Collaborazioni interne (di Ricerca e/o altre strutture Inail) Elenco non esaustivo:
Laboratori DIT: Macchine e attrezzature di lavoro, apparecchiature e impianti elettrici e elettronici, biotecnologie, qualificazione dei sistemi per la sicurezza.
Laboratori DiMEILA: Rischio agenti fisici.
Contarp centrale.
Direzione Regionale Lazio: UOT di Roma.
Direzione Regionale Toscana: UOT di Firenze.
Direzione Regionale Puglia: UOT di Bari.
Direzione Regionale Sicilia: UOT di Palermo.
Collaborazioni esterne (nazionali e internazionali) Elenco non esaustivo:
Università di Roma “Sapienza”.
Nel corso del triennio sarà possibile attivare ulteriori collaborazioni esterne sulla base degli sviluppi di ricerca
Risorse umane N. Unità Mesi uomo/anno
Ricercatori/Tecnologi 4 37,40
CTER 2 18,70
Amministrativi/Operatori tecnici - -
Personale a contratto 2 18,70
TOTALE 8 74,80
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DIT Laboratorio VII: Impianti a pressione e stabilimenti a rischio di incidente rilevante Contributo al Programma:
X 1.1 attività di certificazione e verifica
X 1.2 monitoraggio, consulenza e supporto tecnico-normativo
□ 1.3 amianto Ambiti di riferimento e finalità/obiettivi
Normativa nazionale
Decreto Legislativo 26 giugno 2015, n. 105 “Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”.
Decreto Legislativo 11 aprile 2011, n. 61 “Attuazione della Direttiva 2008/114/CE recante l’individuazione e la designazione delle infrastrutture critiche europee e la valutazione della necessità di migliorarne la protezione”.
Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e successive modifiche e integrazioni”; in particolare Titolo I (Principi Comuni), Titolo IX (Sostanza pericolose), Titolo XI (Protezione da atmosfere esplosive).
Decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 2002, n. 303, “Regolamento di organizzazione dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro - ISPESL, a norma dell'articolo 9 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419”.
Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A)”.
Decreto Legislativo 25 febbraio 2000, n. 93 “Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione”.
Direttiva Presidente Consiglio dei Ministri 14 febbraio 2014. Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio.
Decreto interministeriale 11 aprile 2011 “Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo”.
Decreto interministeriale 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”.
Decreto interministeriale del 1 dicembre 2004, n. 329 “Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93”.
Decreto interministeriale 9 maggio 2001 “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”.
Decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 441 “Regolamento concernente l’organizzazione, il funzionamento e la disciplina delle attività dell’ISPESL”.
Ordinanza Presidente Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”.
Ordinanza Presidente Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”.
Normativa europea
Direttiva 2014/68/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature a pressione.
Direttiva 2013/59/Euratom del 5 dicembre 2013 che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom.
Norme tecniche
ISO 14001:2015 “Environmental management systems -- Requirements with guidance for use”.
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UNI 10617:2012 “Impianti a rischio di incidente rilevante – Sistemi di gestione della sicurezza – Requisiti essenziali”.
UNI 10616:2012 “Impianti a rischio di incidente rilevante – Sistemi di gestione della sicurezza – Linee guida per l’attuazione della UNI 10617”.
UNI TS 11226:2007 “Impianti a rischio di incidente rilevante – Sistemi di gestione della sicurezza – Linee guida per l’effettuazione degli audit”.
UNI TS 11325 “Attrezzature a pressione – Messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione” da PARTE 1 a PARTE 11
Altri documenti di interesse
API Recommended Practice 581:2008 “Risk-Based Inspection Technology”.
API 579-1/ASME FFS-1:2007 “Fitness for service”.
API Recommended Practice 580:2002 “Risk-based Inspection”.
CEN CWA 15740: 2008 (RIMAP) “Risk based Inspection and Maintenance Procedures for European industry”.
Eurocodice 8 – Progettazione delle strutture per la resistenza sismica.
Circolare ISPESL n. 48/2003 del 05/12/2003 “Procedura tecnica per le verifiche di calcolo e controlli su componenti in pressione in regime di scorrimento viscoso del materiale”.
Finalità/obiettivi
Il Laboratorio Impianti a pressione e stabilimenti a rischio di incidente rilevante:
- effettua studi e ricerche per lo sviluppo e la validazione di procedure per l'esercizio, la verifica, l'ispezione, la manutenzione e la dismissione di impianti a pressione (es. impianti chimici, petrolchimici, termoelettrici, criogenici), con particolare riguardo ai sistemi di sicurezza e controllo, all'affidabilità, ai criteri di modifica e riparazione delle membrature, all'invecchiamento dei materiali, alla valutazione di vita consumata per effetto di creep, fatica, corrosione e alla programmazione delle ispezioni mediante metodologie basate sul rischio (RBI);
- elabora valutazioni e procedure per la gestione del rischio di incidente rilevante negli stabilimenti industriali con specifico riferimento alle tecnologie emergenti nei settori di processo e di produzione, in relazione alla complessità delle diverse strutture produttive, alla protezione dei lavoratori e della popolazione residente in prossimità dei siti;
- sviluppa modelli predittivi di scenari incidentali (es. connessi all'impiego di fonti nucleari), di analisi e valutazione quantitativa delle conseguenze anche in relazione a fattori di vulnerabilità di persone e di cose, e di gestione dei rischi connessi alla lavorazione, allo stoccaggio ed al trasporto di prodotti chimici pericolosi in stabilimenti a rischio d'incidente rilevante;
- partecipa alla elaborazione di proposte in sede normativa e di regolamentazione tecnica, oltre linee guida e buone prassi;
- in raccordo con la Direzione Centrale Ricerca, partecipa all'elaborazione per i profili tecnico scientifici di proposte normative e regolamentari nelle materie di competenza del Laboratorio;
- supporta le attività di innovazione tecnologica di diretta gestione della Direzione del Dipartimento (es. attività ispettiva connessa agli obblighi della Direttiva Seveso, verifiche, autorizzazioni) e le Sezioni tecnico scientifiche per le materie di competenza.
Obiettivi specifici per il triennio 2016-2018 sono:
1. Realizzazione di un osservatorio sull’affidabilità delle attrezzature di lavoro basato sull’acquisizione di dati sperimentali e sulla gestione dell’informazione di guasti di attrezzature critiche, anomalie e quasi incidenti, danneggiamenti e avarie.
2. Sviluppo di procedure per la gestione sicura degli impianti in pressione nell’intero ciclo di vita con particolare attenzione a quelli soggetti a carichi ciclici ad alte temperature, potenzialmente soggetti a danneggiamento da fatica e da scorrimento viscoso.
3. Sviluppo e validazione di procedure, metodologie e strumenti per la gestione sicura dell’invecchiamento delle attrezzature e degli impianti, in pressione e non, all’interno degli stabilimenti Seveso.
4. Sviluppo di modelli organizzativi e procedure per la prevenzione degli incidenti rilevanti armonizzati con i sistemi di gestione della sicurezza del lavoro.
5. Studio di soluzioni tecniche e procedurali per la prevenzione degli incidenti rilevanti nel settore
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pirotecnico, in relazione alla particolare gravità che il fenomeno ha assunto in Italia.
6. Sviluppo e validazione di metodologie per l’analisi e la gestione delle interazioni fra rischio tecnologico e rischi naturali (sismico, vulcanico e idrogeologico):
a) metodologie per l’analisi e la gestione dei NATECH (Natural Hazard Triggering Technological Disasters). Zonazione sismica, vulnerabilità idrogeologica e valutazioni socio economiche per la realizzazione/attuazione di adeguate attività di prevenzione.
b) rischio vulcanico sia primario che secondario (emissione di radon e di altri gas tossico/nocivi).
Mappatura con metodi geostatistici di aree ad elevato potenziale geogenico di gas endogeni ai fini della valutazione del rischio sanitario in ambienti lavorativi indoor.
7. Studio dell’applicabilità e dell’efficacia dei sistemi di protezione sismica applicati agli elementi di impianti industriali per la riduzione del rischio di incidente rilevante e per la prevenzione delle conseguenze.
8. Sviluppo di procedure e metodologie per l’integrazione tra l’analisi di rischio e la pianificazione del territorio a supporto degli adempimenti previsti dalla Direttiva Seveso III.
9. Sviluppo di strumenti di indirizzo e supporto per settori industriali specifici nell’ambito della normativa Seveso in relazione alle criticità emergenti connesse alla recente evoluzione normativa, soprattutto conseguenti al nuovo sistema di classificazione di sostanze e miscele pericolose.
Contenuti tecnico/scientifici
L’attività di ricerca è volta al miglioramento della sicurezza ed affidabilità di impianti a pressione e stabilimenti a rischio d’incidente rilevante mediante lo sviluppo di procedure, metodologie, strumenti di indirizzo e banche dati.
La complessità e specificità dei rischi che interessano gli impianti a pressione e gli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante richiede un orientamento sistematico, che comprenda gli aspetti tipicamente tecnologici, processistici, impiantistici, organizzativi, gestionali, territoriali e sociali, a supporto anche della formazione ed informazione dei lavoratori, del coinvolgimento delle comunità interessate e, più in generale, del processo decisionale che governa il settore considerato.
La normativa Seveso sul controllo dei pericoli di incidente rilevante è trasversale ai diversi settori produttivi ed interessa, fra l’altro, raffinerie, depositi di prodotti petroliferi, petrolchimici, chimica di base, chimica fine, vernici, adesivi, fertilizzanti, fitofarmaci, farmaceutica, trattamento superficiale metalli, siderurgici, metallurgici e pirotecnici. L’applicazione della normativa coinvolge, direttamente o indirettamente, centinaia di migliaia di lavoratori, nonché la popolazione residente nelle aree limitrofe.
Si tratta, per la maggior parte, di settori industriali “maturi” che hanno sofferto di scarsi investimenti strutturali, con il conseguente generale invecchiamento degli impianti. Sono, comunque, anche inclusi impianti di nuova generazione che possono richiedere un impegno di ricerca dal punto di vista della valutazione e della gestione dei rischi e della manutenzione degli impianti e delle attrezzature.
Nel contesto descritto:
sono analizzate le problematiche di impianti a pressione ad uso industriale, (ad esempio petrolchimici e termoelettrici) durante l’intero ciclo di vita, al fine di valutare l’integrità strutturale dei singoli componenti e, quindi, in ultima analisi, il loro stato di “invecchiamento”. Obiettivo primario è misurare l’affidabilità di attrezzature componenti l’impianto, mediante la raccolta di dati reali provenienti, in principal modo, dalle risultanze dell’attività di verifica delle attrezzature di lavoro. Ulteriore obiettivo sarà quello di valutare le conseguenze di un regime flessibile di esercizio (es. frequenti avviamenti/ spegnimenti) sulla integrità dei componenti in pressione dell’impianto a più alta criticità (es. alta temperatura), con particolare riguardo al settore termoelettrico legato alla generazione di energia;
principale riguardo è dato agli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante che detengono o lavorano sostanze e miscele pericolose per l’uomo e l’ambiente (tossiche, infiammabili, comburenti ed esplosive) con particolare riferimento agli aspetti tecnici, organizzativi e procedurali relativi all’identificazione ed all’analisi dei pericoli ed alla salute e sicurezza dei lavoratori;
nell’ambito dei pericoli “rilevanti”, riferibili anche al trasporto di sostanze pericolose ed alle infrastrutture critiche, le conseguenze degli incidenti possono coinvolgere, negli stabilimenti interessati ed in quelli adiacenti, sia i dipendenti (addetti e non alle lavorazioni) che il personale di imprese esterne, nonché le comunità dei territori limitrofi e l’ambiente circostante. Pertanto,
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saranno considerate le possibili interazioni fra i rischi tecnologici e i rischi naturali (NATECH - Natural Hazard Triggering Technological Disasters) al fine di valutare correttamente la vulnerabilità d’area. Nell’ambito di questi aspetti, l’attività di ricerca adotta un approccio che si esplica nell’
individuazione dei potenziali fattori di rischio e nell’adozione di idonee misure di prevenzione e mitigazione delle conseguenze;
l’attività di ricerca mantiene aggiornate le conoscenze rispetto alla continua evoluzione del settore e supporta lo sviluppo di normative, linee guida e buone prassi, regolamentazione tecnica oltre che di strumenti di supporto all’analisi e gestione dei rischi specifici del settore considerato in riferimento alle criticità emergenti in settori industriali specifici, soprattutto in relazione al nuovo sistema di classificazione di sostanze e miscele pericolose derivante dal nuovo assetto normativo.
La ricerca supporta, inoltre, le seguenti attività istituzionali:
l’attività di verifica di sicurezza degli impianti in pressione, che viene svolta dalle UOT in particolare all’interno degli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante;
l’attività specifica Seveso per quanto riguarda la valutazione dei rapporti di sicurezza, verifiche ispettive del sistema di gestione della sicurezza, visite post-incidentali;
l’autorizzazione all’ulteriore esercizio di componenti operanti in regime di fatica oligociclica e scorrimento viscoso.
Collaborazioni interne (di Ricerca e/o altre strutture Inail) Elenco non esaustivo:
Laboratori/Sezioni DIT: Macchine e attrezzature di lavoro, sicurezza attività di produzione e degli insediamenti antropici, segreteria tecnico scientifica e monitoraggio attività, supporto alla prevenzione, trasferibilità, coordinamento supporto e monitoraggio tecnico scientifico delle unità operative territoriali per le attività di controllo e verifica su attrezzature macchine e impianti, organismo notificato per direttive europee.
Direzioni Regionali e UOT.
Contarp centrale (Settore I-Tariffe e Rischi; Settore III-Strumenti di sostegno alle imprese; Settore V-Prevenzione e Normazione).
Direzione Centrale Organizzazione Digitale.
Collaborazioni esterne (nazionali e internazionali) Elenco non esaustivo:
Istituto Superiore di Sanità (ISS), Università di Roma “Sapienza”.
ETPIS (European Technological Platform on Industrial Safety).
SAF€RA Consortium (Coordination of European Research on Industrial Safety towards Smart and Sustainable Growth).
Nel corso del triennio sarà possibile attivare ulteriori collaborazioni esterne sulla base degli sviluppi di ricerca
Risorse umane N. Unità Mesi uomo/anno
Ricercatori/Tecnologi 8 70,40
CTER 1 8,80
Amministrativi/Operatori tecnici 1 8,80
Personale a contratto 2 17,60
TOTALE 12 105,60