• Non ci sono risultati.

OSSERVAZIONI GEOGRAFICHE SULLA REGIONE MAGHREBINA

4.6 La struttura produttiva in Tunisia

In Tunisia, circa 4,2 milioni di ettari, ossia il 26% dell'intero territorio, sono coltivati, ma di questi soltanto 260.000 ettari sono irrigati. Il Paese, tra tutti quelli della fascia cen- trale del Nord Africa, è quello che ha la minore percentuale di superficie desertica e ciò spiega il discreto sviluppo del settore agricolo, favorito anche da interventi gover- nativi per la realizzazione di pozzi che assicurano l'irrigazione nelle steppe. Ciò nono- stante, le attività agricole sono compromesse da gravi fenomeni erosivi e dalla cre- scente desertificazione che evidenziano un degrado ambientale più marcato che negli altri Paesi maghrebini.

In Marocco, ed in misura diversa anche in Tunisia ed in Algeria, per effetto dell'assenza di regole di diritto scritte, si è verificata una forte parcellizzazione della terra per cui la maggior parte dei terreni è coltivata da piccoli proprietari che possiedono appezza- menti inferiori ai 5 ettari (in media 2 ettari); circa 1/3 di questi produce principalmente per la sussistenza, utilizzando quasi sempre tecniche di tipo tradizionale.

Per effetto del Diritto Islamico la terra è di proprietà collettiva e là dove è di proprietà privata spesso le pratiche di successione ne determinano la parcellizzazione

Per quanto riguarda la Tunisia, i prodotti agricoli rimangono la fonte principale d'e- sportazione e rappresentano la materia prima per le numerose industrie alimentari. Circa un terzo dell'intera superficie agricola coltivata è destinata ai cereali, soprattutto al grano, un altro terzo è costituito da uliveti, i quali fanno della Tunisia uno dei più importanti produttori ed esportatori di olio d'oliva nel mondo, la restante superficie coltivata produce principalmente datteri, agrumi, barbabietole da zucchero e prodotti ortofrutticoli.

Diverse sono le aree a vocazione agricola: il Nord del Paese è la zona dei cereali e degli agrumi, altri cereali crescono nella regione centrale che è anche zona dedita all'alle- vamento. La regione del Sahel, che si estende dall'interno fino al litorale o-rientale, è la zona degli uliveti. Le produzioni della zona Sud sono costituite per la maggior parte da datteri.

Fra le aree agricole, riveste una certa importanza la regione della Mejerda che concor- re in maniera consistente alla produzione nazionale di cereali, zucchero e derivati del latte grazie anche alla meccanizzazione delle tecniche agricole.

83

In Tunisia, il settore secondario ha manifestato negli ultimi anni uno sviluppo crescen- te, con un numero di addetti pari al 34% della popolazione occupata; particolarmente fiorente appare l'industria manifatturiera che assorbe il 19% degli occupati.

Il maggior numero di impianti industriali è localizzato lungo la fascia costiera da Tabar- ka a Gabés, dove sono anche presenti risorse minerarie indispensabili per il funziona- mento e lo sviluppo di impianti petrolchimici, siderurgici, per la trasformazione dei fo- sfati", ecc..

Particolarmente dotate di strutture industriali sono Biserta (industria siderurgica, mec- canica, per la produzione di elettrodomestici, cementifici), Tunisi (industria siderurgi- ca, tessile, cementifici), Sousse (industria conserviera, alimentare, tessile, per il mon- taggio degli autoveicoli, fonderia), Gabés (industria chimica, raffinerie petrolifere, ce- mentifici); non mancano governatorati dell'entroterra interessati a promuovere lo svi- luppo del settore secondario, come il governatorato di Kairouan, dove sono presenti industrie alimentari e per la lavorazione del tabacco.

Assume un ruolo significativo anche l'attività artigianale, sebbene tale attività abbia registrato, dall'indipendenza ad oggi, una certa flessione, sia per il mutare dei costumi e l'affermarsi di modelli di vita diversi che per lo spostamento di manodopera nell'atti- vità industriale.

4.7

Le politiche

Anche in Tunisia, il governo considera l'aumento della produzione agricola come uno degli obiettivi prioritari da raggiungere allo scopo di ridurre l'importazione di prodotti alimentari, incrementare e diversificare le esportazioni e bloccare i flussi migratori dal- le zone rurali verso quelle urbane. Le modalità seguite hanno privilegiato un approccio liberista, incentivando la privatizzazione delle terre statali e incoraggiando la forma- zione di joint-ventures con aziende straniere. Negli ultimi anni, circa 250.000 ettari di terra di proprietà dello Stato sono stati venduti ai privati, tra i quali la Shell, allo scopo di introdurre moderne tecniche di coltivazione e nuove varietà di prodotti agricoli. Dei tre Paesi del Maghreb centrale, la Tunisia è quello che risente maggiormente del degrado ambientale e, di conseguenza, altro obiettivo del governo è quello della pro- tezione dei suoli agricoli contro l'erosione e la desertificazione. Programmi pubblici di

84

conservazione dei suoli e la riforestazione di migliaia di ettari rappresentano una delle attività più importanti che sono state perseguite in tal senso. La rarità delle risorse idriche e la squilibrata ripartizione regionale delle stesse ha indotto le autorità a realiz- zare diversi progetti di irrigazione, la maggior parte dei quali finanziata dalla Banca Mondiale.

Con la promulgazione del Codice Unico, il governo tunisino ha deciso di dare un mag- giore impulso alla crescita economica del Paese, sviluppando le potenzialità locali e, soprattutto, attirando gli investimenti stranieri.

Il nuovo codice offre incentivi comuni a tutti i settori e incentivi specifici, volti a favori- re in particolar modo gli investimenti nei seguenti settori:

1) la promozione delle esportazioni; 2) lo sviluppo regionale;

3) lo sviluppo agricolo; 4) la tutela ambientale; 5) lo sviluppo tecnologico.

Gli incentivi e le facilitazioni consistono in esenzioni fiscali e doganali e in premi il cui ammontare varia secondo il settore di attività.

Per quanto riguarda la tutela ambientale, tanto nel Codice, quanto nel successivo de- creto esecutivo, l'indicazione degli investimenti che possono rientrare in questa cate- goria è piuttosto generica. Ciò, probabilmente, è legato al fatto che la concreta gestio- ne di tali incentivi è gestita dalla Agence Nationale de Protection de VEnvironnement (ANPE).

Il Codice si limita a stabilire che gli investimenti che siano volti alla tutela ambientale o dai quali risultino degli effetti positivi contro l'inquinamento godono dei seguenti in- centivi:

• esenzione doganale completa per l'importazione dei macchinari non fabbricati lo- calmente;

• sospensione dell'imposta sul valore aggiunto sui macchinari fabbricati in Tunisia; • un premio specifico, stabilito nell'ambito del "Fondo di disinquinamento", creato

85

Tali facilitazioni, così come la lista dei macchinari che godono delle esenzioni fiscali e doganali, sono concesse previa autorizzazione della ANPE, anche in base a condizioni specifiche fissate per decreto.

Il Codice prevede degli incentivi diversi per gli investimenti realizzati nel campo della raccolta, della trasformazione e del riciclo dei rifiuti (industriali e non):

• deduzione del 50% del capitale iniziale, degli aumenti di capitale e degli utili reinve- stiti, nel calcolo dell'imposta sul reddito;

• deduzione totale degli utili dal calcolo dell'imposta sul reddito per gli investimenti effettuati prima dell'entrata in vigore del Codice stesso.

Paradossalmente, sebbene i rispettivi sistemi economici siano stati diversi nella loro concezione e nei loro obiettivi, oggi l'Algeria, il Marocco e la Tunisia vivono, seppure con modalità ed intensità difformi da paese a paese, squilibri comuni all'intera area maghrebina.

Al di là delle sfaldature politiche e degli strumenti e dei mezzi utilizzati, un comune de- nominatore come causa allo stato di fatto può essere identificato nelle politiche di in- tervento spesso saltuarie e prive di integrazione intersettoriale. Esse risultano, inoltre, caratterizzate da uno scarso coinvolgimento delle comunità direttamente interessate il che ha vanificato molti dei possibili effetti positivi ed ha aggravato alcune situazioni preesistenti.

E' evidente, infatti, come, in un momento in cui prende piede il progetto euro- mediterraneo ed i Paesi della UE si interrogano sulle finalità strategiche di tale proget- to, nonché sulle incertezze che attualmente minano in parte la sua credibilità, l'inte- grazione maghrebina diventi una necessità strategica vitale, sia per sviluppare i poten- ziali economici reciproci, sia per assicurare all'area maghrebina delle condizioni più vantaggiose di fronte a cooperazioni e integrazioni più larghe (Mediterraneo, Mondo Arabo, Africa).

86

4.8

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

AA. VV. (1986). Tecnologie per lo Sviluppo: Africa. Bologna: Ente Fiere di Bologna.

AA.VV., Classement des Entreprises Tunisiennes. Les 300 premières, in "Information Economique Afri- caine", n. 247, septembre 1994.

AA.VV., Industry and Development, in "Global Report 1992/93, North Africa and Western Asia", UNIDO, 1993.

AGENCE POUR LA PROMOTION INDUSTRIELLE (API), Code d'Incitations aux Investissements (Loi 93-120 du 27/12/93 et Décrets d'application rélatifs aux secteurs de l'industrie et des services liés à l'industrie), Tunisi, ott. 1994.

AGENCE POUR LA PROMOTION INDUSTRIELLE (API), Guida all'Investitore, Tunisi, giugno 1994. BANQUE EXTERIEURE D'ALGERIE, Algerie, guide economique, Algeri, 1992.

BELHEDI A., (1994), L'inégal développement régional en Tunisie: Accu-mulation spatial et littorisation in AA. VV. "Les Cahiers de la Médi-teterranée, La Tunisie", n.49, dicembre 1994.

BEN HAMMOUDA H., Le PAS en Tunisie ou l'incertaine insertion dans l'economie internationale, in "Mondes en Développement", t. 22, n. 86, 1994, pp. 81-86.

BEN SLIMEN M., Les perspectives prometteuses de Vinvestissement a-gricole, in "Information Economi- que Africaine", Febb. 96, pp. 6-21.

BESSAOUD O., La réforme agricole: une nuovelle tentative d'issue à la crise de Vagriculture algérienne, in "Mondes en Développement", t. 17, n. 67, 1989, pp. 117-127.

BRAHIMI A., L'economie algérienne: défis et enjeux, Algeri, 1995.

DIRECTION DE LA STATISTIQUE, Annuarie Statistique du Maroc, Ministe-re du Pian, Rabat, 1992. CARUSO L, // sistema maghrebino: ipotesi per un progetto di sviluppo regionale, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), " Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

CARUSO I., L'Algeria, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), " Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

CARUSO I., // contesto socio-economico e le politiche di sviluppo, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), " Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

COCCHIS L., Promozione degli investimenti e localizzazione degli incentivi, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), " Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

CONTE E., La Tunisia, in Caruso L, Petroncelli E. (a cura di), " Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT (THE), Algeria, Country Profile e Country Report, numeri vari, The EIU Limited, Londra, 1996.

ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT (THE), Marocco, Country Profile e Country Report, numeri vari. The EIU Limited, Londra, 1996.

87

ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT (THE), Tunisia, Country Profile e Country Report, numeri vari, The EIU Limited, Londra, 1996.

GIURATO A., Le migrazioni interne nell'area del Maghreb, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), " Magh- reb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", ESI, 1997.

GROUPEMENT PROFESSIONNEL DES BANQUES DU MAROC, Investing in Morocco, Casablanca, 1994. INFORMATION ECONOMIQUE AFRICAINE, Le Nouveau Code Unique des Investissements, in "Guide Eco- nomique de la Tunisie 1995", pp. 36-41, Tunisi, 1995.

INSTITUT NATIONAL DE STATISTIQUE (a cura di) (1966), Recensement general de la Population et des

logements. voi. n. I. Tunis.

INSTITUT NATIONAL DE STATISTIQUE (a cura di) (1984), Recensement general de la Population et de

l'Habitat. Tunis.

INSTITUT NATIONAL DE STATISTIQUE (a cura di) (1987-88), Annuaire Statistique de la Tunisie, voi. n. 32. Tunis.

INSTITUT NATIONAL DE STATISTIQUE (a cura di) (1989), Enquete National Population Emploi, Tunis. INSTITUT NATIONAL DE STATISTIQUE (a cura di) (1992-93), Annuaire Statistique de la Tunisie, voi. n. 36. Tunis.

ISTITUT NATIONAL DE LA STATISTIQUE, Annuarie Statistique de la Tunisie, Ministere du Pian et du Deve- loppement Regional, Tunis, 1991.

KÉBABDIAN G., Le libre échange euro-maghrébin: une évaluation ma-cro-économique, in "Revue Tiers Monde", T. XXXVI, n. 144, Ott/Dic 95, pp. 747-769.

KHADER B. (a cura di), Ajustement structurel au Maghreb, Louvain-la-Neu ve/Paris, 1995. LACOSTE Y., LACOSTE C, L'Etat du Maghreb, Paris, La Decouverte, 1991.

LE COZ J., Le riforme agrarie, Il Saggiatore, Milano, 1976.

MINISTERE DE L'EQUIPEMENT ET DE L'AMENAGEMENT DU TERRITOIRE, De-main, l'Algerie. L'etat du ter- ritoire. La reconqulte du territoire, Al-ger, 1995.

MINISTERE DE L'EQUIPEMENT ET DE L'HABITAT (a cura di) (1985), Schema national et schemas regio-

naux d'amenagement du territoire-A-tlante. Tunis.

REPUBLIQUE TUNISIENNE, Ministère du Pian et du Développement Ragionai, Le Vili Pian en bref., Tunisi, 1993.

REPUBLIQUE TUNISIENNE, Rapport Annuel sur le Développement 1994, Tunisi, 1994.

SWEARINGEN W. D., Agricoltural Policies and the Growing Food Secu-rity Crisis, in Entelis J. P, Naylor P. C. (eds.), State and Society in Algeria, Westview Press, Boulder, 1992.

SWEARINGEN W. D., Moroccan Mirages. Agarian Dreams and Dece-ptions, 1912-1986,1.B. Tauris & Co Ltd, London, 1988.

TROIN J. J., Le Maghreb, hommes et espaces, Paris, Colin, 1992, N.YVLondra, 1991.

VENDITTO B., // Marocco, in Caruso I., Petroncelli E. (a cura di), "Maghreb Algeria Marocco Tunisia verso uno sviluppo sostenibile", E-SI, 1997.

88

4.9.

Fattori naturali di aridità e di relazione diretta con lo sviluppo socio-