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Ulteriori osservazioni attraverso la ricerca-azione: il Social Street

Capitolo 7- Il rapporto, le dinamiche e tipologie ideal-tipiche di cittadino

7.3 Ulteriori osservazioni attraverso la ricerca-azione: il Social Street

In questa seconda parte, come anticipato nella premessa, verrà presentata la ricerca- azione che si è concretizzata nell'implementazione del progetto Social Street all'interno del quartiere Piave. Nel riquadro sottostante, viene presentata brevemente quest'iniziativa per chi non la conoscesse.

Cos'è il Social Street?

Si tratta di un'iniziativa realizzata, un anno fa, a Bologna da un Federico Bastiani il quale, avvalendosi della tecnologia, una pagina Facebook, è riuscito a ricreare i rapporti di vicinato che si sono concretizzati in aiuti reciproci, eventi e collaborazioni con servizi pubblici e privati. Da un desiderio di socializzazione (poiché come dichiara il fondatore, il movente è stato il ricercare amici per il figlio) con i residenti del quartiere, si è passati al consolidamento di un'identità locale. Essa rappresenta un esempio di innovazione sociale

bottom up che rappresenta una fusione tra vecchio e nuovo. Il vecchio è rappresentato dai

valori sui quali si basa: partecipazione, mutuo-aiuto, solidarietà, vicinato mentre il nuovo deriva dall'uso della tecnologia (facebook) vista non come strumento che allontana ma che in questo caso è riuscita ad avvicinare. Si tratta di una comunità ibrida caratterizzata dal fatto che per "avvicinare" è necessario, però, alternare il virtuale al reale. Si tratta di un progetto che è stato implementato in diversi contesti urbani e che sta avendo un'ampia diffusione. Al 30 luglio 2014, come riporta la notizia di radio 24, le social street erano 290 e con più di 15 mila iscritti. Il dato riguarda non solo contesti italiani ma anche europei come Portogallo, Nuova Zelanda, Svizzera, Croazia, Brasile122.

Il progetto è stato riadattato al contesto mestrino. Inoltre, diversamente dall'esperienza bolognese, non nasce per iniziativa di un residente ma su proposta di un servizio (Etam) e con l'aiuto di un gruppo di cittadini conosciuti dagli operatori. Nel progetto, sono stati coinvolti anche alcuni dei giovani intervistati durante la ricerca Citispyce. Di seguito viene riportato il post-it pubblicato sul gruppo “Social Street- residenti i via Piave”.

122 Per ulteriori dettagli si invita a consultare la pagina ufficiale facebook

Logo elaborato da uno degli abitanti del quartiere

L'idea del “social street” nasce dall'esperienza del gruppo facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna” iniziata nel settembre 2013 e vuole essere riproposto ai RESIDENTI del quartiere Piave.

Come nasce?

L'idea del “social street” prende spunto dall'esperienza e dalla vitalità dei gruppi facebook di residenti, sorti negli ultimi mesi in molte città italiane dopo la prima esperienza di Bologna del settembre 2013. Questo è ciò che si vuole avviare tra i RESIDENTI del quartiere Piave di Mestre.

Cos'è?

È un gruppo facebook "chiuso" (i partecipanti sono visibili a tutti, i contenuti solo agli iscritti) pensato per accogliere tutti i residenti del quartiere Piave!

Cosa vuole?

L’obiettivo del Social Street è di creare un senso di COMUNITÀ e di APPARTENENZA attraverso la SOCIALIZZAZIONE e CONDIVISIONE dei BISOGNI, la richiesta e l'offerta di AIUTO tra vicini di casa.

Come funziona?

Ma come si può instaurare un legame tra persone che non si conoscono?

È molto semplice: ognuno di noi ha un bisogno che aspetta solo di essere soddisfatto ma soprattutto ognuno di noi ha COMPETENZE, CONOSCENZE, POTENZIALITÀ che aspettano solo di essere scoperte e attivate! Per esempio:

- ti sei trasferito da poco e stai cercando nuovi amici? - vorresti una mano per un trasloco?

- vorresti imparare una nuova lingua?

- stai cercando nuovi componenti per formare una band? - vuoi organizzare un evento ma non sai da dove partire?

- hai una PASSIONE o un INTERESSE ma non sai con chi condividerli? Nessun problema!

Basta descrivere in questo gruppo il tuo PROBLEMA NON RISOLTO, la tua NECESSITA' oppure la tua disponibilità ad AIUTARE e aspettare un CONTATTO. Facile, divertente e a costo zero! Cosa non è?

NON E' un gruppo di protesta, denuncia.

NON E' un gruppo di incontri o ricerca-offerta-lavoro Come fare?

Se conosci qualche RESIDENTE nel quartiere Piave, invitalo nel gruppo! Sicuramente avrà potenzialità-idee strepitose che aspettano solo di essere condivise!

7.3.1 Alcuni nodi iniziali

quei soggetti strategici che grazie alle loro qualità, potenzialità, potessero garantire la buona riuscita del progetto. Le caratteristiche ricercate erano per lo più tre:

1. Si è cercato di formare un gruppo eterogeneo attraverso la selezione di fasce d'età (giovane, adulto, anziano). Questa polarizzazione era stata scelta per il fatto che si trattava di un progetto che coinvolgeva l'intero quartiere che, come si è visto, è alquanto eterogeneo da un punto di vista demografico.

2. Il secondo elemento ha riguardato le competenze sia tecniche che relazionali. “Tecniche” poiché gran parte del lavoro iniziale richiedeva conoscenze informatiche, e “relazionali” in modo da riuscire a promuovere l'iniziativa coinvolgendo a catena amici e parenti. Ogni abitante, infatti, ha una propria rete di amici per cui si voleva mettere in connessione le varie realtà, formare un reticolo di relazioni in modo da connettere tra loro individui, gruppi, organizzazioni.

3. Soggetti conosciuti, con i quali si era già instaurata una relazione di conoscenza e di rispetto non solo tra Servizio-cittadino ma ovviamente anche tra me e il cittadino. Il Social Street è stato realizzato al termine del tirocinio presso l'Etam (fine giungo 2014). Il ritardo nell'implementazione dell'iniziativa è derivato, in primo luogo, dal fatto che una prima fase ha riguardato la raccolta di informazioni attraverso la lettura di articoli di giornale, consultazione del sito Social Street Italia, nonché i contatti presi con il Fondatore di Bologna. In secondo luogo, nella selezione del gruppo di collaboratori per la gestione del progetto e nella difficoltà di dedicare momenti di sintesi, rielaborazione e progettazione con i diversi

stakeholders. Si è lavorato, infatti, con cittadini già attivi e impegnati su altri fronti (università,

lavoro) per cui spesso i ritardi derivavano da difficoltà nella gestione dei tempi. Questo ha generato in me frustrazioni ma al tempo stesso mi ha portato a rivisitare continuamente il lavoro fatto e ad agire in autonomia coinvolgendo altri soggetti con i quali ero entrata in contatto direttamente o indirettamente.

relazioni.

In particolare, mi sono approcciata con la componente straniera che, dalla mia analisi, risulta essere quella spesso più marginalizzata che rischia di restare fuori dalla rete generale o comunque all'interno di quella dei connazionali. Mentre, infatti, i residenti “storici”, ovvero coloro che vivono da anni o sono cresciuti nel quartiere hanno già una rete di conoscenze, i nuovi arrivati hanno possibilità limitate di interagire con altri soggetti, specialmente nel momento in cui arrivano in Italia senza avere una rete di supporto nel paese di arrivo. L'assenza di una rete parentale, amicale o di vicinato pone le persone in uno stato di chiusura, di isolamento ed esclusione.