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UsO DEI pRODOTTI ChIMIC

Evoluzione dell’utilizzo di fitofarmaci (000 t)

Diserbanti Insetticidi, acaricidi Fungicidi 38,7 10,8 19,6 2009 2010 2011 2012 2013 20,1

Fumiganti, nematocidi e altri 22,9 20,9 21,8 22,3 20,6 21,3 30,5 27,8 41,4 40,0 34,4 36,3 10,9 11,6 8,6 8,7

cidi (+12,4%), conseguenza della maggiore domanda dovuta alla forte diffusione tra i vegetali di organismi nocivi quali funghi o crittogame.

Negli ultimi anni si è consolidata la tenden- za all’uso di un mix di agrofarmaci con mi-

nori principi attivi. Con l’entrata in vigore del Piano d’azione nazionale sull’uso soste- nibile dei prodotti fitosanitari diventano operative una serie di disposizioni in at- tuazione della direttiva 2009/128/CE, con effetti diretti sulle aziende agricole, sui ri-

venditori e sulle attività di consulenza agli agricoltori. Dal 1° gennaio 2014 tutti gli agricoltori devono adottare buone pratiche agronomiche con un approccio alla difesa delle colture sempre più basato su tecniche alternative all’uso dei fitosanitari, sosti- tuendo, ove possibile, i prodotti chimici di sintesi con prodotti a base di molecole bio- attive, estratti naturali e sostanze di ori- gine animale tipici della difesa integrata. Nel 2013, la presenza nei prodotti vegetali di residui di sostanze chimiche, oltre i limi- ti consentiti per legge, è stata riscontrata solo nello 0,3% del campione controllato dal Ministero della salute.

Il diffondersi di nuove tecniche agronomi- che e l’uso di mezzi tecnici ad alto conte- nuto di elementi nutritivi hanno inciso, anche nel 2013, sul trend in calo dell’im- piego totale di fertilizzanti (-0,4%), pari a oltre un milione di tonnellate. Il rapporto tra l’indice dei prezzi delle granaglie e quello dei fertilizzanti a base di azoto ha generato una particolare convenienza solo

Utilizzo di fitofarmaci per circoscrizione (t), 2013 Composizione dei fertilizzanti impiegati (000 t), 2013

Nord Centro Sud e Isole TOTALE 55.755,8 10.971,7 25.659,9 92.387 11,9 27,8 60,4 Azoto Fosforo Potassio TOTALE 741,23 198,8 153,0 1.093 18,2 14,0 67,8

nell’impiego dell’urea allo scopo di aumen- tare le rese di queste commodity; al con- trario, l’uso di nutrienti a base di potassio e fosforo si è ridotto, rispettivamente, del 9,7% e del 7,2%.

Azoto Fosforo Potassio

726,1 2009 2010 2011 2012 2013 741,23 711,7 719,6 713,47 250,0 212,6 312,0 196,4 239,3 200,6 214,2 169,39 198,8 153,04 fonte: Assofertilizzanti.

fOREsTE

Lo stato di salute dei boschi italiani Dai primi dati disponibili del terzo Inven- tario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (INFC2015), si conferma il pro- gressivo aumento della superficie forestale italiana, che raggiungerebbe i 10.982.013 ha, con un incremento, rispetto al secondo Inventario nazionale (INFC 2005), di circa 600 mila ettari.

L’indagine annuale sulla salute delle fore- ste europee “Forest Condition in Europe 2013” evidenzia per l’Italia un peggio- ramento nello stato di salute dei nostri boschi. Su un campione di 5.081 alberi (mentre nel 2012 erano 8.099) si registra, infatti, un livello di defogliazione medio/ alto compreso nelle classi di monitoraggio

da 2 a 41 che interessa il 35,7% delle pian-

te, rispetto al 31,3% rilevato nel 2012. In particolare, le più colpite risultano essere le conifere e le latifoglie, che presentano danni delle classi da 2 a 4, rispettivamente del 31% e del 37,5%.

Tra le conifere più giovani (meno di 60 anni di età) ricadono nelle classi di de- fogliazione dalla 2 alla 4 le specie Picea abies e Pinus nigra con, rispettivamente il 30,2% e il 19,9% degli alberi censiti, men- tre la migliore condizione di chioma è dete- nuta dal Larix decidua con solo il 15,6% di alberi appartenenti alle categorie elevate. Le conifere con più di 60 anni di età hanno una peggiore condizione di defogliazione: la specie Picea abies e Pinus nigra presen- tano il 40,3% e il 34,1% degli esemplari ricadenti nelle classi dalla 2 alla 4. Anche in questo caso la conifera più in salute ri- mane il Larix decidua (22,9%).

Tra le latifoglie la specie Castanea sativa risulta la più in difficoltà per l’azione del cinipide del castagno, presentando valori molto alti di defogliazione, sia negli esem- plari giovani (74,6%) che in quelli vecchi (87,9%). La specie Fagus sylvatica gode di maggior salute con il 27,2% degli alberi più giovani e il 15,5% di quelli più vecchi che

ricadono nelle categorie più elevate. I fattori principali dei danni di defogliazio- ne sono dovuti a fattori biotici a cui si ag- giunge l’influenza dei cambiamenti climati- ci in atto. In particolare i principali agenti sono gli insetti (19,2% dei danni registra- ti) mentre il 5,2% è dovuto ai funghi. Tra i fattori abiotici il più significante è l’aridità, responsabile del 3,4% dei danni.

Incendi boschivi

La più evidente minaccia per le foreste na- zionali rimane il fuoco. Secondo dati anco- ra provvisori forniti dal nucleo Antincendio boschivo del Corpo forestale dello Stato, nel 2013 sul territorio nazionale si sono veri- ficati 2.936 incendi che hanno interessato una superficie totale di 29.076 ha, di cui 13.437 ha di bosco. Questi dati evidenziano una diminuzione sia della superficie totale percorsa da fuoco, 80% in meno rispetto al 2012, e sia del numero degli incendi av- venuti, 65% in meno rispetto al 2012. La 1 Classe 0: 0-10%; classe 1: > 10-25%; classe 2: > 25-60%; classe 3: > 60%; classe 4: albero morto.

0 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16000 18.000 20.000 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013*

Superficie boscata (ha) Superficie non boscata (ha) Numero di incendi

20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000

* I dati riferiti al 2013 sono ancora provvisori. fonte: elaborazioni su dati Cfs-AIB, 2013.

media del numero degli incendi diminuisce del 67% rispetto agli ultimi 4 anni (9.000 eventi/anno). Come sempre, la maggior parte degli eventi si sono verificati al Sud e sulle Isole: in particolare le regioni più colpite risultano la Sardegna, dove 302 in- cendi hanno bruciato ben 10.588 ettari di superficie di cui 3.548 ettari di bosco e la Sicilia con 458 incendi e 5.089 ettari di su- perficie bruciati di cui 2.083 ettari di bosco. Mercato volontario dei crediti di carbo- nio forestale

Il mercato volontario dei crediti di carbo- nio, generati da progetti di compensazione delle emissioni atmosferiche di origine antropica, rappresenta oggi un’importante realtà nella lotta al cambiamento climatico in atto. Negli ultimi anni il mercato volon- tario ha avuto una crescita esponenziale

di interessi e attività, spinto dalla volon- tà di organismi profit e no-profit, ammini- strazioni locali e anche singoli cittadini, di ridurre le proprie emissioni in atmosfera attraverso progetti di afforestazione, rifo- restazione e di gestione forestale in Italia o all’estero.

Dal monitoraggio annuale che, a partire dal 2011, l’INEA realizza sui progetti fo- restali di compensazione delle emissioni realizzati in Italia e afferenti al mercato volontario dei crediti di carbonio, emerge una variazione negativa dei volumi scam-

biati nel 2012 (144.515 tCO2eq) e nel 2013

(50.437 tCO2eq dati provvisori) rispetto al

2011 (244.181 tCO2eq).

I prezzi rilevati variano da un minimo di

2,55 a un massimo di 67 €/tCO2eq. Consi-

derando che il prezzo medio ponderato è di

7 €/tCO2eq, si può stimare che il valore dei

crediti, venduti in Italia nel 2012, sia stato di oltre 1 milione di euro, molto inferiore rispetto a quello realizzato nel 2011, pari a 2,02 milioni di euro. Nonostante questo calo nazionale delle transazioni, il mercato europeo e globale risulta in forte crescita come sottolinea il report 2013 di Ecosy- stem Marketplace.

Il Nucleo INEA di monitoraggio del carbo- nio ha realizzato il Codice forestale del carbonio, che definisce le linee guida co- muni per l’attuazione di buone pratiche nella realizzazione di progetti forestali nel settore pubblico e privato e per un loro riconoscimento nel mercato istitu- zionale. Ciò al fine di poter contribuire sinergicamente al raggiungimento degli impegni internazionali sottoscritti dal nostro paese nella lotta al cambiamento climatico.