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La trasmissione dei ruoli di genere dai genitori ai figli

Nel documento I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA 2 (pagine 55-58)

QUANTO VALE PRENDERSI CURA DEGLI ALTRI?

2. IL DIFFICILE CAMMINO VERSO LA PARITÀ DI GENERE NEI TEMPI DI LAVORO 1

2.5 La trasmissione dei ruoli di genere dai genitori ai figli

In più occasioni si è accennato alla scarsa partecipazione dei figli alle attività di lavoro familiare, il contributo dei figli, infatti, va da un minimo di 53’ per quelli che vivono con entrambi i genitori, a 1h20’ per quelli che vivono con un solo genitore (Figura 2.19).

La trasmissione intergenerazionale dei ruoli di genere è uno dei fattori più importanti da considerare per delineare le prospettive future di cambiamento. Analizzando sia i tempi che i tassi di partecipazione dei bambini più piccoli emerge come i lavoretti domestici (mettere a posto i propri giochi, apparecchiare o sparecchiare la tavola, ecc.) siano svolti indifferen-temente da bambine e bambini. A partire dagli 11 anni di età, al contrario, i comportamenti dei ragazzi si differenziano nettamente da quelli delle ragazze con circa un quarto d’ora in più al giorno di lavoro domestico per le ragazze e ben 19 punti percentuali di differenza

2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 3:303:303:303:30 2:13 5:135:135:135:13 2:04 6:116:116:116:11 0:530:53 2:34 4:484:484:484:48 1:201:20 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34 2:05 2:13 2:04 2:34

Persone sole Coppie senza figli Coppie con figli Genitori soli Lui Lei Figli

Figura 2.19 - Tempo dedicato al lavoro familiare dalle persone di 15 anni e più per ruolo in famiglia - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti)

tra le quote di partecipanti alle attività (Figura 2.20). Far parte di un nucleo con entrambi i genitori rende più partecipi alle attività domestiche i bambini fino a 13 anni, plausibilmente quelli che le svolgono ancora più come gioco che per effettiva necessità, mentre a partire dai 14 anni i figli di genitori soli5 si trovano investiti di maggiore responsabilità nello svolgi-mento di compiti familiari; per questi ragazzi si riduce anche la differenza di genere rispetto ai figli che vivono con entrambi i genitori: tra 14 e 18 anni il 53,6 per cento dei figli maschi di genitori soli svolge una qualche attività di lavoro familiare contro il 35,4 per cento dei coetanei figli di genitori in coppia, inoltre la differenza di genere nei tassi di partecipazione nel primo caso è di 11,7 punti percentuali contro i 21,7 che separano le figlie dai figli di genitori in coppia; tendenze che si confermano anche tra i figli maggiorenni.

Tra le caratteristiche che influiscono maggiormente sui comportamenti dei figli riguardo i lavori domestici, sia per la quantità di tempo che vi dedicano sia per le differenze di gene-re, troviamo il titolo di studio della madre; all’aumentare del livello di istruzione delle madri diminuiscono i tassi di partecipazione delle ragazze e aumentano quelli dei ragazzi, inoltre si riducono sensibilmente i tempi che vi dedicano le figlie femmine (Figura 2.21). Queste dina-miche testimoniano che nella trasmissione generazionale delle differenze di genere un ruolo importante è svolto dalla dimensione culturale, come si vedrà nel successivo paragrafo.

Ma come avviene la trasmissione dei ruoli di genere nelle diverse tipologie di coppie che abbiamo esaminato nel capitolo? È la stessa cosa crescere in una famiglia in cui la madre lavo-ra rispetto a una in cui la madre si occupa esclusivamente della culavo-ra della casa e della famiglia? Sarebbe interessante sapere quanto si chiede di fare ai figli maschi rispetto alle figlie femmine e quanto si riesce a ottenere da ciascuno, quindi distinguere le differenze nelle aspettative dei genitori e differenze nelle risposte dei figli. Purtroppo quello che è possibile analizzare con i dati a disposizione è solo il risultato finale, ovvero che il contributo dei figli non differisce molto

5 Per i figli di genitori soli si riportano i dati a partire dai 6 anni, poiché al di sotto di tale età le numerosità campionarie sono troppo esigue per fornire stime attendibili.

0:14 0:19 0:20 0:18 0:41 0:13 0:10 0:26 1:00 0:12 0:22 0:35 0:40 1:32 0:13 0:23 0:56 2:06 3-5 6-10 11-13 14-18 19 e più 6-10 11-13 14-18 19 epiù Coppie con figli Genitori soli

Durata media 28,3 35,1 42,3 35,4 43,5 28,5 31,0 53,6 59,4 22,4 43,0 61,3 57,1 74,1 29,4 50,8 65,3 80,4 3-5 6-10 11-13 14-18 19 e più 6-10 11-13 14-18 19 epiù Coppie con figli Genitori soli

Tassi di partecipazione

Maschi Femmine

Figura 2.20 - Lavoro familiare dei figli per sesso, classe di età e tipo di nucleo di appartenenza - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti e frequenza di partecipazione in percentuale)

tra le varie tipologie di coppia esaminate, le quali pertanto risultano essere poco influenti sia sulla quantità di tempo speso dai ragazzi in attività di lavoro domestico sia sull’andamento del-le differenze di genere (Figura 2.22). Quel che è visibidel-le soprattutto dai tassi di partecipazione è che più la madre è impegnata nel lavoro retribuito più i figli, sia maschi sia femmine, vengono coinvolti nelle attività di lavoro domestico sia in termini di partecipazione che di tempo che vi dedicano, fanno eccezione le figlie femmine di madri casalinghe, che nonostante abbiano una madre sempre presente in casa dedicano più tempo a tali attività, suggerendo ancora una volta l’importanza dell’aspettativa sociale nella trasmissione dei ruoli di genere.

L’analisi in serie storica dei dati riguardanti la partecipazione dei figli alle attività dome-stiche mostra come le differenze di genere in questi ultimi 11 anni si siano ridotte (con un divario di genere passato da 40’ a 24’ tra i figli di genitori in coppia e da 1h10’ a 38’ per i figli di genitori soli), ma prevalentemente grazie ad un livellamento verso il basso del

con-0:28 0:45 0:19 0:43 0:26 0:49 0:35 0:54

Dual earner Male breadwinner/ female part time

earner Male breadwinner/ female caregivers Female breadwinner Durata media 42,4 59,7 39,0 53,4 35,7 54,6 45,8 65,7

Dual earner Male breadwinner/ female part time earner Male breadwinner/ female caregivers Female breadwinner Tassi di partecipazione Maschi Femmine

Figura 2.22 - Lavoro familiare dei figli di per sesso, classe di età e tipologia di coppia - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti e frequenza di partecipazione in percentuale)

Fonte: Indagine Uso del tempo

0:24 0:34 0:25 0:46 0:31 1:04

Laurea Diploma superiore Diploma inferiore Laurea Diploma superiore Diploma inferiore

Titolo di studio della madre

Durata media

Maschi Femmine

41,4 50,8 39,8 57,1 37,1 59,8

Laurea Diploma superiore Diploma inferiore Laurea Diploma superiore Diploma inferiore

Titolo di studio della madre

Tassi di partecipazione

Figura 2.21 - Lavoro familiare dei figli di per sesso, classe di età e tipologia di coppia - Anni 2013-2014 (durata media generica in ore e minuti e frequenza di partecipazione in percentuale)

tributo dato dalle figlie femmine ai lavori domestici (Figura 2.23). Solo negli ultimi cinque anni, infatti, è visibile un aumento minimo nella partecipazione dei figli maschi: quelli che vivono con entrambi i genitori hanno aumentato di 5’ al giorno il tempo che vi dedicano e sono cresciuti poco più di due punti percentuali come tasso di partecipazione, per quelli che vivono con un solo genitore.

In sostanza, dunque, la divisione dei ruoli tra i genitori tende a riproporsi quando si considerano i figli e questo non lascia prevedere a breve termine mutamenti di grossa por-tata. Qualche cenno di cambiamento si intravede con riferimento ai figli nelle coppie in cui la donna lavora, che risiedono nel regioni del Nord, e in quelle in cui i partner hanno un tito-lo di istruzione elevato. Cioè nelle medesime tipotito-logie di coppia in cui i carichi di lavoro tra i partner sono meglio distribuiti e dunque i genitori propongono modelli di ruoli improntati ad una maggiore condivisione e in cui, come vedremo nel prossimo paragrafo, sono meno forti gli stereotipi sui ruoli di genere.

Nel documento I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA 2 (pagine 55-58)