4.4. L’impatto della pandemia sulla cooperazione
sociale
L’epocale emergenza da Covid-19 è andata a sommarsi ad una profonda crisi economica, sociale e lavorativa che ha interessato anche la Toscana e che nell’ultimo decennio ha generato una riduzione del Pil regionale e la per- dita di numerosi posti di lavoro.
Le misure di contenimento e di cosiddetta razionalizzazione della spesa pubblica (cd. spending review), le criticità riscontrate nelle modalità di ester- nalizzazione dei servizi (e, da ultimo, i mancati adeguamenti dei contratti e delle tariffe a seguito del rinnovo del CCNL nel 2019), dettate - negli ultimi 10 anni - dalla gravosa e complessa fase socio-economica, hanno profonda- mente penalizzato la cooperazione sociale.
Gli enti locali della Regione stanno attraversando un periodo di marcata sofferenza finanziaria che ha condotto alcune ASL al dissesto finanziario ed altri importanti comuni ad una situazione di pre-dissesto.
L’emergenza sanitaria causata da Covid-19 e le collegate disposizioni normative nazionali e regionali hanno prodotto e produrranno un pesante impatto economico ed occupazionale sulle cooperative sociali della regione che, solo parzialmente, verrà attutito dalle disposizioni previste nei vari decreti legge “Cura Italia”, “Rilancio” e “Semplificazione”.
4.4.1. Ammortizzatori sociali (FIS e CIGD)
In relazione al monitoraggio effettuato dalle Centrali Cooperative – Settore Sociale sulle prime 9 settimane di erogazione di ammortizzatori sociali è ri- sultato che, nella fase più critica della pandemia, è stato collocato in FIS/CIGD circa il 60% degli addetti delle cooperative sociali aderenti (più di 30.000).
Per quanto riguarda Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, su di un campione di 135 cooperative su 280, risultavano collocati in FIS/CIGD 6.433 addetti su 11.726 (54,86%).
Con riferimento a Legacoop Toscana-Dipartimento Welfare, ad aprile 2020 risultavano 180.362 ore di FIS richieste su 312.500 ore mensili lavorate, per un totale del 58% di incidenza di ore FIS sulle ore mensili lavorate. La situa- zione è rimasta invariata a maggio.
della situazione e la complessità del momento, hanno comunque anticipato l’assegno ordinario FIS nel 60% dei casi.
4.4.2. Gestione delle RSA
Merita una riflessione il ruolo delle RSA. Se esse debbano rimanere strut- ture socio sanitarie, come da attuale ordinamento toscano, oppure debbano diventare strutture sanitarie. Ma, soprattutto, occorre ripensare il modello as- sistenziale, privilegiando percorsi basati non solo sulla residenzialità, ma di presa in carico sul territorio, in grado di mantenere il più a lungo possibile le persone nel proprio ambiente, nel proprio tessuto sociale. E’ indispensabile implementare il welfare territoriale, la prossimità, valorizzare le cure interme- die, promuovere il social housing ed il silver housing, l’assistenza domiciliare.
4.4.3. Riapertura delle attività dei Centri Semiresidenziali
per persone disabili e anziane
Gli aspetti più critici sono inerenti la frequenza dei Centri Diurni da parte degli utenti e le modalità di riapertura in sicurezza. La formazione del perso- nale e l’approntamento di tutte le misure idonee a garantire l’espletamento del servizio in sicurezza, a partire dall’aggiornamento del Documento Valuta- zione dei Rischi. Su tutti, prevalgono però gli aspetti riconducibili all’equilibrio economico e finanziario delle strutture/servizi a fronte della completa rimo- dulazione dell’attività e la sfera delle responsabilità della gestione nella fase dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e durante la transizione.
4.4.4. Scuola e servizi educativi 0-6
E l’ambito che ha risentito di più della pandemia e che è ancora avvolto da molte incertezze nella prospettiva della ripartenza prevista per il mese di settembre e tutta una serie di elementi ha prodotto un reale rischio per la sostenibilità dell’intero sistema integrato regionale dei servizi per l’infanzia (0-6), generando quelle condizione per cui, alla fine di questa drammatica situazione, molti servizi potrebbero non riaprire.
All’interno del Piano Scuola elaborato dal Ministero dell’Istruzione rinvenia- mo un’indicazione in linea con le posizioni emerse in Regione Toscana nella Cabina di Regia: “Cantiere per la scuola in Toscana”, che pone già un signi- ficativo elemento da cui possiamo partire per la nostra riflessione. Questo aspetto è fondamentale in quanto ci consente di guardare alla riapertura dei servizi non tanto in termini di distanziamento fisico - che sarebbe impossibile da realizzare per ovvie ragioni - ma nella prospettiva di gestire da un lato,
l’accesso dei bambini e i “flussi” che si determinano nei momenti di entrata e di uscita dal servizio, e dall’altro, la sanificazione dei locali e dei materiali (già elemento prioritario del nostro sistema) messi a disposizione dei bambini. In quest’ottica, l’obiettivo regionale dovrebbe essere dunque:
• poter mantenere l’attuale ricettività del sistema 0-3 (e questo vuol dire che il “gruppo bolla” deve coincidere con il “gruppo sezione”);
• confermare gli attuali rapporti numerici previsti dal regolamen- to regionale, anche se con i dovuti accorgimenti e al netto, ov- viamente, di eventuali interventi nazionali e/o di recrudescenza della pandemia.
E quindi questo si dovrebbe tradurre in garanzie:
• per i bambini di crescere in benessere all’interno delle comunità educative;
• per le famiglie di poter continuare ad usufruire di questi servizi, con tutto quello che ne consegue anche in termini di gestione dei tempi vita-lavoro;
• per le strutture di poter ripartire in maniera sostenibile, ricordan- do che la sostenibilità delle strutture va di pari passo con quella di tutto il sistema integrato pubblico-privato, famiglie incluse.
4.4.5. Interventi, servizi e strutture socio-educativi a favore
di bambini, adolescenti e famiglie
Le due Centrali Cooperative, per il tramite del Coordinamento regionale “Pollicino” (di associazioni di secondo e terzo livello), si sono attivate ed hanno partecipato fattivamente alla stesura degli “Indirizzi operativi per la gestione
in sicurezza degli affidamenti familiari, delle strutture socio-educative di ac- coglienza semiresidenziale e residenziale, dei servizi di assistenza educativa domiciliare e degli incontri protetti nel periodo di emergenza sanitaria da COVID-19”, che sono stati trasmessi con circolare della Regione Toscana -
Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale ai Responsabili delle Co- munità per minori ed ai Referenti dell’”Area minori” delle Zone Distretto/SdS e sono stati fondamentali per una gestione o una ripartenza in sicurezza.
4.4.6. Servizio di Assistenza Domiciliare ad anziani, persone
disabili, marginali e di tipo socio-educativo
Il Servizio di Assistenza Domiciliare è risultato essere una prestazione che non è mai stata sospesa durante la pandemia, anzi, molto spesso è stato uno dei pochi presidi che il sistema dei servizi ha voluto mantenere per garantire il percorso assistenziale domiciliare.
Le imprese aderenti - visto che l’assistenza domiciliare è svolta nella quasi totalità dei casi da cooperative sociali - si sono dovute far carico, quindi, di ingenti costi per mettere i propri lavoratori nella condizione di operare in sicu- rezza e fornire loro tutti i DPI necessari per svolgere l’attività al domicilio degli utenti, pur con tutte le restrizioni necessitate dall’emergenza da Covid-19.
Ad oggi, anche in quest’ambito di attività, non ci sono state risposte da parte pubblica che lascino intravedere qualche spiraglio.
4.4.7. Salute mentale
Afferiscono all’area della salute mentale varie strutture, diverse per tipolo- gia ed intensità riabilitativa e assistenziale: comunità terapeutiche per adulti e minori, strutture sanitarie per adulti, case famiglia, gruppi appartamento e domicili supportati. Tali strutture hanno diversa copertura di personale, alcune sulle 24 ore, altre per alcune ore giornaliere.
Il settore ha risentito, come pure il servizio di assistenza domiciliare, dell’as- senza di linee di indirizzo regionali per la gestione delle strutture per tutto il periodo dello stato di emergenza epidemiologica da Covid 19, visto che non sono state adottate misure specifiche per quest’area né a livello normativo, né in relazione alla distribuzione di test e tamponi e, tantomeno, con riferimento a forme di ristoro per i maggiori costi sostenuti in termini di DPI e sanificazioni.
4.4.8. Cooperazione sociale di inserimento lavorativo (tipo B)
Questo segmento delle associate rappresenta un elemento imprescindibile per la tenuta della coesione sociale del nostro Paese e della nostra Regio- ne, dando opportunità concrete di lavoro e cittadinanza a persone e famiglie che rischierebbero di esserne escluse, ricadendo nel circuito assistenziale o nell’anomia sociale. E’ un attore economico la cui funzione principale è il rein- serimento di risorse umane che il mercato altrimenti emarginerebbe ed è portatore di quel know-how capace di rispondere anche alle fasce più proble- matiche di popolazione (persone fragili e marginali, a rischio di esclusione dal
mondo del lavoro, disoccupati di lungo periodo, immigrati all’inizio del proprio percorso migratorio, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del lavoro). Tutto ciò rischia di andare pesantemente in crisi perché questo comparto della cooperazione sociale è stato duramente colpito dal- la pandemia direttamente e/o indirettamente: basti pensare a tutti i servizi connessi alla ristorazione, mense, convegnistica, turismo, sport e cultura, ed ovviamente pulizie e manutenzioni varie.
4.5. Le attività e l’offerta dei servizi di Cesvot ai
tempi del Covid-19
Negli ultimi sessant’anni il volontariato ha acquisito un ruolo da protagoni- sta indiscusso durante le varie emergenze che si sono susseguite in Italia per- ché è riuscito a soddisfare alcune delle risposte essenziali della cittadinanza. Anche durante la pandemia in conseguenza del Covid-19 il volontariato - in particolare quelle realtà impegnate in attività socioassistenziali e sociosanita- rie5 - è stato in grado di rispondere alle molteplici richieste da parte di coloro che vivono in uno stato di fragilità e che sono quindi collocabili all’interno di un contesto di welfare assistenziale (quali, la consegna della spesa e dei farmaci a domicilio, colloqui di sostegno psicologico, consigli per ginnastica ‘fai da te’, etc.).
Il Decreto Ministeriale del 4 marzo 2020 sta- bilisce le prime misure di restrizione che vanno ad impattare sulle attività del Terzo settore, ol- tre che sull’operatività dei Centri di servizio per il volontariato, con la sospensione delle manife- stazioni/eventi e con le limitazioni alle pratiche sportive e ai servizi educativi. Nonostante ciò il volontariato non si ferma pur con le dovute at- tenzioni e misure precauzionali; e i Csv - e quin- di anche Cesvot - si adeguano e proseguono il loro impegno a rimanere un punto di riferimen- to sia per il Terzo settore che per la cittadinanza.
Il 31 marzo Regione Toscana rilascia a Cesvot un attestato esplicitando le attività funzionali e di supporto del Centro servizi alla gestione dell’emergen- za Covid-19; è un attestato che riconosce formalmente il lavoro che il Csv ha messo in atto fin dai primi provvedimenti disposti dal Governo attraverso i 5 Per maggiori informazioni, a livello nazionale, sul volontariato ai tempi del coronavirus consul-
tare il sito di CSVnet - l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato (Csv) al seguente link csvnet.it