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I MATERIALI LEGANTI

5.2 VERNICIATURA INDUSTRIALE SAS- SAS-SONE

5. I materiali leganti

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L’azienda viene fondata nel 1993 nel comu-ne biellese di Cossato, specializzandosi fin da subito nella verniciatura a polveri. Grazie agli investimenti tecnologici, a un impianto mo-derno e all’esperienza maturata, la Vernicia-tura, oggi, è un punto di riferimento locale, che garantisce prodotti e trattamenti di alta qualità.

La Verniciatura Sassone, attraverso la ver-niciatura a polveri, è in grado di ricoprire qualsiasi superficie metallica e non solo, con un’ampia varietà di finiture e di trattamenti, in base alle richieste, alla tipologia di lavoro e allo scopo del trattamento.

La scelta di puntare su un trattamento a pol-veri, rispetto a una verniciatura a liquido più tradizionale, deriva dai numerosi vantaggi, e da una costante attenzione verso la salva-guardia dell’ambiente. Si tratta di un proce-dimento a secco che non richiede l’utilizzo di solventi altamente inquinanti e di ingenti quantità d’acqua; le polveri, grazie a sistemi di aspirazione, vengono completamente re-cuperate. A differenza dei solventi, dannosi e nocivi per l’uomo, le polveri utilizzate negli ultimi anni sono classificate non pericolose inoltre i tempi di lavorazione sono più veloci, richiedono un minore fabbisogno energetico e il trattamento risulta più duraturo con un film dalle qualità superiori.

Il ciclo produttivo della verniciatura a pol-veri si discosta molto da quello più lungo e complesso di una verniciatura a liquido, am-piamente più diffusa. Esso è infatti basato su pochi passaggi, come emerge dal flowchart relativo all’azienda in questione (figura 9).

La Verniciatura Sassone si basa su un impian-to di tipo statico, in cui i processi sono svolti in successione, a differenza di un impianto automatico in cui le lavorazioni si svolgono in modalità continuativa. Inoltre, per via del-le dimensioni, e del contesto in cui lavora si parla di un processo a perdere, nel quale le polveri disperse e recuperate finiscono all’in-terno di appositi filtri e contenitori (figura 8), in modo indifferente in base al trattamento.

Esistono realtà in cui lo scarto invece viene suddiviso in base al trattamento e alla colora-zione, per essere successivamente riutilizza-to all’interno del processo: sono aziende con un bacino di utenze differenti, con richieste di uno stesso servizio in relazione a tempisti-che maggiori. Nell’azienda selezionata ogni singolo supporto, in base alla richiesta, su-bisce un trattamento diverso, e non risulta possibile svuotare l’impianto e i filtri a ogni singola applicazione.

Fondamentale in questo processo è la prepa-razione del supporto da trattare: esso deve essere ripulito da ogni impurità, da ossidi e

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dalla presenza di sostanze oleose. Il suppor-to può quindi subire un processo di sabbia-tura per asportare lo strato superficiale di materiale, o di fosfograssaggio. Dopo essere stato asciugato con aria calda è pronto per la verniciatura a polveri. Quest’ultima su un processo elettrostatico per il quale le polve-ri, a base di poliestere, vengono caricate ne-gativamente e attratte sul supporto caricato positivamente. Si genera così un film omo-geneo. Il supporto ricoperto di polveri viene trasportato per mezzo di appositi carrelli so-spesi, nel forno di cottura. Questo forno gra-zie alle sue elevate dimensioni, 700x300x300

cm, può ospitare elementi di notevole gran-dezza. All’interno, attraverso un ciclo termico di riscaldamento, dai 30 ai 60 minuti a 180°C, le polveri si rammolliscono per poi polime-rizzare generando una finitura organica sul supporto. Una volta raffreddato e visionato il prodotto può essere consegnato al cliente:

in media vengono complessivamente trattati circa 36.000 m2 di superficie all’anno.

Tuttavia in particolari applicazioni, ove è ri-chiesto un trattamento per supporti soggetti ad ambienti aggressivi, la prima verniciatura e relativa cottura consistono nell’applicazio-ne di un fondo zincante, per essere nuova-mente verniciato e trattato termicanuova-mente nella seconda applicazione, dove viene finito con il trattamento richiesto.

Figura 8: Particolare del sistema di aspirazione e di filtraggio delle polveri.

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STOCCAGGIO IN MAGAZZINO

PREPARAZIONE SUPPORTO

VERNICIATURA A POLVERI A PERDERE

COTTURA IN FORNO

CONTROLLO FINALE COTTURA

IN FORNO Smaltimento in

discarica 300-1000 €/anno VERNICIATURA A

POLVERI 2° strato

Scarto: polveri di polimeri 1000 Kg/anno Materia prima:

polveri polimeriche 6.000 kg/anno

Supporto da trattare

36.000 m2/anno Fosfograssaggio

Sabbiatura

Pulitura e controllo

Figura 9: Flow chart, ciclo produttivo Verniciatura Industriale Sassone.

Lo scarto, prodotto dalla Verniciatura Sasso-ne (figura 10), deriva completamente dalla fase di applicazione del prodotto tramite il processo elettrostatico: le polveri spruzzate attraverso apposite pistole, non finiscono totalmente sul supporto ma si disperdono all’interno della cabina di applicazione. Essa è dotata di appositi sistemi di aspirazione e filtrazione che permettono di recuperare tali polveri all’interno di appositi contenitori. Es-sendo questo un sistema a perdere, le polve-ri, di diverse tipologie e colorazioni, finisco-no per miscelarsi all’interfinisco-no dei contenitori, rendendone impossibile il loro riutilizzo.

Lo scarto è quantificabile in circa 1.000 Kg/

anno, che rispetto ai 6.000 Kg/anno di polve-ri utilizzate come matepolve-ria ppolve-rima è del tutto significante. Per questo scarto attualmente non esistono soluzioni di riciclo: è una pol-vere polimerica difficile da trattare per altri scopi, viene quindi smaltita come rifiuto in discarica, con costi da parte dell’azienda.

Lo scarto prodotto, tuttavia non è ancora sta-to trattasta-to termicamente, quindi la polvere che viene recuperata è ancora in possesso di tutte le caratteristiche proprie del materiale e quindi potenzialmente utilizzabile; l’unico inconveniente risulta la colorazione, che a causa della miscelazione assume una tonali-tà tendente al grigio.

Lo scarto, rifiuto per l’azienda, risulta del

tut-to assimilabile alla materia prima: polvere di poliestere, a livello chimico un polimero termoindurente. Nell’esempio della scheda in allegato, riferita a uno dei vari prodotti a base di polvere, la sua denominazione è la seguente: tetradecil-trimetil-ammonio-bro-muro, e come evidenziato il preparato non è classificato pericoloso ai sensi delle direttive Figura 10: Scarto derivante dal ciclo produttivo della Verniciatura Industriale Sassone.

5.2.2 LO SCARTO INDUSTRIALE

DEL-LA VERNICIATURA SASSONE: LE

POL-VERI POLIMERICHE

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di legge (vedi scheda tecnica, allegato C).

Come emerso nel paragrafo precedente, questo scarto potrebbe essere un punto di inizio e un riferimento per la sperimentazio-ne di pansperimentazio-nelli fonoassorbenti a base di lana in polvere riciclata. Sebbene sia un prodotto sintetico, risulta uno scarto aziendale clas-sificato come rifiuto e smaltito in discarica, quindi il suo riutilizzo permetterebbe di rea-lizzare dei pannelli riciclati al 100%, con tutti i vantaggi e le criticità evidenziate nel para-grafo 5.1.