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Valutazione e misurazione del capitale intangibile

CAPITOLO 2 – BRAND REPUTATION E CAPITALE INTANGIBILE

2.3 Valutazione e misurazione del capitale intangibile

Uno dei principali argomenti alla base dello scetticismo nei riguardi della misurazione e rappresentazione degli intangibles è legato alla soggettività e parzialità delle valutazioni prodotte, in particolare se confrontate con il tradizionale bilancio di esercizio e il suo grado di certezza, verificabilità e facilità interpretativa.

La difficoltà riscontrata nel definire, in maniera univoca, la composizione del capitale intangibile sta probabilmente ritardando la determinazione di metriche standard per la sua valutazione, anche se è ormai evidente che nel rendimento di un’impresa il peso degli asset intangibili gioca un ruolo preponderante al pari di quello degli asset fisici e finanziari.

Gli asset intangibili rappresentano il patrimonio di conoscenza di un’organizzazione. In un’accezione ampia del concetto di conoscenza, questo patrimonio contiene non solo il know how delle persone ma anche quello proprio dell’impresa, strettamente legato al suo sistema organizzativo, così come tutta una serie di informazioni derivate dalle relazioni interne, che delineano quella che viene definita “cultura aziendale” e dalle relazioni esterne, che tratteggiano i contorni della reputazione dell’azienda nel mercato.

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In questo contesto, sono sempre più numerose le aziende impegnate nello sviluppo di strumenti in grado di definire, gestire, monitorare, valutare e comunicare l’importanza assunta dalle proprie risorse, in termini di conoscenze, competenze e relazioni, nel processo di creazione di valore.

La costruzione di modelli di valutazione del capitale intangibile ha incontrato il limite rappresentato dalla difficoltà di misurare in termini economici alcuni asset intangibili. Questa problematica ha posto in evidenza la necessità di utilizzare, accanto ai tradizionali criteri economico-finanziari usati per gli asset tangibili, degli indicatori di performance capaci di monitorare, qualificare e quantificare l’apporto degli intangibili nel potenziale d’innovazione, di crescita, di efficienza e di solidità di una organizzazione imprenditoriale.

Negli attuali sistemi di mercato caratterizzati da dinamiche competitive in rapida ed imprevedibile evoluzione, sono numerose e pressanti le motivazioni che spingono le aziende a dotarsi di strumenti e metodi in grado di quantificare, comunicare e monitorare la propria attività intangibile. La valutazione del capitale economico, ad esempio, richiede l’apprezzamento di tutte le componenti aziendali, sia tangibili che intangibili.

In alcune circostanze, poi, la valorizzazione degli elementi immateriali è richiesta dalla necessità di offrire una verifica o una dimostrazione del grado di attendibilità del valore dell’azienda. Si pensi, nello specifico, ai casi di acquisto o di cessione di una specifica attività immateriale. Per non parlare dei rischi, reali ed incombenti, legati alla mancanza di un affidabile sistema di misurazione delle risorse intangibili: rischi, ad esempio, legati all’errata stima del valore potenziale di un’impresa (quanto più essa si basa su know-how segreti, su conoscenze tacite ed esperienze accumulate, tanto più è difficile per un investitore “stimare” il vero valore futuro dell’azienda), oppure ad un’inadeguata o carente comunicazione del valore degli intangibles che può creare significativi problemi di volatilità ed incertezza nei mercati finanziari.

Per quanto riguarda l’effettiva valutazione, la struttura del bilancio d’esercizio, così come è oggi prevista dal codice civile, non consente di esprimere il vero valore dei beni intangibili: solo per alcuni di essi è prevista la rilevazione nello stato patrimoniale.

Per questo motivo sono stati proposti dei modelli di rappresentazione del capitale intellettuale, basati sull'integrazione di dati quantitativi, qualitativi ed elementi narrativi. I documenti

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realizzati secondo tali modelli (intellectual capital reports) sono finalizzati alla comunicazione esterna o ad essere integrati nei sistemi di supporto direzionale45.

Secondo la classificazione di Sveiby esistono quattro diversi approcci per la misurazione degli asset intangibili46:

• Direct Intellectual Capital Methods (DIC): stimano il valore monetario degli intangibili identificando le loro diverse componenti. Una volta che queste componenti sono identificate, possono essere direttamente valutate sia singolarmente che nella loro globalità;

• Market Capitalization Methods (MCM): calcolano il valore del capitale intangibile come la differenza tra valore contabile e il valore di mercato dell’impresa;

• Return on Assets Methods (ROA): viene calcolato il ritorno sugli asset tangibili (ROA) in termini di utili e flussi di cassa, in relazione agli indici standardizzati di settore di attività produttiva; per differenza si calcola il ROA degli asset intangibili; • Scorecard Methods (SC): il capitale intangibile viene scomposto nelle diverse variabili

che lo compongono e si procede alla creazione di specifici indicatori per un adeguato monitoraggio del valore degli intangibles aziendali. Non viene fatta una valutazione monetaria degli asset intangibili.

Figura 5 - Misurazione degli asset intangibili

Fonte: elaborazione autonoma dell’autore

45 Cravera A., Maglione M., Ruggeri G., "La valutazione del capitale intellettuale. Le risorse intangibili“, Il Sole 24Ore, 2001

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I metodi proposti offrono diversi vantaggi. L’adozione di metodi quantitativo-contabili, come il ROA o il MCM, sono utili in operazioni di “merge and acquisition” e per azioni di valutazione di mercato. I vantaggi dei metodi DIC e SC stanno nel fatto che essi riescono a creare un quadro più completo della salute dell’impresa rispetto alle metriche finanziarie; inoltre questi metodi possono essere facilmente applicati a qualsiasi livello dell’organizzazione.

Tuttavia, malgrado la notevole pressione e attenzione con riferimento agli intangibili e le numerose sperimentazioni in corso, occorre riconoscere che allo stato attuale sia nel mondo degli operatori, sia nella comunità scientifica non esistono procedure unanimemente accettate per effettuare la misurazione ed esposizione degli intangibles, anche se numerose sono state le proposte metodologiche volte a tal fine.