IL RUOLO DELLA DANZA NEI VIDEOCLIP
2.1. TRE TIPOLOGIE DI VIDEOCLIP CON DANZA
La traslazione di un brano musicale dal formato audio al formato audiovisivo pone la questione dell’eterogeneità dei segni, in quanto deve avvenire una materializzazione visiva di forme astratte musicali, che comporta la compresenza di elementi visivi e sonori, nel tentativo di una loro sincronizzazione. Inoltre il prodotto audiovisivo prevede nuove situazioni fruitive, sia dal punto di vista percettivo, in quanto diventa fondamentale l’impatto plurisensoriale del prodotto, sia dal punto di vista sociale, in quanto l’opera, che ha scopi promozionali, avrà un’ampia diffusione ed andrà a influenzare più consumatori, non solo persuadendoli all’acquisto del singolo o dell’album che lo contiene, ma anche per quanto riguarda i loro atteggiamenti e stili di vita.
Il coinvolgimento sinestetico a cui mira il videoclip musicale spesso deriva dalla sua capacità di essere spettacolare e questa capacità può essere a sua volta collegata al grado di artisticità presente al suo interno, anche se i due elementi non sempre sono presenti in egual misura.
Alcuni videoclip si contraddistinguono maggiormente per il loro alto valore artistico, nonostante essi continuino ad assolvere la loro funzione promozionale una volta immessi nel circuito televisivo o nel web; anzi può accadere che il loro successo sia determinato proprio dalla loro qualità artistica. Altri videoclip, pur essendo fortemente spettacolari e incisivi,
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contengono una bassa dose di creatività, perché non fanno altro che riproporre modelli di successo che sono poco originali.
Poiché la valorizzazione della canzone avviene comunque in funzione della sua promozione commerciale, spesso è difficile considerare il prodotto finale unicamente dal punto di vista artistico o preoccuparsi principalmente di esso. I videoclip sono contemporaneamente arte, pubblicità e spettacolo e una classificazione rigida e definita circa la presenza di ciascuna di tali componenti al loro interno, forse non è possibile49.
Nonostante ciò, resta abbastanza evidente il fatto che ogni videoclip abbia una forma espressiva diversa, che può essere più o meno originale o addirittura rivoluzionaria e non è difficile constatare quanto lo stile possa variare.
La scelta dello stile dipende da vari fattori: il tipo di musica che il video veicola, il messaggio che l’autore vuole trasmettere, la notorietà del cantante o del gruppo musicale e soprattutto il regista a cui è stata affidata la direzione del video, anche se, spesso, regista e cantanti devono sottostare alle direttive della casa discografica, più interessata a creare un buon prodotto commerciale piuttosto che alla qualità estetica50.
Come afferma Andrea Del Castello, il video può avere un rapporto di tipo complementare con la canzone che veicola quando serve da ausilio alla sua promozione, ma può anche essere autonomo e indipendente rispetto ad essa, e diventare una forma di spettacolo in cui la canzone è solo un pretesto per sperimentare nuove soluzioni visive; altre volte l’opera audiovisiva può essere realizzata in quanto completamento del progetto creativo del cantante, che la utilizza “come ulteriore mezzo per esprimere intenti artistici correlati al testo e alla musica”51
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49 Andrea Del Castello, op. cit. 50 Ivi.
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In questi casi, gli intenti artistici hanno la meglio e questo accade soprattutto quando l’autore del brano è un artista di un certo calibro, con un successo già avviato, che riesce a far valere le proprie idee in merito alla realizzazione del video e all’immagine che intende dare di sé attraverso la musica che crea, prende posizione in merito alla scelta registica e alla direzione del video e in alcuni casi, diventa egli stesso regista dell’opera audiovisiva in questione, poiché evidentemente è un artista a tutto tondo.
La qualità artistica, che incide sull’efficacia promozionale, dipende anche dagli elementi che sono stati coinvolti all’interno dell’opera e tra questi, la danza è uno di quei linguaggi che riesce a influire in modo consistente, sia sul grado di artisticità che sul grado di spettacolarità del prodotto.
Il ruolo assunto dalla danza all’interno dei videoclip varia a seconda dello spazio che le viene attribuito e degli altri elementi con cui essa si ritrova a dialogare.
Nel tentativo di far luce sull’importanza e sulla funzione che essa può assumere al loro interno, ho individuato tre tipologie di videoclip musicali contenenti momenti in cui si danza.
La prima categoria riguarda quei videoclip che sono girati come se fossero dei mini cortometraggi musicali e in cui è presente una trama narrativa:
videoclip-musical ispirati appunto ai musical cinematografici, ovvero a quei
film in cui la musica e la danza rappresentano una parentesi semi-onirica all’interno di un mondo che è già di per sé surreale, un mondo in cui è la musica che genera e giustifica il movimento e in cui vi è una perfetta integrazione tra narrazione, balletto e scenografia.
La seconda categoria riguarda quei videoclip in cui la danza è l’unico soggetto di rappresentazione: videoclip-coreografati che consistono nella ripresa di una coreografia di danza e in cui la durata di tale coreografia coincide interamente con la durata del brano e si utilizzano in modo
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particolare tagli di montaggio, cambi di piano, cambi di angolazione, ralenti,
rewind e zoom per valorizzarla al meglio.
La terza categoria riguarda videoclip in cui le coreografie vengono modificate in modo consistente grazie all’intervento del computer: videoclip-
digitalizzati, in cui vi è una notevole presenza di effetti speciali grafici, che
permettono la manipolazione dei corpi danzanti e il superamento dei loro limiti fisici.
Per ognuna delle suddette categorie ho individuato e analizzato alcuni esempi di videoclip. I generi musicali di cui essi fanno parte sono principalmente i generi pop, r’n’b e hip hop, in quanto generi caratterizzati da sound fortemente ritmati che richiedono quasi automaticamente una traduzione coreografica; ma ho incluso brani più melodici, in cui la danza può esprimere al massimo le sue potenzialità poetiche e surreali.
Poiché ogni videoclip non può essere definito in modo rigido come appartenente ad una sola delle categorie sopracitate, dopo aver scelto gli esempi di video che ritengo maggiormente calzanti per rappresentare ogni categoria, ho tentato di sottolineare, al loro interno, quegli elementi che, seppur presenti in piccole dosi, li avvicinano alle altre.
I video che ho analizzato sono stati realizzati dagli anni settanta in poi, ma in particolare, in seguito alla nascita di Mtv.
Sono videoclip che appartengono alla fascia più alta del mercato musicale e che hanno avuto o stanno avendo una diffusione globale, che sono stati prodotti da case discografiche importanti o realizzati da artisti affermati e di fama internazionale.
Ciò che rimane praticamente costante è il tentativo di realizzare delle opere che facciano sì che i fruitori-consumatori siano invogliati ad acquistare il relativo singolo o l’album in cui esso è contenuto, ma che siano soprattutto influenzati dall’immaginario veicolato dal video e in particolare, nei video
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che ho sottoposto ad analisi, dallo stile di danza che caratterizza le coreografie contenute in esso, a cui quasi sempre il cantante prende parte.