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Thomas Paine: Rights of Man

La pubblicazione dell'opera di Burke non fu comunque bene accolta universalmente: re Giorgio III fu tra i primi a compiacersi delle Reflections, tanto è vero che durante un incontro con l'autore gli si rivolse con le seguenti parole: «Lei è stato di grande utilità a noi tutti poiché ha sostenuto la causa del “gentleman”»57. Diversa era invece l'opinione di Thomas Paine.

Nato nel 1737, Thomas Paine era di origine inglese e di confessione quacchera. Nel 1774 emigrò in America, dove prese parte alle vicende della rivoluzione. Successivamente si trasferì in Francia, dove divenne membro della Convenzione, venendo incarcerato durante il periodo del Terrore fino alla morte di Robespierre. In seguito, nel 1802, decise di far ritorno in America dove morì nel 1809.

Paine era già una figura di spicco oltreoceano grazie alla pubblicazione de The Common Sense, un'opera in cui egli discuteva circa i rapporti che intercorrevano tra l'Inghilterra e le colonie, denunciando la monarchia inglese che non riconosceva i diritti di queste ultime.

Nel suo lavoro Paine presentava una distinzione tra società e governo: «la società è frutto dei bisogni dell'individuo, il governo nasce dalla perversità umana»58. Secondo l'intellettuale inglese il governo era infatti da

ritenersi un «male necessario» quando perfetto e un «male intollerabile» quando imperfetto: per questo Paine riteneva che le colonie dovessero rendersi indipendenti dalla monarchia inglese, considerando la repubblica quale migliore forma di governo, mostrando così agli altri paesi una nuova strada perseguibile basata sulla libertà e il rispetto dei diritti umani.

Nel 1790 Paine cominciò a scrivere un'opera che aveva come obbiettivo

57 Sir Philip Magnus, Edmund Burke, Londra, 1939, p.195.

quello di raccontare gli eventi della Rivoluzione francese. Questo lavoro divenne soltanto in seguito la base per la stesura di The Rights of Man: ciò ciò dimostra che il saggio scritto dal politico inglese non aveva come primo obbiettivo quello di rispondere all'opera di Burke, ma nasceva invece come un testo atto a spiegare chiaramente i principi della Rivoluzione francese al popolo inglese, in modo da promuoverne e sollecitarne la diffusione. Lo stesso Paine, in una corrispondenza successiva alla pubblicazione del testo, affermò che il rispondere a Burke fu una causa occasionale, ma non il principale motore che lo smosse a scrivere il pamphlet.

Paine era convinto del fatto che la Rivoluzione francese si sarebbe definitivamente compiuta una volta approvata la Costituzione e del fatto che gli ideali da essa espressa fossero esportabili in Inghilterra senza nessuna particolare difficoltà. Tale pensiero cambiò quando il 9 febbraio 1790 Burke pronunciò una forte critica circa gli avvenimenti francesi durante una seduta del Parlamento inglese, affermando che sarebbe stato catastrofico per l'Inghilterra seguirne l'esempio. Fu così che al momento della pubblicazione delle Reflections on the Revolution in France, Paine decise di riprendere quegli appunti che aveva scritto precedentemente e pubblicarli in risposta a Burke.

La prima parte di Rights of Man venne quindi pubblicata a marzo del 1791. Nell'opera Paine, dopo aver riepilogato i fatti avvenuti durante la Rivoluzione, riprese le tematiche che già aveva affrontato in occasione della Rivoluzione americana: egli infatti riprese il tema dei diritti degli individui e la tesi dell'impossibilità per qualsiasi forma di monarchia di favorire lo sviluppo democratico di uno stato, affermando che solo la repubblica era in grado di poterlo fare. Nella tesi di Paine infatti la monarchia, sebbene in passato avesse potuto funzionare, non era più sufficiente per governare stati come quelli nati durante l'età moderna, più vasti e più popolosi, ma era

necessario un governo dove il potere risiedesse nelle mani del popolo e non più nelle mani di un singolo monarca.

In quest'opera Paine concesse molto spazio alla critica mossa nei confronti dell'Inghilterra di non avere una Costituzione. Lo scrittore inglese infatti definiva «costituzione» un oggetto reale che potesse essere letto e consultato in maniera precisa.

«Può dunque il signor Burke produrre la Costituzione inglese? Se non può, noi potremo giustamente concludere che, sebbene se ne sia molto parlato, un simile oggetto non esiste, né è mai esistito, e di conseguenza che il popolo deve ancora creare la costituzione»59

Ciò che maggiormente Paine contesta al popolo inglese è il fatto che questi rinunciò alla possibilità di poter cambiare il proprio governo dopo la Gloriosa rivoluzione. Al contrario di Burke che riteneva che la Gloriosa rivoluzione fosse stata un grande evento che aveva ricondotto l'Inghilterra lungo il cammino di storia e tradizione che le apparteneva, restaurando le istituzioni del passato, Paine criticava questo evento poiché riteneva che guardare al passato per comprendere quali fossero i diritti dell'uomo complicasse il compito a causa delle numerose autorità e numerosi esempi che vi risiedevano. Egli arrivò così a concludere che l'unico modo per stabilire quali realmente fossero i diritti dell'uomo fosse risalire:

«al momento in cui l'uomo uscì dalle mani del suo Creatore. Che cosa era egli allora? Un uomo. Uomo era il suo unico e più alto titolo, e

59 T. Paine, Rights of Man, cit., p. 279, citato in M. Griffo, Thomas Paine: la vita e il pensiero

non è possibile attribuirgliene uno più elevato»60.

L'intellettuale inglese riprese quindi l'idea, già da lui espressa precedentemente durante gli anni della Rivoluzione americana, della derivazione divina dei diritti dell'uomo. Paine infatti riteneva che vi fosse una legge superiore con il compito di porre limiti sia ai poteri costituiti che al potere costituente. Questo fatto viene chiarito, andando avanti con l'opera, quando l'autore del saggio argomenta la propria concezione del patto politico. Nella sua esposizione Paine infatti scrisse che il principale compito del patto politico consiste nel assicurare i diritti naturali che ognuno possiede dalla nascita. Con queste parole egli affermava che i diritti civili derivano dai diritti naturali.

«Ogni diritto civile ha il suo fondamento in qualche diritto naturale che preesiste nell'individuo, ma per il cui godimento i poteri dell'individuo non sono sempre abbastanza adeguati. Di questo genere sono tutti i diritti relativi alla sicurezza e alla protezione»61.

Da ciò consegue che in Paine la funzione del governo civile non sia altro che migliorare la condizione umana. Il patto politico quindi ha un valore puramente funzionale al godimento dei diritti naturali da parte dell'uomo.

Nel parlare di diritti Paine non dimenticò di fare una riflessione, seppur meno presente all'interno di The Rights of Man, circa i doveri di un uomo. Egli infatti riteneva che gli uomini avessero un dovere verso Dio e un

60 Ivi, p. 218. 61 Ivi, p. 220.

dovere verso il prossimo. Questo dovere verso il prossimo consisteva nel rispettare i diritti degli altri uomini:

«Una Dichiarazione dei Diritti è, per reciprocità, anche una Dichiarazione dei Doveri. Quello che è il mio diritto di uomo è anche il diritto di un altro; ed è mio dovere garantirlo così come possederlo»62.

Così come i diritti quindi, anche i doveri sono di origine divina: essendo infatti per Paine i diritti dell'uomo la realizzazione della volontà di Dio, il dovere di rispettarli ne è la logica conseguenza. Il grande merito della Rivoluzione francese è quindi quello di essere una rivoluzione atta a garantire quei diritti.

La prima edizione di Rights of Man venne però ritirata quasi subito per la paura dello stampatore di inimicarsi il governo e incorrere in ritorsioni. Paine riuscì comunque a ripubblicare l'opera con l'aggiunta di una nuova prefazione. Il testo di Paine ebbe un successo immediato, molte furono le copie vendute, fatto incentivato dal basso costo dell'edizione. Il successo della nuova edizione, in cui si notava una critica più dura nei confronti dei

whig, portò il governo Pitt a decidere di screditare la figura di Thomas

Paine, mettendo in una luce negativa la biografia di quest'ultimo, scritta su commissione in forma di libello. Fu così che lo scrittore andò in Francia, anche con l'intento di tradurre la sua opera e pubblicarla laddove la Rivoluzione era scoppiata. Il soggiorno francese divenne importante per l'intellettuale inglese, il quale qua trovò modo di sviluppare diverse

riflessioni, essendo a contatto diretto con gli eventi e con personalità quali Condorcet e Sieyes. Queste riflessioni portate avanti da Paine e che poi presentò nella seconda parte di The Rights of Man, le ritroviamo in alcuni scritti che il politico produsse durante la sua permanenza in Francia. Esempio di questo fu la pubblicazione di un proprio intervento sul giornale

Le Républicain di Condorcet, pubblicato nel 1791, dove Paine rimarcò temi

quali l'affiliazione politica tra America e Francia e una riflessione sulle forme di governo volta a screditare la monarchia.

Tornato in Inghilterra, Thomas Paine si dedicò alla stesura della seconda parte della sua opera, una stesura che avvenne in uno stato d'animo in cui l'autore era pienamente fiducioso della possibilità di esportare gli ideali della rivoluzione in Inghilterra e convinto del fatto che tali ideali fossero i medesimi che avevano conquistato gli animi dei coloni americani, come scrisse in una lettera indirizzata a Washington il 21 luglio 1791.

«Adesso constato che i principi non conoscono limiti di tempo o di spazio e che l'ardore del Settantasei è capace di rinnovarsi»63.

Per aiutare la diffusione degli ideali della Rivoluzione francese in Inghilterra, Paine si prefissò l'obbiettivo che la seconda parte di Rights of

Man potesse avere una diffusione maggiore alla prima, decidendo così per

una altissima tiratura e un prezzo di vendita molto economico. Il saggio venne pubblicato quindi il 16 febbraio 1792.

In questa parte, come si è detto, numerose furono le riflessione riprese in produzioni fatte nell'anno trascorso dalla pubblicazione della prima parte

63 T. Paine, Lettera a Washington, 1791, citato in M. Griffo, Thomas Paine: la vita e il pensiero

dell'opera. Una delle tematiche riprese è quella riguardante il miglior governo possibile: nel pamphlet l'intellettuale inglese torna ad affermare che il fine di un governo deve essere quello di essere una associazione nazionale volta a garantire il bene di tutti, sia dei singoli individui che dell'intera collettività. Non solo questa ma anche altre furono le tematiche riprese da Paine: il pensiero che fra gli elementi che consentono di giudicare la correttezza di una Costituzione vi fossero le modalità con cui è possibile modificarne il testo e l'idea della necessità dell'unicameralismo per una più prudente amministrazione del potere legislativo sono entrambi temi ricorrenti della produzione painiana che ritroviamo in Rights of Man.

Va comunque considerato che la seconda parte dell'opera venne pubblicata soltanto un anno dopo la prima: è quindi giusto ritenere che non vi sia un mutamento nel pensiero di Paine, anche se vi è un cambiamento di prospettiva da parte di questi. Se la prima parte è da considerarsi anche una risposta a Edmund Burke e alla sua opera, la secondo parte infatti cessa di esserlo. Nella prima parte di Rights of Man Paine mantiene la Francia rivoluzionaria come esempio cui l'Inghilterra avrebbe dovuto ispirarsi, ma ciò cessa di essere nella seconda parte, dove lo scrittore inglese sostituisce l'esempio francese con le tredici ex-colonie americane. Questo avviene non per una perdita di fiducia nei confronti della Rivoluzione francese, bensì perché Paine riteneva che fosse di maggior impatto confrontare il governo inglese, da lui ritenuto oppressivo, con il libero governo che si era costituito a seguito del 1776 in America.

Possiamo dunque riassumere che The Rights of Man è un'opera i cui temi centrali sono senza dubbio quello dei diritti degli individui e dell'uguaglianza di questi ultimi, diritti che possono essere meglio garantiti da una repubblica piuttosto che da una monarchia, e quello della centralità del popolo sovrano, la cui volontà si esprime attraverso la costituzione, la

quale deve poter essere costantemente rivisitata da esso nel caso lo ritenga necessario.

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