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In letteratura, diversi sono i test utilizzati per lo studio nei roditori del comportamento motorio nei suoi diversi aspetti [250-252]. In particolare De Medinaceli et al. (1982) [250] hanno posto particolare attenzione all’aspetto del cammino. In tale lavoro è stata sperimentata, per la prima volta nel roditore, la tecnica dell’analisi del cammino (gait analysis). La procedura consiste nel far camminare il roditore su una pista di lunghezza e larghezza definite, al cui termine viene posto un rifugio di colore scuro, simile a quello precedentemente descritto da Hruska et al. (1979) [253], che funge da incentivo per l’animale a procedere verso di esso. Una striscia di pellicola radiografica appositamente ritagliata viene collocata sulla pista e le zampe posteriori degli animali vengono immerse in una soluzione di sviluppo. Dopo aver selezionato una serie consecutiva di tre-quattro passi per ciascun lato, sono misurati quattro parametri, rapportando ogni valore nel lato sperimentale al corrispondente valore nel lato di controllo:

a) Distanza di un’impronta dal piede opposto (Distance To Opposite Foot, TOF); la proiezione ortogonale della distanza tra l’estremità delle dita della zampa sperimentale e l’estremità delle dita della zampa successiva controlaterale di controllo è denominata Experimental TOF (ETOF), mentre il Normal TOF (NTOF) è definito come distanza tra l’estremita’ delle dita della zampa non lesionata e l’estremità delle dita della lesionata.

b) Lunghezza dell’impronta (Print Lenght);

c) Distanza tra primo e quinto dito o Total Spreading (TS);

d) Distanza tra le dita intermedie (Intermediary Toes, IT), definita dalla distanza lineare tra il secondo ed il quarto dito.

Queste variabili forniscono un’utile indicazione della funzione motoria del roditore. In particolare il TOF esprime la capacità dell’arto di sostenere il peso

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dell’animale, per cui sarà prevedibilmente minore in una zampa plegica. Il PL invece è maggiore nella zampa plegica, in quanto gli animali normali camminano prevalentemente sulle dita.

Il lavoro di Metz e Schwab (2004) [251] ha studiato il comportamento motorio del roditore attraverso una batteria di test specifici, che includevano:

a) Test della sospensione del corpo (body suspension). Questo test mira a valutare la forza della presa e la coordinazione muscolare degli arti anteriori e posteriori dell’animale. Esso consiste nel sospendere gli animali con i loro arti anteriori o posteriori (a seconda dell’oggetto dello studio) ad una barra di metallo e cronometrare il tempo finché gli animali perdono la presa e cadono giù.

b) Test della forza della presa (grip strenght). Questa prova misura la forza che l’animale è in grado di esercitare nell’afferrare un oggetto. Nel caso specifico il roditore deve afferrare una barra di metallo connessa ad un Newton-metro. L’operatore deve trarre l’animale per la coda e tirarlo via lievemente e ad una velocità costante, in modo che la forza impiegata dall’operatore per far perdere la presa al roditore venga registrata dall’apparecchio. E’ evidente che un animale con un deficit motorio in una od in entrambe le zampe anteriori non potrà opporre all’operatore una forza pari a quella di un corrispettivo animale sano. c) Test della scala verticale (vertical ladder). Questa tecnica consiste nel far salire gli animali su per una scala posta in verticale e nel misurarne il tempo necessario a raggiungere la cima. L’altezza e la larghezza della scala sono definite dall’operatore, così come la distanza tra i pioli, che può esser variabile o costante. Questa prova mira a valutare la rapidità con cui l’animale riesce a salire fino in cima, discriminando così tra gli animali con un deficit motorio funzionale, che solitamente impiegano più tempo per raggiungere la cima o non vi riescono affatto, e quelli sani.

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d) Analisi del cammino (gait analysis). Questo test è stato modificato rispetto al protocollo descritto da De Medinaceli et al. (1982) [250]. Esso permette di valutare la coordinazione degli arti ed il sostegno del peso corporeo da parte dell’animale. La prova consiste nel far camminare il roditore lungo una rampa di lunghezza e larghezza definite. Su di essa viene preventivamente posta una striscia di carta bianca e le zampe del roditore vengono colorate, in modo diverso le anteriori dalle posteriori. Le impronte del cammino dell’animale vengono così utilizzate per trarne quattro parametri:

1) Rotazione dell’arto (limb rotation), espressa dall’angolo formato dall’intersezione della linea passante per l’impronta del terzo dito e la macchia centrale (central pad, impronta che rappresenta l’articolazione metatarsofalangea) e la linea passante per l’impronta metatarsofalangea parallela alla direzione del cammino.

2) Lunghezza del passo (stride lenght), definita come la distanza tra le central

pad di due impronte consecutive misurate su ogni lato.

3) Base di appoggio (base of support), determinata dalla misurazione della distanza da centro a centro dell’impronta rappresentante la central pad.

4) Coordinazione degli arti (limb coordination), espressa dalla distanza tra la

central pad dell’arto anteriore e quella dell’arto posteriore che le si sovrappone

durante l’esecuzione del passo da ogni lato del corpo.

Ognuno di questi parametri dell’analisi del cammino interessa uno specifico aspetto della motricità dell’animale ed aiuta a discernere gli animali con una lesione del sistema motorio da quelli sani. Infatti, per quanto concerne la rotazione dell’arto, i roditori sani presentano normalmente una modesta eso- rotazione delle zampe, al contrario quelli affetti solitamente mostrano una eso- rotazione significativamente maggiore. Allo stesso modo, la lunghezza del passo sarà minore nell’animale con un deficit motorio in quanto l’arto plegico non

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potrà esprimere la stessa forza dell’arto di un animale sano. Inoltre la base di appoggio nel roditore lesionato sarà maggiore rispetto al roditore sano, che cammina prevalentemente sulle sue dita. Altro dato importante è fornito dalla coordinazione degli arti, in quanto un roditore sano normalmente sovrappone le zampe posteriori alle zampe anteriori, come evidenziato da una breve distanza tra le rispettive impronte; viceversa nell’animale con un deficit motorio si osserverà più frequentemente una maggior distanza tra le impronte delle zampe anteriori e quelle posteriori dal lato del deficit, espressione di un’incoordinazione degli stessi arti.

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