• Non ci sono risultati.

8

Sesto e settimo criterio della mediazione, vedi sopra.

9

Il concetto di conflitto non deve necessariamente essere posto in antitesi con l’idea di cooperazione caratteristica delle nuove correnti educative, ma può, al contrario, essere inserito in una situazione di problem solving che richiede di trovare strategie cognitive e affettive utili alla costruzione di relazioni negoziate in cui siano presi in considerazione e valorizzati tutti i punti di vista. Questa impostazione, però, si scontra spesso con una diffusa mentalità che considera implicitamente il conflitto come una lotta da vincere o un male da evitare perché causa di sofferenza. Ciò impedisce di trovare soluzioni personali, di affinare capacità cognitive e emozionali, di rafforzare il proprio bagaglio di risorse e di energie. Il conflitto, entro limiti di civiltà ed educazione, è funzionale allo sviluppo e promotore di crescita.

Ogni strumento si focalizza su una specifica funzione cognitiva, ma può svilupparne molte altre e fornisce i prerequisiti per approfondire e ampliare le capacità cognitive necessarie ad affrontare compiti che richiedono livelli di astrazione sempre più elevati. Ogni fascicolo comincia con una pagina illustrata che viene definita “Pagina di Copertina” e che viene usata per creare aspettative e motivazione. Il mediatore guida i soggetti ad analizzare il simbolo che varia da strumento a strumento, e che fornisce indicazioni su quale sarà il contenuto degli esercizi che verranno affrontati. Dalla discussione che si intavola i ragazzi potranno realizzare che non solo verranno trattati argomenti utili, ma che ci sarà la possibilità di approfondire temi di loro interesse che esulano dall’attività scolastica per spaziare nel mondo degli hobbies, delle prospettive per il futuro, delle amicizie, del lavoro, e via dicendo.

Nelle pagine successive si eseguono esercizi che servono sia per un effettivo e graduale miglioramento delle prestazioni richieste, miglioramento che ha una ricaduta positiva su tutte le attività del ragazzo, sia come base per una riflessione sul proprio modo di affrontare il lavoro e, di conseguenza, per intavolare una discussione di gruppo sulle rispettive strategie.

Lo strumento “Organizzazione Punti” (O.P.) è di solito il primo Strumento del P.A.S. che viene presentato. I suoi esercizi forniscono ampie opportunità per sollecitare le funzioni cognitive coinvolte nell’apprendimento. Di solito risulta molto motivante e gradito: si presenta, sotto vari aspetti, lontano dalle prestazioni scolastiche e, pertanto, non viene quasi mai vissuto con disagio da chi ha precedentemente sofferto di insuccessi scolastici.

Attraverso la pagina di copertina di questo strumento si trasmette il concetto che l’uomo mette ordine e crea regole strutturando l’Universo in cui vive che, altrimenti, apparirebbe disorganico. Bambini che vengono da situazioni destabilizzanti e prive delle basilari regole che orientano alla crescita trovano particolare beneficio nell’uso di questo strumento. Imparano che è possibile collegare oggetti e/o eventi in sistemi che assumono significato grazie all’organizzazione che viene loro data. La proiezione di relazioni virtuali richiede la capacità di individuare legami significativi tra fenomeni apparentemente non collegati tra di loro. Affrontare gli esercizi di O.P. prepara a utilizzare questa funzione cognitiva anche nella vita di tutti i giorni. Senza la capacità di proiettare relazioni virtuali si ha una comprensione episodica della realtà; oggetti ed eventi sono percepiti come casuali, privi di legami: pezzi singoli di un puzzle che non si riesce a costruire, come è spesso il passato dei minori che giungono allo stato di adottabilità.

Da pochissimo tempo è stata presentata una nuova serie di strumenti, definita Programma di Arricchimento Strumentale Basic, composta da due filoni, uno rivolto alla sfera emozionale, l’altro propedeutico agli strumenti dal P.A.S. classico, e rivolta a bambini della fascia prescolare o a persone con difficoltà di apprendimento.

Il filone emozionale va a coprire un’area non ancora affrontata direttamente dal metodo Feuerstein, anche se attraverso i criteri della mediazione l’aspetto relazionale ha sempre trovato una solida collocazione. I nuovi strumenti (Identifica le Emozioni, Dall’Empatia all’Azione, Pensa e Previeni la Violenza e Scopri l’Assurdo) sono strutturati in modo da permettere di toccare la sfera affettiva sia con bambini che con adolescenti, e ricoprono un ruolo particolarmente significativo in coloro che hanno subito maltrattamenti e abusi e in coloro che devono elaborare vissuti di abbandono.

Identifica le Emozioni è il primo degli strumenti emozionali che viene proposto e si pone come obiettivi principali:

− Pensare le emozioni, comprendere la loro pertinenza in una varietà di situazioni comportamentali e sociali.

− Dare al soggetto l’abilità di parlare delle emozioni e di trovare strategie per diventarne consapevole e, nei limiti del possibile, gestirle.

Ciò porta a reagire adeguatamente agli stimoli, a non rispondere in modo impulsivo e poco costruttivo, a modificare (o almeno contenere) gli stati emotivi più frequentemente portatori di stati di disagio.

Nella parte superiore di ogni pagina dello strumento c’è una fotografia di un volto molto espressivo e al bambino viene chiesto di identificare e dare un nome all’emozione rappresentata. Nella parte inferiore della pagina ci sono quattro scenette, assolutamente indipendenti l’una dall’altra, che rappresentano quattro situazioni diverse tra le quali bisogna individuare quella che meglio si collega con l’emozione rappresentata nella fotografia, quella, cioè, che potrebbe aver prodotto l’emozione. La parte più significativa del lavoro consiste, come per il P.A.S. classico, nella discussione che si attiva tra i partecipanti al gruppo nel momento in cui devono condividere i propri pensieri con gli altri sostenendo e spiegando il perché delle loro scelte.

Volendo chiarire schematicamente le caratteristiche del P.A.S. e del L.P.A.D. possiamo dire che:

con il L.P.A.D. si può individuare:

a) qual è la possibilità ottimale del pensiero nelle condizioni presenti, b) qual è la possibilità di miglioramento prevedibile attraverso la mediazione, c) quali sono le strategie di intervento che hanno dato i risultati migliori.

e vengono forniti:

a) i prerequisiti specifici ad ottenere un immediato progresso nel funzionamento mentale, b) le basi per attuare ulteriori e progressivi miglioramenti.

Con il P.A.S.:

si solidificano e si rendono duraturi i progressi ottenuti e si prosegue nel cammino di una sempre maggiore modificabilità e di una sempre migliore utilizzazione del proprio potenziale di apprendimento.

Se ci troviamo di fronte a soggetti che hanno vissuto situazioni di maltrattamento, di violenza, di deprivazione e abbandono o di sradicamento culturale, la parte manifesta delle loro capacità ne sarà sicuramente molto influenzata. La proposta di una valutazione dinamica può risultare importantissima per conoscere quali modalità di relazione potranno far emergere e ampliare le potenzialità, e trasmettere la consapevolezza che la modificabilità esiste, e che essi la stanno sperimentando concretamente attraverso le conquiste che emergono sotto i loro occhi.

Il nostro cervello è costruito nell’enigmatica interfaccia tra esperienza e genetica, dove cultura e natura diventano una cosa sola (LeDoux, 2003).

L’intelligenza, anche quella sociale, è qualcosa che si può insegnare.

Lo si fa guidando a osservare e a porsi domande; stimolandolo a confrontare oggetti ed eventi, a cercare collegamenti tra fatti in apparenza non correlati tra loro; inducendo ad utilizzare un vocabolario corretto e appropriato; incoraggiando ad astrarre dalla situazione vissuta al momento per immaginare fatti futuri o passati, certi o solo possibili, reali o fantastici.

Lo si fa insegnando ad aver fiducia in se stessi, a valutare in maniera obiettiva i propri successi, a far tesoro degli errori, a rendersi conto che la collaborazione porta un arricchimento reciproco, che la condivisione aiuta a superare le difficoltà.

Lo si fa attraverso la predisposizione di un ambiente attivo modificante, grazie alla mediazione che, secondo Feuerstein, tutti dovrebbero utilizzare se desiderano rendere efficace il loro intervento.

Bibliografia

Blum, D., Love at Goon Park. Harry Harlow and the Science of Affection, Perseus, Cambridge, MA, 2002. Cozolino, L., Il cervello sociale, Cortina, Milano, 2008.

Feuerstein, R., L’esperienza dell’apprendimento mediato, in Buono, S. (ed.), Ritardo mentale e disabilità, Ed. Associazione Oasi, Enna, 1997.

Feuerstein, R. - Feuerstein, R., La teoria di Feuerstein e i suoi sistemi applicativi: una raccolta di contributi, Ed. ICELP, Gerusalemme, 2005.

Feuerstein, R. - Rand, Y. - Feuerstein, R., La disabilità non è un limite, Libriliberi, Firenze, 2005.

Fois, D. - Luzzatto, L., Lo sviluppo psichico del bambino e l’istituzionalizzazione, Giustizia Minori, 2007.

Guetta, S., Il successo formativo nella prospettiva di Reuven Feuerstein. Materiali di studio sul processo di

apprendimento, Liguori Editore, Napoli, 2001.

Kopciowski, J., L’apprendimento mediato. Orientamenti teorici ed esperienze pratiche del metodo Feuerstein, Editrice La Scuola, Brescia, 2002.

Kopciowski, J., Migliorare se stessi per ottenere di più. Riflessioni teoriche e proposte operative secondo il pensiero di

Reuven Feuerstein, KOINÈ - Centro Interdisciplinare di Psicologia e Scienze dell’Educazione, Roma, 2007a.

Kopciowski, J., “Posso farcela!” ovvero la scelta di essere ottimisti, Scuola Materna, per l’educazione dell’infanzia, 2007b.

Kopciowski, J., Il recupero ed il potenziamento delle capacità mentali dei bambini nell’adozione, Giustizia Minori, 2007c.

LeDoux, J. E., The self: Clues from the brain, Annals of the New York Academy of Science, 2003.

Meghnagi, D., Introduzione, in Feuerstein, R. - Rand, Y. - Feuerstein, R., La disabilità non è un limite, Libriliberi, Firenze, 2005.

Schore, A. N. (1994), Affect Regulation and the Origin of the Self. The neurobiology of the Emotional Development, Erlbaum, Hillsdale, NJ, 2007.

10. Cambiamento umano e modificabilità cognitiva.