a) Somministrazione di scale psicometriche di stato prima e dopo la pratica meditativa e condizione di controllo (rilassamento)
In questa fase sono state somministrate scale psicometriche di stato, volte a misurare alcune
variabili psicologiche (ansia e stress percepito), immediatamente prima del trattamento meditativo e
della condizione di controllo (rilassamento semplice).
In linea con quanto emerso dall'analisi della revisione sui dati della letteratura (vedi capitoli
precedenti), questa valutazione ha sostanzialmente due scopi:
controllare l'effetto dell'ansia anticipatoria, presente molto spesso prima di una valutazione sperimentale psicofisiologica. Da un punto di vista metodologico, questo approccio è
cruciale alla luce di quanto emerso dall'analisi della letteratura sugli studi EEG in meditazione. In particolare sulla modulazione del segnale EEGrafico indotto dall’ansia anticipatoria.
valutare la variazione della percezione dello stress e dell’ansia dopo il trattamento. Le scale somministrate sono:
SAS ( Self-Rating Anxiety State di Zung, 1971), valuta l'ansia come condizione di stato (ultima settimana)
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STAI forma Y-1 (State and Trait Anxiety Inventory di Spielberger, 1970), valuta l'ansia come caratteristica psicologica di stato, dando maggior rilievo alle sensazioni del momento
presente
PSS (Percived Stress Scale di Cohen 1983), valuta lo stress percepito, prendendo in esame l'ultimo mese di vita del soggetto
Per una dettagliata descrizione delle scale di stato vedere Appendice C.
b) Acquisizione dei segnali psicofisiologici durante la pratica meditativa (rilassamento)
Questa fase dello studio è caratterizzata dalla acquisizione di segnali psicofisiologici (autonomici e
comportamentali) durante la pratica meditativa e una condizione di controllo (rilassamento
semplice).
Per quanto attiene il tipo di pratica meditativa, dei 6 soggetti studiati 5 raggiungevano la condizione
di meditazione tramite esercizi di training autogeno. Un solo soggetto usava tecniche respiratorie
specifiche per ottenere una condizione di rilassamento estremo. In estrema sintesi, la condizione
sperimentale prevedeva che i soggetti riproponessero la meditazione che di solito svolgono prima
della pratica in apnea.
Inoltre alla fine ogni condizione meditativa sono stati raccolti dei reports mediante una intervista
semistrutturata e racconto libero della propria esperienza (per ulteriori dettagli vedi Appendice D).
L'approccio seguito è quello della Neurofenomenologia in cui è stato chiesto ad ogni soggetto di raccontare “I precisi passi che aveva seguito per rilassarsi e quello che aveva provato durante il rilassamento”. É stata poi eseguita un'intervista semistrutturata in cui sostanzialmente si andava a indagare: a) lo stato di coscienza (sonno, sonnolenza, veglia); b) aspettative sulla ricerca; c) le
sensazioni sul rilassamento ottenuto e sulla piacevolezza dello stato.
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soggetti sono stati sistemati in posizione supina su un lettino in penombra. Il sistema d’amplificazione e acquisizione dei segnali è stato posizionato di fianco al lettino su cui giacevano i soggetti. Come già detto nella parte iniziale di questo paragrafo i soggetti che sono stati studiati in
meditazione erano 6 maschi, di età compresa tra i 26 e i 46 anni.
Ciascun soggetto è stato studiato durante due tipi di condizioni effettuate in giorni differenti in
modo randomizzato tra i soggetti:
1. Rilassamento semplice (Condizione di minima stimolazione sensoriale di controllo - basale).
Ciascun soggetto, per 20 minuti, è stato studiato ad occhi chiusi. In questa fase è stato chiesto al
soggetto di evitare qualunque attività mentale strutturata come, ad esempio, quella di contare o
ricordare episodi della sua vita ecc...
2. Condizione di meditazione. Ciascun soggetto per 20 minuti, è stato studiato mentre praticava una
tecnica di meditazione. Nella maggior parte dei casi (5 su 6 ) la condizione idonea alla meditazione,
veniva raggiunta attraverso esercizi molto simili a quelli fatti nel traning autogeno o nel
rilassamento progressivo di Jacobson, utilizzando anche come ulteriore chiave d'accesso l'attenzione
e il controllo del proprio respiro. Questi esercizi comprendevano il prestare attenzione alle
sensazioni del corpo, per poi cercare di indurre un rilassamento in quelle zone percepite in maggiore
tensione. Dopo aver raggiunto uno stato di rilassamento globale e soddisfacente, i soggetti
entravano (come dichiarato dopo nei reports; vedi Appendice D) nello stato meditativo vero e
proprio. A questo punto le tecniche utilizzate si differenziano notevolmente, in quanto:
3 soggetti hanno dichiarato di aver intrapreso un vero e proprio “viaggio mentale”, caratterizzato da notevole attivazione cognitiva e emotiva per la presenza di sensazioni e
immagini a contenuto affettivo per il soggetto (ad es. un soggetto ha pianto e ha avuto forti
sensazioni vegetative, nell'immaginarsi in un luogo a cui è molto legato; un altro ha descritto
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invece ha descritto il suo immaginarsi nell'immergersi in acqua come “un appagamento completo e persistente”).
2 soggetti hanno dichiarato di non aver intrapreso alcun “viaggio mentale”. Nello specifico si sono concentrati sulle sensazioni corporee provate durante la condizione di rilassamento
ottenuto nel training autogeno e hanno lasciato che immagini casuali scorressero senza
prestar loro troppa attenzione.
Un soggetto ha utilizzato particolari tecniche di respirazione (la respirazione cellulare, la respirazione triangolare effettuata tramite “respiro ujjayi”), per indurre uno stato di rilassamento, senza focalizzarsi troppo sulle sensazioni corporee.
Per quanto riguarda i segnali comportamentali, sono stati acquisiti:
32 canali elettroencefalografici (EEG) mediante elettrodi Ag/AgCl. L’EEG è stato acquisito in derivazione bipolare (tutti gli elettrodi referenziati vs FCz). Al fine di enfatizzare le
risposte lente e la lateralizzazione tutti i segnali EEG sono stati trasformati off-line in
unipolari ri-referenziandoli alla media elettrica di A1 e A2
il segnale dell’attività oculografica (EOG). Gli elettrodi EOG sono stati collocati in modo tale da porter rilevare sia i movimenti in direzione orizzontale che quelli in verticale, ovvero un elettrodo è stato collocato sopra l’occhio sinistro e l’altro vicino al canthus esterno dello stesso occhio. Il segnale EOG è stato acquisito al fine di eliminare artefatti EOGrafici sul
segnale EEG
Per quanto riguarda i segnali neurovegetativi, sono stati registrati:
il segnale dell’attività elettrica del cuore mediante elettrocardiogramma (ECG) effettuato con elettrodi di tipo clinico (Red DotTM Ag/AgCl), disposti secondo l’asse cardiaco principale (DII di Einthoven)
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il segnale dei movimenti respiratori, rilevati mediante un trasduttore polimerico piezoelettrico in DC applicato intorno al torace a livello diaframmatico.
Tutti i segnali sono stati acquisiti alla frequenza di campionamento di 500Hz tramite un poligrafo
ATES-EGI.
Per i dettagli del trattamento dei segnali e il loro significato fisiologico, si rimanda in Appendice E.