ultimo, monete di metallo, medaglione di metallo e d’argento. Tra le monete dei signori di Padova si trovano solo due esemplari in oro del ducato di Francesco I (1355-1388), uno delle collezioni dei musei padovani e una in collezione privata. Padova carrarese, a cura di G. Baldissin Molli, F. Cozza, V. C. Donvito, catalogo della mostra, Padova 16 aprile – 31 luglio 2011, Venezia 2011, p. 96, n.° 7, 8; i medaglione di metallo e d’argento sono da identificarsi nella medaglia in bronzo con il ritratto di Francesco I e in argento con il ritratto di Francesco II, di proprietà del Museo Bottacin di Padova. Padova carrarese, ...cit., p. 97, n.°24, 25

885 BCPd, BP. 1474/8, p.° Novembre 1646. Spesa che ho fatto sin hora per il mio Studio, c.119

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La citazione dell’Italia Sacra 887 di Ferdinando Ughelli (1595 –1670)888, perfettamente integrata al testo, che riporta la datazione del sigillo del vescovo di Feltre889, può far ipotizzare una stesura in corrispondenza della pubblicazione, attorno all’anno 1644. Come risulta dall’intreccio dei materiali, la pubblicazione prevedeva il corredo di incisioni.

L’archivio fornisce due indicazioni che aprono altrettante ipotesi non risolutive. Nel 1652 Fatturà a Gio. Giorgio d’intagli in rame compresa la spesa de medesimi rami che fu L. 107-100 (totale)L. 303-8, e ancora nel 1653 Fattura al Gio. Giorgio d'intagli in rame, modellatura de rami e altre spese per simil opera890.

Pensiamo che quest’indicazione debba riferirsi alle incisioni delle tavole dei sigilli, monete e medaglie rintracciate a Padova. La nota riferita allo scambio del sigillo [S179] di Giovan Francesco Mussato891, illustrato nella tavola XIII, n. 79, oggetto che fu permutato con un altro di casa Lazara nel 1672, determina il termine ante quem della realizzazione delle incisioni dei cento sigilli. Le lastre sono state eseguite in più riprese: una volta definito il tema della tavola, e approntate le sagome circolari per l’oggetto, questi rami potevano esser ripresi più volte dall’artista, in un work in progress892, come denunciano incisioni incomplete e complete rinvenute in due esemplari della stessa tavola.

887 F. Ughelli, Italia sacra siue De episcopis Italiae et insularum adiacentium, rebusque ab iis praeclare gestis, deducta serie ad nostram vsque aetatem, Romae 1644-1662

888 Il frate cistercense da Firenze si trasferì a Roma, ricoprendo, tra le altre, la carica di consultore della sacra congregazione dell’Indice. La fama della sua erudizione è dovuta all’impresa dell’Italia sacra, prima serie storica dei vescovi e dei vescovati della cristianità. G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi, beati, martiri, padri, ai sommi pontefici, cardinali ecc., LXXXIII, Venezia 1857, pp. 8-12

889 BCPd, BP 1474/6/1 Alcune cose antiche, c. 14: S. ANGELI FASOLI EPI FELTRENSIS +. Nel mezo è l’Arma (disegno) Questo Vescovo Angelo nacque in Chioza, et fu creato vescovo di Feltre. Nel 1465. Veder Ferd. Vghello nell’Italia sacra. Questa famiglia è poi stata padovana;

890 BCPd, BP. 1474/8, p.° Novembre1646. Spesa che ho fatto sin hora per il mio Studio, c. 120

891 Cfr. infra

892 Questa successione temporale si può evincere dalla tavola VI, incompleta nel manoscritto MB: 1002 del Rizzoli, ma perfettamente completa del disegno del grande sigillo n. 35 nel manoscritto BP 1474/1.

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Meno probabile che queste indicazioni sulla fattura a Giovanni Georgi potessero interessare l’opera di revisione dell’Occone893, coincidente come anni ma di cui al momento non si sono recuperate le incisioni894.

Tramite un riferimento di Bianchini895, sono state rintracciate al Museo civico di Feltre896 21 lastre, probabilmente frutto di un’unica donazione897. Tutti gli oggetti illustrati nelle incisioni –sigilli, monete, medaglie – presentano grandezza 1:1.

Le lastre da noi visionate al Museo di Feltre non portano firma, o altri segni distintivi, ma data la citazione documentaria, la fama e la prolificità dell’incisore Giovanni Georgi (Giorgi) in città in quel periodo898, e soprattutto la sua collaborazione a tutte le imprese editoriali antiquariali della cerchia lazariana - quali Fortunio Liceti, Sertorio Orsato, Ottavio Ferrari - pensiamo che sia da ritenersi conseguente che Giovanni de Lazara si sia rivolto a questo incisore per l’incarico.

La cronologia qui ricostruita ci conferma che Giovanni de Lazara nel 1652-1653 si trovasse già in un avanzato stato di progettazione dell’opera dei sigilli, avendo già isolato 100 pezzi di spettanza padovana e che, abbia iniziato con l’illustrazione di alcune monete di Padova, poi abbia pensato di approfondire questa categoria di oggetti con l’opera delle monete medioevali, rafforzata dalle informazioni ricavate degli scambi epistolari899.

893 BCPd, BP 1474/8, ultima carta. 1650 9 marzo sin hoggi il Sig. Sertorio Orsato mio compadre nell’aggiunta che egli fa ad Adolfo Occo, che hà da ristampare il Frambotto, ha registrato delle medaglie […] 1656 7 marzo Il detto S. Sertorio principiò a far l’indice delle mie medaglie da esser stampato. I progetti editoriali del conte si accavallano e sovrappongono negli anni ’50. Cfr. cap. la collezione numismatica

894 Al momento non ci sembra di aver rintracciato nell’Archivio de Lazara le incisioni che erano previste a corredo del progetto dell’Occone. Con l’intento di ampliare la ricerca, si è consultato l’Archivio Orsato, con esiti purtroppo nulli. Cfr. cap. 3 nota 695.

895 Bianchini, Sessantotto sigilli del museo …cit., p. 407 n. 12, indica il luogo di conservazione la Galleria Rizzarda, invece le lastre sono conservate al Museo Civico.

896 Museo Civico di Feltre, pag. 159, prog. 1085. Ringrazio la dott.ssa Tiziana Casagrande, conservatrice dei Musei civici di Feltre, per la disponibilità dimostrata nell’esame delle lastre. Le lastre non sono firmate, per cui per identificarle ci serviamo della numerazione delle tavole del manoscritto. Sono state ritrovale le lastre relative alle tavole n. 1- 12, 19, 20, 22- 24

897 Nonostante l’esame dei Cataloghi del Museo, di questa donazione non rimane traccia.

898 A. Serafini, Giovanni Georgi (Giorgi), in «DBI», 53, Roma 2000, pp. 297-299; G. Zavatta, Georgi Giovanni, in Incisori itineranti nell’area veneta nel Seicento. Dizionario bio-bibliografico, di L. Trevisan, L. Zavatta, Verona, 2013, pp. 72-73; Probabilmente incisore di Norimberga, attivo in Veneto dagli anni ’40 fino al 1667, partecipa a tutte le imprese editoriali maggiori, con illustrazioni precise, sia archeologico mitologiche, sia naturalistiche, collaborando con Frambotto a Padova e con altri tipografi veneziani.

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Ad un certo momento di questa vicenda ogni velleità di pubblicazione del Conte viene meno, non si sa per quale motivo, forse per i ben noti problemi finanziari che nella seconda parte del secolo hanno afflitto l’operare della famiglia.

Anche se la pubblicazione viene accantonata, la redazione e le postille continuano, e il manoscritto porta tracce vive sino a metà degli anni Sessanta e Settanta, come testimonia il riferimento alla Cronaca di Vicenza del Pagliarino, pubblicata nel 1663900 citata anche nei libri ultimamente comprati [B321], intrecciando in un unico percorso il processo di acquisizione dei libri, l’approfondimento storico, la redazione catalografica.

Come testimonia l’annotazione del 1672, questo sigillo lo permutai con un antico sigillo di casa Lazara con Dni. Mussati di S. Giacomo901 l’elaborazione del manoscritto continua: si annota, si scambia, si postilla. Uno degli ultimi riferimenti temporali è riferito al sigillo di Vincislao Buzzaccarini902, in cui si cita il discendente vivente nel 1680, il Marchese Alvise, e da cui crediamo il conte Giovanni jr. abbia tratto la sua datazione presunta del titolo del manoscritto Sigilli monete e medaglie.

900 B. Pagliarino, Croniche di Vicenza di Battista Pagliarino, scritte dal principio di questa città, sino al tempo, ch'ella si diede sotto al serenissimo dominio veneto 1404. Diuise in libri sei. Date in luce da Giorgio Giacomo Alcaini, Vicenza 1663

901 BCPd, BP 1474/6/1 Alcune cose antiche, c. 65

902 BCPd, BP 1474/6/1 Alcune cose antiche: VINCISLAO BVZZACHARINO, Nel mezo è l’Arma Buzzacarina. Questo è il sigillo di Vincislao Buzzacarini, che fu creato Del Consiglio l’anno 1456 dal quale discende il Marchese Alvise vivente 1680, c. 130

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4. 2 Sigilli

Se il manoscritto nasce come illustrazione dello studio de Lazara poi, per impreviste vicende, si concretizza essenzialmente come il catalogo della sua corposa collezione di sigilli antichi. Con i suoi 404 sigilli la raccolta si inserisce nel panorama italiano a livelli di eccellenza903, paragonabile solo alla raccolta fiorentina del Marchese Carlo Strozzi (1587/1650)904 o al Museo di Atanasio Kircher (1601/1680) a Roma905. Queste collezioni, a diverse latitudini culturali e geografiche, e con differenti stadi di risonanza sociale, hanno condiviso però un medesimo destino, rimanendo inedite fino a dopo la morte del possessore; tuttavia, mentre le altre due raccolte vedranno la pubblicazione del catalogo a posteriori da parte di terzi, nel caso della raccolta padovana, questo catalogo, ancorché redatto dal possessore, è rimasto manoscritto e con scarsa risonanza nel panorama culturale italiano.

Il tramite di questo collezionismo così insolito, che nel contesto padovano e italiano del periodo si connota per una decisa originalità, riteniamo possa esser stato Fortunio Liceti (1577/1657)906, a quel tempo presente in città e sodale di Giacomo

903 Bascapé, Sigillografia…cit., I, p. 45

904 La raccolta Strozzi fu ampliata dai discendenti e celebrata da D. M. Manni, Osservazioni istoriche di Domenico Maria Manni accademico fiorentino sopra i sigilli antichi de' secoli bassi, Firenze, 1739-64

905 Atanasius Kircher, scrisse di filologia, antichità, fisica, chimica, matematica, meccanica e quasi ogni ramo delle scienze natuarli; tra le sue pubblicazioni è degna di nota l’illustrazione del museo del collegio romano, che però non presenta sigilli. A. Kircher, Romani collegii societatus jesu musaeum celeberrimum, Roma 1678; Il museo Kircheriano ebbe la sua pubblicazione postuma F. Buonanni, Musaeum Kircherianum sive Musaeum a p. Athanasio Kirchero in Collegio Romano Societatis Jesu jam pridem incoeptum, nuper restitutum, auctum, descriptum, & iconibus illustratum, Romae 1709, sia nell’opera di E. De Ruggiero, Guida del Museo Kircheriano, Roma 1878; Bascapé, Sigillografia…cit., I, p. 35; decisivo per l’interpretazione del museo in senso organico lo studio di A. Lugli, La ricerca come collezione, in Enciclopedismo in Roma barocca: Athanasius Kircher e il Museo del Collegio Romano tra Wunderkammer e museo scientifico, a cura di M. Casciati ; M. G. Ianniello; M. Vitale, Venezia 1986, pp. 268-281

906 Ligure d’origine, frequentò l’università di Bologna, insegnò a Pisa, poi ritornò all’università di Padova dal 1609, tenendo la cattedra di filosofia, trascorse un periodo dal 1636 al 1644 all’Università di Bologna, alla cattedra di medicina. Dal 1645 fece ritorno a Padova ricoprendo la medesima cattedra l'università. Morì nella città patavina il 16 giugno 1657 e sepolto presso un sepolcro della chiesa di Sant'Agostino a Padova, distrutta successivamente. Nuovo dizionario istorico, ovvero Istoria in compendio di tutti gli uomini, che si sono renduti celebri per talenti, virtù, sceleratezze, errori &c. dal principio del mondo sino a nostri giorni, t. XV, Napoli 1791, p. 400-401; IV centenario dalla nascita di Fortunio Liceti (1577-1977), catalogo della mostra, a cura di A. Agosto, G. Pesce, U. Ricci, Rapallo 1978

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Filippo Tomasini, come citato nel Petrarca redivivus907. La conoscenza tra i due è più che certa, considerate le citazioni della collezione de Lazara da parte di Liceti nel De Lucernis e nel Hierogliphica908. Liceti è unanimemente riconosciuto dalla critica come uno dei pionieri della disciplina sfragistica909 per la pubblicazione del De anulis antiquis del 1645910, che, arricchito da ampio corredo d’immagini, a date così precoci è un unicum sia per tema sia per facies. Il libro avrebbe potuto proprio in questi anni indirizzare il Conte, già precocemente incline a raccogliere materiali numismatici e attento a valutarne la rarità, verso un collezionismo parallelo e parimenti denso di portato storico-antiquariale, e più decisamente caratterizzato dalla unicità assoluta dell’oggetto.

La citazione del Conte nelle due pubblicazioni, per così dire in via esclusiva, dona a Giovanni de Lazara una sorta di primato assoluto tra i collezionisti, e sostanzia un canale di preferenza tra i due personaggi. Sempre negli stessi anni Tomasini inserisce per ben due volte la descrizione del sigillo della città di Padova: nei Vrbis Patavinae del 1649 specificando In Museo Nob. Com. Ioannes de Lazara modò reperto911 e poi nel Gymnasim patavinum del 1654912. Parimenti Sertorio Orsato inserisce lo stesso sigillo nei Monumenta Patavina del 1652, già giudicando il museo del Conte de antiquitatibus meritissimum, haec est mentio913. Queste citazioni ci confortano su una cronologia molto precoce del collezionismo dei sigilli da parte del Conte, che si affianca o si discosta solo di qualche anno dagli inizi del collezionismo numismatico. Questi autorevoli rimandi sono un’ulteriore conferma dell’interesse verso questi oggetti nel circolo degli eruditi padovani: si affianca al lavorìo epigrafico che Sertorio Orsato portava a

907 G. F. Tomasini, Petrarcha rediuiuus, integram poetae celeberrimi vitam iconibus aere caelatis exhibens. Accessit nobilissimae feminae Laurae breuis historia. Editio altera correcta & aucta. Cui addita poetae vita Paulo Vergerio, Anonymo, Iannozzo Manetto, Leonardo Aretino, Et Ludouico Beccadello auctoribus. Item V.C. Fortunii Liceti ad epist. Tomasini de Petrarchae cognominis ortographia responsum, Patauii 1650

908 Liceti, De lucernis...cit., pp. coll. 734-738; Id., Hieroglyphica, ...cit., pp.337, 359, 369

909 Specificatamente riferito al ruolo di Liceti come uno dei padri della sfragistica cfr. G. M. Del Basso, Fortunio Liceti, erudito e antiquario (1577/1657) con particolare riguardo agli studi di Sfragistica, in «Forum Iulii. Annuario del Museo Nazionale di Cividale del Friuli», XV 1991, pp. 132-151

910 Liceti, De anulis antiquis…cit.

911 J. F. Tomasini, Vrbis Patauinae inscriptiones sacrae et prophanae quibus templorum & altarium exstructiones atque dedicationes, Patauii 1649. pp. 341-342

912 J. F. Tomasini, Gymnasium Patavinum Iacobi Philippi Tomasini episcopi aemoniensis libris 5, Vtini 1654, pp. 65-66

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compimento sulla scia di Pignoria e Tomasini, e l’attenzione agli oggetti numismatici non propriamente monetali determina un ampliarsi della visione che rivaluta, al di là dell’estetismo e della fascinazione, il valore storico e conoscitivo del materiale. Gli acquisti di sigilli sono sfilacciati nelle note documentarie delle spese per lo studio: costanti negli anni, da poche unità fino ai 40 sigilli del 1650914, queste note purtroppo sono sommative e non permettono identificazioni. L’eccezione è per il mio sigillo L. 3, che però in questo caso accompagna la fornitura di Calamaro per il studio L. 7- Lume de Laton L. 5-10 -. Temperami e compassi L. 4 in tutto L. 19-10915

L’illustrazione dei pezzi si apre con la schedatura e illustrazione del sigillo antico della città di Padova916 [S001], vanto del Conte, perché l’oggetto è uno dei pochi che all’epoca già godeva di notorietà. L’interesse per le cose pavane è costante, imprescindibile, reiterato e avido di informazioni tanto quanto di oggetti da