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Una scelta obbligata: l’opposizione armata al fascismo

«Molti, fra i simpatizzanti per gli Arditi del Popolo, erano stati vivamente attratti dalle avventure adriatiche di D’Annunzio, ed è un fatto significativo che gli Arditi del Popolo siano apparsi dopo la conclusione dell’impresa dannunziana»

(M. A. Ledeen)

«Quando mi parlano di dissapori tra Legionari e Arditi, io mi ribello come ad un assurdo. Non sono forse stati gli Arditi a conquistare Fiume? E i miei legionari non erano per tre quarti composti da Arditi? Non intendo perciò che vi siano delle divergenze di sorta perché siamo animati da una stessa fede, per un solo ideale»278

(Gabriele D’Annunzio) L’esperienza di Fiume assume – involontariamente - la specifica funzione di creare uno spartiacque ideologico tra fascisti e Legionari che, durante il 1920, si realizza completamente. D’Annunzio irritato dal mancato appoggio di Mussolini alla causa fiumana decide di separare il proprio movimento da quello dei Fasci e molti Arditi e sovversivi seguono le direttive del poeta-soldato. Il 1920 è dunque l’anno della decisiva frattura tra fascisti e Legionari, ma anche un anno “ricco” di violenze fasciste; non solo, è l’anno della iniziale presa di coscienza di quella parte di popolo italiano che in seguito si autorganizzerà nelle formazioni ardite di difesa popolare; mentre molti altri verranno attratti dal movimento fascista che con programmi e proclami volutamente vaghi e confusionari avranno questa esclusiva funzione.

Non entrando nei dettagli del distacco che si determina tra dannunziani e fascisti, descrivo brevemente i tratti salienti di questo contrasto.

Come già detto, l’AFAI redige un “Nuovo Programma-Statuto dell’Associazione Arditi d’Italia”279 nel gennaio del 1920 diramandolo da Fiume, rendendo manifeste le due caratteristiche che in seguito saranno decisive per le azioni dei futuri soci dell’Associazione: il relativo inglobamento dell’associazione all’interno del dannunzianesimo e il carattere più spiccatamente di “sinistra” del Programma e quindi più politico. Nel Programma vi è inoltre un ampliamento per l’iscrizione dei soci in cui “possono entrare: a) Tutti coloro che hanno fatto (per tre mesi almeno) parte di un Reparto d’Assalto […] o di un Reparto di Arditi reggimentali […]. b) Gli Arditi del mare. c) Tutti i Legionari di Fiume. d) Tutti quei combattenti che, pur non facendo parte di una delle tre categorie

278 Ernesto Parodi, Gli Arditi a rapporto col Comandante, “L’Ardito”, 30 aprile 1921 in Cordova Ferdinando, Ardit…,

p. 87. Il discorso del poeta esce il 30 aprile ma è del 26, lo pronuncia di fronte ai delegati dell’Associazione Arditi d’Italia recatisi in visita al Comandante nel suo ritiro di Gardone Riviera.

precedenti, abbiano tali meriti intellettuali e morali, e così singolare personalità, da meritare il nome di «Ardito»”. Lo Statuto prevede delle rivendicazioni niente affatto conservatrici od antiproletarie: “snidamento e ripartizione delle ricchezze accumulate a spese dei combattenti durante la guerra”; “imposta progressiva sul capitale (e non sul reddito) che colpisca soprattutto i patrimoni inerti e improduttivi”; “una legge che espropri le eredità superiori ad un minimo legittimo”; rendere obbligatori “i minimi di paga, basati sull’effettivo costo della vita e sul rendimento individuale”; rendere obbligatoria “la cointeressenza dei lavoratori nel funzionamento e negli utili delle industrie”; rendere obbligatoria “la divisione dei latifondi e delle terre incolte fra i contadini capaci di coltivarle; dare la preferenza ai veri combattenti”; “combattere senza quartiere e senza mezzi termini il clericalismo, il giolittismo camorrista, lo spirito reazionario, i negatori della patria e i diffamatori della nostra guerra”; “battersi per tutte le libertà […] e opporsi a tutte le dittature, a tutte le egemonie (da quella delle Casseforti a quella delle Mani Callose)”; “preparare la rivolta delle Nazioni proletarie, fra le quali è l’Italia, e dei popoli oppressi (Irlanda, Egitto, India, etc.) contro l’egemonia delle attuali potenze plutocratiche”.

Come si evince da queste citazioni del programma, la trasformazione politica degli associati e dei partecipanti all’impresa fiumana è senza dubbio già in moto e pronta a svilupparsi concretamente. Altro evento fondamentale per la comprensione delle dinamiche politico-sociali dell’arditismo post- bellico è la fondazione della “Federazione Nazionale dei Legionari” subito dopo il termine dell’occupazione della città adriatica, con la quale non solo si vuole dare un impulso all’autonomia della federazione; in particolare rispetto al movimento mussoliniano, accusato con fondamento di non aver supportato adeguatamente - come promesso - la causa fiumana. La lettera di D’Annunzio inviata a Mussolini citata nel capitolo precedente e i numerosi articoli280 apparsi sugli organi di stampa281 dei Legionari Fiumani sono in netto contrasto con le azioni delle squadre fasciste. A tal proposito Gramsci in un articolo del 19 febbraio 1921 uscito su “L’Ordine Nuovo”, ma non firmato, “smaschera” la reale provenienza dei fascisti e chiede il perché del mancato appoggio alla causa fiumana:

È lecito […] domandare il perché di un contegno così negativo e di cercare di spiegarne le ragioni. Le quali non possono essere che tre:

1) O i Fasci non avevano più fede dell’impresa fiumana; ed in questo caso domandiamo con quale sincerità continuavano a sfruttarne il valore ideale e cercando tuttavia di sfruttarlo.

2) O la forza tanto vantata dai Fasci non esiste; ed in questo caso domandiamo che si cessi il bluff per non rendere ancor più insincera la vita politica italiana.

280 Gli articoli si susseguono dal 1920 fino al 1922 e anche dopo la marcia su Roma. 281

I più importanti organi di stampa dei Legionari sono: “La Vigilia” di Milano, “La Riscossa dei Legionari Fiumani” di Bologna, “Il Legionario” di Roma e “Fiamma. Giornale d’Avanguardia” di Lucca.

3) O i Fasci sono capaci di far valere la loro forza soltanto quando hanno il permesso delle superiorità e l’aiuto delle guardie regie; ed in questo caso… non domandiamo più nulla. Ci limitiamo alla pura e semplice constatazione282.

II dissapori nati due anni prima si traducono il 17 febbraio 1921 in uno scontro tra fascisti ed ex Legionari: una assemblea annunciata per tale data a Torino viene impedita dagli associati ai Fasci. In questa “spedizione punitiva” Nino Daniele, dannunziano “di sinistra” e fondatore del gruppo torinese è percosso molto duramente. Nei giorni seguenti si verificano altri scontri tra le due fazioni. In questa situazione gli Arditi di Milano, con la loro Associazione, si schierano a favore dei fascisti, Vecchi e Carli vengono espulsi e la Federazione dei Legionari si sposta sempre più su posizioni antifasciste.

Gli Arditi, in seguito al crollo di militanza conseguente al biennio rosso, nel novembre del 1920 decidono di costituire l’“Associazione nazionale fra gli arditi d’Italia”, accettando senza lottare il trattato di Rapallo e la liquidazione dell’impresa fiumana. «L’affermazione dello squadrismo fascista, nei primi mesi del ’21, funge anzi da impulso per la nascita e il rafforzamento di parecchie sezioni e nel marzo dello stesso anno gli arditi, durante i lavori della loro assise nazionale, non perdono l’occasione di riaffermare il distacco dalle degenerazioni bolscevizzanti del fiumanesimo»283. In ciò è d’accordo anche Rochat, il quale vede una forte collaborazione tra fascisti ed Arditi che - secondo lo storico - continua fino ed oltre la marcia su Roma con la conseguente fagocitazione dell’arditismo all’interno del fascismo. Francescangeli, al contrario, afferma esplicitamente che «già solo due mesi più tardi la posizione della maggioranza [è] destinata a rovesciarsi clamorosamente: dopo la partecipazione elettorale nei blocchi nazionali filogovernativi, la decisione – adottata dal congresso nazionale - di essere autonomi da qualsiasi partito o movimento comincia a farsi largo, grazie anche alla reazione negativa di fronte alle violenze squadristiche. Riallacciati i contatti con D’Annunzio e la federazione nazionale dei legionari fiumani, il Comitato centrale dell’ANAI, negli stessi giorni in cui si [costituiscono] gli Arditi del popolo, accetta come programma la Costituzione del Carnaro, si mette a disposizione del

Comandante e invita esplicitamente gli arditi già membri dei FIdC a dimettersi immediatamente da

questi284. La grande maggioranza delle sezioni accetta il rovesciamento delle alleanze che colloca gli arditi in una posizione di equidistanza tra fascismo e socialismo, per la pacificazione

282 Rossi Marco, Arditi…, p. 71. 283 Francescangeli Eros, Arditi…, p. 44. 284

Numerosi sono gli studi che citano articoli o dichiarazioni ufficiali della Federazione dei Legionari Fiumani in cui si rende necessaria la dimissione dei legionari dai Fasci, meno conosciuta è la testimonianza dell’antifascista Francescotti Renzo su questo argomento: «l’indomani dei fatti di Trento e Rovereto i legionari fiumani [pubblicano] un ordine del giorno in cui si invitano gli aderenti ad uscire dal Fascio. Tra i fiumani [ci sono] figure come quelle di Giorgio Battisti, figlio del martire, e di Giovannantonio Manci che [iniziano] la loro progressiva presa di coscienza antifascista». Francescotti Renzo, Antifascismo e resistenza nel Trentino1920-1945, Editori Riuniti, Roma febbraio 1975, p. 15.

nazionale.»285. Ma questa posizione di equidistanza non essendo propria e caratteristica dello “spirito ardito” non dura a lungo. Una minoranza filofascista rifiuta le dimissioni impostegli e in seguito, assieme ad una parte della sezione di Torino, fonda la “Federazione Nazionale fra Arditi d’Italia”286: Mussolini non riesce a controllare l’arditismo ed è così costretto a fondare una altra federazione per gli Arditi suoi seguaci presieduta dal colonnello e deputato fascista Bassi.

Gli Arditi che non aderiscono alla sezione di Milano, che non sono soci nella Federazione dei Legionari Fiumani e che non partecipano alla Federazione mussoliniana come si organizzano e cosa fanno? Come si muovono nel terreno accidentato e mutevole di quegli anni? Intervengono ogni giorno e ad ogni occasione nella vita politica del paese non rimanendo mai neutrali o indifferenti?