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Lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale: la direttiva dispone che l’individuazione di tali tipologie di BES deve essere assunta dai consigli di classe sulla base di considerazioni di carattere

CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO

3. Lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale: la direttiva dispone che l’individuazione di tali tipologie di BES deve essere assunta dai consigli di classe sulla base di considerazioni di carattere

Una scuola inclusiva deve sempre “promuovere il diritto di essere considerato uguale agli altri e diverso insieme agli altri”.

Ad oggi il termine “integrazione” scolastica è stato ormai racchiuso e sostituito dal termine

“inclusione” come suggerisce la CM n.8 del 6/03/2013 del MIUR “Indicazioni operative sulla direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 - Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali, organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.

Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta con un piano educativo individualizzato o personalizzato.

Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali comprendenti:

1.la disabilità, certificata ai sensi del l’art 3, commi 1 o 3 (gravità) della legge 104/92, che da titolo all’attribuzione dell’insegnante di sostegno,

2.i disturbi evolutivi specifici (secondo la direttiva, tali disturbi se non vengono o possono non venire certificate ai sensi della legge 104/92, non dando diritto all’insegnante di sostegno): i DSA (con diagnosi ai sensi dell’articolo 3 della legge 170/2010) e gli altri quadri diagnostici quali deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, e il funzionamento intellettivo limite che viene considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico;

3. Lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale: la direttiva dispone che l’individuazione di tali tipologie di BES deve essere assunta dai consigli di classe sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e, in particolare la circolare n.8 del 6 marzo 2013 sulla base di elementi oggettivi ( come ad esempio una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.

L’inclusione è un processo che si riferisce alla globalità della sfera educativa, sociale e politica.

Guarda a tutti gli alunni indistintamente/ differentemente a tutte le loro potenzialità. Interviene prima sul contesto, poi sull’oggetto. Trasforma la risposta specialistica in ordinaria.

L’inclusione deve rappresentare una cornice in cui gli alunni, a prescindere dalle abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale possono essere ugualmente valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola.

Un ambiente inclusivo tende a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone la piena partecipazione alla vita sociale, didattica, educativa della scuola.

Includere vuol dire avere le stesse opportunità di partecipare fornendo il proprio e personale contributo.

INCLUSIONE

La scuola inclusiva valorizza, dà spazio, costruisce risorse, garantisce pari opportunità, differenziando la sua proposta formativa rispetto alla pluralità delle esigenze e dei bisogni e individualizzando gli insegnamenti.

Per questo l’inclusione punta a diversificare il lavoro in modo che tutti siano quanto più possibile trattati in base a quelle che sono le proprie necessità.

Il Nostro Istituto ha inoltre condiviso in sede collegiale e attuativa quanto contenuto nel Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n.66, di cui si riportano alcuni articoli:

Principi generali art. 1 e 2

Il Progetto individuale deve essere condiviso con le famiglie e gli enti locali. Le disposizioni contenute nel decreto sono riferite solo agli alunni certificati con disabilità L.104/92.

Prestazioni ed indicatori di qualità dell’inclusione scolastica art.3 e 4 La scuola assegna:

-

i docenti di sostegno;

-

personale ATA per assistenza per l’igiene dei disabili (entro 180g.)

Gli Enti locali:

-

garantiscono il trasporto pubblico;

-

l’assistenza specialistica

La scuola:

-deve formulare il PAI annualmente ed inserire nel PTOF gli indicatori previsti dall’INVALSI (indicando il livello raggiunto, gli obiettivi da raggiungere e le mancanze)

-

deve formulare percorsi per la personalizzazione attraverso la stesura del PEI

-

realizzare iniziative per la valorizzazione delle competenze professionali

-

deve inserire protocolli di valutazione ed autovalutazione, gli indicatori di qualità

Profilo di Funzionamento art.5

Su richiesta dei genitori L’INPS fa la visita all’alunno e dopo 30 giorni comunica alla famiglia la Diagnosi Funzionale.

La famiglia trasmette la certificazione all’ASL, al Comune di residenza ed alla scuola;

L’ASL redige il Profilo di Funzionamento successivamente all’accertamento della condizione di disabilità secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottata dall’OMS

Il Comune predispone il Progetto individuale La Scuola redige il PEI.

Il Profilo di Funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto Individuale e del PEI:

• definisce le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica;

• Comprende la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale

• Viene aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell’infanzia, nonché in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona.

Il Profilo di Funzionamento è redatto dall'unità di valutazione multidisciplinare dell’Ente Locale sulla base del quale viene stilato il PEI dal consiglio di classe con la collaborazione della famiglia e dell’ASL.

Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I)., è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.

Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno. Atto di indirizzo: D.P.R. del 24/02/94, art.4.

Nella stesura del PEI importante diviene il ruolo del collaboratore scolastico quale figura che si occupa dell'assistenza di base degli alunni diversamente abili ovvero svolge loro un ausilio materiale all'interno della scuola; quest’ultima si adopererà per la formazione specifica del collaboratore scolastico.

Egli, dunque, partecipa al processo di integrazione scolastica, svolgendo questa funzione in modo interconnesso alle attività educative e didattiche che coinvolgono l'alunno diversamente abile. Un ruolo così vissuto fa si che il collaboratore scolastico partecipi al progetto educativo collaborando con gli insegnanti e la famiglia per l'inclusione scolastica (CM 3390/2001).

ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

La scuola garantisce pari opportunità a tutti differenziando le proposte e individualizzando gli insegnamenti. In quest’ottica va vissuta e considerata la presenza dell’alunno diversamente abile, che esige da parte della scuola una risposta più articolata tenendo presente la sua dignità come persona e il suo diritto al massimo sviluppo possibile.

La progettazione dei percorsi educativo-didattici vedrà come primo momento quello dell’individuazione dei prerequisiti di ogni singolo alunno attraverso:

1)l’esame di tutta la documentazione pregressa;

2) l’osservazione sistematica che deve essere discreta, dettagliata e completa;

3) la somministrazione di test adeguati alle reali capacità degli alunni e riferiti ai vari assi del POF Da questo si procederà poi alla stesura del PDF e PEI, coinvolgendo l’intero Consiglio di Classe e analizzando ogni singolo asse

La scuola si prefigge di:

Favorire un armonico sviluppo psico-fisico.

· Migliorare l'autonomia interpersonale e sociale.

· Migliorare le abilità cognitive e meta cognitive.

· Sviluppare le abilità di studio.

· Migliorare le capacità affettivo-relazionali.

Tenendo conto sia delle esigenze dell’alunno sia delle esigenze didattiche, la metodologia utilizzata sarà varia, differenziata e semplificata. Per quanto possibile, prendendo in considerazione le caratteristiche del singolo alunno, il progetto educativo-didattico verrà svolto all'interno della classe, riservandosi la possibilità di uscire fuori dall'aula tutte le volte in cui si

renda necessario svolgere un lavoro più approfondito, anche cercando di coinvolgere il piccolo gruppo.

Gli alunni, inoltre, parteciperanno ai vari progetti programmati nel corso dell'anno scolastico, progetti che rappresenteranno una risorsa da affiancare alle quotidiane attività didattiche, in modo da farli sentire parte integrante della scuola.

Si identificheranno, infine, gli spazi, i tempi, le persone e altre risorse organizzative e strutturali dell’istituzione scolastica, che serviranno per realizzare attività didattiche, educative e di stimolo.

Si utilizzerà il metodo deduttivo, induttivo ed esperienziale partendo dal vissuto personale dell'alunno.

I materiali specifici utilizzati saranno:

· Adattamento dei testi scolastici e dei materiali didattici (task analysise problemsolving).

· Uso di luoghi, come le uscite in ambienti del quartiere.

· Utilizzo dei prompts (aiuti) che possono andare dalla guida fisica al fading (attenuazione dell’aiuto), allo shaping (rinforzare ogni approssimazione simile al comportamento che si vuole raggiungere) e al modelling (fungere noi da modelli).

· Utilizzo dei vari tipi di rinforzo.

· Creazione di reti di sostegno e di amicizia nella classe, attraverso il Cooperative Learning e il Tutoring, che rappresenterà un momento di gratificazione per l’alunno tutor e di socializzazione per l’alunno disabile.