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Età: 27 lui e 22 lei

Luogo: Ufficio ASSEFA di Thiyagadurgam Data: 24/2/2006 h. 12.00 – 13.00

Colloquio:

Ponnamal Mio marito è orfano, ma ha due sorelle maggiori, entrambe membri di un SHG. Io le conosco perché lavoro nel negozietto di una di loro. Cercavano un buon partito e pensavano che io potessi essere la persona giusta. Ci siamo messe d’accordo fra di noi e abbiamo pensato che con l’ASSEFA non avremmo speso nulla.

Siamo lavoratori a giornata nei campi. Sono molto contenta di fare la casalinga dopo il matrimonio e aiutare mio marito.

Vannasamy I miei genitori sono mancati quando io ero ancora bambino. Ricordo molto poco di loro. Sono sempre state le mie sorelle maggiori a prendersi cura di me. Il programma ci ha soddisfatti appieno, in particolare il gran numero di persone che hanno benedetto il tali. Non ce lo saremmo mai immaginati e soprattutto non ce lo saremmo

mai potuti permettere. Il nostro matrimonio è combinato ma io ero interessato a lei da sette anni.

Ponnamal Io non mi ero mai accorta di questo interesse fino a tre mesi fa. Non abbiamo controllato l’astrologia perché il fatto che ci piacessimo ci sembrava sufficiente. Senza l’ASSEFA avremmo celebrato il matrimonio a casa con i riti a noi familiari, ridotti al minimo, e i soldi sarebbero arrivati da risparmi e debiti. Mio marito avrebbe lavorato nelle piantagioni di zucchero di canna più faticose, ma anche con una rendita maggiore.

Anche io voglio raggiungere un Self Help Group in futuro, ma per ora mi godo questo evento. Parenti e amici si sono mostrati molto vicini, tanto che gli auguri e i complimenti sono arrivati anche da molto lontano. Le persone secondo noi hanno fede in queste istituzioni come l’ASSEFA e i matrimoni comunitari.

Coppia 11 (Kallakurichi)

Nome: Sathiya Età: 19

Luogo: Presso la sua abitazione alla periferia del villaggio (in casa) Data: 24/2/2006 h. 17.00 – 18.00

Colloquio:

Provengo da una famiglia molto povera con 3 sorelle e 4 fratelli. Tutti i membri della mia famiglia sono lavoratori a giornata e mio padre è mancato alcuni anni fa. Non avendo il papà era molto importante per me riuscire a sposarmi e non gravare ancora sull’economia della mia famiglia. Inoltre con mio marito posso diventare mamma. E questo è molto importante in India.

Con mio marito ci conoscevamo sin dall’infanzia, ma questo matrimonio è stato combinato da mia madre e dalle mie sorelle. La cosa che più mi ha colpito favorevolmente sono state le benedizioni di 5.000 persone e in particolare la presenza di così tanti VIP, però mi spiace aver visto i miei genitori così lontani da me. Se non ci fosse stata l’ASSEFA avrei aspettato parecchio tempo prima di sposarmi. Ora invece ho l’età giusta. Senza l’ASSEFA, comunque la cerimonia sarebbe stata molto semplice:

tempio, alcune piccole offerte agli dei secondo il metodo del Muraippad, proprio della nostra casta, e poi ritorno a casa con parenti e amici. Avremmo dovuto contrarre un prestito oneroso (da 15mila rupie circa) e non avrei avuto la possibilità di acquistare un tali d’oro, quindi avrei messo al suo posto solo un filo giallo con del tamarindo. Inoltre

avrei festeggiato con un sari di cotone e non con uno di seta come quello regalatomi dall’ASSEFA.

Ora mi aspetto di ricevere dei prestiti per sostenere la mia famiglia. Mi auguro che al prossimo matrimonio comunitario possano partecipare più persone. Infatti molte persone mi hanno detto che sono una ragazza fortunata: una mia amica mi ha detto:

“Cinque anni fa, quando mi sono sposata io, questa possibilità non c’era, quindi abbiamo dovuto arrangiarci, ora invece hai avuto una grande fortuna. Complimenti!”

Altre considerazioni:

Questa intervista è stata effettuata da Sushila, animatrice sociale a Kallakurichi. In questo modo la conversazione è avvenuta in maniera più spontanea e in lingua tamil. Io non ero presente all’intervista, ma mi sono fatto tradurre le risposte trascritte sul quadernetto in seguito.

Nome: Senthil Età: 22

Luogo: Presso la sua abitazione alla periferia del villaggio (all’aperto) Data: 24/2/2006 h. 17.00 – 18.00

Colloquio:

Lavoro a giornata nell’agricoltura e saltuariamente come fioraio. Sono molto contento per questo matrimonio anche perché mi ha permesso di crescere. Prima del matrimonio ero un “viveur”, ma dopo il matrimonio ho capito che devo essere una persona responsabile.

Per il futuro spero di poter gestire un negozio di fiori. Se dovessi dare un consiglio all’Assefa aumenterei il numero di parenti e amici che possono partecipare al matrimonio: infatti 50 a coppia sono pochi e alcune persone alle quali sono legato non sono potute venire proprio per questo motivo. Mi spiace. Inoltre nella nostra comunità dopo il matrimonio facciamo un gioco, detto Panai. Questo consiste nel mettere un anello in una bacinella piena d’acqua. Chi riesce a prenderlo per primo con la bocca, ma senza le mani, vince. Mi sarebbe piaciuto farlo con tutti quanti nel matrimonio comunitario, ma non è stato possibile.

La cosa più importante in questo matrimonio è stato il fatto che non avendo contratto debiti con gli usurai per il matrimonio, ora mi sento libero. Per me è stato come un regalo di Dio e sono pronto a motivare altre persone per questi matrimoni comunitari in futuro.

Coppia 12 (Sankarapuram)

Nome: Jeyalcodi Età: 19

Luogo: Presso la sua abitazione alla periferia del villaggio Data: 4/3/2006 h. 17.00 – 17.30

Colloquio:

Prima delle nozze ho vissuto l’infanzia, ero nella mia famiglia, a mio agio, ero molto felice. Ora è cambiato tutto, sento le distanze, la mia famiglia non c’è più. Sono contenta per i miei genitori: se avessi dovuto sposarmi individualmente avrebbero pagato tutto loro. Così, invece, hanno risparmiato.

Prima del matrimonio ho vissuto l’infanzia, ero nella mia famiglia, a mio agio, ero molto contenta. Ora è cambiato tutto, sento le distanze, la mia famiglia non c’è più.

Se avessi dovuto sposarmi individualmente avrebbero pagato i miei genitori e avrei speso molto. Così, invece, abbiamo risparmiato. Il problema è risolto.

Ho conosciuto mio marito solo al momento del fidanzamento e per il mio matrimonio hanno deciso nonni e genitori. Nel giorno delle nozze ero molto contenta perché sono venute molte persone, molti membri dei Self Help Groups che conoscevo, ma poche tra i miei parenti. Senza l’ASSEFA il matrimonio non si sarebbe celebrato o forse solo in una semplice marriage hall con tali, meti e Ayir. I Bramini avrebbero benedetto il tutto.

Per il futuro spero che mio marito vada all’estero perché la mia famiglia è molto povera e così sarà difficile andare avanti.

Ad ogni modo voglio che anche i miei figli si sposino nei matrimoni comunitari.

Ho ricevuto il rispetto di tutti per questo matrimonio.

Altre considerazioni:

Anche in questo caso l’intervista è stata effettuata da una animatrice sociale dell’ASSEFA, senza la mia presenza.

Nome: Manjayapan Età: 22

Luogo: Presso la sua abitazione alla periferia del villaggio Data: 4/3/2006 h. 17.30 – 18.00

Colloquio:

Il nostro è stato un matrimonio combinato. Ora però sono molto contento, anche perché presto avrò un nuovo lavoro. Dopo averci provato per 15 volte di seguito sono stato assunto al CRPF (Center reserve police force), grazie alle quote riservate per le SC (Scheduled Castes). Dopo il training e i test medici dovrei essere assunto. Per me è una gran cosa. Il matrimonio è una cosa essenziale nella vita, è la base.

I miei genitori hanno deciso in gennaio proprio alcuni giorni prima rispetto ai matrimoni comunitari. Mia madre fa parte di un Self Help Group ed è così che abbiamo approfittato dell’occasione. Io credo che i matrimoni comunitari siano una grande opportunità di crescita per le coppie, ma anche per la società stessa.

Senza i matrimoni comunitari avremmo celebrato il matrimonio al tempio con una spesa tra i 60mila e le 70mila rupie. Avremmo dovuto contrarre un prestito molto oneroso.

Sono abbastanza contento, anche se i miei genitori mi han detto di non esser riusciti neanche a scorgermi da lontano durante il momento del muhurtam. Dote per ora non ne ho ricevuta, ma mia moglie ha avuto diversi regali: torneranno utili a tutta la famiglia.

Coppia 13 (Kallakurichi)

Nome: Kaliamurthy e Tawayee Età: 23 lui e 20 lei

Luogo: Presso la loro abitazione alla periferia del villaggio Data: 25/7/2006 h. 17.00 – 18.30

Colloquio:

Kaliamurthy La mia famiglia era d’accordo a questo matrimonio, ma io ho perso sia mio padre che mia madre quando ero ancora ragazzo. Poi sono disabile quindi ho delle difficoltà a lavorare nei campi. Sposarmi non sarebbe stata una cosa molto facile. Sono molto contento di mia moglie perché è veramente super ed ha anche una famiglia che è super. Credo che a me non potesse andare meglio.

Tawayee Sì questo è un “love and arranged marriage”, ci siamo conosciuti poiché lavoravamo entrambi nei campi. All’inizio la famiglia non è che fosse veramente d’accordo ma poi hanno visto che tra noi c’era feeling e hanno accettato. Ora ci sostengono per davvero. Io sono molto grata all’ASSEFA perché in fin dei conti sono loro che hanno combinato il mio matrimonio. Sinceramente non immaginavo che l’ASSEFA organizzasse nozze così imponenti, con migliaia di invitati e tanti VIP.

Finora sapevo del governo di Jayalalithaa che aveva fatto le cose in grande, non me lo aspettavo da parte loro.

Kaliamurthy Noi avevamo già deciso di sposarci da circa un anno, ma senza soldi è un po’ difficile. Poi una leader di Self Help Group del nostro villaggio ci ha detto che c’era questo programma e che faceva proprio al caso nostro. Per quel che mi riguarda la decisione di accettare è stata presa dai miei nonni. All’inizio mi han detto di aspettare a sposarmi: prima toccava a mia sorella e poi, soprattutto, come avremmo fatto per la sua dote? Ma alla fine hanno capito che in questo modo avremmo risparmiato lo stesso.

Senza ASSEFA cosa avremmo fatto? Eh, bella domanda. Dietro di me non c’è nessuno, quindi che potevo fare? Avrei chiesto un prestito, ma non so se me lo avrebbero dato. Il tasso d’interesse qui è attorno al 40% annuo e lavorando saltuariamente come bracciante non so come avrei fatto.

Tawayee Senza l’ASSEFA il matrimonio si sarebbe celebrato al tempio e poi ci sarebbe stata una piccola funzione a casa nostra. Comunque quest’ultima l’abbiamo fatta lo stesso. Gli dei di famiglia sono molto importanti e durante il matrimonio non avevamo neanche i genitori e i nonni accanto a noi.

Kaliamurthy Per i soldi forse avrebbe potuto aiutarmi anche mio fratello che ce l’ha fatta: lavora a Chennai e gestisce un piccolo ristorantino di strada. Ora spero che l’ASSEFA ci aiuti direttamente. Mi piacerebbe aprire un piccolo negozietto, una piccola attività per non continuare a fare il bracciante tutta la vita.

Cosa pensa la nostra casta di appartenenza? A me non piacciono le caste e sinceramente non mi interessa cosa pensano.

Tawayee Sono d’accordo, non ci sono comunità a questo mondo, solo esseri umani e non sono giuste tutte queste distinzioni che ci sono all’interno dei villaggi.

Kaliamurthy No, io non ho chiesto nessuna dote, però gioielli, utensili per la casa, vestiti sì: queste sono cose utili.

Coppia 14 (Sankarapuram)

Nome: Ramu e Sarmugan Età: 29 lui e 25 lei

Luogo: Presso la loro abitazione nel villaggio di Karudichittur Data: 27/7/2006 h. 18.30 – 19.30

Colloquio:

Ramu E’ stato difficile. Era il mese di novembre i miei genitori stavano preparando delle nozze coi fiocchi per me e Sarmugan. Ci saremmo sposati dopo il Pongal. Poi sono arrivati dieci giorni di pioggia battente, come non si vedevano da parecchio tempo.

La nostra casa sembrava resistente, ma questa volta non ce l’ha fatta. È venuta giù tutta e da un giorno all’altro ci siamo trovati senza un posto dove andare ad abitare. Il matrimonio è saltato. Un’amica, membro di un Self Help Group, ci ha avvisato dell’opportunità ASSEFA. Sì, va bene, ma avrei preferito il matrimonio che stavano preparando i miei.

Sarmugan Adesso viviamo nella casa dei nostri vicini, non sappiamo veramente quando potremo ricostruire la casa. Io ho contattato un Self Help Group e mi piacerebbe presto farne parte. Mi hanno detto che nel mese di aadi ci sarà una cerimonia di accoglienza dei nuovi membri...

Altre considerazioni:

Intervista interrotta dalla pioggia. Poi vista l’ora già tarda è stato necessario ripartire per non perdere l’ultimo autobus che avrebbe riportato me, Anna e il traduttore a Kallakurichi.

Coppia 15 (Thiyagadurgam)

Nome: Narayanasami e Rada Età: 29 lui e 27 lei

Luogo: Presso la loro abitazione nel villaggio di Virugayur Data: 28/7/2006 h. 16.30 – 18.00

Colloquio:

Rada È il mio secondo matrimonio. Mi ero già sposata nove anni fa con suo fratello, ma non ero molto contenta. Beveva spesso, ogni tanto usciva di casa e stava via per giorni, poi ritornava tutto ubriaco. Tre anni fa è andato a fare un viaggio in Kerala (stato adiacente al Tamil Nadu) e non è più tornato. Poi ho saputo che era morto per un attacco di cuore.

Narayanasami I miei genitori e i suoi si sono accordati affinché fossi io a sostituire mio fratello. La tradizione della nostra casta vuole che le cose vadano così e soprattutto i suoi non volevano che lei rimanesse vedova: l’unica soluzione era sposarsi. Io non mi ero sposato prima perché i miei genitori non erano stati in grado di trovare una persona adatta a me.

Rada Io appartengo a un Self Help Group da ormai due anni quindi sapevo bene di questa opportunità. Ho informato i nostri genitori che si stavano organizzando e tre mesi prima dei matrimoni comunitari abbiamo deciso di partecipare anche noi. Senza l’ASSEFA i riti non sarebbero cambiati, però ci sarebbe stata molta meno gente e tutto si sarebbe svolto al tempio del nostro villaggio. Siamo contenti, forse se solo avessimo potuto avere accanto i nostri genitori sarebbe stato meglio.

Narayanasami Non abbiamo avuto la possibilità di andare a scuola quindi sarà difficile poter aprire delle attività, però se l’ASSEFA ci darà qualche credito ne saremo felici.

Rada Un anno fa sono riuscita a comperarmi una capra grazie all’SHG e con la vendita del latte ho potuto mandare a scuola le mie tre bambine. Ora se potessi comperarne un’altra sarebbe meglio.

Narayanasami L’altra possibilità è emigrare in Karnataka o in Andhra Pradesh dove alcuni nostri amici ci hanno detto che il salario dei braccianti è più alto. Potrebbe essere una possibilità anche per noi. La gente non ci ha detto nulla di particolare, però volevano sapere che cosa avevamo ricevuto, cioè che tipo di gioielli e altri regali.

Coppia 16 (Sankarapuram)

Nome: Kumar e Angeli Età: 23 lui e 18 lei

Luogo: Presso la loro abitazione nel villaggio di Kodiyanur Data: 31/7/2006 h. 15.40 – 16.30

Colloquio:

Kumar Siamo molto contenti perché non saremmo stati in grado di spendere: per noi già 250 rupie a testa sono molte. Per noi un matrimonio così colorato e pieno di gente, soprattutto VIP, è stato un lusso che non ricapiterà. Da un anno avevamo in mente di sposarci, ma non sapevamo come farlo. Avremmo preso in prestito del denaro, ma come? Era tutto in alto mare. I nostri amici sono molto orgogliosi. Il nostro matrimonio è combinato, siamo cugini di primo grado. Lei fa la “housewife” e io lavoro a giornata nei campi. Alcuni nostri parenti appartengono a un SHG, quindi ci hanno informato di questa opportunità. Ora viviamo in una casa in affitto tutti insieme. Vogliamo tre bambini: due maschi e una femmina.

Angeli I miei genitori sono stati poco bene e quindi si sono occupati del mio matrimonio i miei nonni e mia sorella. Io sono la quarta di cinque sorelle e trovare un marito non

sarebbe stato facile, ma alla fine i nonni sono riusciti a combinare le cose per bene.

L’astrologia ha dato il suo consenso, anche se all’inizio sembrava che non fossimo fatti l’uno per l’altra. Kumar lo conoscevo già ben prima di sposarci perché abitiamo molto vicini nello stesso villaggio. Già da bambini giocavamo nei campi di cotone e insieme a tutti i piccoli della famiglia intrecciavamo ghirlande di fiori per i matrimoni dei grandi.

Alla fine visto che c’era questa opportunità mi sono sposata prima io della mia sorella maggiore. Ma lei è più ambiziosa, vuole trovare lavoro all’estero.

Kumar Anche io vorrei provare ad andare all’estero perché in questa zona non c’è molto lavoro e il salario è molto basso. Se riuscissi mi piacerebbe emigrare negli Emirati. Io non ho chiesto né ricevuto nessuna dote, anche perché in fin dei conti hanno fatto tutto i nostri nonni. Abbiamo ricevuto qualche regalo. Io un piccolo Taj Mahal e lei dei fiori dai nostri amici.

Coppia 17 (Chinnasalem)

Nome: Munien e Mariammal Età: 29 lui e 19 lei

Luogo: Presso la loro abitazione nel villaggio di Tenghianattam Data: 1/8/2006 h. 16.15 – 17.15

Colloquio:

Munien Io pensavo che non mi sarei mai sposato. A me piace viaggiare, per questo sono andato a lavorare in Madhya Pradesh. Mio fratello Govindaraj, invece, è diverso. Lui si è sposato subito, a diciotto anni. Lo hanno deciso le nostre sorelle maggiori. I nostri genitori erano già mancati e dopo che loro si sono sposate, lui sarebbe rimasto solo a casa. Per questo ha preso in moglie Pachammal. Io a quel punto mi sono sentito libero di partire e non ci sono stato per un po’ di tempo.

Al mio ritorno ho visto che era molto felice, aveva già due bambini e allora ho cominciato a pensare anch’io al matrimonio. Mariammal è la sorella minore di Pachammal e i suoi genitori mi hanno fatto una proposta. Mi hanno detto: “Visto che tra gli altri due il matrimonio sta andando molto bene e tu sei tornato è un segno del destino che tu devi prendere in sposa Mariammal.” All’inizio non ero totalmente convinto, ma poi sono stato contento di accettare.

Sono andato ad Urangani (località sacra del Kerala) ed ho fatto una settimana di digiuno e delle preghiere ad Aiappan (divinità locale). Poi sono tornato e ho deciso di sposare

Mariammal. I genitori di lei erano venuti a conoscenza di questo programma a Sankarapuram, visto che loro abitano lì vicino. All’inizio volevamo sposarci lì, invece poi abbiamo scoperto che c’era un programma anche a Chinnasalem e così abbiamo partecipato.

Mariammal Sono contenta perché adesso viviamo tutti e quattro nella stessa casa e mia sorella mi dà i consigli giusti. I miei genitori sono molto contenti e questo rende contenta anche me.

Munien Abbiamo vissuto questo matrimonio come un vero e proprio festival di paese.

Io credo che non avrei potuto immaginare nozze migliori. L’ho già detto al direttore del progetto. Il prossimo anno, se vuole, sono pronto a entrare nell’organizzazione e motivare i giovani del mio villaggio per partecipare in massa ai matrimoni comunitari.

Focus group 1 (Kallakurichi)

Sei sposi

Luogo: Ufficio ASSEFA di Kallakurichi Data: 8/3/2006 h. 14.00 – 15.30

Colloquio:

Tre persone conoscevano la sposa sin dall’infanzia, uno l’ha conosciuta nel 2000, uno nel 2004, uno nel novembre 2005. Tutti hanno dei legami familiari con i Self Help Groups: su sei quattro hanno la madre in un gruppo, uno la zia e infine l’ultimo è venuto a conoscenza del programma dalla sposa. Due persone hanno conosciuto la sposa perché sono parenti, uno perché la moglie abitava vicino a casa di sua sorella, un matrimonio è stato combinato dai Self Help Groups (perché erano entrambi disabili), mentre due sono matrimoni d’amore (uno tra una persona che parla telugu e un tamil;

l’altro tra un indù convertitosi all’islam per amore della sua sposa). In generale hanno trovato l’idea dei matrimoni comunitari nuova, originale, non ci avevano proprio pensato. Qualcuno ha ricevuto i complimenti di parenti e amici perché il VAS, la marriage hall dei matrimoni comunitari normalmente è affittato solo dai ricchi. Altri non hanno ricevuto nulla, qualcuno ha ricevuto qualche critica. Dall’ASSEFA si aspettano una carriera, un lavoro, la benedizione, un prestito oppure niente. Le critiche che hanno da fare nei confronti dell’ASSEFA riguardano l’organizzazione: quasi tutti avrebbero preferito avere accanto i propri genitori e non il direttore dell’ASSEFA nel ruolo di padre. Qualcuno fra loro andrà anche in luna di miele a Tiruvannamalai.