In termini di integrazione industria-distribuzione, l’applicazione dei Tag consente ai soggetti appartenenti ad una medesima Supply Chain di acquisire informazioni in tempo reale sul livello delle scorte e, più in generale, sui flussi fisici. La tecnologia permette di monitorare la Supply Chain e i processi logistici: pensiamo ad esempio che c’è la possibilità di rilevare la partenza del carico da un magazzino del fornitore o da un CeDi e, quindi, dell’immediata generazione di una notifica di spedizione al destinatario e della connessa fattura.
Da un punto di vista applicativo, tale tecnologia già da un decennio, ha suscitato un grande interesse da parte delle imprese della distribuzione commerciale, perché sembra essere risolutiva rispetto ad alcuni problemi tipici dei grandi retailer come per esempio l’integrazione della Supply Chain, controllo della filiera, controllo delle differenze inventariali, ecc.
Garantisce anche una maggior tracciabilità del prodotto, con riferimento della filiera, i prodotti possono essere “tracciati” lungo la catena di produzione e di distribuzione, garantendo di conoscere l’effettiva provenienza dei prodotti.
Altri vantaggi riguardano la gestione della logistica connessa ai cicli di ri- approvvigionamento del punto vendita. Non ci dimentichiamo che la MISSIONE di In-Store Logistics è quella di assicurare un alto volume di articoli disponibili e soprattutto garantire la disponibilità del prodotto nel giusto posto, nella giusta quantità e nel tempo giusto.
Se applicate a livello di singolo articolo, i Tag possono migliorare l’accuratezza dei dati di vendita, permettendo così di ovviare alla perdita del dato sulla struttura del venduto che spesso si verifica alla barriera casse. Consentendo in questo modo di avere sempre una visione chiara sulla merce realmente in stock e sulla quantità che occorre per rendere il posto vendita sempre pieno, si poterebbe avere in questo modo una razionale e corretta gestione dei parametri e del riordino.
Come è noto, un problema della GDO riguarda la perdita del prodotto che può essere ricondotto a ordini errati, furti, o inefficiente gestione dello stock. Queste perdite possono essere stimate pari ad un range che si colloca tra il 2 e il 5% dello stock.
Applicare il sistema RFID permetterebbe di tracciare, identificare i prodotti e quindi localizzare i punti laddove, si verificano le perdite. Con il posizionare i lettori RFID sugli scaffali è possibile rilevare l’inventario per reintegrare i prodotti e per mantenere le scorte sempre al livello ottimale.
Quotidianamente in negozio viene effettuato un controllo di stock che permette di avere una situazione inventariale costantemente sotto controllo. Per ottenere un buon livello di controlli a rotazione su tutto
informativo aziendale ed ordinate preventivamente dall’amministrazione merci. Alcuni controlli inventariali devono essere fatti quotidianamente, mentre altri su base settimanale.
Ogni mattina, con le liste prodotte dal sistema sia per Deposito che per Self-‐service16, l’addetto all’inventario procede al controllo fisico della merce in maniera attenta, segnando sulle liste le quantità trovate in fase di conteggio (controllare sempre attentamente che non vi siano articoli dietro gli scaffali, ordini di trasporti in fase di preparazione merce, merce non smistata ancora giacente in ricevimento merci).
Fig. 25 -‐ Schermata del menu principale del Sistema Informativo usato da IKEA
16 Quel luogo in Ikea che è situato prima delle casse, in cui i mobili sono riposti a terra
o su scaffale, nelle scatole. Qui il cliente passando può ritirare personalmente la merce di cui ha bisogno e che vuole acquistare, riporla sul carrello ed effettuare successivamente il pagamento. Per questo motivo il nome Self-service.
In aggiunta, il sistema può attivare meccanismi di abbassamento automatico dei prezzi per le merci dello scaffale quando si avvicinano periodi di offerte o sconti, evitando così che l’addetto alla vendita si occupi di questa fase per poter maggior impego in altre attività richieste dall’organizzazione.
L’IKEA si è dotata di strumenti informativi adeguati e moderni in grado di fornire agli addetti report, statistiche e liste di controllo, settimanalmente e mensilmente per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’utilizzo degli indicatori chiave di efficienza sono strumenti necessari per intraprendere eventuali azioni correttive. Dobbiamo però specificare che se i dati input inseriti a sistema risultano essere più precisi e veritieri allora di conseguenza anche i report saranno più precisi, e a sua volta le azioni correttive saranno più mirate ed efficienti.
Fig. 26 - I vantaggi dell’adozione del sistema RFID
È stato stimato per la GDO una riduzione del lavoro pari al 15%, se venisse implementata la tecnologia, questo grazie all’eliminazione della necessità di predisporre del personale per la scansione dei codici a barre sui pallet e container lungo tutta la catena logistica interna. A questo va aggiunto un contenimento delle spese del 7% dovuto alla riduzione dei furti e degli errori contabili ed amministrativi, grazie alla rilevazione dei prodotti lungo la catena logistica interna. Anche il fatturato può vedere un aumento grazie all’azzeramento dei rischi di rotture di stock di una percentuale pari al 3%- 4%. Benefici Tangibili Costi Qualità interna Produttività Ricavi
Volumi Soddisfazione cliente
Lead Time Qualità esterna Intangibili Immagine Qualità quantità tempestività dati Flessibilità Capacità pianificazione controllo Soddisfazione
Vantaggi ottenuti mediante la tecnologia RFID
Tendenze e azioni
Tracciabilità e controllo della filiera
Controllo e integrazione della Supply Chain
Il first mover è la ricerca del vantaggio competitivo
Viene mostrata una sempre maggiore attenzione verso la tracciabilità sia per motivi normativi che per motivi di marketing e immagine aziendale
Le imprese di GDO o industriali sono orientate verso la
semplificazione dei processi e verso una sempre maggiore velocizzazione delle operazioni. I codici a barre risultano alquanto obsoleti perché non portano valore aggiunto dovendo essere letti uno ad uno rispetto ad un RFID che invece legge
massivamente prodotti anche nelle scatole o sovrapposti
Chi adotterà per primo questa pratica otterrà dei vantaggi
competitivi, che porteranno anche gli altri a seguire questo stesso percorso.
Maggiori requisiti normativi
Aumento della complessità della Supply Chain
Integrazione con i nuovi strumenti
Gestione dei processi dell’intera Supply Chain
Costante monitoraggio delle vendite
L’aumento dei requisiti normativi, stimola l’uso della tecnologia RFID nella GDO, perché ha il vantaggio di essere bidirezionale, per cui gli aggiornamenti ai dati possono essere centralizzati secondo procedure rigorosamente certificate.
In futuro, la crescente complessità della Supply Chain richiederà soluzioni più efficienti rispetto a quelle che i codici a barre sono in grado di offrire.
L’RFID si potrà integrare con smartphone e sistemi di pagamento mobili.
Il retailer hanno l’esigenza di ottenere questi benefici: aumento dell’accuratezza dei processi, gestione delle scorte, efficienza nelle operazioni di inventario, picking, spedizioni nel CeDi.
La mancanza di un determinato prodotto a scaffale nel momento in
Gestione e controllo degli assets logistici (pallets, conteiner, casse…).
Tracciabilità dei prodotti dalla produzione alla consegna presso il punto vendita.
Anticontraffazione e antitaccheggio.
cui il cliente lo vuole acquistare che comporta annualmente
perdite di miliardi di euro a danno degli attori coinvolti.
La tendenza è quella di tracciare gli assets logistici anche per monitorare l’intero flusso di trasporto e promuovere l’interscambio degli stessi.
La tendenza è quella di tracciare i prodotti a livello individuale con un aggiornamento dei dati in tempo reale.
Sempre un maggior interesse viene mostrato nei confronti dell’anticontraffazione che annualmente cause mancate revenue per miliardi di euro.
Fig. 27 - I vantaggi di applicare la tecnologia RFID e le tendenze nel retailing
Ad oggi il costo è calato, grazie ad imprese produttrici specializzate che investono in una costante ricerca funzionale al miglioramento della tecnologia e nella produzione di massa e dei Tag. Un vincolo di non poco conto è costituito dal problema della definizione degli standard. Per
utilizzare la tecnologia RFID nella filiera produttiva-distributiva occorre, infatti, un sistema standardizzato per identificare univocamente prodotti lungo la catena di distribuzione.
Un altro problema riguarda la tutela della privacy dei consumatori: si teme che applicare la tecnologia incentivi il retailer ad ottenere informazioni sui consumatori per monitorare i consumi.
In ogni caso, l’interesse nei confronti dell’applicazione RFID da parte del sistema industria e distribuzione appare elevato. Almeno i 2/3 dei maggiori distributori e produttori sostengono che questa tecnologia possa portare alti benefici in termini di efficienza e velocità nelle operazioni di magazzinaggio attraverso la Supply Chain e di miglioramento delle previsioni. L’applicazione sui singoli prodotti è limitata però a beni di un certo valore, la tecnologia dunque, verrebbe applicata sui pallet o sulle confezioni multiple.
Conclusione
La spinta, il primo impulso ad affrontare questo lavoro, su un tema così complesso e in qualche modo, ostico per chi come me non ha una formazione specifica in materia di fisica e tecnologie ad essa connesse, è stata determinata dalla percezione chiara che qualcosa nella logistica in entrata e nel processo di check out dei prodotti in IKEA avrebbe potuto essere migliorato.
Il sistema di lettura del barcode, inventato negli anni settanta, mostra ai nostri giorni molti limiti e non pochi svantaggi. Primo tra tutti la necessità di scansionare il codice a barre sulla confezione di ogni singolo prodotto sia da parte dell’azienda, al fine di tenere il passo con gli inventari, sia da parte del cliente al momento del pagamento alla cassa, con un notevole dispendio di tempo inutile e anzi dannoso. Altro limite, il codice a barre è una tecnologia di sola lettura, il che significa che con esso non è possibile inviare alcuna informazione.
La conferma a questo mio dubbio la ebbi leggendo un articolo del settembre 2007 uscito su “Tendenze on line, il magazine di GS1 Italy” in cui Jan Stahl, business developer presso la Supply Chain Developement Ikea in Svezia, in occasione della inaugurazione della tecnologia GS1 nei magazzini IKEA di Almuhult e Torsvik, annunciava che il passo successivo sarebbe stato l’adozione di questo sistema per tutti i punti vendita Ikea e sosteneva altresì che la multinazionale stava valutando le potenzialità e i vantaggi dell’adozione della tecnologia RFID di cui il sistema GS1 rappresentava il primo passo.
Quindi già dieci anni fa i vertici Ikea prospettavano una evoluzione della Supply Chain attraverso l’applicazione di una tecnologia più efficace ed
efficiente: la tecnologia RFID, appunto, acronimo di cui al momento non conoscevo se non vagamente, il senso.
Da lì la mia curiosità di approfondire l’argomento cercando di prospettarne l’utilizzo pratico e quotidiano e capire nel contempo quali potessero essere i motivi che ne avevano ostacolato o comunque rallentato l’applicazione, vista la capacità di lungimiranza dimostrata nel tempo dal colosso multinazionale IKEA.
Sono partita perciò facendo uno studio, quasi un tour a ritroso nelle mie conoscenze, approfondendole, su ciò che significa Sistema Informativo, che da sempre è considerato il vero “sistema nervoso” di una azienda per cui ogni innovazione, ogni nuova tecnologia o strumento adottati devono necessariamente tenerne di conto per implementarne l’efficacia e l’efficienza.
Subito dopo ho affrontato uno studio sul “fenomeno” Ikea. La storia di un boom economico senza uguali, grazie all’intuizione di un uomo davvero geniale e lungimirante, per capire e conoscere meglio le ragioni del successo e del mantenimento e sviluppo dello stesso in 60 anni di storia.
Infine ho affrontato il tema centrale del mio elaborato: l’analisi della tecnologia RFID dalla storia dei suoi inizi ai giorni nostri, sia nei suoi aspetti teorici che in quelli del suo impiego pratico applicato ai più svariati ambiti.
L’interesse, devo confessare, è cresciuto con la conoscenza della materia. Quello che ne è scaturito è la consapevolezza che grazie alle tecnologie RFID, si sono aperti nuovi scenari di vita futuri e se fino ad ora in questa tesi si è parlato della loro applicazione in ambito di logistica aziendale, in
realtà dallo studio emerge che le applicazioni che trarranno vantaggio dall’uso della tecnologia RFID, hanno come unico limite la fantasia.
Basti pensare alla loro applicazione in ambito domestico: i principali elettrodomestici, come Tv, Hi-fi, DVD, decoder, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, ecc., potranno avere un’intelligenza e saranno collegati in un'unica rete wireless al proprio personal computer, che a sua volta è collegato alla rete Internet. Elettrodomestici che montando lettori RFID, in futuro potranno riconoscere i prodotti al loro interno e impostare gli opportuni programmi o avvertire di eventuali scadenze di validità.
Gli scaffali intelligenti della cucina potranno gestire date di scadenza e riordini di prodotti via Internet, non facendo mai mancare nulla, eventualmente suggerendo le ricette possibili, tra quelle preferite, sulla base degli alimenti presenti al loro interno.
Le etichette RFID risolveranno uno dei problemi più snervanti della società moderna: le code alla cassa dei supermercati per seguire quindi il prodotto fino a che esso diventi un rifiuto e continuare a seguirlo come tale con considerevoli utili e facilmente immaginabili conseguenze.
Tuttavia tale processo richiederà ancora del tempo, visto i problemi ancora non risolti, come la standardizzazione, il prezzo e anche la sicurezza.
La strada è stata comunque segnata, grazie soprattutto alla ricerca su sviluppo e innovazione ed al lavoro di tante aziende (sia fornitrici che utenti) che in modo pionieristico stanno puntando a migliorare l’intera catena dei processi aziendali con l’introduzione delle nuove tecnologie RFID. Se è evidente che i cicli produttivi e distributivi saranno presto del tutto automatizzati e interconnessi, è altrettanto evidente che sarà l’RFID
la principale tecnologia nel prossimo futuro per l’identificazione degli oggetti e la gestione della “Supply Chain”.
Cosa possiamo fare, dunque, affinché la Supply Chain si adegui a questa quarta rivoluzione industriale e non ne sia travolta?
L’attuale complessità delle filiere e del mercato logistico richiedono una sempre più efficiente rete che occorre sia pianificata, programmata, monitorata e controllata in tempo reale, in grado di far fronte alle sollecitazioni scaturenti dal processo di internazionalizzazione dell’economia e di diffusione globale delle attività.
Da qui è evidente che lo sviluppo e la competitività del sistema economico sono vincolati a due dati fondamentali: imprese e territori non possono prescindere dall’efficienza dei trasporti e della logistica; efficienza dei servizi di trasporti e logistica non possono prescindere dallo stato del sistema infrastrutturale e tecnologico-informativo. Anche in questa visione si conferma il legame tra investimenti in tecnologia, know how informatico ed infrastrutturale di trasporto.
Per di più, in un’economia basata sulla conoscenza sono richieste particolari forme di integrazione che superano la competizione e la differenziazione, in quanto il valore aggiunto non sta più nell’avere le informazioni, ma nella capacità di condividerle (knowledge sharing).
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Internet, in particolare, diventa uno strumento di cooperazione eccezionale e dovrebbe essere in grado di supportare il cambiamento di aziende e territori verso l’integrazione logistica, trasportistica ed economica, allo scopo di rispondere in modo agile, flessibile, rapido ed eco-sostenibile alle esigenze del mercato globale.
Se la tecnologia RFID non ha ancora avuto applicazioni concrete nelle aziende, questo non significa che altre tecnologie non si stiano affermando sul mercato evolvendo e cercando di superare quelli che sono stati gli ostacoli riscontrati ad oggi.
Da alcuni anni, ad esempio, abbiamo iniziato a sentire parlare di NFC (Near Field Communication), ed è come se magicamente l'RFID si fosse trasformato in qualcosa di più veloce, moderno e sicuro, soprattutto per alcune applicazioni. Importanti brand produttori di smartphone hanno subito compreso l'importanza di questa nuova tecnologia e hanno cavalcato l'onda inserendola a bordo dei telefonini.
Near Fiel Communication, in italiano significa
letteralmente "Comunicazione di prossimità", è una tecnologia che fornisce connettività wireless (senza fili) bidirezionale a corto raggio (fino a un massimo di 10 cm). Contrariamente ai dispositivi RFID l'NFC consente una comunicazione bidirezionale: quando due apparecchi NFC (lo initiator e il target) vengono accostati entro un raggio di 4cm, viene creata una rete peer-to-peer tra i due ed entrambi possono inviare e ricevere informazioni.
È stata sviluppata congiuntamente da Philips, LG, Sony e Nokia.
Per quel che riguarda il colosso IKEA, considerato che il suo successo nel mondo sia sempre stato legato ad una visione del futuro concreta e realizzabile, si ritiene auspicabile che i successori di Ingvar Kamprad, sapranno sfruttare questa tecnologia come soluzione logistica di identificazione per il magazzino, in sostituzione del codice a barre, non appena saranno superati gli attuali ostacoli che determinano la resistenza dell’azienda alla loro applicazione al fine di ricavarne i molti vantaggi enunciati in questa tesi.
Permettetemi una considerazione finale: il consumatore di oggi cerca prodotti ma anche stimoli e suggestioni capaci di portare emozioni che vanno ben oltre il possesso di un bene. Oggi il consumatore è multicanale, il che significa che egli utilizza più percorsi di acquisto per arrivare a ciò che desidera. Si reca nel negozio fisico ma si informa anche sul web, nei blog, chiede consigli o legge considerazioni di amici e conoscenti sui Social.
Adeguare l’approccio al cliente sfruttando a pieno le nuove tecnologie sarà il percorso obbligato per ottenere e mantenere il successo in futuro.
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Ringraziamenti
Voglio per prima cosa ringraziare il Professor Stefano Sartini per aver acconsentito a ricoprire il ruolo di relatore del mio progetto di tesi, indicandomi la direzione da seguire, e supportandomi durante tutto il lavoro, con serietà e professionalità.
Il ringraziamento più caloroso va sicuramente a mia madre che con il suo sostegno pratico, oltre che morale, ha contribuito alla realizzazione e alla stesura del mio progetto di tesi, la sua capacità di entrare a fondo negli argomenti trattati mi ha permesso di avere sempre il quadro completo del lavoro in corso d’opera, in più, il costante scambio di opinioni mi ha fatto realmente interessare all’argomento e ciò mi ha permesso di sviluppare nel dettaglio gli argomenti toccati.
Un grazie di cuore al mio fidanzato e futuro marito Michael, il suo calore e sostegno mi ha permesso di superare anche i giorni più difficili, quelli in cui non vedi la fine del percorso iniziato.
Ringrazio la mia famiglia al completo: chi mi ha spronato nei momenti di confusione, (momenti in cui non ero poi tanto sicura di riuscire a concludere gli studi), chi ha festeggiato con me nei momenti di gioia dovuti ai piccoli traguardi raggiunti, chi mi ha dato il buon esempio con il superamento della magistrale.
Voglio ringraziare IKEA di Pisa che mi ha permesso di studiare pur essendo lavoratrice, e mi ha ispirato per la scelta dell’argomento della tesi.
Infine Ringrazio Dario, il mio piccolo di un anno e pochi mesi, che mi ha dato la forza di puntare in alto.
Voglio condividere la gioia data da questo mio grande traguardo per