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Il tempo per le attività fisiche e i comportamenti sedentari

Nel documento I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA 2 (pagine 137-141)

Le dimensioni del benessere legate ai tempi di vita

5. VITA QUOTIDIANA E SALUTE: SONNO, SPOSTAMENTI E ATTIVITÀ SEDENTARIE 1

5.4 Il tempo per le attività fisiche e i comportamenti sedentari

Attività fisica e sedentarietà sono due concetti opposti, ma strettamente legati alla qua-lità della vita e al benessere. Gli stili di vita più sani, dove le persone effettuano più attività fisica e meno attività sedentarie, sono associati non solo ai migliori risultati di salute gene-rale, ma anche a livelli più elevati di fiducia in se stessi e di benessere (Van Domelen et al., 2011; Tudor-Locke et al., 2009).

Secondi diversi studi, infatti, una regolare attività fisica, anche moderata, contribuisce a migliorare la qualità della vita in quanto è associata positivamente sia allo stato di salute sia al grado di soddisfazione degli interessi personali e allo sviluppo delle potenzialità e dei rapporti sociali e aiuta a prevenire e ad alleviare molte patologie croniche (Sallis et al.,1999).

Essendo quindi l’attività fisica un elemento fondamentale per la prevenzione e per la terapia di molte malattie è necessario incentivarla, ed è per questo che l’Oms ha emanato le nuove Linee guida per l’attività fisica 2016-2020, promuovendo la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari attraverso l’adozione di stili di vita salutari, definendo i livelli di attività fisica raccomandati per la salute.

1,41 1,54 1,41 1,54 0,0 0,4 0,8 1,2 1,6

Trasporto passivo Trasporto attivo

Punteggio benessere Trasporto pubblico Auto Media generale Media spostamenti

Figura 5.21 - Giudizio sulla piacevolezza (a) espresso dalla popolazione di 15 anni e più per tipo di spostamento - Anni 2013-2014 (punteggio medio)

Fonte: Indagine Uso del tempo

Mentre l’attività fisica è già da tempo una priorità di salute pubblica ampiamente osser-vata negli ultimi decenni, il comportamento sedentario per lungo tempo è stato visto come la mancanza di attività fisica. Solo recenti studi lo hanno considerato un importante fattore di rischio per lo sviluppo di una serie di malattie croniche, indipendentemente dall’attività fisica: la sedentarietà, rappresenta una delle principali cause di malattie molto diffuse come l’obesità, il diabete, le patologie cardiovascolari8 e i tumori. In questa parte del capitolo si analizzeranno le attività fisiche e i comportamenti sedentari in un primo momento se-paratamente, osservando comportamenti specifici quali, da un lato, la pratica sportiva e le passeggiate e dall’altro il tempo sedentario passato davanti ad uno schermo, per poi utilizzare i dati di uso del tempo per stimare l’intensità delle attività fisiche agganciando le attività svolte agli equivalenti metabolici (Met) corrispondenti, catalogati nel Compendio delle attività fisiche (Ainsworth et al., 2000.)

I dati dell’indagine Uso del tempo sono preziosi perché consentono di allargare il campo di osservazione esaminando non solo le pratiche giornaliere legate allo sport e alle passeg-giate, rilevate anche in altre indagini, ma anche, ad esempio, agli spostamenti a piedi o in bi-cicletta, al portare a spasso il cane, alle attività domestiche, che richiedono ugualmente uno sforzo fisico, così come, per quanto riguarda i comportamenti sedentari, consentono di non fermarsi solo ad attività come guardare la tv o navigare in internet, ma anche studiare, ascol-tare la radio, spostarsi su di un autobus. Tutto ciò permette di misurare il tempo che ogni giorno gli italiani spendono nelle varie attività graduandone l’intensità dello sforzo fisico.

Per concludere si analizzano i vari tempi prima considerati separatamente (sonno, comportamento sedentario, attività a leggera intensità e attività di moderata-vigorosa in-tensità) come proporzioni di un tutto, in questo caso delle 24 ore che compongono un giorno medio, sfruttando la natura compositiva dei dati sull’uso del tempo: la quantità di tempo speso in un comportamento è significativa solo alla luce del tempo trascorso negli altri comportamenti e non da sola, seguendo per la prima volta l’emergente filone di ricerca dell’epidemiologia dell’Uso del tempo (Pedišić et al., 2017).

5.4.1 Il tempo per le attività fisiche

L’Oms definisce attività fisica qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli sche-letrici che richiede un dispendio energetico9 e ha inoltre pubblicato delle linee guida in cui definisce i livelli di attività fisica raccomandata per la salute per tre classi di età (Tavola 5.4).

8 Linee guida europee 2016 sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica, dove si afferma che uno stile di vita sedentario rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per malattie cardio vascolari, indipendentemente dal praticare o meno attività fisica.

9 Ministero della Salute. Informativa Oms: attività fisica, (Informativa n. 384) 2014.

Tavola 5.4 - Livelli di attività fisica raccomandata dall’Oms per classe di età (a)

Classe di età Esercizio fisico raccomandato

5 – 17 anni Almeno 60 minuti al giorno di attività moderata–vigorosa.

18 - 64 anni Almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa.

65 anni e più Come la classe 18-64, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio, per prevenire le cadute.

Fonte: Global Recommendations on Physical Activity for Health, 2010

(a) Chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni deve fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni. In tutte le età, i livelli raccomandati vanno intesi come un limite minimo: chi riesce a superarli ottiene ulteriori benefici per la propria salute.

Analizzando i dati nel contesto europeo in Italia si registra un livello abbastanza alto di attività fisica giornaliera praticata nel tempo libero (Figura 5.22). L’Italia con 33’ al giorno dedicati a sport e/o passeggiate è, infatti, al quinto posto della graduatoria, pari merito con l’Austria, dopo Spagna (45’), Finlandia e Lussemburgo (35’). Spagna e Italia sono i paesi europei in cui l’esercizio fisico è svolto maggiormente attraverso la pratica delle passeggia-te, quindi a carattere non agonistico e all’aperto. La differenza tra i due paesi mediterranei è dovuta esclusivamente al maggior tempo dedicato a questa attività sul suolo spagnolo (+11’ rispetto all’Italia). Limitandosi, invece, ad esaminare il tempo dedicato alla pratica sportiva è la Finlandia il paese con la popolazione più attiva: 22’ al giorno equivalgono, in-fatti, a oltre due ore e mezza a settimana di attività sportiva pro capite per il complesso della popolazione di 15 anni e più, livello che risponde in pieno alle raccomandazioni dell’Oms per il complesso della popolazione adulta. Germania, Lussemburgo e Norvegia seguono con 19’, seguite dall’Austria con 18’ al giorno dedicati allo sport, collocandoli molto vicini al traguardo finlandese, mentre in Italia la pratica sportiva è meno diffusa so-prattutto nella popolazione adulta (Istat, 2017).

Se oltre alle attività sportive e alle passeggiate fatte nel tempo libero si considera anche il trasporto attivo, cioè gli spostamenti effettuati durante la giornata a piedi o in bicicletta, così come raccomandato nelle linee guida Unece seguite nel presente volume, il tempo dedicato all’attività fisica dalla popolazione di 15 anni e più residente in Italia sale fino a 53’e la quota di persone che svolgono attività fisica raddoppia arrivando a 64,1 per cento (Figura 5.23).

Anche seguendo tale definizione più ampia di popolazione attiva, le caratteristiche che hanno un impatto positivo sui tempi dedicati all’esercizio fisico restano le stesse indivi-duate negli studi sulla pratica sportiva: sono più gli uomini a dedicare tempo all’esercizio fisico (58’ contro i 47’ delle donne) e i giovani tra i 15 e i 24 anni (1h10’), aumentano però

0:33 0:13 0:16 0:15 0:22 0:12 0:09 0:14 0:140:14 0:140:14 0:14 0:15 0:18 0:14 0:07 0:09 0:06 0:060:06 0:06 0:08 0:12 0:22 0:19 0:18 0:11 0:19 0:19 0:14 0:13 0:10 0:07 0:10 0:16 0:13 0:13 0:06 0:03 0:00 0:07 0:14 0:21 0:28 0:36 0:43 0:50 Passeggiate Sport

Figura 5.22 - Tempo trascorso facendo sport e passeggiate nel tempo libero dalla popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei - vari anni (a) (media generica in ore e minuti)

Fonte: Eurostat, database e Istat, Indagine Uso del tempo 2013-2014

(a) L’edizione 2010 delle Indagini armonizzate europee raccoglie dati riferiti ai seguenti anni di riferimento: 2009-2010: Estonia, Spagna, Francia, Ungheria, Finlandia; 2010-2011: Romania, Norvegia e Serbia; 2011-2012: Paesi Bassi, Grecia; 2012-2013: Belgio, Germania, Polonia; 2014-2015: Regno Unito, Lussemburgo. Per l’Italia nel database Eurostat sono presenti i dati dell’edizione 2008-2009, qui aggiornati con i dati dell’ultima edizione 2013-2014.

le persone attive al di sopra dei 65 anni, che dedicano più tempo della media alle passeg-giate (circa mezz’ora al giorno) e agli spostamenti attivi. Le categorie di persone meno attive sono invece quelle degli occupati e delle casalinghe (44’), tra le quali rispettivamente il 41,3 e il 39,9 per cento durante un giorno medio non svolge nessuna delle attività con-siderate: non fa sport, non esce per una passeggiata e non compie alcuno spostamento a piedi o in bicicletta.

Passeggiate Sport Spostamento attivo

Figura 5.23 - Tempo trascorso facendo sport, passeggiate e spostamenti attivi dalla popolazione di 15 anni e più - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti, composizione percentuale)

Fonte: Indagine Uso del tempo

00: 58 00: 47 01: 10 00: 47 00: 49 00: 56 00: 44 01: 05 00: 44 01: 12 01: 02 01: 06 0:00 0:30 1:00 1:30

Figura 5.24 - Tempo trascorso facendo sport, passeggiate e spostamenti attivi dalla popolazione di 15 anni e più per principali caratteristiche individuali - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti)

Analizzando l’associazione tra le risposte ai quesiti sulla soddisfazione per la propria vita e sulla percezione di stress e la pratica di una qualche attività fisica si osserva come fare attività influenzi direttamente la soddisfazione personale soprattutto tra gli anziani attivi: le persone di 65 anni e più aumentano di 7 punti percentuali la soddisfazione per la propria esistenza (38,2 per cento) rispetto ai loro coetanei non attivi (31,2 per cento). Essere attivi aiuta anche a sentirsi meno stressati: a sentirsi stressati “sempre” sono il 7,2 degli inattivi contro il 5,0 degli attivi e “spesso” il 18,5 degli inattivi contro il 15,2 per cento degli attivi.

Nel documento I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA 2 (pagine 137-141)