Suonano le 4,30 alla chiesa
di
Maria Ausiliatrice: le campane dell'« Angelus » squillano con rocco di cristallo nell'alba grigia.Il
sonno fascia la grande casa oscura dell'oratorio; soltanto ,rrà
fi.r.-sra si
illumina lassù,al
secondo piano dell'ala destra, all'estre-mità del ballaroio chevi
gira arrorno. Don Bosco si alza dal letto.o Prenderò solo
5
oredi
sonno per notte », aveva scritto neisuoi propositi
alla vigilia
dell'ordinazione sacerdorale:e
man-tiene.
()re
5:don
Bosco prega: inginocchiato, con le mani giunte, gli occhi chiusi, immobile, tulTatoin
Dio. Preghiera ardenie: adoia e ringtazia, chiede e oflre, domanda e ascolta. Attinge da una ine-sauribile riserva; fra poco dovrà versare la luce e la {orzadi
Dio nelle anime.In
questo momentoil
serbatoio si riempie.Poi nel suo studio, a mettere
in
pulito con la sua grossa scrit-tura una brutta copia terminatala
sera innanzi.Ore
7,30:i
ragazzi, terminaloil loro
primo studiodel
mat-tino, si recano in chiesa per la messa. Don Bosco
li
ha preceduti easpetta
in
sacrestiai
suoi penitenti quotidiani. I1 suo confessio-nale è situato fra le due porte che dànno adito al presbiterio. Un inginocchiatoio a desrra, un inginocchiatoio a sinistia e don Bosco nel mezz.o;il
penitente con la fronte sulla sua spalla, elui
con Ia mano libera attira .À sèla
testa del ragazzo.Ci
sonoin
sacrestia una cinquantina di rugazzitutti
assorti nel loro esame di coscienza.Uno dopo
l'alffo
vanno a confessarsi e fanno presto.Gli
parlanocon tutta franchezza; per
lui
che legge nel fondo dei cuori, una o due frasi bastano a illuminare le pieghe più nascoste. Quasi trenta157
penitenti vengono così a inginocchiarsi accanto a
lui.
Man mano braccia come un grappolo, familiarmente; gli altri tentano di pene-trarein
mezzo a quella folla giovanile e garrula, per farsi vedere, per raccogliere dalle sue labbra una parola, un sorriso, Per gustarela
dolcezza della sua mano sullaloro
fronte. Camminando pian piano, perchè la ressa è grande, don Bosco parla.A
uno dice unaparola àfi.ttrroru,
^
,n
ult.ofa
una domanda, a r..rtit.rzo
rivolge uno sguardo che esprime tante cose, a un quarto confida segreta-mente una parolina in un orecchio.Suonano
le 9:
don Bosco ha appenail
tempodi
sorbire unaquale si deve subito scrivere una lettera
di
raccomandazione; una miseria nascosta va soccorsa segretamente; lungheliti
di famiglia,di
cui bisogna sopportareil
racconto; un'anitna sull'orlo dell'abis-so, cheo.io.r. iòtt.r... a
una tentazionedi
disperazioneo
di seduzione; un'infermità incurabile, un male che non perdona; tutti aspettano con ansia la benedizionedi
Maria Ausiliatrice e lagua-rigione. La Madonna spesso esaudisce. Un rugazzino
di
nove anni, accompagnato dal padre e dalla madre, viene da Villafranca con la speranza di un miracolo; le gambe gli si sono contorre a ral punto da rendergli assolutamente impossibileil
camminare. Bisognì ra-scinarlo o portarlo in braccio. Non ha mai messo un piedà avantil'alro. Inrodotto
dinanzi a don Bosco chelo
benedice,si
sentr:dire: « Abbi fiducia nella Madonna e allunga
il
piede più malato ».Il
fanciullo esita,poi
ubbidisce perchè don Bosco insistee
gli ripeteii
comando. Sorrettodai
genitori allungaun
piede, poil'altro: i
genitorilo
lasciano libero ed eccoil
poliomielitico simette a camminare da solo. << Oh, come corre! >> esclamano con
gioia i
genitori.E i
due coniugisi
allontanano benedicendodon Bosco.
Mezzogiorno. suona 1'« Angelus »; in anticamera ci sono ancora alcuni che aspettano. Pazientemente don Bosco
li
accoglie,li
ascol-ta,
li
consiglia. I1 suo stomaco domanda pietà,la
tèsta non gli regge più, le gan-rbegli
si sono aggranchite; ma le sue labbra siavillano sempre nel sorriso:
il
sorrisodi
don Bosco!12,30-13: don Bosco può scendere
in
refettorio. La sua prima cucchiaiatadi
minestra coincide spesso con la frutra dei suoi figli, che debbono tosto lasciarlo per andare ad assisterei
rugazzi-inricreazione.
ll
loro posto è subito preso da un gruppodi
alunni che attendono per enrare. I1 miglior condimentò dèl sro poverovitto
èla
presenzadi
questi ragazzi che l'interrogano, che iirporr-dono alle sue domande, che ascoltano, che ridono o semplicemènte che stanno a guardarlo: occasione preziosa per lanciare i'amo nella pesca delle anime.Suonano
le
14; |a campana tronca la conversazione ei
ragazzivanno
a
studioo al
laboratorio. Per don Boscoè il
momèntosacro della giornata.
Dalle 14 alle 15 don Bosco non c'è per nessuno:
si ritira
eprega. Si sa che sta in cappella e
tutti
rispettano questa solitudinedi
un cuore arder.rte che ha tanre anime, tanti amici e benefattori da ofirire alla bontà di Dio, tanri lumi da chiedergli.Pomeriggio: c'è una copiosa corrispondenza che aspetta rispo-sta. Nel suo studio egli non trova le ore tranquille necessarie per
15e
scrivere; collab<lratori, creditori,
fornitori,
benefattori, ragazzi vanno a disturbarlo. Bisogna sottrarsi. Don Bosco afferrail
suovoluminoso pacco
di
lettere, prende carta e buste, ed esce. Va incasa amica, ora
in
questa, orain
quella, dove nessuno possasco-varlo; fino a che non si faccia notte don Bosco scrive e sbriga
il
grosso della corrispondenza.
Quando cade la notte,
i
ragazzi si radunano sottoi
portici. Si dicono le preghiere della sera. Poi don Bosco parla loro. È I'allo-cuzione del padre, prima del sonno, un deposito di buoni pensieri per la notte.I
ragazzi enrano nel sonno soavemente.Ma per don Bosco l'ora del sonno non è venuta. Scrive fino alle ore più profonde: come una lampada sempre accesa, egli illumina ancora misteriosamente