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3. Capitolo Terzo: Annotazioni in margine alla traduzione

3.2. Aspetti traduttivi

3.2.2. Wordplay

I giochi di parole, detti comunemente in inglese wordplay, non sono una componente essenziale di BB, mentre sono invece molto presenti in DD, complice anche la sua ricorrente vena umoristica. L’ironia è di rilievo anche in BB, ma non si configura a 63 ‹https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/kiddo›

livello di giochi di parole come invece succede in DD. Il wordplay si ha quando delle componenti strutturali della lingua vengono utilizzate per far risaltare un confronto significativo di due o più strutture linguistiche con forme più o meno simili ma con significati differenti (Delabastita 1996: 128).

I giochi di parole sono caratterizzati da una forte difficoltà traduttiva, poiché, come si è detto in precedenza, fanno riferimento alle strutture linguistiche, e una prima tendenza è quella di eliminarli in fase traduttiva. Tuttavia, con i dovuti accorgimenti, è possibile renderli in maniera piuttosto convincente anche nel testo di arrivo, soprattutto se ci si avvale della strategia di sostituzione.

In DD, un primo esempio è riscontrabile all’interno del Livello 4. Durante le ultime battute, il protagonista sta per andare a letto ed esprime la sua intenzione in un modo particolare, cosa che viene ripresa nella riposta dalla figlia, autrice di un divertente gioco di parole:

You: Right. Well kiddo, I’m gonna go catch some Z’s. Amanda: Hurry! The Z’s are getting away!

Il protagonista espone la sua volontà di andare a letto dicendo che andrà a catturare delle zeta. Il riferimento implicito è fatto nei confronti dei fumetti: le zeta di cui parla sono quelle poste in serie nei balloon quando un personaggio sta dormendo. La pronta risposta della figlia è un’esortazione a sbrigarsi, perché quelle zeta stanno scappando. Poiché in italiano una traduzione letterale sarebbe risultata poco convincente, rischiando di interrompere il coinvolgimento nell’universo narrativo, essenziale per la localizzazione videoludica, si è scelto di tradurre nel seguente modo:

Tu: Giusto. Vabbè bimba, vado a schiacciare un pisolino.

Amanda: Sbrigati a buttartici sopra o non riuscirai a schiacciarlo!

Si è optato per sostituire le zeta dei fumetti con un’espressione tipica della colloquialità italiana, ovvero lo schiacciare un pisolino. Nella versione originale, la chiave del wordplay sta nel verbo utilizzato dal protagonista, ‘catch’, che implica lo sforzo nel radunare le zeta per dormire. La battuta della figlia è basata sulla difficoltà di tale

impresa, in quanto queste lettere stanno scappando e sono di conseguenza difficili da catturare. Poiché tale verbo è stato sostituito con quello tipico della locuzione italiana, è stato necessario aggiungere alcune parole per rendere coerente la battuta di Amanda. Nella traduzione, lei esorta il padre comunque a sbrigarsi, non a catturare delle zeta, bensì a buttarsi sopra al pisolino, al fine di schiacciarlo, come se fosse a sua volta un’entità in fuga.

Un altro esempio di wordplay è riscontrabile all’interno del Livello 7, dove il protagonista menziona il gruppo musicale di cui faceva parte da giovane. La linea di dialogo dove esso compare è la seguente:

You: The Skammunist Manifesto had a chance back in the day.

Il gioco di parole si basa sull’intertestualità (cfr. par. 3.2.3) con il noto libro di Karl Marx e Friedrich Engels Manifesto del Partito Comunista del 1848, tradotto in inglese anche come The Communist Manifesto64. Poiché la band del protagonista era

specializzata nel genere musicale Ska65, il nome di quest’ultima è una rielaborazione atta

a inserire tale genere all’interno della citazione, come si può evincere dall’esempio. Piuttosto che basarsi sulla traduzione ufficiale italiana del libro citato, si è scelto di optare per quella seguente:

Tu: Il Manifesto Skamunista aveva tutte le carte in regola, all’epoca.

Essendo questo un nome proprio di un gruppo musicale, affidarsi all’intero titolo della versione italiana del libro di Marx ed Engels avrebbe reso innaturale la denominazione, in quanto la lunghezza sarebbe risultata eccessiva. Tuttavia, pur escludendo parte del titolo, la citazione rimane facilmente comprensibile. Inoltre, data l’esatta corrispondenza fra le due lingue per il termine ‘Manifesto’ e la somiglianza grafica fra i termini ‘Communist’ e ‘Comunista’, mantenere il wordplay non è stata un’operazione problematica, nonostante la necessaria inversione sintattica dei termini.

64 Si veda ad esempio l’edizione del 1964 edita da Pocket Books (Marx, Engels 1964).

65 Tale genere musicale è nato in Giamaica ed è caratterizzato dal ritmo sincopato e l’impiego di strumenti a fiato in ottone. Cfr. l’Enciclopedia Treccani: ‹http://www.treccani.it/enciclopedia/ska/›.

Sempre compreso nello stesso Livello, un altro gioco di parole è risultato invece in una sfida più complessa. Amanda, ricordando un evento passato, nomina il particolare nome di una pietanza che ha causato al padre un avvelenamento da cibo. Le battute di dialogo dove compare il wordplay sono le seguenti:

Amanda: Yeah, and it got us a $20 gift card to McFridayz.

Amanda: And then you got food poisoning from the Cheezy Toztada Blastz! You: I think you mean food poizoning. You know, with a Z?

Il nome del locale presenta una grafia peculiare che va a sostituire la sibilante finale del plurale inglese con la lettera zeta, risultando in una modifica grafica ma non fonologica. Lo stesso vale per quasi tutte le sibilanti comprese all’interno del nome della pietanza. La battuta seguente, a opera del protagonista, provvede ad applicare la stessa modifica al termine ‘poisoning’, creando così un gioco di parole grafico impossibile da ottenere in ambito orale senza la spiegazione successiva. Si è scelto di tradurre il wordplay nella seguente maniera:

Amanda: Già, e ci hanno dato anche un buono da 20$ per McFridayz.

Amanda: E poi ti sei beccato un avvelenamento da cibo mangiandoti la Brusketta Kon Formaggio Ke Fonde!

Tu: Penso che tu intenda bekkato, con due kappa.

Poiché sarebbe stato impossibile mantenere tale gioco di parole sullo stesso grafema, è stata scelta una strategia di sostituzione: in accordo con la pratica di localizzazione, che prevede di rimpiazzare elementi culturo-specifici di una data lingua con quelli della lingua d’arrivo (cfr. par. 1.3), è stato modificato il nome della pietanza, al fine di poter ricreare tale gioco con le strutture dell’italiano. La ‘Cheezy Toztada Blastz’ del testo originale è così diventata una ‘Brusketta Kon Formaggio Ke Fonde’, trasformandosi in una pietanza tipica della cultura italiana (che comunque mantiene l’ingrediente caseario menzionato in originale) che ha permesso anche di ricreare il gioco di parole, spostando la modifica di grafia dalla sibilante originale alla velare occlusiva del testo di arrivo. Tale scelta è stata dettata dal fatto che, in questo modo, la sostituzione del grafema

corretto garantisce un mantenimento di pronuncia a livello fonologico, esattamente come nel caso del testo di partenza. Il wordplay, che, come menzionato, faceva perno sul termine ‘poisoning’, tradotto con ‘avvelenamento’, non poteva dunque essere mantenuto sullo stesso sostantivo a causa dell’assenza di velari occlusive, e perciò è stato spostato sul participio passato utilizzato per tradurre il verbo al preterito ‘got’ dell’inglese, ovvero ‘beccato’, caratterizzato dalla geminazione della velare occlusiva e utilizzato nella prima riga da Amanda. In tal modo, il protagonista ha potuto pronunciare una battuta simile a quella originale, facendo leva su tale termine provvisto della stessa sostituzione grafica presente nel nome della pietanza tradotto. Di conseguenza, anche la spiegazione finale, atta a rendere opportuno il gioco di parole in ambito orale, è stata alterata secondo le specifiche menzionate. L’unica perdita effettiva di un’accezione che non si è potuta ricreare è stata quella del collegamento fra il nome del piatto originale con quello del ristorante, in quanto modificare il nome proprio ‘McFridayz’ con, ad esempio, ‘MkFridayz’, avrebbe reso la grafia fin troppo innaturale. Tale sostantivo non è stato sostituito, poiché è una chiara allusione alla catena di ristoranti realmente esistente McDonald’s, che permette un collegamento al mondo reale volto a dare valore all’ambientazione pseudo-realistica del videogioco.

Il Livello 8 è intriso di giochi di parole: altri esempi sono riscontrabili nei nomi dei caffè e tè disponibili nel locale dove si svolge l’azione di gioco per tale livello. Poiché queste denominazioni fanno riferimento a dei gruppi musicali, si è ritenuto necessario mantenerli esattamente come nella lingua originale. Si vedano i seguenti esempi:

Godspeed You! Black Coffee Iced Teagan and Sara Chai Antwoord

Non si è reputato necessario tradurre le denominazioni anche perché i giochi di parole vengono esplicitati dal proprietario del locale, Mat, nelle sue battute, come si può evincere dagli esempi di traduzione riportati di seguito:

Mat: Oh, è un gioco di parole. I Godspeed You! Black Emperor sono un gruppo progressive rock davvero figo e molto importante, e sono conosciuti per le loro sonorità profonde e...

Mat: Oh, è un gioco di parole. Teagan and Sara sono un gruppo indie fighissimo formato nel 1995. Sono stati nominati per un Grammy nel 2013 e sono famosi per essere dei maestri non solo di successi pop, ma anche di testi profondi.

Mat: Oh, è un gioco di parole. I Die Antwoord sono un gruppo rap sudafricano... Sono famosi per il loro... ehm, linguaggio evocativo e i video musicali iper stilosi. La loro musica è tanto accattivante quanto inquietante.

Ognuna delle traduzioni sopracitate fa riferimento, secondo lo stesso ordine di apparizione, ai nomi dei caffè e tè menzionati in precedenza. I nomi dei gruppi musicali a cui ci si riferisce non dispongono di traduzione, in quanto nomi propri delle band citate e, di conseguenza, universali. I giochi di parole sono chiaramente comprensibili anche senza dover ricorrere a una traduzione esplicita poiché il termine inglese ‘coffee’ è altamente riconoscibile, in quanto praticamente identico al corrispettivo italiano. Lo stesso si può dire della locuzione ‘iced tea’, presente in parte nel secondo nome, che spesso si può trovare come didascalia nelle bevande a base di tè disponibili anche sul mercato alimentare nostrano66. Per quanto riguarda il terzo, il chai è un tipo di tè ormai

molto diffuso anche in Italia, grazie anche al proliferare nella penisola delle caffetterie in stile americano. Vista inoltre la tendenza di questo tipo di locali a denominare i propri prodotti con termini in lingua inglese, è parso corretto mantenere la lingua originale anche in sede traduttiva. Lo stesso accade per i nomi che il protagonista, sua figlia e Mat cercano di trovare per un dolce alle banane, nonostante sia stato ritenuto necessario aggiungere una breve spiegazione all’interno di una battuta di dialogo. Si veda il seguente esempio e la sua traduzione:

You: Like Right Said Fred. But now it’s about banana bread. I think the youngsters would like it despite not getting it..

Tu: Tipo Right Said Fred. Ma adesso riguarda il pane alla banana, bread in inglese. Penso che ai giovani piacerà anche se non la capiranno...

66 Si veda ad esempio il tè freddo di marca Lipton, il cui nome completo è Lipton Ice Tea. Nonostante la mancanza della dentale alla fine della parola ‘Ice’, il collegamento risulta facile:

Il nome del dolce a cui ci si riferisce è ‘Right Said Banana Bread’. Come si può evincere da tale esempio, si è reputato necessario aggiungere la spiegazione riguardo alla traduzione del termine ‘pane’, poiché questo appare nel nome del dolce direttamente in lingua inglese e, dato che il wordplay viene esplicitato secondo i termini menzionati in precedenza, è risultata importante, ai fini di una corretta comprensione, la breve spiegazione aggiunta. Se i termini ‘coffee’, ‘iced tea’ e ‘chai’ (quest’ultimo invariato in italiano) possono risultare immediatamente comprensibili, non necessariamente lo stesso può valere per ‘bread’, che invece non appare frequentemente sui prodotti alimentari italiani.

Un ultimo wordplay riscontrabile nello stesso Livello dei casi precedenti si verifica quando il protagonista ordina una bevanda diversa da quelle disponibili. Il proprietario gli chiede allora la dimensione del bicchiere che andrà a contenere il caffè. Si veda il seguente esempio:

Mat: Coming right up! Do you want that in Small, Medium, or Biggie Smalls? You: Uh... medium...

Amanda: Wait is Biggie Smalls big or small?

Il gioco di parole è nuovamente basato sul panorama musicale: al posto del plausibile ‘Large’, a indicare un bicchiere grande, è presente la dicitura ‘Biggie Smalls’. Il nome, che contiene, nelle loro modifiche, sia il termine ‘big’ che ‘small’, fa riferimento al rapper americano The Notorious B.I.G., conosciuto anche come Biggie Smalls. Al fine di rendere ben comprensibile per il pubblico italiano tale gioco di parole, è stata scelta una strategia di sostituzione, come si può evincere dalla seguente traduzione:

Mat: Arriva subito! Lo vuoi piccolo, medio o piccolo grande amore? Tu: Ehm... medio...

Amanda: Aspetta, piccolo grande amore è piccolo o è grande?

Il rapper americano è stato sostituito con parte del titolo della celebre canzone del 1972 di Claudio Baglioni, Questo piccolo grande amore. In accordo con le pratiche della localizzazione videoludica menzionate in precedenza, è stato reputato necessario tale

cambiamento anche poiché il nickname del rapper menzionato non è molto famoso al di fuori del territorio statunitense. La scelta di un titolo di una canzone, piuttosto che del nome di un artista italiano, è stata dettata dal fatto che, grazie alla peculiarità di tale titolo, il gioco di parole poteva essere dunque mantenuto su un livello molto simile a quello originale: esattamente come nel caso del testo di partenza, in quello di arrivo appaiono sia il termine ‘piccolo’ che ‘grande’, dando adito ai dubbi che solleva Amanda riguardo alla dimensione effettiva della bevanda nella battuta seguente. Inoltre, in tal modo si è potuta mantenere anche la sfera semantica di riferimento del gioco di parole, ovvero quella musicale.

3.2.3. Intertestualità

L’intertestualità, definita anche dal critico letterario francese Genette (1982: 1-17) come ipertestualità, indica la relazione che unisce un testo B (ipertesto) a un testo precedente A (ipotesto), sul quale esso si innesta in una maniera diversa dal commento. Ciò sta a significare che un testo potrà fare un riferimento più o meno diretto a un altro, senza addurre critiche o commenti particolari.

A titolo esemplificativo in ambito videoludico, si può vedere come Pettini (2017) riporti il caso del videogioco d’azione Dante’s Inferno, che riprende in esame la Divina Commedia di Dante e la ripropone in una veste moderna e accattivante. Un prodotto del genere presenta delle limitazioni in traduzione, poiché i videogiochi basati sulla letteratura sono particolarmente rigidi in termini di fedeltà all’opera di derivazione e il localizzatore deve prestare molta attenzione nel rendere la traduzione affine all’opera letteraria, rispettandola e seguendola con estrema cautela. Ciò non significa che lo scopo principale del formato videoludico, che si ricorda essere l’intrattenimento, venga disatteso: al contrario, assicurarsi la fedeltà all’ipotesto garantisce la buona riuscita dell’immersione nel mondo interattivo (e, in questo caso, anche letterario), fattore chiave per ottenere un’esperienza di gioco soddisfacente (Pettini 2017: 109-16).

Anche nei videogiochi in esame figurano dei collegamenti simili: sono state già menzionate, per quanto riguarda BB, le citazioni volute ad altri videogiochi appartenenti

alla stessa categoria videoludica (cfr. par. 3.2.1.2), tutti riferimenti che possono essere considerati come esempi di intertestualità. Per quanto invece riguarda DD, oltre alle citazioni già menzionate nei paragrafi precedenti, un esempio eclatante si ritrova all’interno del Livello 5. Qui, vi è una divertente sessione di gioco che ricalca la celebre saga di videogiochi Pokémon67 (1995-presente), sviluppata da Gamefreak e prodotta da

Nintendo. Strutturato come un minigioco, tale momento di gameplay strizza l’occhio da vicino alle caratteristiche dei videogiochi dedicati ai mostri tascabili giapponesi, riprendendo la grafica dei combattimenti dei primissimi titoli della serie e le loro peculiarità (cfr. Gamefreak 1999, Pokémon Versione Rossa; Pokémon Versione Blu). In tali giochi, le sessioni di lotta sono circoscritte dalla presenza di un menù contestuale alla base dello schermo, contenente i comandi selezionabili, sopra il quale si può vedere il proprio Pokémon (abbreviazione di Pocket Monster, mostro tascabile) combattere contro quello dell’avversario, affiancati dai dettagli specifici alla lotta, quali gli Health Points (HP) e i nomi dei personaggi. In DD, il minigioco che richiama quelli di Gamefreak parte nel momento in cui il protagonista si ritrova a confrontare i traguardi raggiunti dalla propria figlia con quelli di Daisy, figlia di Brian, che incontrano al parco. Al posto dei comandi di lotta classici dei titoli giapponesi menzionati in precedenza, ce ne saranno altri come ‘BRAG’, che, una volta selezionato, permetterà al protagonista di vantarsi dei successi di Amanda. A ogni frase di vanto, Brian risponderà con lo sfoggiare le ottime qualità della figlia, risultando in una perdita di un quantitativo variabile di HP da parte del proprio personaggio, o nell’aumento di questi ultimi nel caso di una risposta fiacca. Si veda l’esempio seguente:

Brian: We took the training wheels off Daisy’s bike when she was three. You lose 10 HP.

[…]

Daisy: Yeah, Amanda, I’m sure we could find something for you to do! It’s extra powerful! You lose 20 HP.

Data l’assenza di un indicatore degli HP, la perdita di questi ultimi viene dettata da 67 Per una panoramica della serie, si veda il sito ufficiale in italiano del marchio:

messaggi testuali come quelli mostrati sopra. Invece, similmente a quanto accade nei giochi giapponesi di riferimento, verrà indicato quando un colpo sarà particolarmente efficace con la dicitura “It’s extra powerful!”. Si veda la traduzione di questo passaggio:

Brian: Abbiamo tolto le rotelle alla bici di Daisy quando aveva tre anni. Perdi 10 PS.

[…]

Daisy: Già, Amanda, sono scura che ti troveremo qualcosa da fare! È super efficace! Perdi 20 PS.

Nei giochi originali, la dicitura degli “Health Points” è stata tradotta in italiano come “Punti Salute” (PS). Per tale motivo, si è scelto di utilizzare la stessa sigla per indicarne la traduzione. La frase menzionata in precedenza riguardo alla potenza dell’attacco, nei giochi di Pokémon è indicata come “It’s super effective!”, tradotta in italiano in “È superefficace!” (cfr. Gamefreak 1999, Pokémon Versione Rossa; Pokémon Versione Blu). Probabilmente a causa di motivi di copyright, non è stato possibile inserire in DD il periodo in modo identico, che è stato modificato come nell’esempio riportato. Dati i probabili problemi legali che insorgerebbero anche con la versione tradotta, si è scelto di rendere la frase il più possibile simile all’originale, ma separando il modificatore ‘super’ dall’aggettivo ‘efficace’ con uno spazio, cosa che non avviene nelle traduzioni ufficiali dei videogiochi pubblicati da Nintendo. In tal modo, è stato possibile attenersi al meglio all’ipotesto, cercando di evitare eventuali complicazioni giuridiche, che tuttavia potrebbero insorgere comunque se la separazione in due parole non dovesse essere ritenuta sufficiente. A tal proposito, in sede di traduzione ufficiale, sarebbe bene che il localizzatore facesse presente agli sviluppatori tale scelta, per verificare che questa non comporti l’eventuale insorgere di azioni legali. Alla luce delle accortezze necessarie, si è cercato di garantire un certo grado di fedeltà alla citazione anche a livello testuale, oltre che a quello grafico, che, escludendo gli elementi linguistici, rimane ovviamente invariato rispetto all’originale.

3.2.4. Registro

Data la moltitudine di personaggi presenti soprattutto in BB, è normale prevedere che alcuni di essi utilizzino registri linguistici differenti a seconda delle proprie preferenze, estrazioni sociali e inclinazioni. Parlando di un registro colloquiale e volgare, DD non è stato particolarmente problematico: data la sua classificazione europea come PEGI 16, le restrizioni poste al linguaggio sono state rispettate. In tutto il testo esaminato non è presente esempio alcuno di turpiloquio. Gli unici momenti in cui sarebbe stato possibile utilizzare un linguaggio colorito sono probabilmente all’interno del Livello 5, menzionato in precedenza, dove Brian dispone della seguente battuta di dialogo:

Brian: Wow, most kids her age probably have no idea how! Hell, I’m not sure I know how!

L’esclamazione ‘Hell’, tipica del registro informale nordamericano, viene utilizzata al

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