FACOLTÀDISCIENZE MATEMATICHE,FISICHE ENATURALI
Corsodi LaureainMatemati a
Tesi di Laurea Perturbazioni gravitazionali e sistemi di oordinate Candidato CarloMerlano Relatore:
Prof. AndreaMilani Comparetti
Controrelatore:
Dott. Gia omo Tommei
Introduzione 6
1 Il problema dei 2 orpi 7
1.1 Unpo'distoria. . . 7
1.2 Laforzagravitazionale . . . 9
1.3 Ilpianoorbitale. . . 11
1.4 Glielementikepleriani . . . 16
1.5 MetododiNewton . . . 19
1.6 Elementiequino tali . . . 21
1.7 L'energia . . . 23
1.8 Cambiamentodeltipodi oordinate . . . 26
Passaggioda oordinate artesianeaelementikepleriani . . . 30
Passaggiodaelementikepleriania oordinate artesiane . . . 30
Passaggiodaelementiequino talia oordinate artesiane . . . . 30
Passaggioda oordinate artesianeaelementiequino tali . . . . 30
2 Moto di
n
orpie sistemidi oordinate 31 2.1 Introduzione. . . 312.2 Sistemidi riferimentoesistemidi oordinate . . . 32
2.3 Equazionidelmoto esistemidi oordinate. . . 37
Coordinateelio entri he . . . 42
Coordinatebari entri he . . . 42
2.4 Ilsistema di oordinateja obiano. . . 42
Equazionidelmoto in oordinateja obiane . . . 44
2.5 Cambiamentodelsistema di oordinate . . . 45
2.6 Energiapotenzialegravitazionale . . . 46
Energiapotenzialeinunsistemaditre puntimateriali . . . 48
2.7 Energiapotenzialein oordinateja obiane . . . 48
Perturbazionidi ordinesuperiorealquadrupolo . . . 50
3 Stima delleperturbazioni 51 3.1 Elementiorbitalieperturbazioni . . . 51
Perturbazionidirette . . . 56
Perturbazioniindirettein oordinatebari entri he . . . 56
Perturbazioniin oordinateelio entri he . . . 56
3.2 Las eltadelmodellodinami o . . . 57
Perturbazionisugliasteroidi . . . 64
A Periodosiderale e periodosinodi o 73
B L'ellisse 75
C Lo s arto quadrati o medio 77
Il problema degli
n
orpi non ha, in generale, soluzione analiti a pern > 2
, quindiperstudiarloène essariori orrereallaintegrazionenumeri adelsistemadiequazionidierenziali helodenis e.
Tuttaviai sistemidinami i reali, ome peresempioil Sistema Solare,sono
ompostidamigliaiadi orpieognunodiessi,an heilpiùpi olo, ontribuis e
alladinami adelsistema onlasuaattrazionegravitazionalee ontribuis ead
aumentareladimensionedelsistema diequazionidierenziali.
InoltrelamaggiorpartedeglioggettidelSistemaSolareèan oras onos iuta
orisultaattualmentepersa,nelsenso hemoltioggettiosservatiinpassatonon
sonoan orastatiritrovati.
Inne non esiste soltanto l'interazione gravitazionale tra i diversi orpi: la
loro forma non sferi a, i fenomeni relativisti i e le radiazioni solari generano
forze healterano ilmotodeglioggettidelSistemaSolare.
In unsimile s enariosi rende ne essariauna selezionetra gli oggettieper
farequesto bisogna esserein gradodi stimare l'inuenza delle diverseforze in
modo da eliminare quelle di intensità tras urabile rispettoai propri obiettivi,
ioèrispettoallapre isionedi al olori hiesta.
Nellepagine heseguonosiparleràprimadelproblemadeidue orpi,l'uni o
risolvibile analiti amente,e si vedrà he le oordinate artesiane di un orpo,
ioèlasua posizione ela suavelo ità, sono determinate in ogniistante da sei
elementi orbitali. Dopo avere introdotto gli elementikepleriani egli elementi
equino tali, sispiegherà omepassaredauno di questitipidi oordinateaun
altro.
Si parleràpoi del aso di
n
orpie delleperturbazioni gravitazionali: esse dipendono dal sistema di oordinate, ioè dall'origines elta per il sistema diriferimento. Perognunodeitresistemidi oordinateelio entri o,bari entri oe
ja obiano,sis riverannoleequazionidelmotoesides riverannoal unimetodi
pervalutarel'eettodell'attrazionegravitazionaletrai orpidiunsistema
pla-netario. Conos endosoltantolemasseeisemiassimaggioridei orpièpossibile
stimareleperturbazioniestabilirequali orpidevonoessere onsideratiequali
possonoesseretras urati.
Glielementiorbitaliin oordinateja obianerisultatopiùstabilineltempo,
mentre le oordinatebari entri hesono e ienti perle integrazioninumeri he
e quelleelio entri hesono la s eltanaturale perle osservazioni all'interno del
onfrontati onrisultatisperimentaliottenutidalleeemerididelJetPropulsion
Il problema dei 2 orpi
1.1 Un po' di storia
Quandosi sente parlare del SistemaSolare si pensa subito ainove pianeti, al
Sole,allanostraLuna,magariaisatellitideglialtripianeti. IlSistemaSolareè
inve eunsettoredellospazioestremamenteri odioggetti: isonomigliaiadi
ometeemigliaiadiasteroidi.
Gliasteroidisonotragliultimiarrivatidelles opertedell'uomoperquanto
riguarda ilSistema Solare, tuttavia stanno re entemente destando la uriosità
nonsolodeglis ienziati,maan hedeinonaddettiailavori. An heil inemaha
subitoil fas inodi questipi olioggetti... Inrealtàastuzzi arelafantasiadei
mass-media non ètanto l'interesseper questipezzi di ro ia he vaganonello
spazio,mailpotenzialeperi olo heessirappresentano.
I pianeti più luminosi, ovvero Mer urio, Venere, Marte, Giove e Saturno,
sono noti probabilmente dallapreistoria, e i sono prove s rittedella loro
os-servazioneben primadel200a.C.,an he perMer urio, hepuressendomolto
luminosorisultasempreimmersonel repus olo.
Las opertadiUranorisaleal13marzo1781permeritodiWilliamHers hell,
an heseeragiàstatoosservatoindiverse ir ostanzedal1690,senzaperòessere
ri onos iuto omeunpianeta.
Nettuno fus opertoinve eil 23settembre1846daJohannGottfriedGalle
eH.D'Arrest,sullabasedei al olidi Urban-Jean-JosephLeVerrier. Inrealtà
ilprimoado umentarneun'osservazionefuGalileoGalileiil28Di embre1612,
tuttavialos ambiòperunastella.
L'ultimo pianeta s operto fu Plutone, da parte di Clyde Tombaugh il 13
marzo 1929, an he se oggi non viene più onsiderato un pianeta, ma è stato
atalogato omepianetananoil24agosto2006ebattezzatoformalmente134340
Plutodall'UnioneAstronomi aInternazionale.
La s opertadel primoasteroide risaleal1gennaio1801,grazieaGiuseppe
Piazzi, moltianni prima dellas opertadelgigante Nettuno: il nuovo orpofu
hiamato Cerere(an h'essoridenitooggiunpianeta nano), ome ladea delle
messi, glia di Saturno. Il matemati o tedes o Johann Carl Friedri h Gauss
stabilì he esso si muove attorno al Sole lungoun'orbita ellitti a ene al olò
semiassemaggiore,in linazioneede entri ità. Daallorales opertediasteroidi
1Cerere 960x932
8.70 × 10
20
4.139 × 10
8
km 4.60anni G.Piazzi,1801 2Pallas 570x525x4823.18 × 10
20
4.145 × 10
8
km 4.61anni H.Olbers,1802 3Juno 240km2.00 × 10
19
2.7U.A. 4.36anni K.Harding,1804
4Vesta 530km
3.00 × 10
20
3.534 × 10
8
km 3.63anni H.Olbers,1807
Tabella1.1: I primiasteroidis operti
Tradizionalmentesono stati denitiasteroidi opianetiniquei pi olipianetile
ui orbite sono omprese fraMartee Giove. La realtàsi ahaportatoa una
orrezionediquesto on etto: ilnomeasteroide(opiùingeneraleminorplanet)
vienedatoatuttiqueglioggetti he:
•
nonsono identi ati omeveripianeti;•
nonsono satellitidiqual hepianeta;•
nonhanno aratteristi hediattivitàtipi hedelle omete.Laquasitotalitàdegliasteroidihaorbite ompresefraquellediMarteediGiove,
ossiasitrovanoadistanze ompresefrale1.5 U.A. 1
ele5.2U.A.dalSole. Ne
sonogiàstati atalogati ir atre entomilaemigliaiadinuoviasteroidivengono
s operti ogni anno, ma probabilmente esistono altre entinaia di migliaia di
asteroidian oradas oprire.
Inizialmente inomidegliasteroidierano ompostidaunnumeroedaunnome
latino(femminile). Inseguitoinomifuronoattribuitisoloagliasteroidiosservati
per almeno tre opposizioni. I numeri degli asteroidi sono assegnati se ondo
l'ordine on uisonostatis operti.Oltreaquestinomisenepossonosentirealtri
deltipo
1992QB
1
,equestesonoledesignazioniprovvisorie, ompostedall'anno dis operta,lametàdelmesedis operta(indi atadallaprimalettera)el'ordinese ondo uilanotiziaèpervenutaalMinorPlanetCenter(indi atodallase onda
lettera). Se nella stessametà del mese sono statefatte piùdi 25 s operte, la
se ondaletterasiindi izza onilnumero1,perpiùdi50s opertesiaggiungeil
numero2e osìvia. Dunque
1992QB
1
èl'oggettos operto omeventisettesimo nelperiodo hevadal16al31agosto1992.Gli asteroidi si s opronoovviamente al teles opio, osservandoneil movimento
rispettoallestelle,dalmomento heilloroaspettodallaTerraapparedeltutto
simile aquellodiuna stella: quandoladurata dellaposa fotogra aègrande,
l'immaginedi unasteroidehal'aspettodiunalinea,a ausadellevariazioniin
as ensionerettaeinde linazione. L'osservazione onsentedunquedi
individua-rel'asteroide, ma per poterlo ritrovarenel ielo in ognimomento è ne essario
al olarnel'orbita.
Ogni orpodelSistemaSolaresubis el'attrazionegravitazionaledeglialtri
orpi,dunqueperdeterminareun'orbitabisogna onos erelaposizionedi tutti
glialtri orpi,oalmenoquelladei orpidimassamaggiore.Il orpopiùgrande
del Sistema Solare èil Solee sesi immagina di eliminare tutti i orpitranne
il Sole el'asteroide dastudiare, si ottiene unsistema di due orpi elo studio
dell'orbita si hiama in questo aso problema dei due orpi. La soluzione di
questoproblemafornis el'orbitadell'asteroide,malapresenzadeipianetirende
1
U.A. indi a l'unità astronomi a, pari alla distanza media Terra-Sole: 149.597.870
orpieilproblema orrispondente sidi eproblema deglin orpi.
1.2 La forza gravitazionale
Lostudiodelmotodidue puntimateriali(o omunque orpiaventiuna
distri-buzione di massa a simmetria sferi a) soggetti es lusivamente all'azione delle
mutue forzegravitazionali( ioè unsistema materialeisolato ompostodadue
massepuntiformi)èunproblema lassi odellame ani a eleste,detto
proble-ma dei due orpi. Si tratta di una idealizzazionedi situazioni reali,siaperla
naturadei orpi(puntimateriali,dotatidimassanitaedimensioninulle) he
peril ontestome ani o in ui sono ollo ati(sistema isolatosoggetto a sole
forzegravitazionali):
1. las eltadellemassepuntiformiègiusti atadallaproprietàdelbari entro
se ondo ui il moto di un orpoè omposto da un moto del bari entro
(punto geometri o dotato dell'intera massa del orpo) e di un moto del
orpostessoattorno alpropriobari entro. Si puòinoltre dimostrare he
un orpoesteso,le uimassesianodisposte onsimmetriasferi a,produ e
lostesso ampogravitazionalediunpuntomaterialepostonelbari entro
del orpo e avente la sua stessa massa, e i pianeti hanno forma quasi
sferi a;
2. l'ipotesi heilsistemasiaisolatoèan h'essaun'astrazione,inquantonon
esiste un sistema materiale non soggetto a forze esterne e sono sempre
presentiforzeinterne dinatura nongravitazionale,mataliforzepossono
essere spesso trattate ome perturbazionisulle soluzionidel problemadi
due puntimateriali.
Consideriamo dunque in un sistema di riferimento inerziale e un sistema di
oordinate
(X, Y, Z)
onorigineinunpuntossatoO
,duepuntimateriali(per esempioilSoleeunpianeta)di posizioniP
~
1
eP
~
2
onrelativemassem
1
em
2
: laforzadi uiessirisentonoèespressadallaleggedi Newtonm
1
P
~
¨
1
=
−
Gm
1
m
2
| ~
P |
3
( ~
P
1
− ~
P
2
)
(1.1)m
2
P
~
¨
2
=
−
Gm
1
m
2
| ~
P |
3
( ~
P
2
− ~
P
1
)
(1.2)dove
P = ~
~
P
2
− ~
P
1
hal'originenelpuntoO
1
su uigia elamassam
1
elaquantitàG
èla ostante gravitazionaleG ≃ 6.673 × 10
−23
[Km]
3
[gm][sec.]
2
. (1.3)Ilpunto
O
1
puòesserepreso omeoriginediunnuovosistemadiriferimento e di oordinate(x, y, z)
(non inerziale)ottenutodalla traslazione diO
suO
1
. SeP
~
1
èlaposizionedelSole,siparladisistema di oordinateelio entri o.Dividendol'equazione(1.1)per
m
1
el'equazione(1.2)perm
2
esottraendo laprimarelazioneottenutaallase ondaabbiamo henel sistemadi oordinaterelativoa
O
1
valel'equazione delmoto¨
~
P = −
G(m
1
+ m
2
)
| ~
P |
3
P .
~
(1.4)Deniamo il entrodi massa(o bari entro) delsistema di due punti materiali
omel'api edelvettore
~
R =
m
1
P
~
1
+ m
2
P
~
2
m
1
+ m
2
eosserviamo he, omeinognisistemaisolato,essosimuovedi motorettilineo
uniforme:
d
2
dt
2
[(m
1
+ m
2
) ~
R] =
d
2
dt
2
(m
1
P
~
1
+ m
2
P
~
2
) = m
1
¨
~
P
1
+ m
2
P
~
¨
2
= 0
.Denendoinoltre lamassaridottadelsistema
µ =
m
1
m
2
m
1
+ m
2
,
ilproblemadelladeterminazionedelmotodeiduepuntimaterialisiridu ealla
determinazionedellesoluzionidelsistema:
(m
1
+ m
2
)
R = 0
~
¨
µ
P = −
~
¨
Gm
1
m
2
| ~
P |
3
~
P
(1.5)infattiivettoriposizione
P
~
1
eP
~
2
sipossonori avarefa ilmente,unavoltatrovati ivettoriR
~
eP
~
,utilizzando leformule~
P
1
=
R −
~
m
2
m
1
+ m
2
~
P
(1.6)~
P
2
=
R +
~
m
1
m
1
+ m
2
~
P
(1.7)Quindi il entro di massa oè in quiete o si muove di moto rettilineo
uni-forme, mentre per quanto riguardalaposizionerelativa,lase ondadelle (1.5)
è identi a all'equazionedel moto di un punto
P
~
, di massa uguale alla massa ridotta,soggettoauna forza entrale2
di entro
O
1
.Passando inne a un sistema di oordinate avente l'origine nel entro di
massa,leequazioni delmoto sonodate dalleequazioni (1.1)e(1.2),dove
P
~
i
è il vettoreposizionedell'i
-esimo orporispetto albari entro. Pertanto, mentre nel sistema di oordinaterelativoaO
1
l'a elerazione(relativa) dipende dalla sommadellemasse,l'a elerazionediun orponelsistemadi oordinaterelativoalbari entrodipendedallamassadell'altro orpo.
2
Un ampo diforza
f
sidi e entraleseesisteun punto ssoC
tale heper ogni altro puntoP
risultaf (P ) ×
~
CP
= 0
.Un primo risultatofondamentale è he ilmomento angolare
J = ~
~
P ×
P
˙~
è una ostante del moto, ioè un integrale primo del problema3
, per ui il moto
stessorisultapiano: ilmomentodellaforzagravitazionaleè
M =
~
J = ~
˙~
P × ~
F
g
= 0
per héil vettoreposizioneP
~
elaforzagravitazionaleF
~
g
sonovettoriparalleli.Nel piano
{ ~
Q ∈ R
3
| ~
J ~
Q = 0}
perpendi olarealversore
ˆ
e
z
= ~
J/| ~
J|
onsi-deriamodue orpipuntiformiP
1
eP
2
di masserispettivamentem
1
em
2
eun sistema di oordinaterelativoalla posizione del primo orpo. Introdu endo leoordinatepolari
r = | ~
P |
eθ
(angolotraP
~
eunassesso,s eltoapia erenel piano), on i versorie
ˆ
r
parallelo aP
~
ee
ˆ
θ
tale hee
ˆ
r
× ˆe
θ
= ˆ
e
z
(gura 1.1), otteniamoilvalorediJ = | ~
J|
el'equazionedelmotonellaformaJ
= r
2
˙θ
¨
r
=
J
2
r
3
−
G(m
1
+ m
2
)
r
2
.
(1.8)Figura1.1: Coordinatepolarisul pianodelmoto
Veri hiamoleduepre edentirelazioni,indi ando on
~r
ilvettoreposizione~
P
dellamassam
2
rispettoallamassam
1
, onr
il modulo di~r
e one
ˆ
r
= ~r/r
ilversoreposizionedellamassam
2
:ˆ
e
r
= (cos θ, sin θ) ,
e
ˆ
θ
= (− sin θ, cos θ)
˙ˆe
r
= (− ˙θ sin θ, ˙θ cos θ) = ˙θ(− sin θ, cos θ) = ˙θˆe
θ
˙ˆe
θ
= (− ˙θ cos θ, − ˙θ sin θ) = − ˙θˆe
r
3
Unafunzionereale
E
sidi eunintegraleprimodiunsistemadiequazionidierenzialise èdierenziabileetale heE
(X(t)) = E(X
0
)
perognisoluzioneX
(t)
dell'equazione, ioèper ogni ondizioneinizialeX
0
.ederivandol'espressione
~r = rˆ
e
r
˙~r = ˙rˆe
r
+ r ˙θˆ
e
θ
(1.9)doverisulta
˙rˆ
e
r
= 0
seilraggioresta ostante(moto ir olare). Possiamoquindi s riverel'equazionedelmoto¨
~r = (¨
r − r ˙θ
2
)ˆ
e
r
+ (r ¨
θ + 2 ˙r ˙θ)ˆ
e
θ
= −
G(m
1
+ m
2
)
r
2
e
ˆ
r
da uisiottiener ¨
θ + 2 ˙r ˙θ =
1
r
d
dt
(r
2
˙θ) = 0 =⇒ r
2
˙θ =
ostante Mar
2
˙θ
nonèaltro heil modulo
J
delmomento angolareperunitàdi massa~
J = ~r × ˙~r
,infattiJ = rˆ
~
e
r
× ( ˙rˆe
r
+ r ˙θˆ
e
θ
) = r
2
˙θˆe
z
.Eguagliandole omponentidi
e
ˆ
r
dellaequazionedelmotosiottiene¨
r = r ˙θ
2
−
G(m
1
r
+ m
2
2
)
(1.10)da uidis endela(1.8),essendo
˙θ = J/r
2
.
Il problema dei due orpi si ridu e quindi alla soluzione del sistema formato
dalle(1.8).
Se vogliamo trovare l'orbita dobbiamo poter s rivere
r
in funzione di un angolo: deniamoilvettore diLenz~e =
1
GM
˙~r × ~J − ˆe
r
on
M = m
1
+ m
2
.Proposizione 1.3.1. Per la forzagravitazionale risulta
˙~e ≡ 0
. Dimostrazione. SiaA = ˙~r × ~
~
J = ( ˙rˆ
e
r
+ r ˙θˆ
e
θ
) × (r
2
˙θˆe
z
) = − ˙rr
2
˙θˆe
θ
+ r
3
˙θ
2
ˆ
e
r
: derivandorispettoaltemposihaA = (−¨rr
˙~
2
˙θ−2r ˙r
2
˙θ− ˙rr
2
θ+r
¨
3
˙θ
3
)ˆ
e
θ
+(4 ˙rr
2
˙θ
2
+
2r
3
˙θ¨θ)ˆe
r
. Utilizzando leespressioni˙θ =
J
r
2
,
θ = −
¨
2J ˙r
r
3
si ri avaA = (−¨rr
˙~
2
˙θ + r
3
˙θ
3
)ˆ
e
θ
; per la (1.10) si haA = r
˙~
2
(−¨r + r ˙θ
2
) ˙θˆ
e
θ
=
GM ˙θˆ
e
θ
= GM ˙ˆ
e
r
, einne˙~e =
1
GM
A − ˙ˆe
˙~
r
= 0.
Quindi
~e
èunvettoredelpianoorbitale(per ostruzione)ssoneltempo(è ioè unintegraleprimodelproblema).Possiamooraintrodurreunnuovosistemadiriferimentoorbitale
(x
1
, y
1
, z
1
)
entratoinO
1
, onassedelleas isseindirezionedi~e
eassez
1
lungoJ
~
,edenire anomalia vera l'angolof
tra~e
e~r
, ioètale herisulti~e
e
· ˆe
r
= cos f
dove
e = |~e|
. Con l'anomalia vera possiamo s riverer
ome sezione oni a (Appendi eB):e cos f = ~e · ˆe
r
=
h
1
GM
(− ˙rr
2
˙θˆe
θ
+ r
3
˙θ
2
ˆ
e
r
) − ˆe
r
i
· ˆe
r
=
=
1
GM
(r
3
θ
˙
2
) − 1 =
1
GM
J
2
r
− 1
da ui si ottiene l'espressione di
r
in funzione dif
(equazione fo ale di una oni a)r(f ) =
J
2
/GM
1 + e cos f
.
(1.11)Ilmodulo
e
delvettorediLenzsidi ee entri itàdella oni a(odell'orbita). Introdu endoilsemi-lato rettop =
J
2
GM
, abbiamor =
p
1 + e cos f
=⇒ r = p − er cos f
(1.12) e onsiderandole oordinate artesiane¨
x
1
= r cos f
y
1
= r sin f
siottienesubitol'equazione
x
2
1
+ y
1
2
= (p − ex
1
)
2
heèl'equazionediuna oni a on asse di simmetria oin idente on l'asse delle as isse (lungo il vettore diLenz). Possiamo notare he risulta
p = r(π/2)
e hela distanza massimatra duepuntidiunellisseèdatadar(0) + r(π) =
p
1 + e
+
p
1 − e
=
2p
1 − e
2
. Ilsemiassemaggiorea
èdenito ome laquantitàa =
p
1 − e
2
(1.13)eutilizzandoladenizionedi
p
si ri avalarelazioneJ
2
= GM a(1 − e
2
)
(1.14)Alvariaredi
e
sihannoiseguenti asi:e = 0
⇒ r = a
ostante⇒
ir onferenza0 < e < 1
⇒ a > 0
nito⇒
ellissee = 1
⇒ a = ∞
⇒
parabolae > 1
⇒ a < 0
nito⇒
iperboler =
J
2
/GM
1 + e cos f
=
a(1 − e
2
)
1 + e cos f
(e 6= 1)
rappresenta oni hedierentiein asodiorbitaellitti aabbiamo
r
min
= a(1−e)
er
max
= a(1 + e)
,dover
min
er
max
sonoiraggiminimoemassimodell'ellisse esidi onorispettivamenteperi entroeapo entro(gura 1.2).Figura1.2: Orbitaellitti a
Poi hé
r
è minimo perf = 0
, il vettore di Lenz punta nella direzione del peri entro. Si può inoltre osservare he, ome i si aspetta dalla geometriadell'ellisse,
a =
r
min
+ r
max
2
.
Ilsemiasse minoreèdato dallarelazione
b = a
√
1 − e
2
(sostituendo
x
1
= −ae
ep = a(1 − e
2
)
nell'equazionedella oni a).
L'equazione (1.11) fornis e la forma dell'orbita ma non dà indi azioni sui
tempi in ui essa viene per orsa, ioè sulla legge oraria. Deniamo allora
perle orbite ellitti he (leorbite paraboli he eiperboli he ri hiederebbero una
trattazioneaparte)ilmoto medio
n =
2π
T
(1.16)dove
T
èil periododell'orbita. Se l'orbitaè ir olaren
èla velo ità angolare ( ostante)in ognipunto della urva.o upa unodeifuo hi.
IILegge di Keplero. Leareespazzatedalraggiovettoresonoproporzionali
altempo( ioèunpianetaspazzaareeugualiintempi uguali).
IIILegge diKeplero. Iquadratideitempidellerivoluzionisiderali(periodi
siderali)sonodirettamenteproporzionaliai ubideisemiassimaggioridelle
orbite.
Abbiamo veri ato(e generalizzato)laprimaosservando heleorbite sono
oni heei pianetiin parti olarehannoe entri itàstrettamente ompresetra
0
e1
. Lase ondaleggesiri avadalfatto heJ
è ostante;siainfattidA
l'area spazzata dalpianeta dopo avere per orsountratto di orbitads = rdθ
(gura 1.3):Figura1.3: Velo itàareolare
dA =
r
2
ds =
1
2
r
2
dθ
elavelo itàareolaresarà
dA
dt
=
1
2
r
2
˙θ =
1
2
J
ostante. Laterzaleggesiesprimespessonellaforman
2
a
3
= GM
da uin =
ÉGM
a
3
(ilquadratodelmotomedioèinversamenteproporzionaleal ubodel semiasse
maggiore)dove
M = m
1
+ m
2
,esi ri avaapartiredallase ondalegge, onsi-derandol'areaspazzatain uninteroperiodoT
(è l'interaellisse) eutilizzando l'espressione(1.14):˙
AT = πab ⇒
J
2
2π
n
= πab ⇒
J
n
= ab ⇒
⇒
pGM a(1 − e
2
)
n
= a
2
p
1 − e
2
⇒ na
3/2
=
√
GM
.datadalrapportotrail quadratodeitempi ei ubideisemiassimaggiorifosse
lastessapertuttiipianeti. Ciònonèesatto,mavale onbuonaapprossimazione
sesisuppone
m
2
≪ m
1
.1.4 Gli elementi kepleriani
Ilmotodi unpianeta ènotosesene onos e ilpianoorbitale, ledimensionie
laformadell'orbita,ilsuoorientamentonelpianoel'istantein uiessositrova
inundatopunto dellasuaorbita. Legrandezze hedeterminanoquestaorbita
sidi onoelementiorbitali.
Consideriamoilsistemadi oordinate
(x, y, z)
onl'originenel entrodiuno dei orpi(gura1.4): deniamo lalineadei nodi ome laretta di intersezionedelpiano
xy
(dettopiano prin ipale) onilpianoorbitale,eilnodo as endenteγ
ome ilpunto dovel'orbitainterse a ilpianoxy
passando davalori negativi avaloripositividiz
.Figura1.4: Orbita nellospaziotridimensionale
Il piano prin ipale rispetto al quale si determina la posizione dell'orbita
deipianetièilpianodell'e litti a( ioèilpianosu uigia el'orbitadellaTerra
intornoalSole, hedalpuntodivistaosservativo orrispondeallalineaper orsa
dalSolesullavolta elestein unanno) eiseielementiorbitalisono:
1. il semiassemaggiore;
3. l'in linazione
I
del piano dell'orbita sul pianoxy
( ioè l'angolo tra il vettoremomentoangolareJ
~
el'assez
),i uivalorivannoda0
◦
a
180
◦
;
4. lalongitudinedelnodoas endente,ovverol'angolo(misuratoinsenso
antiorario)
Ω
ompresotral'assex
eilversoredelnodoas endenteQ
ˆ
: essa variatra0
◦
e
360
◦
;
5. l'argomentodel perielio,ovverol'angolo
ω
ompresotraQ
ˆ
eilvettore diLenz: losi ontada0
◦
a
360
◦
nelpianodell'orbitaenelsensodelmoto
del pianeta;
6. l'anomalia vera
f
(oppurel'istantet
0
delpassaggioalperi entro). Lalongitudinedelnodoas endenteel'in linazionedeterminanolaposizionenel-lospaziodelpianodell'orbita. L'argomentodelperielio determinalaposizione
dell'orbitanel suopiano, mentre il semiasse maggioree l'e entri ità
determi-nanole dimensioni ela formadell'orbita. Talvoltaal posto di
ω
si utilizza la longitudinedelperielioω = Ω+ ω
˜
,inparti olarequandol'in linazionetende azero,quando ioèlalineadeinodièindenita.Riguardoallanomen laturadegliangoli,tradizionalmentevengono hiamati
anomaliegli angoli misurati nelpiano orbitale apartiredalla lineadegli apsidi
(quella su ui gia e il vettore di Lenz, ioè la direzione nel piano orbitale in
ui si ha il punto di massimo avvi inamento del pianeta al Sole, il perielio),
vengono hiamatiargomentigliangolimisuratinelpianoorbitaleapartiredalla
lineadeinodieinnevengono hiamatilongitudinigliangolimisuratinelpiano
prin ipaledelsistemadiriferimentoinerzialeapartiredall'asse
x
,an hequando ( omenel asodella longitudinedelperielio) l'angolosiainrealtàformatodallasommadi piùtermini, di ui soloil primo èmisurato apartiredall'asse
x
. Introdu endol'anomaliamediaℓ = n(t − t
0
)
(dovet
0
èingenereiltempo delperi entro,perielioperipianeti)el'anomaliae entri au
denitadax
1
= r cos f
= a cos u − ae
(1.17)y
1
= r sin f
= a
p
1 − e
2
sin u
(1.18)
possiamos rivere
r
infunzionediu
: partendodalla(1.12)eutilizzando l'espres-sione(1.13) sihar + er cos f = a(1 − e
2
)
eperla(1.17)risulta
r(u) = a(1 − e cos u) .
(1.19) Sostituendoar
lasuaespressionedata dalla(1.12) nella(1.17) enella(1.18), sitroval'anomaliae entri ainfunzione dell'anomaliavera:sin u =
√
1 − e
2
sin f
1 + e cos f
,cos u =
e + cos f
1 + e cos f
. (1.20)Laposizione
r
èdunquenotasesi onos el'anomaliae entri ae quest'ul-timasiottienegrazieallaseguenteequazionedi Kepleroy
f
x
u
C
S R
P
Q
A
a
1
1
(vettore di Lenz)
(distanza focale)
r
ae
Figura1.5: Signi atogeometri odi anomaliaveraeanomaliae entri a
hestabilis euna orrispondenzatrapuntidell'ellisseepuntidella ir onferenza
on entri adidiametrougualeall'assemaggiore,e heoradimostriamo(gura
1.5):
area(
ùSP A)
t − t
0
=
area ellisse
T
perlaIILeggedi Keplero,edaquesta
area(
SP A) =
ùπab
T
(t − t
0
) =
abn
2
(t − t
0
) =
1
2
abℓ =
1
2
a
2
p
1 − e
2
ℓ
. Ma l'area di ùSP A
si ottienean he ome sommaarea(
ùSP A) = area(
SP R) +
△
area(
RP A)
ùeleareedelleduegure hela ompongonosonodateda
area(
△
SP R) =
1
2
r
2
cos f sin f =
1
2
(a cos u − ae)a
p
1 − e
2
sin u
area(
RP A) =
ùp
1 − e
2
area(
RQA) =
ù=
p
1 − e
2
(area(
CQA) − area(
ù△
CQR)) =
p
1 − e
2
1
2
a
2
u −
1
2
a
2
cos u sin u)
.Sommandooraledueareeappenaottenutesiha
area(
SP A) =
ù=
1
2
(a cos u − ae)a
p
1 − e
2
sin u +
p
1 − e
2
1
2
a
2
u −
1
2
a
2
cos u sin u) =
=
1
2
a
2
p
1 − e
2
(u − e sin u)
euguagliandoledueespressionidell'areadi ù
SP A
sitrovasubitol'equazionedi Keplero.tempo
t
1
onl'espressioneℓ(t) = n(t − t
1
) + ℓ(t
1
) .
Gli elementi orbitali aventi l'anomalia media ome sesto elemento sono detti
elementikepleriani.
Se è nota l'anomalia e entri a (o l'anomalia vera, dalla quale si al ola
quellae entri a onleformule(1.17)e(1.18)),l'equazionedi Keplerofornis e
immediatamente l'anomalia media e quindi il tempo al quale orrisponde la
direzionedata.
Seinve esivuoletrovarelaposizione
f
auntempot
dato,o orre al olare lafunzioneinversa, ioèrisolverel'equazionediKeplerorispettoau
.Un asotipi oèquellodel al olodelleeemerididiunpianeta,di uisi
o-nos onoglielementiorbitaliesivuoledeterminarelaposizioneaun erto
istan-te: sono dunque note l'anomalia media e l'e entri ità e si vuole determinare
l'anomalia e entri a. Iltermineeemeride(dalgre oephemeros, `giornaliero')
indi auna tavola in ui siriportano inanti ipoe on periodi ità giornalierale
oordinate elesti delSole,della Lunaedeipianeti delSistemaSolare. Quando
an ora non eradisponibile atuttisoftware he permettesse di al olare
rapida-menteleposizionidei orpi elesti,leeemeridieranounostrumentoessenziale
siaper gliastronomi hedovevanopiani areleosservazioni,sia per imarinai
he dovevano `fare il punto' della nave, ioè stabilire il luogo esatto in ui si
trovaun'imbar azione,ri orrendo adiversi tipidistrumentiedi al oli.
L'equazionediKeplerononsipuòrisolvereanaliti amente( onfunzioni
ele-mentari),maesisteunpro edimentonumeri oinventatodaNewtonperquesto
s opo: ilmetodo diNewton.
1.5 Metodo di Newton
Data una funzione
f (x)
derivabile, onsideriamo l'equazionef (x) = 0
e, par-tendodaunastimainizialex
0
diunaradi e,sigeneraunasu essionedivalori approssimatix
k
, dove,suppostonotox
k
, il su essivovalorex
k+1
èottenuto ome l'intersezione on l'assex
della tangente nel punto(x
k
, f (x
k
))
. In altre parole,all'equazionef (x) = 0
sisostituis eperk = 0, 1, . . .
l'equazionelinearef (x
k
) + (x − x
k
)f
′
(x
k
) = 0
dallaquale, sef
′
(x
k
) 6= 0
( ioèlatangente non è parallelaall'assex
)siri avax
k+1
= x
k
−
f (x
k
)
f
′
(x
k
)
.
Ilmetodoespostoprendeil nome di metodo di Newton(o metododi
Newton-Raphson).
Se
f : R → R
è ontinua onlederivate delprimo edel se ondoordinein unintervallo ontenente unaradi e sempli eα
,allora esisteunintornoI
diα
in uif
′
(x) 6= 0
pertanto,sviluppandoinseriediTaylorlafunzione
f
intornoa unpuntox
k
siha0 = f (α) = f (x
k
) + (α − x
k
)f
′
(x
k
) +
1
2
(α − x
k
)
2
f
′′
(ξ) ,
ξ ∈ (x
k
, α)
da ui,dividendoper
f
′
(x
k
)
f (x
k
)
f
′
(x
k
)
+ α − x
k
= α − x
k+1
=
−
1
2
(α − x
k
)
2
f
′′
(ξ)
f
′
(x
k
)
.
Pertanto, hiamando
ε
k
= x
k
− α
,sihalarelazioneε
k+1
=
1
2
ε
2
k
f
′′
(ξ)
f
′
(x
k
)
⇒
|ε
k+1
|
|ε
k
|
2
−→
1
2
f
′′
(α)
f
′
(α)
= C
perx
k
→ α .
(1.21) Essendodunquel'errorealpassok + 1
proporzionalealquadratodell'erroreal passok
,si di e heil metododi Newtonha onvergenzaquadrati a.Indi ata on
M
una ostante tale heM ≥
1
2
f
′′
(y)
f
′
(x)
,
∀x, y ∈ I
dalla(1.21)siha|ε
k+1
| ≤ Mε
2
k
⇒ |Mε
k+1
| ≤ (Mε
k
)
2
da ui,perri orrenza|ε
k
| ≤
1
M
|Mε
0
|
2
k
pertanto il metodo di Newton è onvergente se il valore iniziale
x
0
è s elto su ientemente vi inoalla radi eα
,piùpre isamente tale he|Mε
0
| = |M(x
0
− α)| < 1 .
(1.22) Questorisultatodi onvergenzavienedettoditipolo ale,inquantoassi urala onvergenzadel metodoquandoil valoreinizialeès elto onvenientemente.
In un risultato di tipo globale, inve e, la onvergenza è assi urata per tutti i
valori
x
0
in un intervallo ontenente lasoluzionenoto apriori. Un esempiodi risultatoglobaleèpresentatodalseguenteteorema.Teorema1.5.1. Sia
f ∈ C
2
(S)
,
S = [α, α + ρ]
(rispettivamenteS = [α −ρ, α]
),ρ > 0
,tale hef (x)f
′′
(x) > 0 ,
f
′
(x) 6= 0 ,
perx ∈ S − {α}.
Se
x
0
∈ S − {α}
,la su essione ottenuta onil metododiNewtonède res ente (rispettivamente res ente) e onvergente adα
.Dimostrazione. [2℄pp.134
Le ondizionidi onvergenza analizzatesono ondizionisoltanto su ienti,
quindi per parti olari problemi il metodo può onvergere an he in ondizioni
menorestrittive.
IlmetododiNewtonappli atoallarisoluzionedell'equazionediKeplero
on-sistenel ostruireunasu essione
{u
k
}
apartiredaunaprimaapprossimazioneu
0
,utilizzandolalinearizzazionedell'equazioneinognipunto(sviluppodiTaylor tron atoalprimo termine):(1 − e cos u
k
)(u − u
k
) ≃ ℓ − (u
k
− e sin u
k
)
da uisidenis elasu essione
{u
k
}
perri orrenzamediante(gura1.6)u
k+1
= u
k
−
(u
k
− e sin u
k
) − ℓ
1 − e cos u
k
Figura1.6: IlmetododiNewton
La onvergenza dipendedalle derivate
f
′
(u) = 1 − e cos u
e
f
′′
(u) = e sin u
dellafunzione
f (u)
, dal valoredell'anomaliamediaedallas eltadel puntou
0
iniziale: peresempio,per0 < e < 1
,M =
max
x,y∈(u
0
,α)
1
2
f
′′
(y)
f
′
(x)
≤ max
x,y∈R
1
2
e sin y
1 − e cos x
=
1
2
e
1 − e
,
dove
α
èlasoluzionedell'equazioneeu
0
èunpuntoinizialessato. Perla(1.22) la onvergenzadipendedaM
eunostudiodellafunzioneM (e) =
1
2
e
1 − e
mostra hepervalori dell'e entri itàprossimi a
1
possonoveri arsiproblemi di onvergenza(lafunzione diverge).1.6 Elementi equino tali
I seielementikeplerianinonsono bendeniti perorbite one entri itào
el'argomentodel perieliorisultanoindeterminati per
I = 0
, mentre pere = 0
risultanoindeterminatil'anomaliamediaean oral'argomentodelperielio. Ciòimpli a helatrasformazionedi oordinatedaelementikeplerianiavettori
po-sizione e velo ità è lo almente non invertibilenell'intorno di
I = 0
ede = 0
; questofattointrodu einstabilitànumeri heinal uneappli azioni(peresempionelmetododeiminimiquadratiperladeterminazionedeglielementiorbitalia
partiredaosservazioni),per ui puòrendersine essariauna parametrizzazione
dell'orbita henonpresentiquestoin onveniente.
Ataleproposito,poi héledirezionidellalineadeinodiedelperi entro
(vetto-redi Lenz)sono indeterminateper
I = e = 0
, o orre evitaredi usare angoli hesianodenitiapartiredatalidirezioni,quindiargomentieanomalievannosostituiti on opportune longitudini.
Deniamo dunquealtregrandezzeeunnuovosistemadiriferimento:
onsi-deriamosul pianodell'orbitaunversore
f
ˆ
heformiunangoloΩ
onil versore delnodoas endenteQ
ˆ
eformiunangoloω = ω + Ω
˜
(lalongitudinedelperielio) on il vettore di Lenz. In questo modo, quandol'in linazioneI
tendea zero, l'assedelnuovoversorevienea oin idere onl'assex
delsistemadiriferimento inerziale,risultando omunquebendenito.Un altro versore
ˆ
g
sul piano orbitale sia ottenuto dalla rotazione dif
ˆ
di90
gradi in senso antiorarioe innesiaw
ˆ
il versorediJ
~
. La terna artesianaˆ
f , ˆ
g, ˆ
w
èdetta sistema di riferimento equino tale eindi hiamole oordinatedi un generi o punto nel riferimento equino tale onx
E
, y
E
, z
E
. Introdu iamo i seguentinuovielementi:h =
~e ˆ
g = e cos(˜
ω −
π
2
) = e sin ˜
ω
seI 6= 0, e 6= 0
~e ˆ
y
seI = 0
0
see = 0
(1.23)k =
~e ˆ
f = e cos ˜
ω
seI 6= 0, e 6= 0
~e ˆ
x
seI = 0
0
see = 0
(1.24)p = tan
I
2
sin Ω ,
q = tan
I
2
cos Ω .
Le quantità
p
eq
sipossonoan heesprimerein funzione delle omponenti del versorew
ˆ
delmomentoangolare:p =
w
1
1 + w
3
,
q =
w
2
1 + w
3
(1.25)
Per provarlo, s riviamo il versore
w
ˆ
nel sistema di riferimento inerziale ( ioè rispettoaiversorix
ˆ
,y
ˆ
eˆ
z
)e in funzionediΩ
eI
: seˆ
h
èil versoreruotato di90
◦
in sensoantiorariorispetto a
Q
ˆ
sul pianoxy
, ioèˆ
h = −ˆx sin Ω + ˆy cos Ω
, risultaˆ
w = −ˆh sin I + ˆzcos I = (ˆx sin Ω − ˆy cos Ω) sin I + ˆzcos I =
= ˆ
x sin Ω sin I − ˆy cos Ω sin I + ˆzcos I
.Dunqueperlaformuladi bisezionedellatangentesi on lude
w
1
1 + w
3
=
sin I
1 + cos I
sin Ω = ±
√
1 − cos
2
I
1 + cos I
sin Ω =
±
p(1 − cos I)(1 + cos I)
1 + cos I
sin Ω = ±
1 − cos I
1 + cos I
sin Ω = tan
I
2
sin Ω
eanalogamentesidimostral'espressionedi
q
.Perquanto on ernelasostituzionedell'anomaliamedia,introdu iamola
lon-gitudinemedia
λ
denita omeλ =
ℓ + ˜
ω
see, I 6= 0
ang( ~
P , ˆ
Q) + Ω
see = 0
ang(~e, ˆ
x) + ℓ
seI = 0
ang( ~
P , ˆ
x)
see = I = 0
(1.26)Legrandezze
a, h, k, p, q, λ
sonodette elementiequino tali.Coninuovielementiorbitalibisognaan heris riverel'equazionediKeplero:
in-trodu endolalongitudinee entri a
F = u+ ˜
ω
(alpostodell'anomaliae entri au
)siottieneλ = F − k sin F + h cos F
. (1.27) Questaequazionesiri avadall'equazionediKeplerooriginalenelmodoseguen-te:
λ = ℓ + ˜
ω = u − e sin u + ˜ω = u − e sin(F − ˜
ω) + ˜
ω =
= u + ˜
ω − e(sin F cos ˜
ω − cos F sin ˜ω) = F − k sin F + h cos F
.Si noti hesel'e entri itàènulla(orbita ir olare)alloralongitudinemediae
longitudinee entri a oin idono(perla(1.27)quando
k = h = 0
).I ambiamentidi onvessitàdi
L(F ) = F − k sin F + h cos F − λ
avvengonoperF = ˜
ω + kπ
perogniinterok
,infatti:L
′′
(F ) = k sin F − h cos F = e(sin F cos ˜ω − cos F sin ˜
ω) = e sin(F − ˜
ω) = 0 ⇔
⇔ sin(F − ˜ω) = 0 ⇔ F − ˜ω = kπ ⇔ F = ˜
ω + kπ .
IlmetododiNewton appli atoalla
L
generalasu essione ¨F
0
= π + ˜
ω
F
n+1
= F
n
−
F
n
1−k cos F
−k sin F
n
n
+h cos F
−h sin F
n
n
−λ
in uilas eltadi
F
0
= π + ˜
ω
(dettalongitudine dell'apo entro) elariduzione dellalongitudinemediaall'intervallo[˜
ω, ˜
ω + 2π)
assi uranolagiusta onvessità peruna onvergenzasi ura.1.7 L'energia
Il sistema di due orpi di massa
m
1
em
2
è isolato, quindi l'energia totale si onserva ed èdata dallasomma di energia ineti a e energia potenziale dellaforzagravitazionale:
E
T
=
1
2
m
1
|
P
˙~
1
|
2
+
1
2
m
2
|
˙~P
2
|
2
−
Gm
1
m
2
| ~
P |
di
P
~
eR
~
:E
T
=
1
2
(m
1
+ m
2
)|
R|
˙~
2
+
1
2
µ|
P |
˙~
2
−
Gm
1
m
2
| ~
P |
epassandoalriferimentodel entrodi massa,essendo
R = 0
~
,sihaE
T
=
1
2
µ|
˙~P|
2
−
Gm
1
m
2
| ~
P |
(1.28)da uisi vede subito(perlase onda equazionedelsistema 1.5) he la
deriva-ta rispetto al tempo dell'energia è nulla e he quindi l'energia si onserva (è
un'integraleprimodelmoto):
˙
E
T
= µ
P
˙~
P +
~
¨
Gm
1
m
2
˙~
P ~
P
p ~
P ~
P | ~
P |
2
=
˙~
P
µ
P +
~
¨
Gm
1
m
2
| ~
P |
3
~
P
= 0
.La (1.28) si puòinterpretare ome l'energia del moto di un punto di massa
µ
attornoalpuntoP
1
ssoeoriginediun ampodiforzail uipotenzialeèU = G
m
1
m
2
µ
1
r
= G(m
1
+ m
2
)
1
r
(potenziale del ampogravitazionalegeneratodaun orpodimassa
m
1
+ m
2
). Sipuò inoltreprovare hean hel'energia ridottaE =
1
2
r
˙
2
−
G(m
1
+ m
2
)
r
(1.29)(energiadiunsistemattizioformatodaunaparti elladimassaunitariainun
ampodiforza entralegeneratodaunamassa
m
1
+ m
2
, oin idente,amenodi una ostante di proporzionalità, onl'energiaE
T
al olatanelriferimento del entrodimassa)èunintegraleprimo,infatti,moltipli andola(1.4)perP
˙~
siha¨
~
P
P +
˙~
G(m
1
+ m
2
)
| ~
P |
3
P
~
P = 0
˙~
eilprimomembroèproprioladerivatarispettoaltempodell'energiaridotta.
Ri apitolando,abbiamori avatoseiintegraliprimiindipendenti dell'equazione
delmoto (1.4): l'energiatotale,tre omponentidel momentoangolaretotale e
due omponentidel vettore di Lenz (la terza omponente nonè indipendente,
per hé
~e
gia esulpianoorbitaleedunqueèortogonalealmomentoangolareJ
~
, ioèèvin olatodalla ondizione~e · ~
J = 0
).Sonoparti olarmenteutilileformule heleganol'energiaridottaall'e entri ità
ealsemiassemaggiore:
E = −
G(m
1
2a
+ m
2
)
(1.30)e
2
= 1 +
2EJ
2
G
2
(m
1
+ m
2
)
2
.
(1.31)E =
1
2
˙r
2
−
GM
r
=
1
2
˙~r · ˙~r −
GM
r
dove
M = m
1
+ m
2
. Al peri entro,˙~r
è ortogonale a~r
, dunque per la (1.9) risulta˙~r
per
= r
per
˙θ
per
e
ˆ
θ
;inoltre dalla(1.11)edalla(1.12)siri avar
per
= r(0) =
p
1 + e
= a(1 − e)
einnebasta al olarel'energiaalperi entro
2E = 2E
per
= r
2
per
˙θ
per
2
−
2GM
r
per
=
J
2
r
2
per
−
2GM
r
per
=
GM a(1 − e
2
)
a
2
(1 − e)
2
−
2GM
a(1 − e)
=
=
GM
a
1 + e
1 − e
−
2
1 − e
=
GM
a
1 + e − 2
1 − e
=
GM
a
e − 1
1 − e
= −
GM
a
. La(1.31)siottienedalla(1.30)utilizzando l'uguaglianza(1.14):E = −
GM
2
J
2
GM(1−e
2
)
= −
G
2
M
2
2
(1 − e
2
)
J
2
⇒
e
2
− 1 =
2EJ
2
G
2
M
2
.La (1.30) assi ura he l'energia dipende solo dal semiasse maggiore e he
or-bite on uguale energia hanno uguale semiasse maggiore, pur potendo essere
s hia iate diversamente.
Un'altraappli azionedella(1.30)siottiene al olando
J
infunzionedelsemiasse maggioreedelsemiasseminore:J =
√
GM
Èa(1 − e
2
) =
√
GM
√
a
a
p
1 − e
2
=
√
GM
√
b
a
.A parità di energia( ioè a parità di semiasse maggiore) il semiasse minore è
proporzionale al momento angolare, dunque, fra tutte le orbite di una data
energia,quella ir olarehailmassimomomentoangolare.
Dalla(1.31) edalle(1.15)si ri avano subitoleseguentirelazioni heleganola
formadell'orbitaalsegnodell'energia:
e < 1
⇒ E < 0 ⇒
ellissee = 1
⇒ E = 0 ⇒
parabolae > 1
⇒ E > 0 ⇒
iperbole Consideriamoorailmotodaunpuntodi vistaenergeti o:E =
1
2
˙~r · ˙~r −
GM
r
=
1
2
( ˙r
2
+ r
2
˙θ
2
) −
GM
r
=
1
2
˙r
2
+
1
2
J
2
r
2
−
GM
r
= E(r, ˙r) .
L'energiasipuòquindiesprimere omesommadiduequantità
E =
1
2
˙r
2
+ V (r)
elostudiodellafunzione
V (r)
(dettapotenzialee a e)permettedi osservare illegametraenergiaetipodi orbita.modulo dellavelo itàdi
P
2
infunzionediraggio fo ale esemiasse maggiore:˙r
2
= 2G(m
1
+ m
2
)
1
r
−
1
2a
.In parti olare, per
a → +∞
, ioèperun'orbitaparaboli a, risultav
2
(r) = 2G
m
1
+ m
2
r
he èdettavelo ità di fugaerappresentala minimavelo itàne essariaa
P
2
persfuggireaP
1
.Inquestomodosipuò al olarelavelo itàdifugadiunoggettodimassa
tras u-rabilerispetto aquella dellaTerra,lan iatodalla suasuper ie(senzaunrazzo
einassenzadiattrito): ilvaloredella ostantedigravitazioneuniversaleèdato
dalla(1.3)mentrelamassaeilraggio(polare)della Terrasonorispettivamente
m
⊕
= 5.9736 × 10
27
[gm]
er
⊕
= 6356.8 [Km]
,quindiv ≃ 11.2 [Km]/[sec.]
.1.8 Cambiamento del tipo di oordinate
Per determinare l'orbita di un orpo nello spazio sono ne essari e su ienti
sei numeri raggruppati sotto forma di oordinate artesiane
(x, y, z, ˙x, ˙y, ˙z)
o elementi orbitali(keplerianioequino tali). Ognunadiqueste sestine èuntipodi oordinate.
Passaggio da oordinate artesiane a elementi kepleriani
Possiamo al olare gli elementi kepleriani
ℓ, ω, Ω, I, e, a
utilizzando il vetto-re posizioneP = (x, y, z)
~
e il vettore velo ità˙~P = ( ˙x, ˙y, ˙z)
on le seguenti espressioni:cos I =
J
~
J
ˆ
e
z
onJ = ~
~
P ×
˙~P
(J 6= 0
per héaltrimentisihamoto rettilineo)cos Ω = ˆ
e
x
Q
ˆ
,sin Ω = cos
π
2
− Ω
= ˆ
e
y
Q
ˆ
onQ =
ˆ
ˆ
e
z
× ~
J
J sin I
e = |~e| =
1
GM
P × ~
˙~
J −
~
P
| ~
P |
, (1.32)cos ω =
~e
e
Q
ˆ
,sin ω =
ˆ
Q ×
~e
e
~
J
J
a =
J
2
/GM
1 − e
2
quandoe 6= 1
,a = ∞
quandoe = 1
. Perri avarel'anomaliamediaℓ
si al olaprimal'anomaliaveracos f =
P ~e
~
| ~
P |e
,sin f =
|~e × ~
P |
e| ~
P |
,Utilizzando gli elementi kepleriani
ℓ, ω, Ω, I, e, a
di un orpo e l'equazione di Kepleropossiamori avarelesue oordinate artesianex, y, z, ˙x, ˙y, ˙z
nelsistema di oordinate prin ipale(x, y, z)
introdotto pre edentemente. Nel riferimentox
1
, y
1
, z
1
onassex
1
lungoilvettorediLenzeassez
1
lungoJ
~
siha(gura1.5)
x
1
(t) = a(cos u(t) − e)
y
1
(t) = a
√
1 − e
2
sin u(t)
z
1
(t) = 0
(1.33)Perpassarealle oordinate
(x, y, z)
sioperanoleseguentirotazioni(gura1.4): 1. portiamol'assex
1
sullalineadeinodi onunarotazioneinsensoorariodiangolo
ω
eassez
1
:R
−ω ~
J
x
1
y
1
0
=
cos ω
− sin ω 0
sin ω
cos ω
0
0
0
1
x
1
y
1
0
=
x
2
y
2
0
2. portiamol'asse
z
1
sull'assez
onlarotazionediangolo−I
easseQ
ˆ
:R
−I ˆ
Q
x
2
y
2
0
=
1
0
0
0
cos I
− sin I
0
sin I
cos I
x
2
y
2
0
=
x
2
y
3
z
3
3. portiamoinnel'asse
x
3
( hegia esullalinea deinodi) a oin idere on l'assex
attraversolarotazioneR
−Ωˆ
z
x
2
y
3
z
3
=
cos Ω
− sin Ω 0
sin Ω
cos Ω
0
0
0
1
x
2
y
3
z
3
=
x
y
z
.
La omposizioneC = R
−Ωˆ
z
◦ R
−I ˆ
Q
◦ R
−ω ~
J
di rotazionièdenitadalprodotto dellerelativematri i
cos ω cos Ω − sin ω sin Ω cos I − sin ω cos Ω − cos ω sin Ω cos I
sin Ω sin I
cos ω sin Ω − sin ω cos Ω cos I − sin ω sin Ω + cos ω cos Ω cos I − cos Ω sin I
sin ω sin I
cos ω sin I
cos I
Perquantoriguardalevelo ità,bastaderivarele(1.33)rispettoaltempo:
˙x
1
(t) = −a ˙u sin u
˙y
1
(t) = a
√
1 − e
2
˙u cos u
˙z
1
(t) = 0
Laquantità
˙u
siottienedalla(1.19)ederivandol'equazionediKeplero:˙u =
n
1 − e cos u
=
na
r
.
A questopuntobastaappli are la omposizionedi rotazioni
C
alvettore delle velo itàperesprimerlenelriferimento(x, y, z)
.Ilsistemadiriferimentoequino talehal'asse
x
E
ruotatodiunangoloΩ
insenso orario sul piano dell'orbita rispetto al versoreQ
ˆ
. Per ri avare le oordinatex, y, z, ˙x, ˙y, ˙z
saràdunquesu iente eettuareunaprima rotazionedelvettore(x
E
, y
E
, z
E
)
diunangoloΩ
di asseJ
~
(portandol'assex
E
sullalineadeinodi):R
Ω ~
J
x
E
y
E
0
=
cos Ω
sin Ω
0
− sin Ω cos Ω 0
0
0
1
x
E
y
E
0
=
x
2
y
2
0
esu essivamente operareleduerotazioni
R
−I ˆ
Q
eR
−Ω~
z
.Le oordinate
(x
E
, y
E
, ˙x
E
, ˙y
E
)
siesprimonoinfunzione deglielementi equi-no taliutilizzando lerelazioni(z
E
= 0
)x
E
= a[(1 − βh
2
) cos F + hkβ sin F − k]
y
E
= a[(1 − βk
2
) sin F + hkβ cos F − h]
˙x
E
=
na
2
r
[hkβ cos F − (1 − βh
2
) sin F ]
˙y
E
=
na
2
r
[(1 − βk
2
) cos F − hkβ sin F ]
(1.34) doveβ =
1 −
√
1 − e
2
e
2
=
1
1 +
√
1 − e
2
=
1
1 +
√
1 − h
2
− k
2
,
r =
Èx
2
E
+ y
2
E
,
n =
ÉGM
a
3
e
F
si trova appli ando il metodo di Newton alla (1.27). Dimostriamo per esempiolaprimadelle(1.34)utilizzandoleformule(1.17)e(1.18)eledenizioni(1.23)e(1.24)edellalongitudinee entri a
F
:x
E
= r cos(˜
ω + f ) = r[cos ˜
ω cos f − sin ˜
ω sin f ] =
=
k
e
a(cos u − e) −
h
e
a
p
1 − e
2
sin u =
= a
k
e
cos(F − ˜ω) − k −
h
e
p
1 − e
2
sin(F − ˜ω)
=
= a
k
e
(cos F cos ˜
ω + sin F sin ˜
ω) − k −
h
e
p
1 − e
2
(sin F cos ˜
ω − cos F sin ˜
ω)
=
= a
k
e
2
(k cos F + h sin F ) − k −
h
e
2
p
1 − e
2
(k sin F − h cos F )
=
= a
k
2
e
2
+
h
2
e
2
p
1 − e
2
cos F +
hk
e
2
−
hk
e
2
p
1 − e
2
sin F − k
=
= a
k
2
e
2
+
h
2
e
2
−
h
2
e
2
+
h
2
e
2
p
1 − e
2
cos F + hk
1 −
√
1 − e
2
e
2
sin F − k
=
= a
1 −
1 −
√
1 − e
2
e
2
h
2
cos F + hk
1 −
√
1 − e
2
e
2
sin F − k
Unmodoperpassaredalriferimentoequino talealriferimento
(x, y, z)
èquello di appli arele suddette rotazioniai versorix
ˆ
E
= (1, 0, 0)
ey
ˆ
E
= (0, 1, 0)
per poieettuarele ombinazionilineari
x
y
z
= x
E
f + y
ˆ
E
ˆ
g
˙x
˙y
˙z
= ˙x
E
f + ˙y
ˆ
E
ˆ
g
(1.35)dove
f
ˆ
eˆ
g
sonoiversoriruotati. DenendoU
pq
= 1 + p
2
+ q
2
,le omponenti dif
ˆ
eg
ˆ
sono
f
x
=
1−p
2
+q
2
U
pq
f
y
=
U
2pq
pq
f
z
= −
U
2p
pq
g
x
=
U
2pq
pq
g
y
=
1+p
2
−q
2
U
pq
g
z
=
U
2q
pq
(1.36)epossonoan heesseres ritteinfunzionedeglielementikeplerianioinfunzione
delle omponentidelversore
w
ˆ
diJ
~
([3℄pp.303-310):ˆ
f =
cos
2
Ω + sin
2
Ω cos I
sin Ω cos Ω(1 − cos I)
− sin Ω sin I
=
1 − w
2
1
/(1 + w
3
)
−w
1
w
2
/(1 + w
3
)
−w
1
(1.37)ˆ
g =
sin Ω cos Ω(1 − cos I)
1 − cos
2
Ω((1 − cos I)
cos Ω sin I
=
−w
1
w
2
/(1 + w
3
)
1 − w
2
2
/(1 + w
3
)
−w
2
= ˆ
w × ˆ
f
(1.38)Passaggio da oordinate artesiane a elementi equino tali
Cal oliamo ora gli elementi equino tali a partire dalle oordinate artesiane
~
P
eP
˙~
. Con il momento angolareJ = ~
~
P ×
P
˙~
, o meglio on il suo versoreˆ
w = (w
1
, w
2
, w
3
)
, si al olano le omponenti dei versorif
ˆ
eˆ
g
utilizzando la (1.37) ela (1.38), esi trovanosubitop
eq
utilizzando le(1.25). Si ri avapoi il vettore di Lenz~e
onla (1.32) e onesso gli elementih = ~e · ˆg
ek = ~e · ˆ
f
. Si noti hepereseguireipre edenti ontiène essario henonrisulti| ~
J| = 0
e1 + w
3
= 0
: nel primo asosi avrebbemoto rettilineouniforme enel se ondo asounain linazionedell'orbitadi 180gradi(infatti la omponente lungoz
diˆ
w
èw
3
= −1
edessendow
ˆ
unversore,deveesserew
1
= w
2
= 0
, ioèJ
~
èlungo l'assez
enegativo).Per al olareilsemiassemaggioresi onfrontanoleespressionidell'energia(1.29)
e(1.30):
E = −
GM
2a
=
1
2
v
2
−
GM
r
dovev
2
=
˙~P · ˙~P
e
r = | ~
P |
,eperorbitenonparaboli he( ioèperE 6= 0
)siha1
a
=
2
r
−
v
2
GM
.Innesi al olalalongitudinemediaespli itando
sin F
ecos F
dalle(1.34)sin F = h +
(1 − βh
2
)y
E
− hkβx
E
cos F = k +
(1 − βk
2
)x
E
− hkβy
E
a
√
1 − e
2
dove
x
E
ey
E
si ottengono moltipli ando s alarmente la prima delle (1.35) rispettivamente perf
ˆ
e perg
ˆ
, mentre l'e entri ità si ottiene dalla relazionee
2
= h
2
+ k
2
. AquestopuntosihaF =
atan sin F
cos F
e