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di Augusto Robiati

Esaminando gli eventi della storia, osserviamo che l’evoluzione e il progresso sono in funzione delle ideologie, quando queste esprimono valori trainanti, aventi cioè la capacità di fare emergere e utilizzare le potenzialità positive umane. Da alcune parti si fa osservare che la causa di fondo della persistente crisi del nostro tempo dipende in gran parte dalla inesistenza di ideologie di questo tipo. Volendo dare un rapido sguardo al passato possiamo evidenziare quali sono stati i valori trainanti.

Nel periodo precristiano è stato il concetto della ricerca a trascinare, nella

sua scia, le potenzialità umane; Socrate evidenziò l’importanza di questo valore affermando - come è noto - che chi non cerca non è degno di vivere. Platone con il mito della Caverna indicò nella capacità di liberarsi dalle catene dei pregiudizi e delle tradizioni la più nobile delle virtù. Con l’avvento di Cristo la ricerca fu soppiantata dalla accettazione del Suo Messaggio spirituale che, fino a quando non è stato sommerso nel dogmatismo e soffocato dalle tradizioni, ha liberato dal suo seno energie creative di civiltà. Siamo poi usciti dal Medioevo attraverso i nuovi valori espressi dal Rinascimento e

dall’Illuminismo facenti leva sulla ragione e sull’intelletto. Kant diede una sterzata liberatrice quando cercò di fare comprendere, però con poco successo, che sottraendo la ragione alla religione si cade nel fanatismo e si nega la libertà. Con la rivoluzione scieintifico-industriale del secolo scorso la scienza prese il sopravvento e sembrò essere la forza principale capace di risolvere ogni problema umano, ma le due successive guerre mondiali dimostravano che senza un‘etica spirituale la scienza da sola era ben poca cosa e poteva divenire strumento di distruzione, così come è stato ed è tutt‘ora. Siamo così giunti al nostro tempo dove tutti i valori citati sembrano confinati nei soli libri di filosofia e aver perso ogni capacità trainante. E la crisi è generale e progressiva.

Quali sono allora in questo momento le forze esistenti sulle quali possiamo fare leva per aiutare l’umanità a frenare la sua corsa verso l’autodistruzione?

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A mio parere queste forze possono raggrupparsi in due grandi sistemi, che per la loro analisi dell’uomo e della società e per le terapie che offrono possono considerarsi due estremi. Da una parte abbiamo le grandi religioni del mondo come: Induismo, Buddismo, Zoroastrismo, Ebraismo,

Cristianesimo, Islamismo e dall’altra tutte quelle forze teoriche e pratiche che direttamente o indirettamente hanno come base la filosofia di Marx.

Il concetto basilare su cui si base l’azione del primo gruppo è che se vogliamo cambiare la società dobbiamo agire sull’uomo, offrendogli degli insegnamenti atti a « salvarci ». I « salvati » dovrebbero permeare con i loro valori la società. Il secondo gruppo afferma che, poiché è la società che forma la coscienza dell’uomo e non viceversa, dobbiamo agire in primo luogo sulla società per liberarla dall’oppressione, dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dal lavoro alienante e da convinzioni religiose retrograde considerate « oppio dei popoli ». Nessuna delle due è riuscita nel suo intento e vediamo il perché:

1°) Le religioni, anche se hanno come seguaci una buona parte dell’umanità, sono appesantite da fattori negativi che impediscono loro di esprimere valori trainanti, come i fatti confermano. Vediamo

sinteticamente questi elementi:

a) L’esclusivismo della verità. Questa presunzione ha posto le religioni le une contro le altre, e la ha spinte a combattersi; ben altra messe avrebbero raccolto e ben altra fiducia avrebbero avuto da parte degli uomini se si fossero rese conto della loro comune origine divina.

b) La loro divisione in centinaia di sette, ciascuna delle quali proclama di essere l’unica erede del Messaggio originale e svolge un‘azione accanita e stancante di proselitismo; ciò crea, inevitabilmente, un senso generale di sfiducia verso lo stesso concetto di religione.

c) Le loro strutture dogmatico-dottrinali che non sono in armonia con le odierne capacità mentali dell’uomo del nostro tempo e con le conquiste della scienza; come conseguenza dilagano scetticismo e ateismo.

d) L’incapacità delle persone salvate di influenzare con i loro valori l’ambiente sociale, dove corruzione, ingiustizia e criminalità dominano incontrastate e alle quali solo l’eroe spirituale può opporsi.

e) Fondamentalismo e radicalismo. Alcuni gruppi, ritenendo responsabili della incapacità da parte della loro religione di permeare la società le modifiche apportate e le tradizioni, ritengono si debba ritornare all’origine. Assumono però in questa loro posizione atteggiamenti radicali spingendosi alla lotta contro tutti quelli che non pensano come loro e ritenendoli eretici. Ne abbiamo un lampante esempio nel radicalismo islamico, della cui pericolosità tutti sono coscienti; il che discredita logicamente la religione.

2°) Il Marxismo, pur nella logica di alcune sue promesse ed analisi, ha perso contatto con la realtà e mostra evidenti sintomi di crisi. Osserviamo infatti che nei Paesi ove vige il socialismo reale

l’accentramento nelle mani dello Stato delle proprietà e dei mezzi di produzione ha determinato gravissime crisi economiche, e le masse lavoratrici invece di ottenere una loro liberazione sono rimaste schiacciate dall’inevitabile macchina dittatoriale e burocratica.

Come conseguenza della incapacità da parte dei due sistemi di offrire guida e sicurezza alle masse si crea un pericoloso senso di sfiducia, e il futuro appare pieno di incognite e oscuro. Di fronte a questo vuoto appare e si sta facendo sempre più conoscere e apprezzare una nuova terapia, quella espressa dalla Fede Bahá’í, fondata in Persia nel secolo scorso, e oggi diffusa in tutto il mondo. Bahá’u’lláh, il Fondatore,

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dopo aver dichiarato che l’uomo è una miniera di gemme preziose, che solo una adeguata educazione può fare emergere, afferma che dobbiamo porre in atto un processo dinamico che agisca

contemporaneamente sull’uomo e sulla società:

1° - sull’uomo: offrendogli un modello di spiritualità non più o non solo teso a raggiungere quello stadio chiamato ‘salvezza’, ma a creare e fare funzionare istituzioni unitarie capaci di organizzare il mondo, libero dai tentacoli del razzismo, del nazionalismo, della logica attuale della difesa ad oltranza dei propri privilegi e interessi e dal concetto di potere e delle sue lotte;

2°- sulla società: attraverso un insieme di nuovi principi religiosi, politici ed economici di vita (individuali e collettivi) che nel loro insieme sono una vera e propria rivoluzione culturale.

In campo religioso alcuni di questi principi sono:

A) Ricerca libera e indipendente della verità.

B) Religione non più come emanazione da Dio di misteri di fede e dottrine dogmatiche, ma solo come morale di vita individuale e collettiva.

C) Concetto di fede come conoscenza consapevole (non più cieca) in armonia, quindi, con la ragione e con la scienza.

D) Culti e riti sostituiti da azioni integre sostenute da purezza di motivi. « Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la giustizia. Non allontanartene se desideri Me e non trascurarla affinché io abbia fiducia in te ».

E) Unità delle religioni da considerarsi tutte provenienti dallo stesso Dio e tutte forze educative successive dell’umanità.

In campo sociale e politico sono:

1°) Eliminazione del concetto di potere come attributo dell’individuo.

2°) Eliminazione dei pregiudizi di razza, nazione, casta e classe: « Siamo tutti fiori dello stesso giardino, foglie dello stesso ramo, onde dello stesso mare ».

3°) Parità di diritti e di opportunità fra l’uomo e la donna.

4°) Adozione di una lingua universale da insegnarsi nelle scuole di ogni ordine e grado insieme alla propria.

5°) Istruzione universale obbligatoria con forte accentuazione del fattore educazione spirituale.

6°) Creazione di una Federazione mondiale con un Parlamento, un Esecutivo, un Tribunale e un Esercito internazionale. Il Fondatore della Fede dice: « La Terra è un solo Paese e l’Umanità i suoi Cittadini ».

In campo economico:

I) Creazione di un ordine mondiale con l’adozione di una moneta internazionale e di misure atte ad eliminare gli estremi di ricchezza e povertà.

II) Cessazione dello scontro capitale-lavoro attraverso il riconoscimento del ruolo di ‘partners’ delle aziende da parte dei lavoratori di braccio e di cervello, con il conseguente loro diritto agli utili, alla collaborazione nella gestione (tramite comitati elettivi) alla comproprietà (tramite forme azionarie e cooperativistiche), realizzazioni da perseguire con gradualità e attraverso l’assunzione di una indispensabile comune maturità spirituale.

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III) Internazionalizzazione delle materie prime da considerarsi non più unica proprietà delle nazioni che le detengono, ma di tutta l’umanità.

Tutti i grossi problemi che affliggono oggi la nostra società come:

- conflitti politici, sociali, etnici e religosi - droga

- disoccupazione

- fame di 2/3 dell’umanità - terrorismo internazionale

possono trovare una loro soluzione attraverso una vera e sincera unità mondiale.

L’esperienza ormai quasi centenaria dei Bahá’í in tutto il mondo e i risultati conseguiti dimostrano che questa strada unitaria è possibile, anzi è inevitabile perché è in grado di creare una nuova razza di uomini le cui potenzialità, non più dirette allo scontro, possono essere convogliate al benessere, alla pace e all’armonia.

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L’attesa di una nuova