4. DALLA PIATTAFORMA LIRA A ‘OGGI FACCIAMO PRAGMATICA’: UN
4.2 Il progetto Oggi facciamo pragmatica
4.2.4 Un esempio di percorso didattico sulle richieste
Per esemplificare l’applicazione del modello didattico illustrato nel paragrafo precedente, in questa sezione si illustra un percorso sulle richieste realizzato nell’anno scolastico 2015- 2016 con una classe terza della scuola primaria. Il percorso didattico si è focalizzato sulle modalità e le strategie per effettuare una richiesta ed è stato realizzato all'interno delle normali attività didattiche, si è svolto in tre incontri di un’ora e mezza ciascuno ad intervalli ravvicinati.
Nella prima lezione, si è cercato di avvicinare i bambini all’argomento delle richieste. Inizialmente l’argomento è stato introdotto guardando alcuni video tratti dalla piattaforma LIRA e in particolare dall’area tematica Basta chiedere. Ai bambini è stato chiesto di spiegare che tipo di azione svolgevano i protagonisti dei video con le parole. In questa prima attività di osservazione i bambini sono stati guidati dall’insegnante in un’attività di brainstorming e, a partire dalla frase “fare una richiesta”, è stato chiesto che cosa vuol dire fare una richiesta e quali posso essere delle frasi di richiesta. Hanno realizzato un cartellone in cui hanno scritto alcuni esempi di richiesta.
Fig. 8 – Esempio di cartellone con esempi di richiesta
Una seconda attività prevedeva la suddivisione della classe in gruppi di 2-4 bambini. Ad ogni gruppo, l’insegnante ha assegnato un luogo: ad esempio a casa, a scuola, in biblioteca, in palestra, in farmacia, al ristorante. Agli studenti è stato chiesto di individuare per ogni luogo alcune frasi di richiesta adatte alla situazione, al contesto. Anche per questa attività è stato realizzato un cartellone (Fig. 9) che è servito poi come base per le attività delle lezioni successive.
Nella seconda lezione, i bambini hanno inizialmente ripercorso le attività della lezione precedente, riassumendo il lavoro svolto e soffermandosi sulle principali difficoltà incontrate. Ai bambini è stato poi chiesto di mettere in scena le situazioni di richiesta individuate nel corso della prima lezione e riassunte nel cartellone. I bambini sono stati divisi in coppie: ad ogni coppia è stato affidato un luogo con le relative situazioni preparate nel cartellone. Nell’abbinare le coppie e i luoghi, si è fatto attenzione a cambiare gli abbinamenti tra gruppi e situazioni rispetto alla prima lezione: ad esempio, ai bambini che avevano lavorato sulla situazione “farmacia” è stata assegnata una situazione diversa (es. casa, ristorante, scuola ecc); questo per evitare che i bambini lavorassero su situazioni già conosciute. Ogni coppia ha scelto due delle situazioni scritte e si è preparato a metterle in scena davanti alla classe, preparando un role play. A ciascun bambino veniva distribuito un cartoncino contenete la descrizione scritta della situazione proposta dal proprio punto di vista e veniva invitato a immedesimarsi in tale situazione e prepararsi per metterla in scena insieme al compagno davanti alla classe.
In questa fase si riprendono le situazioni elaborate nella prima lezione e i bambini svolgono alcuni role play sulla base delle situazioni individuate. Il role play è uno strumento utile e molto diffuso nella didattica delle lingue poiché offre agli apprendenti attività comunicative che stimolano un uso realistico della lingua.
Questa lezione dedicata al role play si compone in tre parti: pre role play (preparazione), role play (messa in scena) e post role play (riflessione).
La fase che precede role play è caratterizzata dall'introduzione del compito e dall'esplicitazione di tutte le informazioni necessarie per fare in modo che sia chiaro cosa ci si aspetta alla fine dagli studenti. Prima dello svolgimento del role play l'insegnante non presenta strutture linguistiche, né offre spiegazioni grammaticali, né illustra le strategie comunicative per raggiungere l'obiettivo richiesto. A titolo esemplificativo, prima di mettere in scena i role paly, le insegnanti possono svolgere un role play.
Successivamente, a turno, le coppie mettono in scena i role play. Durante lo svolgimento del role play non vengono posti limiti al numero e alla lunghezza dei turni, in modo che i parlanti possano reagire in modo spontaneo allo scambio comunicativo; la lunghezza dello scambio comunicativo dipende quindi esclusivamente dai tempi di raggiungimento dell’obiettivo conversazionale, così come esemplificato di seguito nella sezione sullo studio esplorativo (cfr 4.3).
Si tratta di un momento centrale della lezione perché è proprio a partire da questa fase che si crea il banco di prova che consente allo studente di usare la lingua di cui dispone
aiutando l'insegnante a raccogliere tante più informazioni possibili sulla competenza comunicativa degli studenti (es quali strategie si conoscono, se i bambini riescono a interagire con interlocutori diversi, ecc). Durante lo svolgimento del role play l'insegnante non interviene con commenti sulla lingua, sulla forma, sulle modalità di svolgimento. Gli studenti completano il role play e solo successivamente vengono guidati dall'insegnante nell'analisi delle strutture linguistiche e delle strategie comunicative funzionali a una migliore realizzazione del role play stesso.
A seguito di ogni role play, infatti, l’insegnante guida una prima riflessione di gruppo: alla lavagna annota, per ogni role play, il luogo in cui si svolge il role play, chi sono le persone che parlano, che parole usano per formulare le richieste (Fig. 10). I bambini in questo modo sono stati portati a riflettere sulle parole e sulle strategie utilizzate per realizzare l’atto comunicativo della richiesta messo in scena nel role play.
Chi sono le persone che parlano?
Dove si trovano? Che cosa fanno con le parole?
Fig. 10 - Esempio di schema alla lavagna
L'insegnante riassume schematicamente gli elementi individuati dai bambini alla lavagna (Fig. 11) in modo da poterli riutilizzare alla fine della lezione in un momento di ripresa e focus finale.
Nella terza lezione dedicata al focus linguistico, si guidano i bambini a riflettere sulle variazioni possibili nel fare una richiesta. L’insegnante proporre alla classe una o due frasi di richiesta e chiede ai bambini di ipotizzare dove e da chi potrebbe essere stata fatta una richiesta di questo tipo: ed esempio si potrebbe avere una sedia? I bambini riflettono sulla relazione tra situazione e formulazione linguistica: in base alla situazione, al luogo e agli interlocutori, una stessa frase di richiesta, infatti, può avere un effetto diverso.
Fig. 12 – Esempio di variazioni durante il focus linguistico
L’insegnante propone una seconda attività che prevedeva il riutilizzo di strutture che i bambini hanno già incontrato durante il percorso didattico. Individualmente o in piccolo gruppo i bambini possono analizzare le trascrizioni delle loro scenette o completare un cloze, inserendo la battuta mancante. Attraverso il confronto con le risposte dei compagni si riflette su come si può fare una stessa richiesta in modi diversi, più o meno cortesi e più o meno diretti. A classe intera si può proporre successivamente di provare a riordinare dalla più alla meno cortese/gentile le diverse formulazioni di richieste emerse nell’attività. Di seguito riportiamo un esempio di cloze proposto ai bambini :
Attività: Prova a completare le trascrizioni di alcune delle scenette fatte a scuola inserendo le parole per te più adatte per fare la richiesta. Quando hai completato l’esercizio confronta la tua risposta con quella di un compagno. A casa
figlia: ciao mamma...___________________________________ mamma: va bene
A scuola
Lo studente chiede alla maestra di ripassare prima della verifica studente: _____________________________________________ maestra: sì
studente: non trovo il quaderno maestra: chiedilo a un tuo compagno A scuola
Lo studente chiede alla maestra di poter disegnare alla lavagna maestra: cosa mi vuoi dire?
studente:______________________________________________ maestra: va bene però dopo quando suona la campanella devi cancellare In biblioteca
Il ragazzo chiede al bibliotecario un libro sugli asteroidi ragazzo:
__________________________________________________________ bibliotecario: allora adesso vediamo…sì ce l’abbiamo … adesso lo vado a prendere
A titolo puramente esemplificativo, si riporta nella Fig. 13 un esempio di cloze compilato da un alunno.
Fig. 13 - Esempio di cloze
Nell’ultima attività proposta ai bambini in questa lezione si ripropongono le trascrizioni dei role play svolti nella lezione precedente in cui sono emersi esempi di diverse strategie linguistiche adoperate nella formulazione della richiesta. Gli alunni sono guidati, ad esempio, a riflettere sulle modalità per insistere, sull’importanza di insistere con efficacia e sugli strumenti linguistici necessari per compiere determinate azioni verbali. Di seguito si riporta l’attività.
Attività : Leggi le trascrizioni di tre scenette fatte a scuola e rispondi alle domande:
- In quale scenetta il bambino che fa la richiesta riesce ad ottenere il sì dell’adulto con cui parla?
- Secondo te quali sono le parole che lo aiutano a ottenere quello che vuole? - Perché invece gli altri due bambini non ottengono ciò che vogliono? Aiutali
a usare parole più efficaci.
Ora confrontati con un compagno o con la classe. In palestra
atleta: in quella squadra posso stare con la mia amica?
allenatore: mi dispiace è già andata con con un’altra squadra … con la squadra opposta
atleta: cattivo … che squadra sciocca!!! In palestra
allenatore: oggi giocheremo a pallavolo quindi io faccio le squadre
atleta: maestro possiamo solo per questa volta possiamo giocare a palla squalo? allenatore: no … io dico di giocare a pallavolo
atleta: ti prego … possiamo giocare a pallasqualo? allenatore: e va bene oggi potete giocare a pallasqualo A casa
nipote: posso cambiare canale? nonna: no io sto ascoltando nipote: posso cambiare canale? nonna: gioca con il tuo telefono nipote: la mamma non vuole nonna: gioca con il tuo gatto nipote: è dal dottore
nonna: gioca con tutto quello che vuoi nipote: posso cambiare canale?
nonna: no no no