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La Traduzione di Rizzoli della traduzione francese di René R Khawam

2.2. Le Traduzioni italiane delle Mille e una notte

2.2.6. La Traduzione di Rizzoli della traduzione francese di René R Khawam

Questa traduzione è ben diversa sia dalla versione ridotta di Galland che da quella ampia e libera di Mardrus. Lo stesso Khawam ritiene di presentare una versione diversa dalle altre e più fedele ai manoscritti antichi, di cui non indica le sigle, se non per pochi accenni dati durante un confronto fra il testo del racconto cornice di Galland e il manoscritto, rivelando che «il manoscritto migliore in nostro possesso-che pure è presumibilmente lo stesso al quale Galland dovette ispirarsi!».A tale proposito, Irwin sostiene che «dal momento che Khawam non rivela il suo manoscritto fonte, è impossibile stimare l’accuratezza della traduzione»488. E pure nella seconda edizione rivela di aver di tanto in tanto fatto ricorso al manoscritto di Galland: «è quello che, ogni volta che ci era possibile, abbiamo preso per guida»489, aggiungendo che questo non è l’unico testimone serio delle Mille e una notte e facendo accenni a qualche altro manoscritto da lui visionato e siglato, come nel caso del manoscritto di Michel Sabbagh indicato con la sigla “Ms CW, mentre quello di Galland è indicato con la sigla “Ms A”.

Nella seconda edizione René R. Khawam ricorda di essere stato rimproverato e accusato di

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486Le Mille e una notte, raccolta integrale di novelle orientali nella traduzione di Salvatore Grosio e Lucio

Vanzi, illustrazioni di Gaetano Proietti e Giovanni Di Stefano, Roma, Armando Curcio, 1959, 4 voll., 44 tav.; 24 cm., I. V. 708 p.; II. v. 692 p.; III. v.675 p.; IV. v. 694 p.

487 Le Mille e una notte, testo stabilito sui manoscrtti originali, trad. francese di René R. Khawam, cit. Vol. I,

p. 38.

488 Robert Irwin, La favolosa storia delle Mille e una notte, cit., p. 155.

489 Le Mille e una notte, testo stabilito sui manoscrtti originali, trad. francese di René R. Khawam, cit. Vol. I,

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aver operato per distruggere un mito con la prima pubblicazione della sua edizione delle Mille e una notte nel 1965-1967, quando ha rinunciato alla suddivisione in notti. Egli risponde dicendo che «tuttora ci sembra, dopo vent’anni passati ad auscultare questo testo, che gli unici miti degni di essere difesi sono quelli basati su una realtà viva, anche se non conforme alle nostre più radicate abitudini. Abbiamo detto perché rinunciamo alla suddivisione in «notti», che non ha niente di obbligatorio e che, se anche può affascinare il lettore all’inizio della sua corsa, diventa ben presto un accompagnamento fastidioso»490. Il suo lavoro è stato anche criticato per l’omissione di alcune novelle famosissime delle Notti Arabi come Aladino e la lampada meravigliosa, Alì Babà e dei quaranta ladroni, Il Sindbad il marinaio…, omissione per la quale l’autore si è giustificato affermando che queste novelle non fanno parte delle Mille e una notte. Successivamente Khawam ha pubblicato il testo integrale di Le avventure di Sindbâd il marinaio, Le avventure di Hasan di Basra l'orafo, La storia di Aladino e della lampada magica: altre storie dalle Mille e

una notte. Il traduttore, confrontando il suo testo con quello delle altre versioni delle Mille

e una notte, sottolinea che in molte edizioni la fantasia del traduttore o del compilatore si distanzia dalle Notti, facendo ricordo a spunti di vario tipo che non hanno diretto contatto con il testo, inventando addirittura, e poi confessa: «non molto tempo fa ci siamo lasciati indurre in qualche errore nello stabilire il testo della nostra prima versione, (Éditions Albin Michel, Paris, 1965-67)»491. Infine dichiara che l’edizione Phébus, Paris 1986 è l’edizione definitiva, frutto del lavoro di trentanove anni di ricerca senza interruzioni.

Khwam confessa ai lettori di aver tolto qualche novella compresa nella prima edizione, ovvero l’epopea dei Ladri di gloria, così chiamata da lui, che «a detta di tutti gli specialisti strideva col testo dell’opera»492. Non sono neppure inserite la Compagna della

dolce Favella e Jullanàr del mare, Luna del tempo (cioè storia di Qamaraz-Zaman); mentre è aggiunta Il dormiente che non dorme, precedentemente scartata malgrado comparisse nell’edizione Bulaq, in versione ridotta, e anche nelle versioni di Galland e Mardrus, ed ora inclusa nella seconda edizione del 1986 perché rinvenuto il manoscritto trascritto fedelmente fra le carte di Benôt de Maillet presso la Bibliothèque Nationale, Fondo arabo, n. 3612 e il manoscritto di Michel Sabbagh nella Bibliothèque Nationale, Fondo arabo, nn. 4678-79. Poi nel quarto volume aggiunge Il saggio persiano, che non appare nell’edizione di Bulaq, né nella traduzione di Galland, né quella di Mardrus e di cui

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490 Ivi., p. 47.

491 Ivi., Vol. II, p. 360. 492 Ibidem.

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lo studioso scrive, nelle note a piè di pagina, di aver ricavato il testo dal manoscritto di Sabbagh; include anche Il califfo e il pazzo, già intitolata Una visita ai matti (anch’essa non leggibile nelle tre edizioni citate) e La forza dell’amore, reperibile nel manoscritto di Sabbagh e incompleta nel manoscritto di Mailletè.

Khawam afferma di aver seguito fedelmente i manoscritti più antichi, attraverso i quali ha potuto presentare novelle che non sono apparse in edizioni importanti (Bulaq- Galland- Mardrus) e di avere dato la versione completa della novella Il dormiente che non dorme, ricavata del manoscritto di Sabbagh. Egli ha scelto anche di togliere le novelle che non appaiono nel manoscritto più antico, pubblicandole poi nel volume delle Mille e una notte: Le avventure di Sindbad, Aladino, Hasan di Basra: storie da Le mille e una notte, testo stabilito sui manoscritti originali. Ha rinominato alcune novelle, come nella Storia del mercante e il jin, dove i tre racconti sono intitolati Un cuore sterile, Cuori ingrati e Cuore bramoso invece di Racconto del vecchio con la gazzella, Racconto del vecchio coi due levrieri, Racconto del vecchio con la mula storna.

Questa traduzione, come ultimo anello della mediazione francese, venne tradotta in italiano nel 1989 e pubblicata nella collana dei Classici Rizzoli, tradotta da Gioia Angiolillo Zannino e Basilio Luoni, con prefazione di Giorgio Manganelli493. Esce poi un altro volume separato, che contiene le novelle non incluse nell’edizione integrale, edite in questa forma perché escluse dal manoscritto, intitolato Le avventure di Sindbâd il marinaio, Le avventure di Hasan di Basra l'orafo, La storia di Aladino e della lampada magica, altre storie dalle Mille e una notte: testo stabilito sui manoscritti originali da René R. Khawam494, con prefazione di Pietro Citati.

Nel 2001 è uscita la traduzione di Hafez Haider495, che ha visto la luce in tre volumi, presso Mondadori. Il corpus di novelle ammonta a più di 200, ben superiore a qualsiasi edizione o codice arabo. È impossibile identificare l’aderenza della traduzione di Hafez Hayder al testo originale del momento, ma fidandoci dell’autore sappiamo che egli si è basato su un manoscritto originale di cui non dà notizia, venendo meno al rigore filologico. Tuttavia pare significativo sottolineare alcuni aspetti della sua stesura. La

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493 Le Mille e una notte, testo stabilito sui manoscritti originali del XIII secolo da René R. Khawam,

traduzione di Gioia Angiolillo Zannino e Basilio Luoni, prefazione di Giorgio Manganelli, Milano, Rizzoli, 1989, 2 Voll.

494 Le avventure di Sindbâd il marinaio, Le avventure di Hasan di Basra l'orafo, La storia di Aladino e della

lampada magica: altre storie dalle Mille e una notte: testo stabilito sui manoscritti originali da René R. Khawam; prefazione di Pietro Citati; traduzione di Gioia Angiolillo Zannino e Basilio Luoni, Milano, Rizzoli, 1991, 642 p.

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traduzione di Hafez presenta un ordinamento dei titoli ben diverso rispetto a qualsiasi traduzione delle Notti. Il traduttore ha, infatti, tradotto i titoli delle novelle in maniera libera rispetto alle traduzione note e alle edizioni arabe. È il caso della Storia del pescatore e del genio che porta il titolo di Il pescatore venerando e l’arcigno ginn. Ha tutta l’aria di una traduzione/compilazione delle Mille e una notte simile a quella di Mardrus, Burton ecc. Altrettanto si legga la traduzione dei primi due versi del racconto cornice:

Parla delle tue preoccupazioni.

e le tue preoccupazioni non dureranno all’infinito Come spariranno le gioie,

così scompariranno le preoccupazioni.

Dove a volerlo confrontare con qualsiasi originale arabo, nonché con la traduzione di Einaudi, si nota la differenza nel primo emistichio:

Di’ a chi sopporta un’angustia: l’angustia non dura. Come si dilegua la gioia, così si dileguan gli affanni.

Infine, una seconda traduzione italiana dall’arabo è uscita nel 2006, e ristampata nel 2007, a cura di Roberta Denaro e Mario Casari, basata sull’edizione critica di Muhsin Mahdi, a sua volta stabilita sul manoscritto di Galland, che comprende solo 282 notti e trentacinque novelle. Si ricordano, inoltre, numerose novelle, come quella di Aladino e la lampada meravigliosa, Alì Babà e i quaranta ladroni e I viaggi di Sindbad il marinaio, che sono state edite singolarmente o inserite in antologie con altre novelle delle Mille e una notte a partire dall’Ottocento fino ai giorni nostri.

2.2.7. Traduzioni dall’arabo