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Ulteriori strumenti di agevolazione per l’imprenditoria femminile

LE POLITICHE PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

2.3 Ulteriori strumenti di agevolazione per l’imprenditoria femminile

Nei primi anni del 2000, oltre alle azioni già esaminate in precedenza, nascono a livello europeo, alcuni organismi che mirano a creare reti di promozione e sostegno per le imprenditrici.

Nel giugno del 2000 nasce il WES (European Network to Promote Women’s Entrepreneurship), organismo formato da rappresentanti dei governi nazionali e delle istituzioni avente come scopo quello di promuovere l’imprenditoria femminile. Nel 2001 è avviato il progetto Promoting Entrepreneurship Among Women che mira alla conoscenza ed allo scambio di buone pratiche.

Nel 2003 nasce la Rete europea delle camere di commercio (Eurochambres) che rappresenta 43 organismi nazionali e ben 2.000 organismi locali e regionali, con oltre 18 milioni di aziende in Europa. In particolare alla rete delle donne di Eurochambres si propone la loro piena inclusione non solo nel campo del lavoro e della carriera, ma anche nei processi decisionali, sia a livello societario, come imprenditrici, che nella rappresentanza degli interessi economici. Infatti, nonostante il grado giuridico dell’uguaglianza di genere sia ben definito a livello europeo, le indagini promosse dalla Rete delle donne di Eurochambres tra gli organismi aderenti, presentano realtà molto diverse.

Eurochambres mostra anche un identikit dell’imprenditrice europea, sulla base di un’indagine condotta attraverso le camere di commercio degli Stati Membri dell’UE.

La figura di imprenditrice più diffusa in Europa è laureata, sposata,

comunque altre esperienze lavorative alle dipendenze. L’imprenditrice dedica all’azienda più di 48 ore la settimana e sia i motivi per cui l’ha creata, che gli ostacoli incontrati nell’avvio e nell’attività quotidiana dell’impresa sono molteplici.

A partire da questi risultati, la Rete delle donne di Eurochambres si è proposta di seguire un complesso insieme di obiettivi, per lo più di carattere promozionale e politico-culturale, a partire dalla necessità di applicare in modo sostanziale i diritti di eguale opportunità. I mezzi attraverso i quali raggiungerli sono indicati essenzialmente nello scambio di informazioni, nella diffusione di buone pratiche, nella crescita della presenza femminile, negli organismi dirigenti, nella formazione di partnership pubblico-privato, nella promozione delle diversità, fino al sostegno ai gruppi d’interesse femminile.

L’associazionismo, da questo punto di vista, può svolgere un ruolo di grande importanza, dal momento che generalmente presenta tra i suoi fini prioritari quello di promuovere i propri aderenti, anche attraverso reciproche relazioni di rete.

Considerando i programmi complessivamente rivolti alle donne, oltre ai tradizionali interventi di sostegno finanziario, la gamma di servizi offerti è alquanto vasta. Infatti si va dalla formazione ai servizi di sostegno per l’avvio dell’impresa fino al sostegno nell’attività quotidiana dell’azienda.

Comunque sono presenti tutt’oggi delle problematiche in Europa a carico delle imprenditrici. I maggiori problemi che devono essere affrontati sono quelli di tipo finanziario, sia nella fase di start-up sia nella fase di sviluppo dell’azienda. I problemi relativi a questo aspetto derivano dalla presenza di discriminazioni da parte del sistema creditizio.

Guardando ora ai diversi paesi europei, molteplici esperienze di sostegno dell’imprenditoria femminile, spesso anche innovative, si presentano già a partire dagli anni ’80.

Uno dei riferimenti principali per l’elaborazione delle prime misure avviate in molti paesi, nei riguardi delle aziende condotte da donne, è stato il sistema creditizio con le sue rigidità, per favorire la comprensione di meccanismi d’impresa meno impersonali. Quando una persona chiede un prestito per cominciare un’attività economica, riceve dalla banca la richiesta di fornire un’adeguata garanzia patrimoniale, con il risultato che la persona priva di tali garanzie patrimoniali non ha mai accesso al credito.

Le richieste di piccolo importo, inoltre, non sono neanche prese in considerazione dalle banche, perché non ritengono conveniente gestire i modesti rapporti che ne risultano. Tutto ciò rappresenta un fattore critico per quei soggetti, come le donne, tradizionalmente meno provviste di risorse patrimoniali proprie e culturalmente meno portate ad assumersi i rischi che comporta un’impresa di grandi proporzioni.

Quindi a partire dai primi anni Ottanta prendono il via, spesso ad opera di associazioni, le prime iniziative creditizie a favore delle donne che desiderano iniziare un’attività economica.

Nel 1982, nei Paesi Bassi prende il via, per volontà di alcune donne, il Mama Cash, uno dei principali organismi finanziari indipendenti operanti nel paese, che inizia concretamente a concedere finanziamenti nel 1987. L’obiettivo perseguito dalle fondatrici è quello di contrastare gli ostacoli che le donne incontrano per affermarsi nel campo dell’imprenditoria, sia per uno scarso grado di accettazione sociale di un

rischio e bassi margini di profitto. I risultati di questo programma nel corso del tempo sono stati sempre molto elevati, mostrando una percentuale media di insuccessi imprenditoriali del 19% contro la media nazionale del 40%.

Di altro genere è l’iniziativa intrapresa in Francia nel 1989, dove è nato, con finanziamenti statali ed europei, il Fondo di garanzia per le iniziative delle donne. Grazie ad esso lo Stato si rende garante, nei confronti delle banche, per il 60% dei prestiti ottenuti dalle imprenditrici, agevolando perciò l’ottenimento, da parte delle donne, di ulteriori prestiti.

L’iniziativa si completa attraverso un servizio di counselling a supporto dello start-up d’impresa. Dall’anno del suo avvio, più di 2.500 imprenditrici hanno fatto richiesta di finanziamenti attraverso il Fondo, ottenendoli nel 60% dei casi e rimborsandoli, secondo i patti concordati, nell’80%.

Anche in Gran Bretagna è stata creata un’iniziativa altrettanto originale e innovativa, costituita dai Full Circles. Si tratta di un progetto che nasce nel 1998, nella contea di Norfolk, ed utilizza l’esperienza del microcredito messa in pratica dalla Grameen Bank nei paesi in via di sviluppo. L’iniziativa prevede l’erogazione di microcrediti per progetti d’impresa individuali, concessi per mezzo un sistema organizzato a circoli, creati dalle stesse beneficiarie delle sovvenzioni.

Le partecipanti danno vita al circolo e selezionano, all’interno del loro gruppo, il progetto che considerano maggiormente fattibile dal punto di vista del suo successo economico, sulla base di un piano d’impresa. Il circolo è economicamente e solidalmente responsabile e ciascuno avrà accesso a turno alle risorse del fondo. L’alto grado di riuscita di tali prestiti è dovuto alla solidarietà tra le componenti ed alla dimensione

ridotta dei finanziamenti a breve periodo, dato che risultano rimborsati nella maggior parte dei casi.

Inoltre, le donne ammesse al finanziamento hanno la possibilità di partecipare a corsi di formazione più significativi, anche in questo caso, si segnala il meccanismo di accreditamento che opera a favore delle partecipanti al circolo. Infatti, nel caso in cui le partecipanti avranno bisogno di far ricorso a livelli di prestito più consistenti, avranno la possibilità di far leva, di fronte al sistema creditizio, sulla precedente esperienza positiva (www.ifgh.ac.at).

Più di recente, in diversi paesi europei si tende ad offrire, sulla base di un approccio interpretativo più ampio delle problematiche presenti nelle imprese femminili, pacchetti di interventi, sottoforma non solo e non tanto di sostegni finanziari, quanto di attività formative e di consulenza a vari livelli.

Nell’ambito della consulenza d’impresa, ad esempio, un programma certamente innovativo è stato quello avviato dal CEZOV, centro belga che si occupa di imprenditoria femminile, che nel 2001 ha lanciato l’idea del flying entrepreneur, cioè di una figura professionale indipendente che possa sostituire temporaneamente un imprenditore o un’imprenditrice in caso di eventi, imprevisti o pianificati, che ne impediscano l’attività, o affiancarli in periodi di particolare impegno. Il programma, che fondamentalmente consiste in un corso di formazione, avvantaggerebbe le donne da due punti i vista, come:

- flying entrepreneur poiché le facilita ad entrare nella professione imprenditoriale, dal momento che non richiede loro nessun

- imprenditrici attive in quanto fornisce loro un servizio di supporto o di sostituzione, spesso necessario in determinate fasi della loro vita ma, anche se, difficilissimo da reperire.

Rientrano nel campo della consulenza d’impresa, anche nella fase di avvio, iniziative come quelle sperimentate con profitto in Italia sin dal 1999, attraverso gli sportelli Fare impresa della Confartigianato. I risultati, infatti, mostrano che il 20% delle nuove aziende supportate in fase di start-up hanno mantenuto buone performance anche nelle fasi successive.

Gli sportelli propongono sostegni di tipo formativo e figure di esperti per sostenere le donne nel superare specialmente le questioni burocratiche, oltre che per dare informazioni sui programmi offerti dalle autorità nazionali e locali.

Inoltre attraverso accordi con gli istituti bancari, è possibile conseguire finanziamenti a tassi agevolati. Le reti di sportelli, costituiscono o possono costituire anche un collegamento importante tra l’ambiente circostante e l’idea d’impresa femminile, facilitandone l’incontro.

Una delle novità più interessanti relative alle attività a sostegno delle imprenditrici, è rappresentata dall’introduzione del mentoring, una tecnica innovativa, impiegata da tempo nelle imprese più avanzate. Tale metodo prevede lo sviluppo delle potenziali capacità del personale e consiste nella relazione personalizzata e costante tra un professionista esperto ed un lavoratore neoassunto. L’aspetto più interessante di questa tecnica riguarda la reciprocità dell’effetto: i benefici non sono solo per il neoassunto ma anche per l’esperto, che stando a contatto con

problematiche e metodologie nuove ha la possibilità di arricchire il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze personali.

L’esperienza, inoltre, dimostra che l’esperto è particolarmente indicato per le donne, che possono scoprire e potenziare le proprie qualità, acquisire consapevolezza delle proprie competenze, coltivare relazioni costruttive ed operare scelte personali utili per la carriera lavorativa.

In particolare, appare indicato per le donne che desiderano fare carriera in settori o ambiti professionali di predominio tradizionalmente maschile. È pertanto una tecnica di accompagnamento che si applica bene alla creazione d’impresa e consiste nel trasferimento delle conoscenze, capacità ed esperienze, da un’imprenditrice esperta ad una neoimprenditrice nell’ambito di un rapporto di reciproca fiducia.

L’esperienza della Women’s Enterprise Agency, attivata in Finlandia nel 1996, rappresenta uno dei primi esempi di attuazione di questo metodo proprio al campo dell’imprenditoria femminile, dove l’esperto è l’imprenditrice di esperienza che, attraverso incontri regolari, sostiene la nuova imprenditrice offrendo supporto e consigli personalizzati.

Il modello di mentoring così sperimentato negli ultimi anni si è molto diffuso nei diversi paesi europei e rappresenta un elemento molto spesso associato ad un’altra attività, che riveste carattere innovativo, quella costituita dai programmi diretti alla promozione ed al sostegno dei network.

È il caso dell’iniziativa lussemburghese Mentoring makes success, attivata nel 2000 e costituita proprio da un centro di contatto e

sugli aspetti prettamente socio-culturali legati all’imprenditoria femminile:

il potere delle reti, la conciliazione tra vita privata e vita professionale.

Da questo panorama di iniziative si evince l’importanza della presenza sul territorio di organizzazioni od enti, in grado di sostenere e di accompagnare l’idea imprenditoriale sin dalla nascita, attraverso le modalità ritenute più adatte alla specifica situazione.

Inoltre , dal complesso delle esperienze e degli studi effettuati negli ultimi anni in Europa, è del tutto evidente come, per affrontare il problema della crescita femminile nel campo della creazione e della conduzione d’impresa, occorra guardare ad una molteplicità di aspetti, non solo economici ma anche sociali, psicologici e culturali, offrendo di conseguenza una molteplicità di servizi, programmi ed iniziative (David, 2006).