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Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per l’identificazione dei prodotti mediante radiofrequenza, sia nella produzione sia nella distribuzione, per garantire una rintracciabilità del prodotto da monte a valle che permette di seguire il ciclo di vita di un articolo e dei processi ad esso collegati, attraverso l’identificazione e la documentazione di tutte le attività, dei materiali (materie prime ed imballi primari) e dei soggetti che intervengono alla sua realizzazione.

                                                                                                               

12  Un piccolo palmare che accompagna il dipendente IKEA durante tutto il turno

lavorativo, e che gli permette di essere sempre collegato direttamente al sistema,.. informativo che copre l’intero processo di distribuzione del prodotto (dal rifornimento alla vendita). Grazie a questo strumento è possibile avere a disposizioni dettagli dell’articolo, del posto vendita delle quantità necessarie ecc. ecc..

La tesi procede nell’analizzare come l’adozione della tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification) apporta alle aziende indubbi vantaggi economici, e, nel caso specifico nel settore logistico di IKEA. Già si stanno iniziando a comprendere le nuove opportunità strategiche e di gestione della filiera offerte dai sistemi RFID. Al di là dei vantaggi economici, questi sistemi offrono infatti la possibilità di gestire al meglio aspetti cruciali della qualità e della sicurezza, soprattutto per quello che riguarda l’organizzazione di ricevimento e stoccaggio della merce in magazzino. Già nel 2007 su “Tendenze Online” con titolo “IKEA adotta gli standard GS1” uscì un articolo in cui, si comunicava che nell’organizzazione aziendale veniva applicato il sistema GS1 quale primo passo per arrivare all’adozione del più evoluto sistema RFID.

Nello stesso articolo Jan Spjuth, l’allora project manager presso la Supply Chain developement IKEA in Svezia espone i motivi per cui IKEA decide di rimandare l’utilizzo della nuova tecnologia a tempi in cui questa avrà minori costi di gestioni e una maggiore standardizzazione.

Questo sotto riportato è l’articolo uscito su “Tendenze on line, il magazine di GS1 Italy il 18 Settembre 2007:

Quest’autunno, tutti i magazzini del colosso dell’arredamento Ikea e i loro 400 principali fornitori inizieranno a utilizzare, a livello mondiale, il

sistema GS1 di codici a barre e gli Sscc (Serial Shipping Container Code, il numero seriale che identifica ogni singolo pallet o cartone). Il passo

successivo sarà l’adozione di questo sistema per tutti i punti vendita Ikea. La multinazionale sta inoltre valutando le potenzialità e i vantaggi

Prima dell’estate, Ikea aveva portato a termine un progetto pilota che

dimostrava come il sistema GS1 migliorasse rapidamente la tracciabilità, la gestione delle anomalie e la qualità del prodotto.

«L’introduzione di questo sistema riduce considerevolmente i costi. Ciò significa sia prezzi più bassi sia prodotti di migliore qualità per i clienti Ikea. Questa tendenza continuerà con l’introduzione della Rfid»,

sostiene Jan Ståhl, business developer presso la Supply Chain Developement Ikea in Svezia.

Nell’aprile del 2004, Ikea ha avviato uno studio su quali sistemi e metodi venivano utilizzati per la tracciabilità in seno al gruppo anche al fine di valutare quale fosse il margine di miglioramento. Ecco cosa è emerso in generale: era impossibile rintracciare le merci a livello di pallet al di fuori del singolo magazzino Ikea. Le merci potevano essere rintracciate solo a livello di camion. Non appena le consegne arrivavano, venivano registrate presso il terminale ricevimento merci. Ogni magazzino assegnava numeri univoci ai pallet in arrivo. Tuttavia, se un pallet doveva essere inviato da un magazzino Ikea a un altro, ogni volta era necessario procedere a registrarlo nuovamente – un processo lungo e laborioso.

«Siamo giunti alla conclusione che la struttura per la tracciabilità e

l’identificazione dei prodotti era troppo frammentaria», sostiene Jan Ståhl, «ci è sembrata ovvia la necessità di introdurre una struttura migliore e standardizzata».

Ikea ha così deciso di investire nel sistema GS1 e nei relativi codici Sscc. Questi ultimi sono composti da diciotto cifre e sono memorizzati come codici a barre utilizzando il GS1-128. Con questo sistema, tutte le parti in

causa sono in grado di identificare univocamente un collo: fornitori, trasportatori e, in questo caso, i magazzini e i punti vendita Ikea.

Il sistema è stato adottato nel progetto pilota che ha interessato i magazzini di Älmhult e Torsvik, con i relativi fornitori. Il sistema ha subito mostrato importanti effetti positivi. In passato, una volta che il magazzino aveva ricevuto i pallet, questi rimanevano nella zona delle banchine ricevimento merci in attesa di essere registrati e gestiti prima di essere spostati in un’altra area del magazzino. Nel progetto pilota, il codice a barre veniva letto mentre il pallet veniva scaricato dal camion, permettendo così di essere subito prelevato da un autista e stoccato in magazzino. Con questo metodo, il tempo necessario per scaricare un camion si riduceva del 44%. Conseguentemente, la movimentazione nella zona ricevimento merci aumentava del 55%.

«É migliorato il controllo delle scorte, disponiamo di informazioni più precise sulla merce stoccata e la tracciabilità dei pallet funziona molto meglio. Ciò si applica anche ai fornitori che hanno iniziato ad adottare il sistema per la tracciabilità interna presso i propri magazzini».

La tracciabilità a livello di pallet migliora anche la qualità del prodotto, semplificando il sistema di segnalazione delle anomalie ai fornitori, dal momento che tutte le informazioni relative all’origine dei pallet sono prontamente disponibili.

«L’idea è che, a causa dei vari requisiti di legge relativi alla qualità dei prodotti in vigore nei diversi paesi, si possano facilmente rintracciare le materie prime con le quali i nostri prodotti sono fabbricati e in questo modo riusciamo a migliorare ulteriormente la qualità».

Il progetto pilota si è concluso a fine estate. In autunno, il sistema verrà adottato in tutti i magazzini Ikea a livello mondiale. Complessivamente, questi ultimi movimentano oltre 20 milioni di metri cubi di merce all’anno. Il personale dei magazzini ha già seguito dei corsi di formazione sul

sistema GS1. Ikea già utilizza un sistema informatico di gestione

magazzino, che è in grado di elaborare i codici dei pallet. Ciò significa che è pronta per le funzioni di tracciabilità fornite dal sistema GS1.

«Non si tratta solo di utilizzare gli Sscc, ma di far sì che tutti i sistemi informatici di Ikea siano in grado di elaborare queste informazioni e utilizzare le procedure di identificazione GS1», continua Jan Ståhl.

L’applicazione generalizzata del sistema ai magazzini Ikea inizierà a settembre. Parallelamente, il sistema sarà anche applicato a quattrocento dei maggiori fornitori a livello mondiale. La fase successiva prevederà la graduale applicazione del sistema anche ad altri fornitori, fino ad arrivare a un totale di circa 900.

I risparmi conseguiti grazie all’introduzione del sistema GS1 si tradurranno automaticamente in prezzi più bassi per i consumatori. Costi e prezzi

subiranno un ulteriore taglio grazie a un progetto parallelo che mira a estendere il sistema GS1 a tutti i punti vendita Ikea.

«Il nostro punto vendita a Malmö è già in grado di accettare, importare ed elaborare i codici Sscc» afferma Jan Ståhl. «L’anno prossimo inizieremo ad applicare il sistema a tutti i nostri punti vendita nel mondo».

Adesso che Ikea ha adottato il sistema GS1, può iniziare a utilizzare l’ Rfid per migliorare ulteriormente la tracciabilità, la segnalazione delle anomalie e il controllo delle scorte.

«Utilizzando l’Rfid, è possibile disporre di molteplici punti di lettura. In questo modo possiamo essere certi di caricare e scaricare le merci giuste. In teoria, è facile applicare delle etichette sui pallet, ma concretamente

l’attuazione di una soluzione Rfid necessita anche dell’installazione di antenne e di apparecchi per inviare e ricevere informazioni» afferma Jan Spjuth, project manager presso la Supply Chain Developement Ikea in Svezia.

Ora, quando precisamente sarà possibile iniziare a utilizzare la tecnologia Rfid all’Ikea dipenderà da una serie di fattori di mercato. Si prevede che il costo delle etichette e dei lettori Rfid scenderà. Anche la concorrenza sta progettando delle iniziative strategiche Rfid. Ma, soprattutto, occorre uno standard Rfid. Ikea dunque appoggia e segue da vicino gli sviluppi

Rfid/Epc.

«Il progetto Rfid è ancora all’inizio», afferma Jan Spjuth. «Non

svilupperemo un nostro sistema Rfid, ma seguiremo gli standard esistenti».

Ikea prevede di avviare dei test Rfid il prossimo anno, presso alcuni punti vendita per determinati flussi di prodotto.

«Abbiamo già compiuto il primo passo con l’adozione degli standard GS1 e l’uso degli Sscc. Questo è un requisito fondamentale per una successiva introduzione dell’Rfid/Epc» conclude Jan Spjuth.

La tecnologia RFID consente di applicare alle materie prime o ai prodotti finiti un’etichetta “intelligente” di dimensioni, forme e rivestimenti adeguati, confacenti ai prodotti ed ai processi produttivi che questi devono affrontare, sulla quale è possibile, tramite sistemi di lettura/scrittura che non richiedono il presidio di un operatore, memorizzare e leggere dati ed informazioni inerenti i processi produttivi, il controllo di qualità, la tracciabilità etc., superando le tipiche difficoltà di lettura di altre tecnologie di Identificazione Automatica.

Nel capitolo successivo mi soffermerò ad analizzare nel dettaglio la tecnologia RFID e vedremo in termini di applicazione al magazzino IKEA, quali vantaggi può apportare all’organizzazione, più nello specifico:

nelle SCM

• Stoccaggio e spedizione delle merci. • Identificazione pallets, stazioni di lavoro.

• Gestione rifiuti (memorizzando il peso del contenitore rifiuti nel

transponder).

Nell’asset & Document Management

• Gestione, tracciabilità ed inventario documenti (archivi, stoccaggio,

magazzino, etc.)

CAPITOLO 5

5. La tecnologia RFID

5.1 RFID

Nel seguente capitolo sarà analizzato un sistema moderno che prende il nome di RFID. Dopo aver descritto nel dettaglio di che cosa si tratta e le caratteristiche intrinseche, si passerà ad analizzare le opportunità ed i vantaggi che l’azienda IKEA, riceverebbe se venisse implementata nella propria organizzazione.

Un problema tipico delle realtà industriali odierne è l'identificazione delle merci che vengono movimentate, finalizzata sia alla tracciabilità / rintracciabilità interna ed esterna, sia alla produzione della documentazione di trasporto. La risposta a questa esigenza è l’utilizzo di un “codice” per cui un mittente comunica a un destinatario un messaggio attraverso un codice che deve essere condiviso da entrambi.

Tra tutti questi casi di codice ce ne è uno che sicuramente è presente nella nostra vita da moltissimo tempo spesso senza neanche rendercene conto: il codice a barre (o barcode ). Infatti ogni prodotto che vediamo o che acquistiamo ha un codice che lo identifica univocamente.

Un codice a barre è una combinazione di linee verticali bianche e nere di spessore variabile utilizzata per codificare informazioni leggibili da appositi dispositivi ottici. Il codice a barre è stato stabilito come la più popolare, quasi l’unica, soluzione per sistemi di riconoscimento di dati automatizzato. Ormai si è affermato in tutto il mondo, grazie alla facilità di generazione dei codici e al costo di investimento iniziale molto basso.

Questa tecnologia continuerà per molti anni ad essere una soluzione vitale per il business. Tuttavia il barcode ha dei limiti, e più passa il tempo più questi limiti diventano visibili:

• La tecnologia è di sola lettura

• Ha bisogno di essere visibile per essere analizzato • Se si rovina o si sporca i dati potrebbero non venire letti • Si può analizzare un solo barcode alla volta

• È limitato dalle condizioni ambientali

Le tecnologie tradizionali di identificazione come le etichette bare code che vengono utilizzate adesso, non consentono di implementare a costi accettabili, politiche di tracciamento dettagliato delle merci, costringendo l’azienda ad accontentarsi, quando possibile, di tracciare solamente le movimentazioni dei lotti produttivi.

Tutti questi svantaggi non sono presenti in una altra tecnologia che esiste già da diversi anni ma che solo recentemente si sta affermando nel mondo e che potrebbe prendere il posto dell’ormai storico codice a barre: stiamo parlando di RFID.

La tecnologia RFID in questo caso si rivela fondamentale, poiché consente di identificare anche le scatole che non offrono alcun lato verso l'esterno dell'imballaggio, e che quindi sono completamente nascoste alla vista.

La tecnologia RFID rappresenta un’innovazione tecnologica recente che impatta sull’efficienza e sull’efficacia della gestione logistica della Grande Distribuzione Organizzata, con particolare riferimento alla gestione dei flussi di merci.

RFID acronimo dall’inglese di Radio Frequency IDentification, che in italiano si traduce con: “identificazione a radio frequenza”.

Il sistema si basa sulla lettura a distanza di informazioni contenute nel Tag RFID usando dei lettori appositi. L’antenna emette un’onda elettromagnetica che attiva il Tag in modo da leggere o scrivere informazioni su di esso. L’antenna è collegata al lettore che, opportunamente collegato ad un personal computer con il relativo software, controlla e acquisisce il flusso di dati.

Il tema dell’applicazione dell’RFID alla retail logistics è stata presa in esame, creando interesse in campo della letteratura accademica per i risvolti positivi che tale tecnologia può conferire alle imprese distributive e più nello specifico all’interno dei propri processi logistici.

Dopo aver analizzato come nasce, che cos’è e come funziona, proveremo a capire l’applicazione nei sistemi informativi aziendali di IKEA comparandone, infine, i punti di forza e quelli di debolezza rispetto all’attuale.