8.2 Simmetrie nella meccanica quantistica
8.2.1 Traslazioni
q = ∂ ˜H
∂ ˜p = {˜q, ˜H}q, ˜˜p
Stessa dimostrazione pu`o essere ripetuta per la variabile ˜p.
In meccanica quantistica chiaramente non ha senso parlare di traiettorie, questa caratteristica della simmetria perci`o si applicher`a ai valori medi degli osservabili.
8.2 Simmetrie nella meccanica quantistica
In meccanica quantistica lo stato del sistema `e rappresentato dai ket dello spazio di Hilbert. Immaginiamo di avere una trasformazione che mi porta lo stato |ψi nel nuovo stato | ˜ψi.
|ψi → | ˜ψi
Quale condizione deve rispettare l’hamiltoniana quantistica (che `e un operatore) per essere definita simmetrica rispetto a questa trasformazione? Analogamente al caso classico:
H(˜x, ˜p) = H(x, p)
Nel caso quantistico la relazione riguarda il valor medio dell’operatore hψ|H|ψi = h ˜ψ|H| ˜ψi
8.2.1 Traslazioni
Analizziamo ora pi`u nel dettaglio la classe di trasformazioni delle traslazioni. Questa classe ammette un corrispettivo infinitesimo:
x
p −→
x + ε
p (8.8)
Le equazioni 8.8 rappresentano la trasformazione canonica in meccanica classica associata alla traslazione. L’analogo quantistico `e un operatore che applicato allo stato di partenza |ψi me lo porta nello stato trasformato | ˜ψi. Poich´e questa `e una trasformazione infinitesima, chiamiamo lo stato di destinazione |ψεi.
|ψi Tε
−→ |ψεi
Dobbiamo trovare una forma esplicita a Tε, per farlo riscriviamo le equazioni 8.8 in meccanica quantistica, dove le variabili x e p prendono il significato dei valori medi degli operatori X e P :
hψ|P |ψi → hψε|P |ψεi
Questo modo di vedere la trasformazione `e detto punto di vista attivo, in cui la trasformazione avviene sullo stato del sistema (che viene mandato da |ψi a |ψεi). `E possibile usare un altro approccio, del tutto equivalente, in cui lo stato del sistema rimane invariato, quello che si modifica `e l’osservabile:
hψε|X|ψεi = hψ|Tε+XTε|ψi = hψ|X|ψi + ε (8.9) In questo modo `e l’operatore che viene trasformato:
X → Tε+XTε
Questo approccio `e detto di tipo passivo. Sostanzialmente sono equiva-lenti, si basa tutto sull’interpretazione dell’espressione braketψ|Tε+XTε|ψ, se intepretare come il valor medio sullo stato |ψi dell’operatore trasformato, o il valor medio della X calcolato sui vettori trasformati. Trall’altro dall’in-terpretazione passiva si nota che Tε rappresenta un cambiamento di base, quindi risulta essere un operatore unitario.
Dobbiamo caratterizzare Tε, per applichiamolo ad un vettore su cui sappiamo come agisce:
Tε|xi = |x + εi |ψεi = Tε|ψi = Z dxTε|xi hx|ψi = Z dx |x + εi hx|ψi Facciamo il cambiamento di variabili x0 = x + ε
|ψεi = Z
dx0|xi0hx0− ε|ψi
Applicando il bra x da ambo i membri otteniamo: hx|ψεi = Z dx0hx|x0i hx0− ε|ψi ψε(x) = Z dx0δ(x − x0) hx0− ε|ψi = ψ(x − ε)
Vediamo se abbiamo caratterizzato bene l’operatore, calcoliamo esplici-tamente la 8.9. hψε|X|ψεi = Z dxψε∗(x)xψε(x) = Z dxψ∗(x − ε)xψ(x − ε) = = Z dx0ψ∗(x0)(x0+ ε)ψ(x0) = Z dx0ψ∗(x0)x0ψ(x0) + ε Z dx0|ψ(x)|2 = = hψ|X|ψi + ε
In meccanica classica le trasformazioni canoniche regolari erano esprimi-bili in funzione di una particolare funzione g detta generatrice. Anche in meccanica quantistica `e possibile fare la stessa cosa, possiamo scrivere Tε
in funzione di un operatore G, detto il generatore della trasformazione, in questo modo:
Tε= I − i
~εG (8.10)
Poich`e Tε rappresenta a tutti gli effetti un cambiamento di variabili, `e un operatore unitario, ossia
TεTε+= I
Vediamo questo che conseguenze ha sul generatore: I = TεTε+= I − i ~εG I + i ~εG+ = I + i ~ε G+− G + o(ε2) Questo implica che
G+− G = 0 Quindi G deve essere hermitiano.
Calcoliamo G nel caso specifico delle traslazioni: hx|Tε|ψi = hx|ψεi = ψ(x − ε)
Poich´e ε `e piccolo, possiamo sviluppare ψ nell’intorno di x troncando al primo ordine5:
hx|Tε|ψi = ψ(x − ε) = ψ(x) − εdψ(x) dx
Posso ripetere lo stesso calcolo sfruttando la 8.10 per trovare l’espressione esplicita per G: hx|Tε|ψi = Z dx0hx|Tε|x0i hx0|ψi = Z dx0hx|I − i ~εG|x0i hx0|ψi = = ψ(x) − i ~ε Z dx0hx|G|x0i hx0|ψi Uguagliando i risultati ottenuti:
i ~ε
Z
dx0hx|G|x0i hx|ψi = εdψ(x) dx
L’operatore G deve tirare fuori dall’integrale la derivata di ψ rispetto a x e un fattore che elimini i
~. Non ci vuole molta fantasia per intuire che la forma esplicita della G deve essere:
G(x, x0) = −i~δ(x − x0) d dx
5
Nell’espressione il terminedψ(x)dx ovviamente ha il significato di derivata della funzione ψ rispetto alla variabile x, calcolata nel punto x.
Ma `e proprio l’espressione dell’impulso P ! Per la traslazione il generatore `e proprio l’impulso!
G = P
Questo `e vero anche in meccanica classica, infatti ricordiamo che x = ˜x + ε∂g
∂p
Se g = p risulta immediato verificare che la trasformazione canonica generata `e proprio la traslazione!
Vediamo questo che conseguenze ha quando l’hamiltoniana `e simmetrica rispetto a traslazione.
hψε|H|ψεi = hψ|H|ψi
Per vedere questa simmetria usiamo l’approccio passivo: hψ| I + i ~εP H I − i ~εP |ψi = hψ|H|ψi hψ|H + i
~ε (P H − HP ) + o(ε2)|ψi = hψ|H|ψi Troncando al primo ordine:
i
~hψ| [P, H] |ψi = 0 Per il teorema di Herenfest:
h[P, H]i = h ˙P i i
~
hψ| ˙P |ψi = 0 h ˙P i = 0
Abbiamo appena trovato un integrale primo del moto, la quantit`a con-servata! In linea del tutto generica in meccanica quantistica si conserva il valor medio dell’osservabile G che genera la trasformazione, proprio come in meccanica classica si conserva la funzione g.
Affrontiamo ora lo stesso calcolo dal punto di vista passivo, per po-ter vedere in che modo, con un procedimento completamente diverso, sia possibile arrivare agli stessi risultati.
Il punto di vista passivo ci consente di caratterizzare direttamente gli operatori trasformati:
Tε+XTε= X + Iε T+
In questo approccio andremo ad usare entrambe le equazioni della 8.11. Tε= I − i
~εG Sostituiamo questo termine nella prima equazione:
I + i ~εG X I − i ~εG = X + i ~ε (GX − XG) + o(ε2) = = X + i ~ε[G, X] + o(ε2) = X + εI Troncando il primo termine all’ordine ε la uguaglianza:
i
~[G, X] = I [G, X] = −i~I
[X, G] = i~I
Questo ci dice che il commutatore tra X e G `e lo stesso che c’`e tra X e P . Posso immaginare di scrivere G quindi come P sommato ad un generico operatore che commuta con X:
G = P + f (X)
Dobbiamo determinare quindi la forma di questo operatore sostituendo l’espressione trovata per G nella seconda equazione del sistema 8.11.
I + i ~ε [P + f (X)] P I − i ~ε [P + f (X)] = P i ~ε {[P + f (X)] P − P [P + f (X)]} + o(ε2) = 0 Troncando all’ordine ε otteniamo la seguente condizione:
[P + f (X), P ] = 0 [P, P ] + [f (X), P ] = 0
[f (X), P ] = 0
Poich´e P e X non commutano mai se non all’ordine zero, la funzione f (X) deve essere all’ordine zero in X, ossia una costante:
f (X) = cI
G rimane definita a meno di una costante c, per comodit`a pu`o essere arbi-trariamente6 scelta pari a 0.
6La costante non introduce nessun termine fastidioso in realt`a, poich´e nell’espressione di Tε `e moltiplicata per ε, rappresenta, nel caso della traslazione, soltanto un fattore di scala, che possiamo fissare arbitrariamente noi.
Dire che H `e simmetrico rispetto alla traslazione infinitesima, nell’ap-proccio passivo, significa verificare che H viene lasciato invariato dalla tra-slazione:
Tε+HTε= H (8.12)
Ma H `e funzione delle X e delle P :
Tε+H(X, P )Tε= H(X, P )
Poich´e H `e un operatore che possiamo sempre scrivere sotto forma di serie degli operatori che lo formano. Consideriamo un qualunque elemento della serie di H, saranno presenti termini del tipo XP2X o Xn. Poich´e Tε `e unitario possiamo scrivere:
Tε+XP2XTε = Tε+XTεTε+P TεTε+P TεTε+XTε
Oppure
Tε+XnTε= Tε+XTεTε+XTεTε+· · ·
| {z }
nvolte
In questo modo scrivendo lo sviluppo in serie di H(X, P ) possiamo intro-durre tutti i termini all’interno di questi prodotti e scrivere:
Tε+H(X, P )Tε= H(Tε+XTε, Tε+P Tε) = H(X, P ) Da cui otteniamo la condizione di simmetria
H(X + Iε, P ) = H(X, P )
Questa struttura `e identica a quella che si presenta in meccanica classica per la traslazione:
H(x + ε, p) = H(x, p)
Possiamo ricavare la grandezza conservata dall’equazione 8.12. I − i ~εP H I + i ~εP = H H + i ~ε (P H − HP ) + o(ε2) = H Troncando al primo ordine
εi
~[P, H] = 0 Per il teorema di Herenfest
h ˙P i = h[P, H] i~ i h ˙P i = 0
8.2.2 Variazioni degli operatori sotto trasformazioni