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2. Situazione occupazione dei laureati

2.3 Laureati a ciclo unico

2.3.3 Tipologia di lavoro svolto

Nel 2013, ad un anno dalla laurea, il 37,6% dei laureati a ciclo unico ha trovato un lavoro stabile, il 25,6% dei quali svolge un’attività autonoma e il 12% invece lavora come dipendente con contratto a tempo indeterminato. Il 24,8% degli occupati lavora invece con un contratto non standard, di cui il 20% ha firmato un contratto a tempo determinato; l’8,6% lavora con contratto formativo, il lavoro parasubordinato raccoglie il 6% degli occupati ed infine, il dato peraltro preoccupante è che il 10,4% lavora pur non avendo stipulato nessun tipo di contratto.

A tre anni dalla conclusione degli studi, risulta stabile il 60,6% dei laureati, cioè il 23% in più rispetto ad un anno dal conseguimento del titolo. Tale miglioramento della stabilità dipende dall’incremento sia di chi svolge un lavoro autonomo, il 39,6% degli occupati, sia di coloro che hanno firmato un contratto a tempo indeterminato, cioè il 21% dei lavoratori.

A cinque anni dalla laurea coloro che hanno un lavoro stabile sono il 77,5% degli occupati, sono quindi aumentati del 42% rispetto al primo anno dalla fine degli studi (Grafico 54). È importante osservare in proposito che nel corso di cinque anni sono incrementate le percentuali del lavoro stabile, sia per quanto riguarda il lavoro autonomo (+29,5%), che i contratti a tempo indeterminato (+12,6%). Al contrario, è stato registrato un calo di 12,1 punti percentuali dei lavori non standard ed infine sono diminuiti anche i lavoratori senza alcun contratto.

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Grafico 54. Tipologia di attività lavorativa dei laureati a ciclo unico nel 2009. Valori percentuali.

Fonte: Alma Laurea, 2014.

Più nello specifico bisogna analizzare quali sono i diversi tipi di lavoro svolto a seconda del gruppo disciplinare. Ad un anno dal titolo, la maggiore stabilità lavorativa è stata registrata tra i laureati in Veterinaria(59%), di cui il 54% svolge un lavoro autonomo; seguono i laureati in Medicinacon il 49%, di cui il 46% ha lavora in autonomia. Tra gli Architetti si registra un’alta percentuale di autonomi (30%). Tra coloro che invece sono assunti a tempo indeterminato, i tassi più alti sono quelli dei Giuristi (20%), dei Farmacisti (18%). Tra i Farmacisti sono particolarmente diffusi anche i contratti non standard, che sono il 41% e quelli formativi il 22%. Infine, coloro che lavorano senza contratto sono principalmente: il 19% degli Architetti, il 17% dei Giuristi ed infine l’11% dei laureati in Veterinaria.

A cinque anni dal conseguimento del titolo, il livello di stabilità raggiunto dai laureati a ciclo unico è molto alto, e ciò si verifica in quasi tutti i gruppi disciplinari (Grafico 55).

Grafico 55. Tipologia d’attività lavorativa dei laureati a ciclo unico nel 2009, dopo cinque anni dal conseguimento del titolo, per gruppo disciplinare. Valori percentuali.

Fonte: Alma Laurea, 2014.

20,2 15,1 23,3 10,6 34,8 23,5 14,5 7,8 49,7 27,7 11,2 0 10 20 30 40 50 60

Lavoro autonomo Tempo indeterminato

Lavoro non standard

Senza contratto

A un anno A tre anni A cinque anni

80,1 63 60,1 12,7 59,4 49,7 17,5 19,6 66,6 27,7 7,6 14,7 23,1 11,2 0 20 40 60 80 100

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Emerge quindi che coloro che lavorano in autonomia sono soprattutto i laureati in Veterinaria, Architettura, Giurisprudenza e in Medicina; invece coloro hanno stipulato un contratto a tempo indeterminato sono i Farmacisti. I Medici sono coloro che registrano una quota più bassa di occupati stabili dopo cinque anni, con una percentuale inferiore al 60%. Occorre però tenere in considerazione che tra i laureati in Medicina è consistente la percentuale di occupati con contratti non standard (23%) e di chi svolge lavori attraverso collaborazioni occasionali (7%).

A cinque anni dal titolo universitario le differenze di genere diminuiscono al 6% in termini di stabilità lavorativa a favore degli uomini. In particolare, il lavoro autonomo è diffuso per il 55% tra i maschi e per il 46% tra le femmine, il contratto a tempo indeterminato per il 29% tra le donne e per il 26% tra gli uomini, ed infine il contratto non standard per il 12% tra le donne e per il 9% tra gli uomini.

2.3.4 Retribuzione dei laureati

Nel 2013, a distanza di un anno dalla laurea, i lavoratori percepiscono in media 1.024 euro mensili, valore che è diminuito del 17% negli ultimi sei anni; ma si osserva anche che con l’aumentare degli anni lavorativi, a distanza di tre e cinque anni, le retribuzioni aumentano (Grafico 56).

Grafico 56. Retribuzione mensile netta dei laureati a ciclo unico, valori rivalutati in base agli indici ISTAT dei prezzi al consumo. Valori medi in euro.

Fonte: Alma Laurea, 2014.

Anche per le lauree a ciclo unico la retribuzione varia in base al tipo di laurea conseguita infatti, ad un anno dal titolo, i guadagni più elevati si rilevano tra i Medici, che percepiscono 1.258 euro mensili e i Farmacisti (1.150 euro). Nelle altre

1.241 1.212 1.158 1.096 1.037 972 1.024 1.398 1.275 1.164 1.120 1.136 1.503 1.331 1.283 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

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lauree invece le retribuzioni sono più basse e alcune non raggiungono nemmeno 1.000 euro, i Giuristi percepiscono in media 862 euro, gli Architetti 751 euro e i Veterinari 731 euro.

A cinque anni dalla laurea, invece, i laureati a ciclo unico percepiscono in media 1.283 euro mensili (Grafico 57).

Le retribuzioni più elevate sono percepite dai laureati in Medicina con 1.678 euro mensili in media, i quali innalzano la retribuzione rilevata per il complesso dei laureati. Molto più bassi sono invece i guadagni dei laureati in Architettura con 1.171 euro, nel gruppo Giuridico con 1.139 euro e in Veterinaria con 1.070 euro. Si nota però che tra uno e cinque anni le retribuzioni aumentano complessivamente del 19% e ciò risulta confermato, sebbene con diversa intensità, in tutti i percorsi disciplinari.

Grafico 57. Retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare dei laureati a ciclo unico nel 2009 occupati a cinque anni dal titolo. Valori medi in euro.

Fonte: Alma Laurea, 2014.

Per quanto riguarda le differenze di genere, ad un anno dalla laurea, i maschi guadagnano 1.135 euro, pari al 20% in più delle femmine. Il divario di genere, sempre a favore dei primi, è confermato in tutti i percorsi disciplinari ed in particolare tra i Veterinari e i Giuristi. Anche a cinque anni dalla laurea, le differenze di genere persistono, sempre a favore della componente maschile; gli uomini, infatti, percepiscono 1.417 euro mensili rispetto ai 1.197 euro delle donne. Inoltre la differenza di retribuzione è massimo tra i laureati in Giurisprudenza, in cui arriva al 27%; in Medicina è del 16%, mentre è più contenuta tra gli Architetti (10,5%), i Farmacisti (6%) e Veterinari (5,5%). Col trascorrere del tempo, il

1.678 1.369 1.171 1.139 1.070 1.283 0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800 Retribuzione

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differenziale di genere risulta ulteriormente accentuato: complessivamente, è infatti aumentato del 4%, passando dal 14% ad un anno dalla laurea al 18% a cinque anni. Inoltre si può affermare che una generale riduzione dell’occupazione ha investito l’Italia nel periodo 2008-2013 ed ha coinvolto maggiormente i meno istruiti, tanto che gli occupati con titolo di studio basso sono diminuiti del 12,9%81. Il titolo di

studio quindi risulta essere fondamentale nella ricerca di un’occupazione soprattutto nel periodo della crisi del mercato del lavoro, ma dall’analisi effettuata fin ora è emerso che in Italia esistono delle forti e significative diseguaglianze sia di genere, ma anche, in misura ancora più rilevate tra il Nord e il Sud del Paese.