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L’orgoglio dell’appartenenza alla nobiltà, esaltazione dell’antichità del casato e la mania del collezionismo numismatico sono punti fermi della personalità di Giovanni de Lazara, per sua stessa ammissione:

In Padova […] mantengono l’antico splendore i conti del Palù Maggiore […] e tra questi hora vive Ill. Conte Giovanni Cav.re di Santo Stefano, il quale à natali nobilissimi accoppiando un animo veramente generoso con spesa di molte migliaia di scudi ha unita una ben regolata serie d’antiche medaglie che è forse la più bella d’Italia mentre per piccola porzione v’è compreso l’intero famoso studio dell’Angeloni Romano 138.

La famiglia, documentata da dopo il Mille139 nel padovano, nel corso del Cinquecento si suddivide in alcuni rami: San Francesco Grande, Sant’Agata, e Santa Giuliana mentre ulteriori diramazioni si creano nel Seicento con le casate di San Giovanni e Sant’Agostino. I Lazara, che dalla fine del Cinquecento risiedono stabilmente nel palazzo dominicale in San Francesco Grande140, nel corso della storia divengono il ramo principale che eredita anche l’archivio padronale con i fondi antichi e nel 1613, con l’acquisizione della gastaldia comitale, si fregia del titolo conti del Paludo141 località presso Conselve.

138 AdL, A 3-3-3, nota manoscritta di Giovanni de Lazara, non datata, con albero genealogico accluso. Il conte si riferisce alla collezione di Francesco Angeloni (Terni 1559-Roma 1652), chiamata anche Museo Romano, e illustrata dal possessore. Angeloni, Historia Augusta …cit., poi rieditata in seconda edizione, con emendazioni dell’autore, e con il supplemento dei rovesci tratti dalla collezione della Regina Cristina di Svezia a cura del figliastro Giovan Pietro Bellori nel 1683.

139 Codice diplomatico padovano: dal secolo sesto a tutto l'undecimo, a cura di A. Gloria, Venezia 1877, p. 319, n° 295

140 I de Lazara intrecciano il proprio destino in particolare alla chiesa e al monastero di San Francesco, che vengono ritenuti sin dal Cinquecento quasi un mausoleo di famiglia. AdL, A 2-4-1, doc. 49, cc. 213-215. Benefici fatti da Casa Lazara al Monastero di San Francesco. Nel 1500 Pantasilea de Lazara lasciò per testamento d.ti 100 e fu sepolta davanti alla cappella della carità, nel 1508 Nicolosia de Lazara lasciò per far celebrare messe L. 32, per elemosine d.ti 10, un letto fornito per l’Infermeria e per fabricar la cappella grande d.ti 200 e fu sepolta davanti alla sacrestia, nel 1570 Chiara de Lazara lasciò per testamento S.ti 10 ma fu sepolta in S. Bernardino, nel 1577 Giovanni de Lazara cavaliere per testamento lasciò ai Padri di S. Francesco e alle monache di S. Bernardino in perpetuo forniture n. 8, nel 1599 Nicolò del Lazara cavaliere per testamento lasciò d.ti 5, nel 1587 Maria de Lazara per testamento con l’obbligo di dir messa al soccorso all’anno d.ti 40 e fu sepolta in mezzo alla chiesa, nel 1631 il conte Nicolò padre istituì una mansionaria per dopo la sua morte de una messa ogni giorno per l’anima della contessa Leonora sua moglie, e per l’anima sua da d.ti 60 l’anno nella chiesa di San Francesco.

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Giovanni de Lazara traccia un Catalogus illustrium viroum familiae de Lazara inter patavinas nobilissimae, indicando Abati, Canonici, Monache di buona memoria, Dottori e Lettori Pubblici142, e ci sembra plausibile che sia stata persa la sezione relativa ai cavalieri, che non avrebbe potuto esser omessa.

L’orgoglio dinastico in Giovanni IX de Lazara, terzo conte del Palù, si assomma alla fierezza per il nome che gli era stato imposto143. Fondamentale per la conoscenza delle vicende di famiglia e attendibile per i dati dell’età moderna, è la più volte citata Genealogia di Rassino pubblicata a Padova nel 1650.

La dedica, ancorché rivolta al Conte Nicolò padre, ha nascosto sinora alla critica il ruolo fondamentale giocato dal figlio ventenne nel lavoro di riordino e spoglio dell’archivio padronale. Tuttavia in una nota di spese fatte in Honore e Servitio et Utile della Casa Lazara il Conte Giovanni si attribuisce orgogliosamente il merito di aver fatta stampare l’Historia overo Albero della Nostra Casa composta da D. Giovanni Rassino Amico mio, compreso Carta, Fattura, Stampe in rame e ligature de’ libri, Regallo all’Autore, et altre spesette in tutto L. 800144

L’operazione di sistemazione dell’archivio, con creazione di due catastici, condotta probabilmente a quattro mani da Rassino e dal Conte, deve essere necessariamente coincidente alle ricerche che hanno permesso la stesura della

142 AdL, A 2-2-7, Catalogus Illustrium virorum familiae de Lazara inetr patavinas nobilissimae. Abbates: 1379 Petrus q. Anotnii Abbas Comendatarius Candiane; Canonici: 1410 Leo d. D. Francesci Canonicus Patavinus, 1523 Ferragutus d. D. Joannis Canonicus Montanianae, 1619 Alexander q. D. nicoali Euitis Canonicus Patavinus, 1653 Robertus q. D. Hieronymi Canonicus Patavinus: Moniales bonae Memoriae: 1460 Justina q. D. Leonis J.C. et equitis Abbatissa prima divi Prosdocimi, 1575 Paulina q. D. Dominici Monalis D. Blasij sanctissae vitae, 1604 Euggenia q. D. Bernarndi Abbatissa Divi Benedicti, 1654 Sylvia q. D. Hieronymi Abbatissa Dive Clarae; Doctores: 1247 Albertinus q. D. Patavini J.C. ac Judex de Quarterio Domi, 1270 Jacobus q. D. Albertini, Doctor Philosophus, 1275 David Juris C. a Judex de Quarterio Domi q. D. Albertini, 1423 Leo q. D. Francisci J.C., 1459 Franciscus q. D. Leonis J.C. ac Equitis, J.C, 1487 Marcus Antoniuis Doctor Philosophus, 1573 Franciscus q. D. Dominici, J.C., 1619 Franciscus q. D. Franciscus J.C., Doctori Philosophus; Lectorer Publici: 1424 Leo q. D. Francisci Legu famosissimus in patavium; f.s., post 1654

143 Giovanni VI (1519/1580) aveva promosso la costruzione della chiesa di San Giovanni Battista nel feudo del Palù, Giovanni VII (?-1639) è promotore dell’Accademia degli Oplosofisti, poi Delia, Giovanni VIII (1579-1619) cavaliere di San Michele nominato da Luigi XIII. Rassino, Albero ...cit., pp. 122, 178; Mariani, Profilo storico...cit., p. XIII-XIV

144 AdL, A 4-3-8, doc. 2, Spese da me fatte Co: Giovanni de Lazara Co: Kvr che ridondano in Honore, Servitio, et utile della Casa

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Genealogia, quindi cronologicamente precedente il 1650145, come confermato dalla nota dei costi sostenuti nel 1646 e 1647146.

L’attività del Conte è testimoniata dalla sua stessa grafia che con un immane lavorìo di attergatura147 sigla fascicoli, rilega tomi, compone, scompone, accoppia e riordina i documenti dell’archivio, non solo fino al 1650, e quindi ai fini della pubblicazione della Genealogia, ma con grafia tremante opera sino agli ultimi giorni di vita, dando un’impronta personalissima all’intera storia della famiglia148.

La sistemazione dell’archivio de Lazara viene quindi affidata al primogenito che non ha ancora raggiunto la maggiore età per la partecipazione alla vita pubblica, coadiuvato dagli eruditi, Giovanni Rassino e forse Giuseppe Mantegna149, incaricati di stilare le genealogie comitali. Questo episodio conferma una tendenza emersa in altri casi noti verificatisi sul crinale tra Sei e Settecento, vale a dire il mutamento d’attenzione e sensibilità verso l’archivio padronale, che viene riordinato da figure particolari, come il maestro di casa o il segretario, mentre in questo caso questo ruolo è rivestito dal figlio del Conte150.

Queste operazioni e il tempismo con cui vengono condotte sembrano essere una risposta coerente alle più rigorose Prove di Nobiltà richieste agli aspiranti la carriera cavalleresca, oltre a documentare la diffusa esaltazione della nobiltà di sangue di fronte all’invadenza della nobiltà nuova. Le Genealogie, sentite come una doverosa e non

145 Mariani, Profilo storico...cit., pp. I-II propone come date della produzione dei due catastici il 1650-1655, mentre i lavori di riordino a nostro avviso iniziarono molto prima della pubblicazione della Genealogia.

146 BCPd, BP. 1478/8 c. 119v; 1646: Carta per l'Opera di Casa L. 15-10 - Bergamina per l'Arbore L. 5-10 in tutto; 1647: Spese sin'hora in cose diverse per l'opera di Casa L. 89-19

147 Oltre alla segnatura specifica e moderna dei documenti (a documento, a data, a carta), useremo le attergature del conte de Lazara poiché sempre pertinenti e solitamente chiarificatrici.

148 Londei sottolineava che oltre al valore giuridico e informativo dei documenti, sostanziale è anche la loro diposizione materiale, di cui noi habbiamo tenuto conto e tentato di valutare. cfr. Londei, Problemi e metodi …cit., p. 227

149 Cfr. note 19 e 188

150 E. Insabato, Le “nostre chare iscritture”: la trasmissione delle carte di famiglia nei grandi casati toscani dal XV al XVIII secolo, in Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna, a cura di C. Lamioni, Roma 1994, vol. II, pp. 899-904; M. A. Visceglia, Archivisti e storici di fronte agli archivi di famiglia. Note conclusive, in Archivi nobiliari e domestici: conservazione, metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica, a cura di L. Casella, R. Navarrini, Udine 2000, pp. 340

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più procrastinabile cifra distintiva, assumono in questo momento un posto di rilievo accanto agli antichi privilegi e concessioni negli archivi familiari151.

Le notizie biografiche sul nostro personaggio sono alquanto sfilacciate nella bibliografia nota, ma soprattutto sparse nei manoscritti dell’archivio padronale, fino al 2011 privo di inventario152. L’archivio, confluito nel 1860 per vicende dinastiche nelle raccolte della famiglia Malmignati di Lendinara153, è stato acquisito nel 1990 dalla Regione Veneto con provvedimento di tutela e dal 1991 trasferito alla Biblioteca comunale “Gaetano Beccari” di Lendinara154. Prima che entrassero in vigore i provvedimenti di tutela però, l’archivio ha subìto alcune perdite155, e almeno un nucleo di materiali è confluito nelle collezioni del Getty Research Institute di Los Angeles156. Solo nel 2010 si è iniziata l’inventariazione dell’archivio157, tuttavia senza

151 Visceglia, Archivisti e storici ...cit., pp. 343

152 Il registro di consegna delle buste, redatto in via preliminare nel 1989, quantifica l’entità dell’archivio in circa 80.000 carte manoscritte, pergamene, mappe e lettere e 48 volumi di contabilità, che coprono un arco cronologico dal 1076 al 1857. Il registro, lacunoso e impreciso, citava esclusivamente le quantità di carte ad anno e a secolo, rendendo il lavoro di consultazione particolarmente laborioso.

153 Nicolò de Lazara, morto il 30 novembre 1860 lascia le sue sostanze ai nipoti Cesare e Girolamo Malmignati, figli della sorella Teresa de Lazara e del conte Antonio. Mariani, Profilo storico...cit., p. XXII

154 La Regione Veneto, che ha acquisito l’Archivio con provvedimento del 22.12.1990, con annesso inventario datato 22.12.1989, ha attivato con il Comune di Lendinara una Convenzione di comodato il 14.8.1991 per allocare i materiali nella Biblioteca comunale. Con delibera n. 4278 del 2.10.1996, la Regione Veneto ha trasformato il comodato dell’archivio in trasferimento a tempo indeterminato. Ringrazio per tutte queste informazioni il dott. Pier Luigi Bagatin, direttore della Biblioteca Comunale di Lendinara.

155 Il complesso archivistico dei Malmignati, che comprendeva gli archivi de Lazara, Malmignati, Rodari, Petrobelli e Leopardi, Sala, Cusiani, Orsato e Polcastro, è stato sconsideratamente smembrato tra il 1986 e il 1992, in violazione alla dichiarazione di notevole interesse storico rilasciata nel 1977 dalla Soprintendenza Archivistica per il Veneto. Le vendite sono da ricondurre all’operato dell’ultimo proprietario, il Conte Cesare Stufferi Malmignati. A riprova di quanto esposto riportiamo la notizia che durante l’inventariazione del fondo de Lazara avvenuta nel 2010, Baccaglini e Mariani sono venuti a conoscenza e hanno segnalato alla Soprintendenza Archivistica per il Veneto l’esistenza di un ulteriore fondo di documenti riconducibili all’archivio de Lazara acquistati prima dell’intervento di tutela e attualmente conservati presso un privato. Sulla dispersione si veda anche C. Stufferi Malmignati, Un patrimonio prezioso, “Veneto ieri, oggi, domani”, I, 7, luglio-agosto 1990, pp. 96-101; I. P. Tascini, Interventi dello Stato a favore degli archivi privati, in “Il futuro della memoria”: Atti del Convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991, I, Roma 1997, pp. 154-160; Mariani, Profilo storico...cit., p. XXII

156 Il fondo della Paul Getty Library risulta molto consistente (circa 2500 fogli) per quanto riguarda de Lazara jr., mentre per quanto riguarda il nostro Giovanni si limita a pochi documenti. Getty Research Institute, Special Collections, 88-A140, di 13 documenti. Cfr. cap. 3 § 3. 3

157 Dai lavori d’inventariazione è frutto il dattiloscritto Archivio de Lazara. Inventario a cura di A. Baccaglini e I. Mariani, Regione Veneto, Comune di Lendinara, Biblioteca comunale “Gaetano

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attenderne gli esiti abbiamo scelto di privilegiare l’esame complessivo dei manoscritti, per accedere alla piena comprensione del valore e della portata dei singoli documenti158.

Il padre, Nicolò de Lazara (1603-1679), creato Gran croce dell’ordine di San Michele di Francia nel 1623159, nel gennaio del 1621 si era sposato con Leonora Capodilista160. Il 4 dicembre 1621 viene alla luce Giovanni Federico Giuseppe de Lazara, terzo conte del Palù161. I fratelli Federico, Alessandro e Ginevra, nati negli anni successivi, sono mancati fanciulli162, concentrando di fatto nelle mani di Giovanni sia le aspettative della famiglia sia le vicende patrimoniali del ramo di San Francesco. La statura erudita dell’officiante del battesimo163, Lorenzo Pignoria164 non può certo esser sottovalutata. Siamo persuasi che l’influsso dell’insigne epigrafista sommato al prolungato ascendente esercitato sul Conte dal vescovo Giacomo

Beccari”, 2010. Ache se è stata una felice coincidenza l’inizio dell’inventariazione con l’inizio delle ricerche di questo dottorato, tuttavia è doveroso sottolineare che l’esame dei documenti è proceduto in maniera parallela e autonoma, anche se il vaglio è stato condotto in un clima di collaborazione vicendevole con Ilaria Mariani e Andrea Baccaglini, che ringrazio sentitamente. Inoltre mi segnalano che nel 2014-2015 è previsto ad un ulteriore riordino dell’Archivio de Lazara, per la pubblicazione online, che avverrà in un prossimo futuro, per cui le segnature riportate nel presente volume potrebbero subire alcune modifiche.

158 Londei, Problemi e metodi ...cit., p. 225

159 Breve narratione …cit., anno 1641

160 Archivio di stato di Padova, d’ora in poi ASPd, Prove di Nobiltà, vol. 54, fasc. 9, Lazzara Giovanni. f. 4, Attesto io Oratio de Boni P. in San Giorgio di Padova come nel libro di matrimoni della m.ma Chiesa s’attruova l’infrascritto verbo 1621 adi 18 genaro Io sottoscritto Curato il sig. D. Zuanne Marchetti ho congiunto in matrimonio l’ill.mo Nicolò conte Lazara della Parrochia di San Lorenzo ed Ill.ma Sig. Lionora Capodilista di questa parrocchia presenti li testimoni, Di casa, li 2 ottobre 1651

161 AdL, A 2-1-2 doc. 7, Per casa Lazara. 1621 addì sabato 18 Decembre. Giovanni Federigo Giuseffo figlio dell’Illustrissimo Conte Nicolò de Lazara e della Sig. Leonora Capodelista sua consorte è stato battezzato, da me Lorenzo Pignoria suo Parocho. Lo tenne alla porta il Conte Sig. Alvise Molin figlio dell’Illustrissima Sig.ra Catarina moglie dell’Ill.mo Sig. Capitanio della città à nome della detta signora sua madre come appare instrumento di procura veduto da me Parocho soprascritto, lo tenne al fonte il Clarissimo Sig. Alvise Moresini, fu detto à nome dall’Ill.mo et Re.mo Mons. Arcivescovo di Damasco, nacque adì sabato 4 detto, ad hore di notte 4, in circa. (Locus Signi) Jo Mattheo Erasmi P. Rettore nella Parocchiale di San Lorenzo di Padova dal libro delli Battezati della nostra chiesa di man propria hò fatto la sodetta nota et à quella mi sono sottoscritto. Di casa il si 19 agosto 1640 162 Federico nacque nel 1623, Alessandro nel 1625, Ginevra 1627. Rassino, Albero...cit., p. 205

163 Puntuale osservazione di Caburlotto, Giovanni de Lazara (1744-1833)...cit., p. 29

164 Su Pignoria cfr. Vedova, Biografia...cit., pp. 87- 96; F. Zen Benetti, Per la biografia di Lorenzo Pignoria erudito padovano (m. 1631) in Viridarium floridum: studi di storia veneta offerti dagli allievi a Paolo Sambin, a cura di M. C. Billanovich, G. Cracco, A. Rigon, Padova 1984, pp. 317-336; C. Volpi, Lorenzo Pignoria e i suoi corrispondenti, in «Nouvelles de la Republique des Lettres», 2, 1992, pp. 71-127

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Tomasini165, abbia assecondato l’indole riflessiva, ordinatrice, metodica e incline allo studio del giovane, persona tutta dolce e pia166 come lo definisce il Dottori.

Nel 1630, prima dei dieci anni, perde la madre167 e nel 1631 muore il suo tutore Pignoria. Nicolò padre, rimasto vedovo, non si risposa e trascorre il resto della vita nel palazzo di San Francesco, morendo nel 1679. Un ritratto stringato della vita della famiglia nel palazzo ci è tratteggiato da una polizza di Nicolò degli anni 1650168, coincidente con il periodo di redazione della Genealogia.

Di questo periodo giovanile sono testimonianza le 69 lettere169 del fascicolo 1630-1640, tra cui la Prima lettera che mi fosse scritta poiché nacqui al mondo, del 3 giugno 1630170, e quella del Sig. Conte mio padre, prima che lui mi abbia scritto del 19 maggio 1634171.

L’importanza dell’erudizione, dello studio assiduo dei libri e del possesso di una biblioteca ben fornita, di cui si sono ricostruite le consistenze172, è sottolineata dalla Licenza rilasciata a Giovanni de Lazara da parte dei Cardinali Generali Inquisitori contro l’Eresia […] di tener e leggere diversi libri per anni tre datata 6 marzo 1641173

La scelta del matrimonio, momento cruciale per riassetti patrimoniali e alleanze politiche, viene ricordata da Rassino con profusione di titoli e onoranze: da Annibale Capodilista del Cavallo, condottiere di gente d’arme, cavaliere il più ricco di Padova nel

165 Sul ruolo di Tomasini nella formazione del gusto collezionistico del conte cfr. cap. 4 § 4. 8

166 C. De’ Dottori, L'asino. Poema Eroicomico d'Iroldo Crotta. Con gli argomenti del sig. Alessandro Zacco, e le annotazioni del sig. Sertorio Orsato, Venezia 1652, p. 225

167 Rassino, Albero ...cit., p. 200

168 AdL, A 2-1-12, doc. 38, c. 287. 1650 30 gennaro. Polizza data a Monastero Parrocchiano di S. Lorenzo in essecutione degli ordini pubblichi. Jo Nicolò de Lazara, Conte d’anni 46 hò un solo figlio, con sua moglie che sin à quest’ora è padre di sei figli vivi, stò in casa mia tengo due camerieri, due staffieri, un paggio et un carrozziero et quattro donne serventi. Sopra la mia facoltà hò aggravij de livelli e legati e mansionarie e contribuzione al monastero di S. Biagio dove è una figlia di mio figlio in tutto D.ti 600. In oltre vi sono le pubbliche granezze, come Dadia alla città, carato di Camara, sussidio e tassa al Ser.mo Prencipe, et altre granezze che secondo i comandi di sua Ser.tà si pagano come già compadichi, portione de quattrocento mille dopo et ultimamente portione delli m/200 et delli m/100, oltre le offerte della città fatte quali tutte granezze essendone a molta somma, et la mia facoltà è poca come dall’estimo con la M.ma città si può vedere. Et questo affermo con mio giuramento. Nicolò de Lazara Conte come sopra.

169 Per un inquadramento dell’epistolario di Giovanni de Lazara cfr. cap. 3

170 AdL, A 5-1-9, Lettere 1630-1640, Francesco Battarello a L., Conselve 3 Giugno 1630

171 AdL, A 5-1-9, Lettere 1630-1640, Nicolò de Lazara a L., Conselve 19 maggio 1634

172 Cfr. cap. 5 § 5.2

173 Archivio di San Francesco Grande, d’ora in poi ASFG, doc. 26, Informazione, c. 52v; L’autore di questo regesto di documenti d’archivio è da identificarsi, dalla grafia, in Giovanni de Lazara jr.

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1639 gli fu promessa per moglie Appolonia [sic] sua unica figliola, desiderata et ricercata da primi cavalieri dello stato veneto, resa anco dalla nobiltà della stirpe che tra l’antichissime di Padova, prima col nome de Transilgardi, poi di Forzatè e Capidilista in tutti i secoli, di Feudi, di Mitre, di lettere e d’armi è stata copiosa, mà sciolto così degno matrimonio alli 19 maggio dell’anno stesso da chi il tutto regge con la morte di essa Apollonia 174. Il testo risulta sufficientemente ambiguo e prende spunto da una nota dello stesso Giovanni, che invece precisa che il matrimonio, previsto per il mese di giugno del 1639, non fu mai celebrato per la prematura scomparsa della promessa175. La citazione è giustificata, nell’ottica delle aspirazioni autocelebrative dei de Lazara, da un lato dall’importanza della famiglia Capodilista nel contesto padovano e parimenti dalla reiterazione del sodalizio tra le due casate che sembrava tramandarsi di padre in figlio176.

Nel 1641 si verificano due avvenimenti fondamentali per la vita del conte: 7 Gennaro 1641 prese l’abito di Cavaliere di Santo Stefano 177 e pochi giorni dopo viene celebrato il matrimonio con Angela Malfatti178, figlia di Giovanni e di Cassandra Frigimelica, antiche e nobili famiglie di Padova.

L’unione fu benedetta da numerosi figli, di cui tre maschi che rappresentavano la certezza della progenie e della nobiltà della famiglia.

Il destino delle figlie femmine è segnato sin dalla nascita, con l’entrata in convento in tenera età: Leonora, nata nel 1642, alla data della stampa del Rassino è

174 Rassino, Albero ...cit., p. 205.

175 AdL, A 2-1-2, doc. 8, c. 253. 1638 alli 23 Xbre Io Gio. de Lazara Co: del Paludo, avendomi a confessare dal Pre D. Gio: Maria Monterosso à San Tomaso lo pregai che parlasse al Sig. Annibal Capodilista dal Cavallo Condottiere suo penitente, perché mi concedesse in moglie la Sig.ra Appolonia sua unica figlia desiderata da tutti li primi Cav.ri non solo di Padova ma di Venetia e di tutte le città circonvicine. Tratto e concluso il matrimonio bramato, il Pre D. Gio Maria, tutto che la madre e le zie della sig.ra Appolonia fossero contrarie et mediante il Sig. Marchese Pio Enea degli Obizzi, si era determinato far il scritto Nuttiale e toccar la mano nel 1639 il mese di Zugno. Mà s’ammallò la sig.ra Appolonia mentre ancora era nel Monastero di San Marco, si crede, anzi si tiene per fermo affatturata, e dal Padre tolta fuori dal Monastero dopo molti giorni passò ad un’altra vita nel detto anno 1639