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UNHCR

Nel documento Asilo Politico in Israele (pagine 79-83)

CAPITOLO III: Organizzazioni e movimenti per la tutela dei diritti di rifugiati e richiedenti asilo

3.1 UNHCR

Come anticipato, è d'obbligo iniziare tale analisi dall'Agenzia delle Nazioni Unite adibita alla tutela dei rifugiati, l'UNHCR. Istituita il 14 dicembre 1950 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in Israele ha ricoperto – come abbiamo visto nei capitoli precedenti – un ruolo decisamente fondamentale nella gestione dei casi di asilo fino a non molto tempo fa. Negli anni precedenti al 2009 infatti, momento in cui il governo israeliano si è preso completamente carico del processo di esaminazione delle domande di asilo, l'Agenzia ONU ha collaborato in maniera significativa con lo Stato di Israele nella gestione di rifugiati e richiedenti asilo. L'atteggiamento dell'UNHCR nei confronti del governo si è per lo più sempre dimostrato diplomatico. Esito principale della cooperazione fra le due parti è stata la creazione di un sistema di asilo, di cui il Paese aveva da tempo bisogno; non va dimenticato, tuttavia, come precedentemente tale collaborazione avesse condotto anche ad altri risultati degni di nota. È il caso, ad esempio, dell'organizzazione alla fine degli anni Novanta di un sistema di protezione temporanea di cui hanno beneficiato numerosi profughi provenienti da Sierra Leone, Costa d'Avorio, Liberia, Congo. L'organizzazione ha acquisito

negli anni credibilità agli occhi delle autorità locali anche grazie al fatto che a Michael Bavly, ex diplomatico israeliano, fosse stato assegnato un lavoro presso l'ufficio di Tel Aviv dell'UNHCR; ciò ha reso possibile il maturare di una stretta collaborazione con il governo e ha dato modo all'Agenzia ONU di prendere parte a discussioni cruciali in materia di asilo politico. Nel Country

Operations Plan Israel 20071 l'UNHCR definisce la propria relazione con il governo cortese e

caratterizzata da buoni rapporti, il che è stato possibile anche grazie al fatto che diversi dipendenti fossero di nazionalità israeliana, abituati alle norme e alle procedure burocratiche locali. Nonostante tutti questi aspetti positivi, tuttavia, non sono mancate anche le critiche riferite alla collaborazione fra i due: c'è chi ha suggerito che l'Agenzia in Israele non fosse abbastanza indipendente dall'agenda governativa sull'asilo.

Con l'incremento degli arrivi di richiedenti asilo nel Paese si sono iniziate a sentire anche le prime tensioni fra UNHCR e governo israeliano, che hanno portato in breve al passaggio di consegne dal primo al secondo. A partire dal 2006 l'ufficio UNHCR ha riscontrato effettive difficoltà nella gestione di così tanti nuovi utenti, al cui arrivo non era preparato: è emersa rapidamente la mancanza di strutture, personale, risorse. Per far fronte al disagio, il primo febbraio 2007 è stato aperto un nuovo ufficio a Tel Aviv, ma tale provvedimento non si è rivelato sufficiente; così, non solo si è andato a creare molto lavoro arretrato nella presa in esame delle domande, ma è cresciuto anche un senso di frustrazione tra i richiedenti asilo e il personale UNHCR. L'attrito con il governo è cresciuto mano a mano che quest'ultimo rispondeva ai nuovi arrivi con politiche ad hoc e scoordinate, che spesso contraddicevano le linee guida indicate dall'UNHCR, mettendo l'Agenzia ONU nella condizione di dover scegliere se proteggere rifugiati e richiedenti asilo a prescindere dalle richieste istituzionali israeliane o se appoggiare il governo, per mantenere i buoni rapporti; senza contare che, alla luce della collaborazione ufficiale fra le due parti, l'azione governativa screditava anche la posizione della rappresentanza in Israele dell'UNHCR.

Nei mesi che seguirono, quindi, l'Agenzia ONU ha espresso il proprio dissenso relativo a determinate decisioni governative e ha condannato apertamente alcune politiche adottate. Più passava il tempo, più si rendeva strettamente necessario chiarire le responsabilità di ciascuno nella questione, soprattutto a ragione del fatto che, con il continuo incremento di rifugiati e richiedenti asilo, gli interessi fra le due parti si stavano allontanando in maniera considerevole. Cosicché, il 2

1 UNHCR, County Operations Plan Israel 2007, Executive Committee Summary, 2007/c

luglio 2009, il governo israeliano è divenuto pienamente responsabile del processo di determinazione dello status di rifugiato2.

Benché a partire da tale data l'UNHCR sia obiettivamente passato in secondo piano rispetto alla posizione ricoperta precedentemente nello Stato di Israele, non ha smesso di essere presente e di esercitare la propria azione all'interno del Paese.

Oggi l'operato dell'Agenzia ONU in Israele rientra in un piano più ampio comprendente l'intera regione mediorientale. Prendendo in esame il 2014 UNHCR Regional Operations Profile3 emerge

fin dalle prime righe quanto le vicende in cui si trova coinvolta la Siria dal 2011 abbiano inevitabilmente portato l'Agenzia ONU a dedicare negli ultimi anni gran parte dei suoi sforzi ai profughi siriani. In aggiunta a questo, in ogni caso, l'UNHCR assiste nella regione migliaia di altri rifugiati di diverse nazionalità, fra cui compaiono principalmente eritrei, etiopi, sudanesi, iracheni, iraniani, somali e turchi. Per quanto riguarda nello specifico lo Stato di Israele, negli ultimissimi anni, considerati il potenziamento delle misure di sicurezza e l'azione legislativa da parte del Paese, il numero di persone che entrano in maniera illegale nel territorio nazionale si è significativamente ridotto. Ciononostante, l'atteggiamento dello Stato nei confronti di coloro che arrivano non è cambiato, ragione per cui tra i compiti svolti dall'UNHCR continua a comparire quello di appoggio ai richiedenti asilo, affinché possano avere accesso ad un vero e proprio processo di esaminazione del proprio status e di garanzia dei servizi base.

Il ruolo attualmente ricoperto dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati in Israele consiste principalmente, infatti, nel fornire assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo presenti nel territorio, a supportare coloro che desiderano presentare domanda di asilo, nonché a promuovere e difendere i diritti dei propri utenti e a monitorare le loro condizioni di vita, anche grazie a visite periodiche del personale dell'Agenzia nelle carceri in cui vengono spesso detenuti i richiedenti asilo. Per portare un esempio, nel dicembre 2012 l'UNHCR ha fornito al Ministero dell'Interno un documento volto a spiegare in termini semplici come i detenuti potessero presentare domanda di asilo, dal momento che, pare, le indicazioni esposte dalle autorità nei centri di detenzione erano 2 Afeef, K. F., A promised land for refugees? Asylum and migration in Israel, New issues in refugee research, Research

Paper n.183 Ginevra: UNHCR, 2009, http://www.unhcr.org/4b2213a59.html (accesso 13/02/2014), p. 18-19

3 UNHCR, 2014 UNHCR regional operations profile – Middle East, 2014

poco chiare; in conseguenza di tale azione, i primi di marzo il Ministero ha annunciato di aver registrato ben ottocento domande da parte dei detenuti a Saharonim, rispetto alle cinquanta di dicembre e alle quattrocento di gennaio. Altro caso, dal momento che l'UNHCR riteneva che il Ministero non esaminasse in maniera adeguata le domande di asilo dei detenuti, ha fatto richiesta per assistere alle interviste condotte; dal 2011, tuttavia, gli è stato accordato tale permesso solamente in due circostanze4.

A disposizione di coloro che ne hanno bisogno, l'ufficio UNHCR in Israele - come già anticipato - si trova a Tel Aviv, aperto al pubblico tutti i giorni lavorativi, dalla domenica al giovedì, per l'intera giornata5.

Per quanto riguarda l'aspetto economico, per i progetti UNHCR in Medio Oriente nell'ultimo periodo si sono rivelate necessarie risorse finanziarie ben al di sopra di quelle relative agli anni precedenti, aumento causato in larga parte dalla crisi in Siria; basti pensare che, dai 574,5 milioni di dollari del 2010, si è passati a 1,44 miliardi nel 2013. Parte di questi fondi sono stati destinati anche ad attività in Israele: nella tabella seguente possiamo leggere i dettagli di tale budget:

tabella 1: budget UNHCR per il Medio Oriente6

Operation 2013 revised budget (as of June 2013) 2014 2015* Refugee programme Stateless programme Reintegration

projects IDP projects Total

Total 1,448,694,024 1,074,526,576 3,732,621 39,598,855 255,897,381 1,373,755,433 1,339,949,133

Israel 3,222,760 2,896,171 0 0 0 2,896,171 2,494,451

* le cifre relative a 2014 e 2015 si basano su stime eseguite dai dati disponibili a partire da metà 2013

4 HRW, Israel: Detained Asylum Seekers Pressured to Leave. Sudanese, Eritreans Threatened with Prolonged or

Indefinite Detention, 13/03/2013 (2013/a), http://www.hrw.org/news/2013/03/13/israel-detained-asylum-seekers-

pressured-leave (accesso 14/02/2014)

5 UNHCR, 2014, cit. nota 3 6 ivi

Come si può notare, a livello nazionale così come a livello generale, nel 2014 le risorse finanziarie sono leggermente calate rispetto all'anno precedente; altro dato interessante da sottolineare, l'intero budget relativo al 2014 risulta destinato al programma rifugiati, non risultando invece necessari finanziamenti rivolti ad apolidi, sfollati interni o a progetti di reintegrazione.

Il governo israeliano da diversi anni assegna finanziamenti all'UNHCR (dal 2000, l'unica eccezione si è avuta nel 2007, in cui non è stato donato nulla): dal 2000 al 2005, e poi nel biennio 2008-2009, il contributo ammontava a 50.000 dollari; 60.000 nel 2010 e 2011, mentre è salito fino a 100.000 dollari nel 2006, cifra che si è ripetuta anche negli ultimi tre anni, dal 2012 al 2014.

Relativamente al settore privato, invece, le donazioni si sono dimostrate essere più rare: dal 2006 ad oggi, solamente nel 2012 è giunto alle casse degli uffici israeliani dell'UNHCR un finanziamento privato, pari a 47.598 dollari7.

Nel documento Asilo Politico in Israele (pagine 79-83)