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La vendita di licenze

A questo punto il mercato statunitense cominciò ad esser dominato da un ristrettissimo numero di imprese, che in seguito riuscirono a collocare anche sul mercato mondiale i beni sono rivali nella soddisfazione di uno stesso bisogno e quindi un aumento del costo di uno dei due porta ad una maggiore domanda per l’altro. SCAPPARONE, PAOLO, Corso di Economia Politica, volume I,

2003, paragrafo 155.

107Due beni sono complementari quando all’aumentare del prezzo dell’uno diminuisce anche la domanda

per l’altro; i due beni evidentemente sono entrambi necessari per la soddisfazione di uno stesso bisogno. SCAPPARONE, PAOLO, ibidem.

108JIANG, JOHN (XUEFENG), STANFORD, MARY HARRIS, XIE, YUAN, Does It Matter Who Pays for Bond

loro prodotti sfruttando la fama che si erano create negli U.SA. in cui avevano, e hanno tuttora, un oligopolio.

Benché le agenzie di rating affermino che i loro prodotti siano solo un’opinione,109 il valore che ad essi viene attribuito dalle leggi ne muta la natura.

Nel 1982 Duff & Phelps ottenne la qualifica di NRSRO, l’anno successivo McCarthy, Cristanti & Maffei, comprata poi dalla prima, mentre nel 1991 fu accreditata IBCA e nel 1992 Thomson BankWatch: questi nuovi ingressi nel mercato non ebbero comunque grandi effetti, anche per le successive fusioni di queste società con Fitch, che riportarono a tre il numero delle agenzie di rating più importanti, almeno fino al 2003 quando divenne NRSRO Dominion Bond Rating Service Limited.110

Nel 2001 iniziarono a sorgere alcuni dubbi sull’affidabilità delle agenzie di

rating: infatti queste mantennero alto il rating di Enron fino alla vigilia della

dichiarazione del fallimento.111

Attraverso il Credit Rating Agency Reform Act del 2006 la disciplina delle agenzie di rating viene modificata: venne reso più trasparente il modello di qualificazione delle agenzie come NRSRO, a seguito di ciò, ne vengono dichiarate tre nel 2007, Japan Credit Rating Agency, Rating and Information Inc. e Egan Jones, e nel 2008 LaceFinancial e Realpoint.112

Avere un buon rating sulle proprie emissioni contribuisce alla riduzione del tasso di interesse da corrispondere; gli emittenti perciò sono disposti a pagare alle agenzie un corrispettivo che sia minore del risparmio da essi conseguito: poiché quest’ultimo può anche esser pari al 2-3%, le agenzie di rating possono arrivare ad ottenere 2-3 punti base facilmente, che su grandi quantitativi rappresentano un considerevole ammontare. Inoltre, le tariffe aumentano sensibilmente nel caso di

109“I rating del credito sono opinioni sul rischio di credito relativo. I rating di Standard & Poor’s

esprimono l’opinione dell’agenzia sulla capacità e volontà di un emittente (impresa, stato, ente pubblico) di far fronte ai propri impegni finanziari integralmente e alla scadenza stabilita. rating sono anche

opinioni sulla affidabilità creditizia di un titolo di debito, come un prestito oblligazionario (sic) emesso da

un’impresa privata o da un ente pubblico, e la relativa probabilità che il titolo possa andare in default (cioè non essere pagato alla scadenza stabilita)”.(enfasi aggiunte) STANDARD & POOR’S, Guida ai rating del credito, 2013, consultabile su http://www.standardandpoors.com/ratings/italy/en/eu.

110HILL, CLAIRE A., Regulating the Rating Agencies, cit., p. 78-79.

111 “Until four days before Enron declared bankruptcy, its debt was still rated “investment grade” by the

major credit rating agencies, suitable as a safe investment for a conservative investor”.

112LaceFinancial e Egan Jones erano riuscite a sopravvivere dal 1975 anche senza la qualifica di

NRSRO. Vedi WHITE, LAWRENCE J., Statement for the “Roundtable to Examine Oversight of Credit

Rating Agencies”, cit. Egan Jones è un’agenzia che adotta il modello investor – pays, e i suoi rating vengono quindi usati anche come modello di riferimento per confronti circa l’inflazione dei giudizi dovuta al modello issuer – pays.

prodotti di finanza strutturata, per i quali l’attività di analisi è più complessa.

In questi anni crebbe anche l’importanza delle agenzie di rating in Europa. l’arrivo delle agenzie di rating è stato successivo rispetto a quanto accaduto negli Stati Uniti. Tralasciando protosistemi di rating,113 nel continente pare che il ruolo di

intermediario informativo sia stato svolto principalmente dalle banche; anche se Fitch è attualmente per metà europea, in quanto partecipata da Fimalac.114

Per esempio, in Italia la legge bancaria del 1936, anch’essa emanata in risposta agli effetti della Crisi del 1929, ma sistema politico ed economico molto diverso da quello statunitense, non ha portato ad un potenziamento dell’informativa rivolta alla pluralità degli investitori, ma alla separazione tra istituti di credito deputati agli investimenti di lungo termine e a breve, ottenendo così che non fossero i piccoli risparmiatori ad investire personalmente i propri risparmi, ma fossero le banche a farlo per essi.

L’importanza delle agenzie di rating è cresciuta in maniera esponenziale con il recepimento degli accordi di Basilea, avvenuto con la direttiva 2006/58/CE.

Grazie alle regole di Basilea II le agenzie di rating iniziano ad acquisire potere anche in Europa: le banche sono spinte ad investire il risparmio raccolto in strumenti dotati di un buon rating per diminuire i requisiti patrimoniali a copertura dell’attivo, e si crea quindi un forte incentivo, quasi un obbligo, per gli emittenti a far ricorso alle valutazioni delle agenzie.115

Ultimamente le società di rating sono state oggetto di molte critiche per la loro incapacità di prevedere la crisi dei mutui subprime e ancor di più per i loro ritardi nell’adeguamento dei rating: anche nel caso di Lehman Brothers la tempistica è stata sospetta. Oltre a ciò sono aumentate le critiche, anche autorevoli, vedi ad esempio quella di Mario Draghi, riferite al potere che le agenzie di rating possono dispiegare: infatti sono stati numerosi i declassamenti ritenuti poco limpidi o sospetti, ed stato osservato anche come il giudizio fosse così temuto da orientare le scelte politiche di interi paesi.

113Come il sistema di rating austriaco citato da John Moody (vedi infra ). 114Vedi infra.

115Vedi il metodo standardizzato per il calcolo del rischio di credito, che impone diversi coefficienti di

ponderazione per le diverse esposizioni a seconda del rating delle stesse; tale giudizio è fornito da una agenzia per la valutazione esterna del rischio di credito (ECAI). COMITATODI BASILEAPERLAVIGILANZA BANCARIA, Convergenza internazionale della misurazione del capitale dei coefficienti patrimoniali,

Nel 2007 ha inizio la crisi economica che stiamo vivendo ancora adesso: esplose la bolla del mercato immobiliare americano, e migliaia di mutui non vennero più ripagati; si trattava dei mutui cosiddetti subprime, concessi anche a chi non aveva un merito creditizio elevato.116 A causa del ricorso alla cartolarizzazione le banche erano

incentivate non a valutare attentamente il cliente ma ad aumentare i crediti da cedere, “trasformati” in strumenti finanziari spesso certificati dalle agenzie di rating come ottimi, anche se il sottostante non era di buona qualità.117

Considerando che il giudizio delle agenzie di rating aveva aiutato questa creazione incontrollata di strumenti caratterizzati da effetti ambigui se non dannosi sul benessere collettivo, sorgono perplessità sul fatto che le valutazioni delle agenzie di

rating possano orientare le scelte – squisitamente politiche – in materia economica di

uno Stato. Il sospetto che le agenzie si orientino al declassamento di paesi che, come esse sanno, non verranno lasciati fallire, si veda ad esempio il caso della Grecia, o che comunque riusciranno a far fronte alle proprie obbligazioni, e quindi perfettamente solvibili solo per poter esse stesse investire in titoli a basso rischio e con un buon rendimento sorge. In questo caso il loro compito sarebbe quello di distorcere il mercato.

Oltre a ciò, tutti gli enti che avevano fatto ricorso ai rating per il calcolo dei loro patrimoni di vigilanza hanno subito un’improvvisa diminuzione degli stessi, o, più precisamente, è stato accertato che in precedenza i requisiti patrimoniali erano stati sottostimati: da ciò sono discesi fallimenti e la necessità di ricapitalizzazioni.118

Come già osservato sopra, l’autorevolezza della agenzie di rating è stata minata da questa crisi: basti pensare che il 93% dei subprime ABS da AAA sono stati declassati a

junk.119

Anche ammettendo che qualche errore sia umano, e che le agenzie di rating possano sbagliare soprattutto in campi della finanza per cui non c’è una grande

116In questo senso, tra i tanti, GILA PAOLO, MISCALI MARIO, I Signori del Rating. Conflitti di interesse e

relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale, Torino, 2012, pagine 42–46.

117Si tratta del modello bancario “originate to distribuite”; il suo contrario è il sistema “originate to

hold”, che impone di scegliere attentamente i clienti e di mantenere con loro stabili relazioni nel tempo. FERRI GIOVANNI, LACITIGNOLA PUNZIANA, Le agenzie di rating. Tra crisi e rilancio della finanza globale,

cit., pp. 141–157.

118LISTOKIN YAIR, TAIBLESON BENJAMIN, If You Misrate, Then You Lose: Improving Credit Rating

Accuracy Through Incentive Compensation, in Yale Journal on Regulation, January 2010,Yale Law

School, Public Law Working Paper No. 203, Yale Law & Economics Research Paper No. 402. consultabile su http://ssrn.com/abstract=1535514, pagina 99.

119Vedi KRUGMAN, PAUL, Berating the raters, in The New York Times, 26 Aprile 2010, disponibile

disponibilità di dati pregressi, non si può continuare ad accettare che a giudizi dimostratisi così erronei resti legata parte delle norme sulla valutazione degli asset: quanto può esser valida una ponderazione dei crediti basata su questi rating?

In seguito alla Crisi del 2007-2008 si è rivelato inefficace o quantomeno incompleto l’intervento nato con il C.R.A.R.A., ed è stata quindi emanata una nuova normativa, il Dodd–Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act, tentativo di riformare profondamente la materia.120

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