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Nuovi percorsi di comunicazione archivistica: il database degli studenti dell'Università di Cagliari e l'Archivio sonoro demo-antropologico Luisa Orrù

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Università degli Studi di Cagliari

DOTTORATO DI RICERCA Storia, Beni culturali e Studi internazionali

Ciclo XXXIII

Nuovi percorsi di comunicazione archivistica:

il database degli studenti dell’Università di Cagliari

e l’Archivio sonoro demo-antropologico Luisa Orrù

Settore scientifico disciplinare di afferenza

M-STO/08

Presentata da: Valeria Zedda

Coordinatore Dottorato Cecilia Tasca

Tutor Cecilia Tasca

Co-Tutor Eleonora Todde

Esame finale anno accademico 2019-2020 Tesi discussa nella sessione d’esame Febbraio 2021

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Sommario

Introduzione ... 3

1. La “cassetta degli attrezzi” dell’archivista del XXI secolo ... 5

2. Il sito web dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di Cagliari . 15 2.1 La storia ... 20

2.2 Il patrimonio ... 24

2.3 Altri archivi ... 30

2.4 Pubblicazioni e tirocini ... 32

2.5 Percorsi tematici ... 35

3. Il database degli studenti dell’Università degli Studi di Cagliari ... 40

3.1 Il contesto storico ... 41

3.1.1 Le origini dell’Università di Cagliari e le Costituzioni del 1626 ... 43

3.1.2 L’Università dall’arrivo dei piemontesi alla prima metà dell’Ottocento . 47 3.1.3 L’Università dall’Italia preunitaria al 1900 ... 57

3.1.4 L’Università nella prima metà del Novecento ... 70

3.2 Progettazione del database ... 87

3.2.1 Tavola delle fonti consultate ... 94

3.3. Importazione del database nella piattaforma ... 140

3.4. Come interrogare il database ... 153

3.5. Bologna, Torino e Cagliari database a confronto ... 157

4. L’Archivio sonoro demo-antropologico Luisa Orrù (1986-1998) ... 171

4.1 L’archivio ... 171

4.2 La Fonoteca della Maison méditerranéenne des sciences de l’homme (MMSH)... 185

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4.3 Il piano di lavoro per la salvaguardia dell’ASDALO ... 187

4.3.1 Il gruppo di lavoro e il laboratorio ... 188

4.3.2 Conservazione e digitalizzazione dei supporti analogici ... 189

4.3.3 Ordinamento dell’ASDALO ... 193

4.3.4 L’accesso per la consultazione dei documenti sonori ... 195

4.3.5 La descrizione dei documenti sonori ... 200

4.4 La valorizzazione dell’ASDALO nel portale digitale dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di Cagliari ... 202

5. Conclusioni ... 205

Bibliografia ... 207

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Introduzione

Il seguente elaborato rappresenta il frutto di tre anni di lavoro dedicati a un’attenta riflessione su due aspetti che si sono manifestati con l’avvento dell’era digitale: l’evoluzione della figura dell’archivista, che ha visto la rete entrare a far parte “della propria cassetta degli attrezzi1”; e la necessità di rendere il patrimonio

documentario conservato presso l’Archivio storico dell’Università di Cagliari accessibile attraverso nuovi strumenti di ricerca che stiano al passo con i tempi.

È noto che la metodologia di ricerca ormai si è evoluta spostandosi verso la rete, dunque, l’archivista deve pensare a realizzare, oltre a quelli tradizionali, strumenti che siano rivolti a ricercatori che hanno la necessità di consultare il patrimonio documentario anche a distanza, a maggior ragione chi, come noi, vive in un’isola. Allo stesso tempo, però, l’archivista è chiamato a realizzare strumenti che possano essere consultati anche da coloro che per la prima volta si approcciano al mondo degli archivi, pertanto, è fondamentale prestare attenzione al modo in cui le informazioni vengono restituite ed è necessario affiancare strumenti che rispecchino maggiormente i motori di ricerca di uso comune o perlomeno superino la difficoltosa restituzione “ad albero”.

È proprio su questi nuovi strumenti che la nostra attenzione si è concentrata durante questi tre anni: realizzare il database degli studenti dell’Università di Cagliari e la valorizzazione dell’Archivio sonoro demo-antropologico Luisa Orrù.

I primi due capitoli dell’elaborato sono introduttivi, in quanto presentano il contesto in cui i due strumenti di ricerca si inseriscono – le nuove metodologie di ricerca e l’importanza della figura dell’archivista per la loro realizzazione – e la

1 A. Becherucci, Presentazione The net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti, Atti

del convegno, Firenze, 25 febbraio 2016, a cura di Andrea Becherucci e Francesca Capetta, in Sussidi Eruditi 95, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2017, p. VII.

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presentazione del portale dedicato all’Archivio storico dell’Università di Cagliari che li ospita.

Il terzo capitolo presenta il database, spiega la metodologia di lavoro seguita per realizzarlo, le fonti che è stato necessario interrogare, ripercorre i cambiamenti normativi che chiariscono le eterogeneità presenti nello strumento, come consultarlo per ottenere maggiori risultati e, infine, riflette sulle sue potenzialità.

L’ultimo capitolo è rivolto alla valorizzazione dell’Archivio sonoro demo-antropologico Luisa Orrù, aggregato all’archivio storico. Come vedremo, il fondo non è attualmente ordinato e necessita del riversamento delle unità documentarie da supporto analogico al digitale, pertanto, trattandosi di un lavoro che richiede tempi lunghi, in questa sede abbiamo rivolto l’attenzione allo studio delle fasi di lavoro necessarie affinché si possa giungere al suo inserimento nel portale dell’Archivio storico, che consentirà all’utente non solo di leggere le descrizioni archivistiche delle unità documentarie ma anche di poter ascoltare, nel rispetto della privacy, i documenti sonori che lo costituiscono.

Infine, il secondo tomo del presente lavoro contiene l’indice in ordine alfabetico dei nomi dei 14337 studenti immatricolati nell’Ateneo cagliaritano nel periodo 1622-1946.

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1. La “cassetta degli attrezzi” dell’archivista del XXI secolo

Oggi è impensabile immaginare il lavoro dell’archivista che prescinda totalmente dall’utilizzo del web, in primo luogo perché la maggior parte dei documenti nascono in ambiente digitale, e in secondo luogo perché lo strumento digitale ha aperto nuovi varchi anche per l’accesso alle fonti storiche, prima con i portali delle amministrazioni archivistiche e gli inventari in rete e, poi, con la messa a disposizione di quantità sempre più consistenti di immagini di documenti2.

Qualsiasi fruitore, esperto o meno, nel momento in cui si accinge a intraprendere una nuova ricerca, per prima cosa cerca in rete tutte le informazioni che possono interessagli a partire dalla bibliografia: si pensi, per esempio, al catalogo elettronico OPAC che consente di interrogare le biblioteche che aderiscono al servizio per conoscere quale istituto possiede i libri cercati3, oppure alle riviste che rendono liberamente accessibili in rete i contributi che pubblicano. La ricerca prosegue poi con le fonti archivistiche nei portali degli archivi, nei sistemi informativi e in tutti i siti, istituzionali e non, che restituiscono informazioni di questo tipo. Dunque, è chiaro che se per il ricercatore diventa fondamentale la capacità di conoscere, cercare e usare consapevolmente le risorse digitali utili per la ricerca storica, che a differenza di qualche decennio fa può essere compiuta quasi interamente in rete4, per l’archivista diventa indispensabile la capacità di progettare e realizzare questi nuovi strumenti.

Il fatto che in rete siano disponibili mezzi di corredo e descrizioni del patrimonio documentario conservato in un archivio non deve far pensare che la figura dell’archivista sia diventata marginale. In realtà è accaduto l’opposto, ovvero è diventata sempre più centrale in quanto spetta all’archivista la scelta dei criteri di

2 A. Becherucci, Presentazione The net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti, Atti

del convegno, Firenze, 25 febbraio 2016, a cura di Andrea Becherucci e Francesca Capetta, in Sussidi Eruditi 95, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2017, p. VIII.

3 F. Tomasi, Metodologie informatiche e discipline umanistiche, Carocci editore, Roma 2008, p. 72. 4 A. Zorzi, Gli studi medievistici, in Il web e gli studi storici. Guida critica all’uso della rete, a

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archiviazione digitale nella costruzione delle base dati per facilitare la ricerca e dunque la fruibilità della fonte; l’archivista è chiamato a collaborare con coloro che si occupano tecnicamente della messa in rete delle informazioni, affinché l’utenza possa essere guidata nell’uso corretto delle fonti digitali5; inoltre, deve fare in modo

che lo strumento digitale erediti il ruolo di mediazione che fuori dal mondo digitale esercita in prima persona6. Da sempre, infatti, il ruolo dell’archivista prevede di supportare gli utenti nella consultazione delle fonti, aspetto totalmente assente in rete, quindi è fondamentale costruire risorse che offrono agli utenti dei siti le stesse opportunità che avrebbero se fossero all’interno di una sala studio7. Internet non

deve essere visto come un pericoloso concorrente, quanto piuttosto come un alleato che consente di garantire la trasmissione da una generazione all’altra della memoria sociale collettiva, con particolare attenzione per i modi in cui le istituzioni producono i documenti nell’espletamento delle proprie funzioni8.

Da quanto detto sino a questo momento si evince che non è né semplice né scontato, per l’archivista, restituire le risorse in rete, anzi esistono delle problematiche che non vanno sottovalutate e trascurate se si vuole ottenere una corretta comunicazione e fruizione del patrimonio.

Per prima cosa occorre distinguere quali sono i principali strumenti di accesso alle fonti:

- i sistemi informativi archivistici; - i siti web archivistici.

I primi consentono l’identificazione delle fonti e dei contesti in cui sono state prodotte e accompagnano l’utente a individuare informazioni sempre più puntuali passando dalla descrizione dei livelli alti a quella inventariale. Per tale ragione quando si progetta è bene tenere separate le descrizioni finalizzate alla ricostruzione del contesto documentario dalle descrizioni inventariali, che invece approfondiscono i contenuti dei fondi9.

5 M. Caroscio, Accesso alle immagini digitali in banche dati online. Casi di studio a confronto, in The net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti, p. 52.

6 F. Valacchi, Archivi storici e risorse tecnologiche, in Archivi e informatica, Civita Editoriale

2010, p. 131.

7 Ivi, pp. 102-103.

8 R. Ridi, Biblioteche e bibliografie online, in Il web e gli studi storici. Guida critica all’uso della rete, p. 23.

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Un sistema informativo archivistico prevede due ambienti distinti: il modulo di produzione, che consente di generare le entità informative e di gestirne le descrizioni e le relazioni. Questa fase è molto delicata e presuppone competenze specifiche – per tale ragione è curata esclusivamente dall’archivista che, a seguito dell’analisi e dello studio dei complessi archivistici, inserisce i dati nel sistema –, è finalizzata alla costruzione delle informazioni da rendere disponibili all’utente che dunque nel prodotto finale non avrà nessuna percezione di questa fase. Il secondo ambiente, invece, è il modulo di consultazione, cioè le informazioni a cui l’utente può accedere in rete, e richiede molta attenzione in quanto l’interfaccia deve consentire la diversificazione dei percorsi di ricerca e tutti i risultati devono essere contestualizzati10. In sostanza, il sistema informativo archivistico svolge in rete il compito che nell’ambiente cartaceo spetta alla guida, manifestando però una maggiore efficacia in quanto la ricerca dinamica offre risultati immediati11.

La stessa separazione in due ambienti distinti dei sistemi informativi può essere valida anche per l’inventario digitale messo a disposizione dell’utente, in quanto per la descrizione e il riordino di un fondo si utilizza un software di descrizione cui può avere accesso solo l’archivista che in ogni momento può apportare modifiche sia ai contenuti che alla struttura stessa del fondo; mentre all’utente viene presentato il prodotto finale del lavoro che gli permette solo la consultazione e il reperimento delle informazioni che cerca. Questi software, pensati per il lavoro di riordino e di inventariazione e realizzati nel rispetto degli standard internazionali di descrizione, sono diversi: alcuni sono sviluppati con tecnologie proprietarie, altri sono open source.

Tra i sistemi informativi italiani vanno ricordati quelli sviluppati dalla Direzione generale per gli archivi che consentono di esplorare i fondi degli uffici statali prima e dopo l’Unità d’Italia: il Sistema Guida generale degli archivi di Stato italiani, che non è altro che la trasposizione in formato digitale dei quattro volumi cartacei della Guida generale degli archivi di Stato italiani12; e il Sistema informativo degli

10 Ivi, pp. 125-127. 11 Ivi, p. 128.

12 La descrizione organica di tutti i fondi conservati nella rete degli Archivi di Stato è stata

progettata da Claudio Pavone e Piero D’Angiolini, lo studio è durato tre anni dal 1966 al 1969. Il I volume (ACS, A-E) è stato pubblicato nel 1981, il II (F-M) nel 1983, il III (N-R) nel 1986, il IV (S-Z) nel 1994. http://www.guidageneralearchivistato.beniculturali.it/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

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Archivi di Stato (SIAS)13. Entrambi descrivono il patrimonio documentario degli archivi di Stato, ma il secondo contiene informazioni più aggiornate che rispondono alle modalità di organizzazione reale dei fondi archivistici, anche se è necessario che il ricercatore presti attenzione al fatto che non tutti gli archivi di Stato sono descritti14. Ancora, il Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze

Archivistiche (SIUSA)15, che contiene le informazioni sui fondi, soggetti produttori e conservatori16 di soggetti pubblici o privati, enti di assistenza o economici e tutti

gli enti di loro competenza.

Bisogna riconoscere che l’articolazione dei sistemi archivistici a seconda della natura statale o meno potrebbe rappresentare un problema per coloro che la ignorano, pertanto, questa difficoltà dovrebbe essere superata grazie al Sistema archivistico nazionale (SAN), progettato con l’obiettivo di costituire un punto d’accesso unitario al patrimonio archivistico nazionale17; il SAN18 consente la

consultazione di tre cataloghi: soggetti conservatori, soggetti produttori e complessi archivistici.

Quando si parla di sito web archivistico, invece, si fa riferimento a un sito creato da un soggetto culturale istituzionale affinché possa facilitare l’accesso ai fondi archivistici e valorizzare il patrimonio documentario che conserva19.

In quest’ottica anche gli archivi storici delle Università italiane si stanno dotando di portali nei quali gli utenti possono navigare all’interno del patrimonio inventariato. Attualmente, il panorama dei portali dell’università si presenta molto eterogeneo, facendo una breve ricerca si evince: in primo luogo che delle 77 Università italiane non tutte hanno il portale dedicato all’archivio storico; in secondo luogo se si mettono a confronto quelle che lo possiedono, si può constatare

13 Nella nuova versione del sito post-migrazione è possibile consultare le descrizioni dei complessi

archivistici degli Archivi di Stato di Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Belluno, Brescia, Cuneo, Fermo, Macerata, Novara, Parma, Pesaro, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Savona, Teramo, Terno, Sezione di Archivio di Stato di Orvieto e Sezione di Archivio di Stato di Pescia. https://sias.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

14 S. Vitali, La ricerca archivistica sul web, in Il web e gli studi storici. Guida critica all’uso della

rete, a cura di Rolando Minuti, Carocci editore, Roma 2015, pp. 76-78.

15 https://siusa.archivi.beniculturali.it/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020). 16 Vitali, La ricerca archivistica sul web, pp.79-80.

17 Ivi, p. 82.

18 https://san.beniculturali.it (ultimo accesso: 28 agosto 2020)

19 F. Valacchi, Contenitori e contenuti. L’offerta archivistica nel web, «Archivi», N. 1 (gen.-giu.

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che in alcuni viene presentato l’inventario digitale, in altri si può consultare il pdf dell’inventario, in altri casi ancora l’inventario è completamente assente; in terzo luogo se per gli Archivi di Stato e per le Soprintendenze esiste un sistema informativo, per gli archivi storici delle università ancora non abbiamo un sistema che accolga tutto il loro patrimonio20.

Questa eterogeneità porta a distinguere tali siti in:

- siti informativi di natura archivistica, che non consentono di svolgere alcun tipo di ricerca;

- siti web archivistici che, al contrario, consentono all’utente di esplorare il patrimonio documentario21.

Tra gli atenei italiani che per primi hanno realizzato il sito web del proprio archivio storico, seppur ciascuno con le proprie peculiarità, ricordiamo le Università di Torino e di Bologna; nel portale della prima è presente l’inventario digitale realizzato con il software Atom22; mentre la seconda, più all’avanguardia, propone percorsi tematici digitali che permettono la ricerca dei fascicoli degli studenti, delle lauree honoris causa, dei verbali degli organi accademici e dei discorsi inaugurali, questi ultimi interamente digitalizzati e fruibili in rete23.

L’Università degli Studi di Cagliari, sulle orme di questi due atenei, si è brillantemente inserita in questo panorama con la recente creazione del portale DH.unica.it: Centro per l’Umanistica Digitale dell’Università di Cagliari, composto dalle aree tematiche di Storia, Cinema, Geografia, Musica e Archivistica, e da quest’ultima area è possibile accedere al sito dell’Archivio storico dell’Università (ASUCa).

Il sito di ASUCa, infatti, è nato all’interno del progetto DH.unica.it: l’ecosistema digitale sviluppato dal Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari che sperimenta l’integrazione tra scienze umanistiche e

20 Un primo lavoro di ricognizione sugli archivi delle università è stato eseguito da F. Valacchi, a

tal proposito si veda F. Valacchi, Per una rete degli archivi universitari, in Per la storia

dell’Università di Bari. Fonti archivistiche e a stampa, a cura di Angelo Massafra, Domenica

Porcaro Massafra, Bari, Laterza, 2015, pp. 95-104; e la tesi di E. Todde, “Il disordine è la delizia

dell’immaginazione”: gli archivi delle università nell’era digitale, Master in Formazione,

gestione e conservazione degli archivi digitali in ambito pubblico e privato, Università degli Studi di Macerata, a.a. 2018-2019 (relatore: prof. F. Valacchi).

21 Valacchi, Archivi storici e risorse tecnologiche, p. 140.

22 https://www.archiviostorico.unito.it/it (ultimo accesso: 28 agosto 2020). 23 https://archiviostorico.unibo.it/it (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

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tecnologie informatiche. È stata progettata una piattaforma server di tipo cloud ospitata sulla rete di Ateneo Unica, i server fanno capo alla rete di Ateneo e ciò comporta una notevole sicurezza poiché vengono fatti i back up direttamente dalla sede centrale. Dunque, non è una piattaforma che gira sul singolo computer del ricercatore di turno, ma fa capo a tutto il sistema centrale con una sicurezza di conservazione maggiore: attraverso delle password, il responsabile d’area può accedere al server e può autorizzare altri ad entrare e a cambiare i contributi. Inoltre, la piattaforma è stata progettata in grado di accogliere, da un lato, i singoli applicativi e, dall’altro, di riceverne altri, in questo modo, potrà crescere e adattarsi in funzione delle esigenze che man mano dovessero palesarsi; questo è un aspetto fondamentale in quanto se non pensato dall’inizio potrebbe, in seguito, causare molti problemi.

DH.unica è una piattaforma cross montata su server LINUX24, gli applicativi scelti sono web-based25 e open source26, personalizzabili e senza costi di licenza, selezionati per dare vita a un sistema in grado di semplificare ricerca e didattica, consentendo la condivisione e l’ottimizzazione delle risorse disponibili e incentivando le relazioni e gli scambi tra i diversi programmi di ricerca e formazione che partecipano al progetto27. Ciò significa che gli applicativi che troviamo per l’area tematica di Archivistica.dh possono essere utilizzati anche per storia, geografia, musica, cinema e viceversa. Per tale ragione gli applicativi Geoserver28 e xDams29, che si occupano della gestione e della pubblicazione di dati geografici il primo e multimediali il secondo, sono stati posizionati in modo

24 Linux è un sistema operativo alternativo a Windows e a MacOS, è il primo rappresentate del

software libero, ovvero distribuito con una licenza che ne permette non solo l’utilizzo da parte di chiunque e in qualsiasi circostanza ma anche la modifica, la copia e l’analisi. Per approfondimenti si veda https://www.linux.it/linux.

25 Web-based: un’applicazione accessibile/fruibile via web per mezzo di un network, come ad

esempio attraverso la rete Internet.

26 Un software open source è reso tale per mezzo di una licenza attraverso cui i detentori dei diritti

ne favoriscono la modifica, lo studio, l'utilizzo e la redistribuzione. Caratteristica principale è la pubblicazione del codice sorgente (da cui il nome). Esso permette a programmatori distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.

27 G. Salice, Esperienze di storia e umanistica digitale del Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, in Sguardi contemporanei. Studi multidisciplinari in onore di Francesco Atzeni, a cura di Antioco Floris, Luca Lecis, Ignazio Macchiarella e Cecilia

Tasca, Morlacchi Editore U.P., Perugia 2019.

28 Geoserver è un server open source per la condivisione dei dati geospaziali,

Cfr.http://geoserver.org/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

29 xDams è una piattaforma di gestione documentale XML interamente web-based che permette di

conservare, organizzare, condividere e valorizzare i patrimoni archivistici. Cfr. https://www.xdams.org/xdams/xdams-cose/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

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trasversale rispetto a tutti gli ambiti, quindi, entrambi permettono a tutti gli ambiti di caricare le informazioni. Lo stesso discorso vale per l’applicativo Omeka30, che consente di costruire scientificamente collezioni di documenti, linee temporali interattive, narrazioni digitali su una determinata tematica i cui documenti sono custoditi in diversi istituti conservatori.

Per quanto riguarda la struttura grafica, è stata concepita nel rispetto delle norme emanate dall’Agid31 per la realizzazione dei siti internet, che stabiliscono che i siti

devono aderire a uno standard grafico; il che non rappresenta un limite, anzi, ne migliora l’usabilità da parte degli utenti.

Obiettivi cardine del sito archivistico di ASUCa sono l’usabilità e la fruibilità dei contenuti; come è stato già evidenziato la rete è ormai una fonte, e allo stesso tempo è diventato uno strumento di accesso alle fonti, pertanto, scopo del sito è quello di garantire alla società l’accesso alle fonti primarie che conserva32.

Affinché l’accesso alle fonti sia assicurato a tutti e non a una ristretta cerchia di eletti è opportuno che l’archivista rifletta sulla figura dell’utente33 che consulta il 30 Omeka è una piattaforma di pubblicazione web per la condivisione di raccolte digitali e la

creazione di mostre online ricche di contenuti multimediali. Cfr. https://omeka.org/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

31 Agenzia per l’Italia digitale, per saperne di più si consulti https://www.agid.gov.it/ (ultimo

accesso: 28 agosto 2020).

32 Il portale dell’Archivio storico si fonda sui principi della terza missione, che prevede l’apertura

verso il contesto socio-economico attraverso la valorizzazione e il trasferimento della conoscenza. Dal 2016 si è prestato particolare interesse alla realizzazione di iniziative di carattere divulgativo che hanno dimostrato le potenzialità dell’archivio per diventare un canale di promozione del patrimonio dell’università. La prima apertura alla cittadinanza è avvenuta in occasione della manifestazione “Cagliari Monumenti Aperti” il 14 e 15 maggio 2016, che ha registrato 1.500 ingressi; il successo della manifestazione continua a replicarsi nelle edizioni successive. Per l’occasione ci si è avvalsi di strumenti che hanno consentito ai visitatori di conoscere in maniera sintetica e professionale, la storia dell’archivio e il patrimonio documentario. La stessa formula si ripropone in occasione delle manifestazioni di “UnicaComunica” e per la “Notte Europea dei Ricercatori”, che consente ai ricercatori di presentare le ricerche condotte presso l’Archivio storico. Nel 2018, in occasione della promulgazione in Italia delle leggi razziali, è stata allestita una mostra documentaria dal titolo A

80 anni dalle Leggi Razziali. L’Università di Cagliari ricorda Doro Levi, Alberto Pincherle, Camillo Viterbo. L’Archivio storico è parte attiva anche nella realizzazione di progetti di

alternanza scuola-lavoro di Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, che permettono di introdurre gli studenti alle quotidiane attività dell’archivio. M. Rapetti, E. Todde,

Archivio storico dell’Università di Cagliari Sezione I (1764-1848) Inventario, Cleup, Padova

2019, pp. 12-13, e A. Pergola, Eventi e attività dell’Archivio storico, in “La stanza per vestirsi

dei signori professori”. Guida all’Archivio storico dell’Università degli Studi di Cagliari,

Grafica del Parteolla, Dolianova 2016, pp. 137-148.

33 MINERVA definisce l’utente: «si intende per utente colui, professionista o no, specialista o no,

che utilizza in modo casuale, saltuario, finalizzato, sistematico l’applicazione web culturale pubblica. Egli è portatore di esigenze estremamente variabili che dipendono sia dal proprio profilo culturale, sia dalle proprie aspirazioni di crescita culturale, sia infine dalle proprie

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portale. Pierluigi Feliciati classifica gli utenti degli archivi storici in navigatori e cercatori; i primi sono coloro che sanno usare con competenza gli strumenti di ricerca tradizionali, si muovono sulla base di un progetto che sanno modificabile nel corso della ricerca, verificano e adeguano le ipotesi sulla base della documentazione che trovano; i secondi, invece, non si muovono sulla base di teorie ma puntano solo alla notizia senza interessarsi al contesto34. È ormai noto che il numero dei cercatori sta aumentando, dunque, è necessario offrire servizi differenziati in grado di soddisfare i bisogni informativi diversi e capaci di guidare gli utenti lungo percorsi di ricerca specifici e adeguati alle loro competenze e ai loro

background culturali35; come sottolinea Isabella Zanni Rosiello:

«L’archivista è ancora oggi un punto di riferimento per chi nel compiere ricerche d’archivio necessita di consigli e di suggerimenti su come reperire la documentazione che lo interessa, ma non può più essere il tramite privilegiato per avvicinarla. La mediazione deve avvenire soprattutto tramite strumenti inventariali; essi sono da progettare e realizzare secondo criteri e modi utilizzabili da non addetti ai lavori e finalizzati a una circolazione ampia e non più, come accaduto fino a poco tempo fa, a circuito chiuso»36.

Per tale ragione è fondamentale affiancare a strumenti di ricerca come gli inventari nuovi strumenti come i database che, attraverso semplici passi che riprendono gli strumenti di ricerca più comuni, possono avvicinare tutti al patrimonio documentario conservato, diffondendo la cultura a partire dal ricercatore proseguendo con i genealogisti, per arrivare agli adolescenti e ai bambini.

Sicuramente, sugli utenti esercita un grande fascino la possibilità di consultare le digitalizzazioni dei documenti direttamente dal sito e la loro presenza, indubbiamente, contribuisce a renderlo più completo e attrattivo; inoltre, le digitalizzazioni hanno un potenziale enorme in quanto consentono, in alcuni casi,

curiosità, anche momentanee», dunque un portale di qualità deve essere centrato sull’utente, «tenendo conto delle sue esigenze, garantendo pertinenza della risposta e facilità d’uso attraverso meccanismi di valutazione e feedback». Cit. Handbook on cultural web user interaction, pubblicato da MINERVA EC Working Group “Quality, Accessibility and Usability” disponibile all’URL https://www.minervaeurope.org/publications/handbookwe busers_ it.htm (ultimo accesso: 28 agosto 2020)

34 P. Feliciati, I requisiti di fattibilità di un sistema informativo archivistico: modelli organizzativi, informatici e soddisfazione degli utenti, «Archivi», N. 1 (gen.-giu. 2009), pp. 24-25.

35 S. Vitali, Archivi in rete e utenti: Quanto è cambiata la ricerca documentaria?, p. 49. 36 I. Zanni Rosiello, Archivi e memoria storica, Il Mulino, Bologna 1987, p. 134.

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di preservare la fisicità dei documenti37. Però questo è un lavoro che l’archivista deve eseguire con consapevolezza in quanto non bisogna farsi prendere dall’enfasi di digitalizzare tutto il patrimonio, ogni digitalizzazione va fatta con criterio e oltre a rendere il documento accessibile in rete bisogna riflettere sull’uso che un utente può fare di quella risorsa.

A tale proposito Thaller ha classificato i documenti digitali in:

- illustrativi, se la qualità è sufficiente da permettere all’utente di decidere se consultare o meno l’originale;

- leggibili, se la qualità consente all’utente di leggere l’intero documento; - paleografici, se la qualità permette all’utente di accedere a tutte le

informazioni a cui avrebbe avuto modo di accedere a occhio nudo;

- migliorativi, se la qualità consente di accedere a informazioni che non sarebbe possibile ricavare a occhio nudo38.

Non conta tanto la quantità di materiale digitalizzato quanto la qualità, per tale ragione si può scegliere di rendere accessibili singoli documenti oppure aggregazioni parziali, e questo potrebbe essere un modo per evitare il rischio che gli utenti non si rechino più negli archivi39, anzi, l’archivista potrebbe selezionare per la digitalizzazione quei documenti che potrebbero stimolare la curiosità degli utenti e dunque attirarli nella sala studio e farli entrare nell’affascinante mondo dell’archivio.

37 Si pensi a una serie o alle unità archivistiche maggiormente consultate per le quali si presenta

l’esigenza di eseguire dei lavori di restauro, grazie alla digitalizzazione gli utenti potranno continuare a consultare la documentazione durante i lunghi tempi necessari per il lavoro.

38 Vitali, La ricerca archivistica sul web, pp. 91-94.

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2. Il sito web dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di

Cagliari

Da luglio 2019 a settembre 2020 il sito web dell’archivio storico era completamente integrato all’interno dell’area tematica di Archivistica.dh, mentre oggi è un sito autonomo40.

Dal sito istituzionale di ateneo unica.it, seguendo il percorso:

sedi e strutture musei archivio storico sito dell’Archivio storico dell’Università di Cagliari41, era possibile, quindi, accedere al sito web di ASUCa seguendo sempre la stessa struttura grafica; oppure dalla home principale del portale dh.unica.it42.

Figura 1 Home principale dh.unica.it da cui è possibile accedere alla sezione dedicata ad

Archivistica che rimanda al sito web dell’Archivio storico.

40 Consultabile https://archiviostorico.unica.it/ (ultimo accesso: 28 agosto 2020).

41 https://www.unica.it/unica/it/ateneo_s03_ss07.page?contentId=STR4496 (ultimo accesso: 28

agosto 2020).

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Alla base della progettazione della struttura del sito c’è sempre stato un interrogativo: come valorizzare e rendere fruibile al meglio il patrimonio documentario che l’archivio conserva cercando di coniugare le esigenze degli utenti più esperti con quelle degli utenti occasionali e accidentali? Ogni elemento che noi oggi vediamo non è stato quindi inserito casualmente, ma è frutto della riflessione nata a partire da questo interrogativo.

Alla luce di quanto detto nel primo capitolo, affinché un sito web archivistico sia in grado di valorizzare e rendere fruibile il patrimonio documentario conservato dal soggetto che lo crea, deve presentare obbligatoriamente i seguenti contenuti:

- la descrizione del soggetto: vale a dire fisionomia istituzionale, storia, sedi, orari, regolamenti, attività e progetti;

- la descrizione del patrimonio conservato: oltre alle descrizioni dei materiali si devono presentare informazioni di supporto alla ricerca, strumenti di corredo di diversa natura e riproduzioni digitali dei documenti;

- servizi: ossia sala studio, biblioteca e riproduzioni43.

La valorizzazione e la fruizione di tali contenuti, però, possono avvenire solo se il “contenitore” che li ospita è strutturato in modo chiaro e di immediata comprensione per gli utenti, infatti, un sito può essere definito accessibile solo se i suoi contenuti informativi, le modalità di navigazione e gli elementi interattivi presenti sono fruibili dagli utenti indipendentemente dalla loro disabilità o dalla tecnologia che essi utilizzano44.

Esaminando la home del sito si può osservare che l’architettura, il layout e lo stile era funzionale e facile da navigare:

43 F. Valacchi, Archivi storici e risorse tecnologiche, in Archivi e informatica, Civita Editoriale

2010, p. 143.

44 F. Tomasi, Metodologie informatiche e discipline umanistiche, Carocci editore, Roma 2008, p.

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Figura 2 Home principale Archivistica digitale all’Università di Cagliari

La barra di navigazione era composta da due livelli:

Nel primo era possibile reperire le informazioni sulle persone che lavorano al progetto, i contatti, e le news che riguardano le iniziative dell’archivio e della cattedra di archivistica.

Nel secondo, invece, l’utente poteva accedere direttamente ai progetti dell’Archivio storico dell’Università, dell’Archivio Sonoro Demo-antropologico Luisa Orrù, e della Sanità e miniere.

Per ognuno dei progetti era stato realizzato un menu a tendina breve e conciso ma allo stesso tempo il più esauriente possibile in quanto l’utente poteva già, a un primo impatto, farsi un’idea sulle informazioni che avrebbe potuto reperire al suo interno.

Testata Barra di navigazione

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Figura 3 Menu a tendina del progetto dell’Archivio storico dell’Università

Una volta che il sito è stato reso accessibile in rete, si è deciso di testare se quanto progettato fosse comprensibile e fruibile per gli utenti. Il test è stato eseguito su un gruppo di studenti universitari e dai feedback è emerso che, in realtà, non era chiaro che, nel momento in cui si apriva il menu a tendina dell’archivio storico, essi stavano navigando tra i suoi contenuti45. L’unica soluzione al problema era, a questo punto, la realizzazione di un sito dedicato esclusivamente all’archivio storico che, già dalla testata, palesasse all’utente che stava navigando nel sito istituzionale dell’archivio, e per tale ragione si è deciso di crearne uno autonomo.

É stato così studiato un nuovo sito e, quindi, un nuovo albero dei contenuti:

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Figura 4 Albero dei contenuti del nuovo sito web

La home page è oggi costituita da una sola barra di navigazione che consente la navigazione tra le pagine statiche dedicate alla storia dell’università, al patrimonio, ai percorsi tematici, al patrimonio documentario conservato in altri archivi, alle pubblicazioni, ai tirocini; l’utente, infine, trova le informazioni sul progetto e i contatti cui fare riferimento per richiedere un appuntamento per la consultazione dei documenti, e la geolocalizzazione dell’archivio con l’indirizzo.

Nel corpo della home page è stata inserita la barra di ricerca del database degli studenti e dei docenti, l’elenco delle facoltà – che, oltre alla storia, presenta la geolocalizzazione – e degli studenti che a quella facoltà si immatricolarono, permettendo la consultazione del database studenti-docenti anche da questo spazio.

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2.1 La storia

Se, dalla barra di navigazione, l’utente accede alla voce “storia” può leggere il contesto storico che ha fatto e che fa da sfondo all’attività dell’ateneo46.

Sulla base dei risultati emersi da studi recenti effettuati sulle modalità di presentazione delle informazioni, che hanno evidenziato una predilezione da parte degli utenti per testi brevi e che rinviano ad approfondimenti separati47, si è ritenuto

opportuno dividere la storia dell’Università in parti che rispecchiano le cesure istituzionali.

Figura 5 Linea temporale riassuntiva della storia dell’Università degli studi di Cagliari

46 Le informazioni che vengono restituite riprendono integralmente quanto proposto in

Archivistica.dh, ciò che è cambiato è l’adattamento grafico.

47 A. Alfier, P. Feliciati, Gli archivi online per gli utenti: premesse per un modello di gestione della qualità, «JLIS.it», gennaio 2017, p. 27.

Periodo spagnol o (1542-1720) Riforme sabaude (1720-1764) Magistrato sopra gli Studi (1764-1848) Regno d'Italia (1848-1946) Italia Repubbl icana (1946-2008) Università oggi (dal 2008 a oggi) Sede Testata Barra di navigazione Corpo

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Per quanto riguarda le schede descrittive, si è deciso di adottare uno stile chiaro e conciso comprensibile a tutti, in questo modo è stato possibile eludere ad alcune problematiche emerse nell’uso dei portali negli ultimi anni, dovute alla complessa terminologia adottata nelle descrizioni in quanto troppo tecniche: per molti utenti non esperti risulta complesso, per esempio, comprendere il significato di fondo o soggetto produttore, o il significato di termini ripresi dai documenti, come i nomi delle magistrature48.

Ogni parte è stata suddivisa in paragrafi cui è stata associata un’immagine rappresentativa di quanto affermato in quel capoverso. La presenza dell’immagine, degli schemi e dei grafici aiuta a rende la presentazione più fluida; in loro assenza, infatti, il testo sembrerebbe molto fitto e ciò spingerebbe l’utente a non leggerlo perché la sua curiosità potrebbe non essere stimolata49.

Il “periodo spagnolo” (1542-1720), ripercorre le tappe che hanno portato alla fondazione dell’ateneo, spiega l’organizzazione che fu stabilita con l’approvazione delle Costituzioni del 1623 e, infine, presenta il quadro desolante causato dalla crisi che i piemontesi trovarono all’indomani della presa di possesso dell’isola50.

Le “riforme sabaude” (1720-1764), esamina nel dettaglio la situazione di degrado in cui versava l’ateneo, che portò Carlo Emanuele III a decidere di nominare una giunta che ispezionasse le condizioni dell’università affinché si potesse procedere con la sua rifondazione51.

Il “Magistrato sopra gli Studi” illustra il periodo che va dal 1764, anno della rifondazione e dell’approvazione delle Regie Costituzioni, al 1848. Il testo analizza tutti i cambiamenti che le nuove norme apportarono all’organizzazione universitaria e alle facoltà e si conclude con il riferimento alle Regie Patenti approvate nel 1842, che ripristinarono la carica del rettore e disposero la sostituzione del Magistrato

48 Ivi, p. 26.

49 Per la redazione dei testi è stata fondamentale la collaborazione di un gruppo di studenti della

Laurea magistrale in Storia e Società e Archeologia e Storia dell’arte e del Dottorato di ricerca di Storia, Beni culturali e Studi internazionali dell’Università di Cagliari che, in ambito di un tirocinio formativo coordinato dalla prof.ssa Eleonora Todde, si sono dedicati alla loro stesura: Stella Barbarossa, Cristina Cabras, Stefano Carta, Federico Cocco, Laura Cogoni, Elisa Demartini, Antonio Dettori, Francesco Lecca, Francesco Pillosu, Simone Rubiu, Bruno Visentin, Zedda Valeria.

50 Autori Elisa Demartini, Francesco Pillosu; revisore Antonio Dettori. Cfr. https://archivio

storico.unica.it/storia/periodo-spagnolo (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

51 Autore Simone Rubiu; revisori Elisa Demartini, Antonio Dettori, Valeria Zedda. Cfr.

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sopra gli Studi con il Consiglio Universitario, anche se il passaggio di poteri avvenne nel maggio del 184852.

Nel testo sul “Regno d’Italia”, che tratta il periodo compreso tra il 1848 e il 1946, gli autori, nella ricostruzione del contesto storico, hanno ripercorso le numerose riforme universitarie susseguitesi durante tutto l’arco cronologico53.

L’“Italia repubblicana” sviluppa le condizioni in cui si ritrovò l’ateneo cagliaritano all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, arrivando sino al 200854.

L’ “Università oggi” presenta l’attuale situazione dell’ateneo, l’organizzazione, i dipartimenti, i corsi di studio e i servizi offerti agli studenti55.

Infine, il testo sulla “Sede” illustra e ripercorre dettagliatamente tutte le tappe che hanno portato all’edificazione del palazzo che oggi ospita il rettorato, la biblioteca universitaria e il museo che custodisce le opere d’arte e d’artigianato della collezione Piloni, nonché l’archivio storico56.

52 Autore Francesco Lecca; revisori Stella Barbarossa, Elisa Demartini, Antonio Dettori Cfr.

https://archiviostorico.unica.it/storia/magistrato-sopra-gli-studi (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

53 Autori Cristina Cabras, Federico Cocco; revisori Elisa Demartini, Antonio Dettori Cfr.

https://archiviostorico.unica.it/storia/regno-ditalia (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

54 Autori Stefano Carta, Antonio Dettori; revisore Elisa Demartini Cfr.

https://archiviostorico.unica.it/storia/italia-repubblicana (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

55 Autori Stefano Carta, Antonio Dettori; revisore Elisa Demartini Cfr.

https://archiviostorico.unica.it/storia/universita-oggi (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

56 Autori Laura Cogoni, Bruno Visentin; revisori Elisa Demartini, Antonio Cfr.

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Figura 6 Pagina dedicata alla storia dell’Università durante le riforme sabaude nel sito

archivistica.dh.unica.it

Figura 7 Pagina dedicata alla storia dell’Università durante le riforme sabaude nel nuovo sito

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A conclusione di ogni testo è stata inserita la bibliografia / sitografia cui gli autori hanno attinto; in tal modo, oltre a documentare la scientificità delle informazioni, si offre un ricco elenco di fonti bibliografiche cui gli utenti possono fare riferimento in caso avessero necessità di approfondire le proprie conoscenze.

Figura 8 Bibliografia essenziale presente alla fine di ogni testo presentato nel portale

2.2 Il patrimonio

Successivamente alla lettura della storia dell’università, l’utente è pronto a intraprendere il percorso tra le fonti, consultando gli inventari del patrimonio documentario conservato presso l’Archivio storico57 che ha sede nella sala al piano terra del palazzo del rettorato, in origine destinata ai docenti dei quattro Collegi accademici e chiamata la “stanza per vestirsi dei signori professori”58.

Prima dell’accesso alla consultazione dell’inventario, viene schematizzata la struttura dell’archivio che, attualmente, conserva tre fondi: il fondo dell’Università

57 https://archiviostorico.unica.it/patrimonio (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

58 La sala era decorata con tende e tappeti e vari arredi, in origine vi si accedeva lateralmente

attraverso una porta monumentale e un disimpegno che, a seguito di ristrutturazioni successive, fu adibito a portineria. L’antico uso della sala fu mantenuto sino ai primi anni del Novecento ma in seguito all’edificazione delle nuove sedi universitarie fu adibito a sala riunioni, uffici della segreteria studenti e, ancora, a stanza del prorettore. A ricordo dell’antico uso, rimangono le pitture a tempera sul soffitto, realizzate intorno al XIX secolo da mano ignota. Al centro della volta è rappresentata la dea Minerva, con l’elmo, i sandali, lo scudo e la lancia, e con ai piedi la tavolozza di colori, i pennelli e la carta, mentre in mano tiene una pergamena con la scritta ex

cerebro nata. Ai quattro angoli della volta sono raffigurate le allegorie delle quattro Facoltà

storiche dell’Università di Cagliari: Giurisprudenza, con la bilancia in una mano e la spada nell’altra; Medicina, con il bastone e il serpente; Filosofia e Belle Lettere, con gli strumenti da disegno e la sfera; e infine, Teologia con la croce, il calice, l’ostia e il capo velato. M. Rapetti, E. Todde, ‘La stanza per vestirsi dei signori professori’. Guida all’Archivio Storico dell’Università

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degli studi di Cagliari, composto dalle due sezioni: la Regia Università degli studi

di Cagliari (1764-1946) e l’Università degli studi di Cagliari (1946 - ), la prima

strutturata in due sottosezioni: la Sezione I (1764-1848) e la Sezione II (1848-1946), quest’ultima articolata in Serie omogenee parte I (1848-1900) e parte II

(1901-1946), e Carteggio parte I (1848-1900) e parte II (1901-1946); e due archivi

aggregati: l’Archivio Sonoro Demo-Antropologico Luisa Orrù e il fondo della Commissione municipale di ispezione delle scuole comunali (1861-1864).

Lo schema che segue serve ad aiutare l’utente a comprendere l’articolazione dell’archivio e a non sentirsi smarrito nel momento in cui intraprende la ricerca.

Figura 9 Struttura dell’archivio storico dell’Università di Cagliari

Archivio Storico dell'Università di Cagliari Università degli studi di Cagliari Regia Università degli studi di Cagliari (1764-1946) Sezione I (1764-1848) Sezione II (1848-1946) Serie omogenee Parte I (1848-1900) Parte II (1901-1946) Carteggio Parte I (1848-1900) Parte II (1901-1946) Università degli studi di Cagliari (1946 - ) Archivio Sonoro Demo-Antropologico Luisa Orrù (1984-1998) Commissione municipale di ispezione delle scuole comunali (1861-1864)

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26

A breve sarà possibile consultare in rete l’inventario della Sezione I (1764-1848) e quello delle Serie omogenee parte I (1848-1900), mentre, per quanto riguarda gli inventari del Carteggio parte I (1848-1900) e parte II (1901-1946)59, sono attualmente in fase di elaborazione, ma un primo strumento di consultazione è comunque disponibile presso l’archivio.

Il lavoro di riordinamento che ha portato alla redazione dell’inventario della

Sezione I è iniziato nel febbraio 2016, a seguito del cambio della direzione

scientifica dell’archivio60. Il nuovo strumento di corredo è stato predisposto da

Eleonora Todde e Mariangela Rapetti61 a seguito di un approfondito studio

storico-istituzionale dell’ente; studio che ha portato alla nuova organizzazione della sezione in dieci serie che riflettono il ruolo centrale del Magistrato sopra gli studi e delle facoltà nella gestione dell’ateneo62.

59 Il Carteggio è stato oggetto di un intervento di riordinamento nel quale si è provveduto a

ricostituire il piano di classificazione originario, sono state individuate le unità archivistiche che lo compongono, alle quali è stata attribuita la segnatura definitiva, condizionate con nuove camicie e faldoni. E. Todde, Governare un Ateneo. Segretari e archivisti al servizio della Regia

Università di Cagliari, Aipsa, Cagliari 2016, pp. 36-41.

60 Nel 2015 fu nominata nuovo referente scientifico dell’Archivio Cecilia Tasca, professore

ordinario di archivistica dell’Università di Cagliari.

61 Oggi entrambe Ricercatrici t.d. di Archivistica all’Università degli Studi di Cagliari.

62 Un primo intervento di schedatura sulla documentazione dell’Università fu portato avanti da una

Cooperativa di servizi archivistici agli inizi degli anni Duemila, che strutturò il fondo in due Sezioni: la Sezione I dal 1764 al 1848 e la Sezione II dal 1848 al 1900, con l’aggiunta del Carteggio 1901-1950. Nella Sezione I furono schedate 950 unità archivistiche e individuate 19 serie senza, però, un precedente studio dell’attività istituzionale. Oltre al fondo dell’Università furono individuati due archivi aggregati: la Commissione municipale di ispezione delle scuole

comunali e il Protomedicato generale di Sardegna. A partire dal 2012 l’Archivio storico ha

subito un secondo intervento di riorganizzazione che ha comportato lo spostamento di numerose unità all’interno delle serie, senza però lasciare traccia tangibile delle scelte adottate. Per tale ragione, nel 2016, quando Eleonora Todde e Mariangela Rapetti hanno iniziato il progetto di riordinamento dell’archivio, hanno deciso di riportare tutta la documentazione alla situazione precedente, ovvero al lavoro svolto dalla Memoria Storica. La schedatura, la ricartulazione del materiale e lo scavo archivistico nei locali di deposito dell’archivio hanno fatto emergere nuovi materiali che andavano a incrementare la Sezione; anche lo studio della normativa universitaria e il confronto con le altre università fecero emergere la necessità di un nuovo ordinamento, la stessa documentazione del Protomedicato era stata erroneamente trattata come archivio aggregato, mentre nelle Costituzioni del 1764, al titolo V si precisa che il segretario dell’Università doveva conservare le sessioni e gli atti di visita e condanna del Protomedicato. M. Rapetti, E. Todde, Archivio storico dell’Università di Cagliari. Sezione I (1764-1848)

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27 Le serie sono le seguenti:

1- Magistrato sopra gli studi 2- Facoltà

3- Protomedicato generale di Sardegna 4- Patrimonio e contabilità

5- Biblioteca

6- Museo di storia naturale e di antichità 7- Tribunale della regia Università 8- Scuole normali e inferiori 9- Miscellanea

10- Atti estranei

Per quanto riguarda le Serie omogenee parte I, sottosezione della Sezione II, che abbraccia l’arco cronologico compreso tra il 1848 e il 1900, è stata oggetto di riordino da maggio 2016 ad opera di Eleonora Todde63. La ricercatrice ha condotto una meticolosa verifica di tutte le unità costituenti la sottosezione, che ha portato alla luce una discordanza rispetto a quanto indicato nello strumento di ricerca presente nell’archivio, infatti, le unità documentarie erano aumentate e alcune serie erano state rinumerate e accorpate senza un apparente criterio. Per tale ragione si è reso necessario riordinare la sottosezione che oggi è composta da 15 serie e da 1.517 unità; la documentazione, tipologicamente omogenea, comprende in prevalenza registri e volumi ai quali è stata data una numerazione aperta64.

Le serie sono le seguenti:

1- Leggi e regolamenti universitari 2- Dispacci ministeriali

3- Consiglio universitario 4- Consiglio accademico 5- Consigli di facoltà

63 Durante i primi anni Duemila le Serie omogenee hanno subito un intervento di riordino e di

ordinamento portato avanti dalla Società cooperativa La memoria Storica di Cagliari. Originariamente era composta da 1.423 unità archivistiche, suddivise in 15 serie e 47 sottoserie a numerazione aperta, e fu redatto uno strumento di corredo cartaceo nel quale veniva descritta ogni unità. Dal 2012 al 2015, insieme alla Sezione I, ha subito un secondo intervento di riordinamento che però non ha portato alla produzione di un nuovo strumento di corredo. La mancanza di uno strumento che giustificasse gli spostamenti e le aggiunte del materiale, ha portato Eleonora Todde a riportare la documentazione all’ordinamento originario valutando ogni modifica riscontrata e motivando tutti i nuovi inserimenti. E. Todde, L’Archivio storico

dell’Università di Cagliari. Sezione II – Serie omogenee (1848-1900) Inventario, Cleup, Padova

2019, pp. 37-39

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28 6- Corpo accademico

7- Manifesti del Consiglio universitario e del rettore 8- Carteggio tra il rettore e i presidi di facoltà 9- Personale

10- Studenti 11- Patrimonio

12- Scuole secondarie e Scuole elementari 13- Copialettere

14- Protocolli della corrispondenza 15- Miscellanea

La schedatura del materiale di entrambi gli inventari è stata realizzata per mezzo dell’applicazione web open source per la descrizione di archivi storici Archimista, prima nella versione 2.2 e poi 3.065.

Una volta concluso il lavoro di redazione dell’inventario, si è deciso di non mettere a disposizione degli utenti una versione pdf dello strumento di corredo, che si sarebbe potuto rivelare per gli utenti poco pratico da consultare, bensì di sfruttare appieno le potenzialità del software di descrizione utilizzato che consente la pubblicazione online tramite la versione ArchiVista, prima noto come Archimista Web.

Grazie a questo strumento l’utente potrà consultare la struttura multi livellare ad albero rovesciato e reperire le informazioni che gli interessano maggiormente nel minor tempo possibile, inoltre, risulta indubbiamente più pratico rispetto alla consultazione di un file pdf66.

65 L’applicazione è nata da un accordo di collaborazione sottoscritto nel 2010 tra Regione

Lombardia, Regione Piemonte e Direzione Generale per gli Archivi. Il coordinamento è stato garantito dall’Università degli Studi di Pavia nelle fasi iniziali, dal Politecnico di Milano dal 2012 ad ottobre 2018, e da ottobre 2018 da Regione Lombardia con Lombardia Informatica spa (LIspa). Archimista consente il censimento, il riordino, l’inventariazione e la realizzazione di banche dati di descrizione degli archivi storici in coerenza con gli standard internazionali (ISAD, ISAAR) e nazionali (NIERA); la descrizione secondo standard nazionali e relativi vocabolari di fotografie, disegni e stampe, inoltre consente l’associazione di oggetti digitali, jpg e pdf, alle pertinenti descrizioni archivistiche. Il software è rilasciato in due versioni: la versione stand alone per il lavoro individuale in assenza di rete e la versione server per il lavoro su postazioni remote che consente l’intervento simultaneo di più operatori Cfr. https://www.

regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/Enti-e-Operatori/cultura/Biblioteche-ed-archivi/archimista/archimista (ultimo ac-cesso: 28 agosto 2020).

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Figura 10 Pagina dedicata al patrimonio nel sito archivistica.dh.unica.it

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2.3 Altri archivi

Questa sezione è dedicata alla documentazione che riguarda l’Università di Cagliari conservata presso altri archivi, pertanto, non solo si informa l’utente del fatto che il patrimonio è frammentato, ma gli viene indicato verso quale archivi indirizzare le proprie ricerche67. La documentazione conservata presso l’Archivio storico, infatti, attualmente comprende gli atti prodotti dall’amministrazione centrale dell’ateneo, dalla rifondazione dal 1764 al 1946, anno della cessazione della regia Università.

Il patrimonio documentario relativo alla fondazione dell’Università e al primo periodo di gestione accademica68 durante la dominazione spagnola è conservato presso l’Archivo de la Corona de Aragón, nell’Archivo General de Simancas e nell’Archivium Romanum Societatis Iesu; ma poiché nel periodo compreso tra il 1620 e il 1763 l’ateneo fu sotto le dipendenze comunali, i documenti sono conservati presso l’archivio comunale di Cagliari69; per le lacune che riguardano il periodo sabaudo, invece, bisogna far riferimento agli Archivi di Stato di Cagliari70 e Torino71; non bisogna tralasciare, infine, la Biblioteca Universitaria di Cagliari72 che custodisce, oltre gli Annuari, una parte cospicua delle tesi di laurea degli studenti graduati presso il nostro ateneo.

In questi ultimi anni la cattedra di Archivistica, sempre attraverso il software Archimista, ha portato avanti il lavoro di schedatura e di descrizione del patrimonio documentario relativo all’università conservato presso l’Archivio di Stato e

67 Le informazioni restituite riprendono integralmente quanto proposto in Archivistica.dh, ciò che

è cambiato è l’adattamento grafico.

68 Questo argomento è stato oggetto del progetto di ricerca condotto da Mariangela Rapetti, dal

titolo L’ateneo di Cagliari negli archivi italiani e spagnoli. Dallo “Studio Generale” alla “Regia

Università degli Studi” (1543-1848), i cui esiti sono stati pubblicati con il medesimo titolo in

Giambastiani, Gli archivi delle Università, pp. 109-136.

69 Cfr. https://archiviostorico.unica.it/archivio-storico-del-comune-di-cagliari (ultimo accesso:

24settembre 2020).

70 Italia, Cagliari, Archivio di Stato, Segreteria di Stato e di guerra del Regno di Sardegna, serie 2,

categoria VI Pubblica istruzione, regia Università degli Studi di Cagliari, bb. 799-817, Cfr. https://archiviostorico.unica.it/archivio-di-stato-di-cagliari (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

71 Italia, Torino, Archivio di Stato, Sez. Corte, Paesi, Sardegna, Politico, categoria 10, Università di

Cagliari. Per maggiori informazioni si consulti https://www.archiviostorico.unito.it/it (ultimo accesso 28 agosto 2020).

72 Italia, Cagliari, Biblioteca Universitaria, Fondo antico, Fondo Baille, Manoscritti, Manoscritti

Numerazione Romana, Salone, Cfr. https://archiviostorico.unica.it/biblioteca-universitaria-di-cagliari (ultimo accesso 28 agosto 2020).

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l’archivio comunale73; come si vedrà più avanti anche il materiale custodito presso la Biblioteca Universitaria è stato censito, in questo modo, non solo si segnala all’utente in quali archivi reperire le fonti ma anche quali informazioni esse contengono.

Figura 12 Pagina dedicata al patrimonio che riguarda l’Università conservato presso l’archivio di

Stato di Cagliari nel sito archivistica.dh.unica.it

73 Per i risultati del lavoro di schedatura e descrizione dei documenti conservati presso l’Archivio

di Stato si vedano le tesi di laurea in Beni Culturali e Storia e società di: F. Aymerich, I documenti

del “Magistrato sopra gli studi” nell’Archivio di Stato di Cagliari (1764-1823); F. M. Serra, L’Università degli Studi di Cagliari tra il 1824 e il 1833 attraverso i documenti della Segreteria di Stato e di Guerra dell’Archivio di Stato di Cagliari; M. Fanari, I documenti della Regia Università di Cagliari nell’Archivio di Stato (1833-1839); J. P. Bissiri, I documenti dell’Università di Cagliari conservati nell’Archivio di Stato (1840-1843), e I. Porru, I documenti della Regia Università di Cagliari nell’Archivio di Stato (1844-1850); mentre per l’Archivio

comunale la tesi di laurea in Beni Culturali di F. Pillosu, Documenti relativi all’Università degli

Studi di Cagliari conservati nell’Archivio Storico Comunale (1603-1840);

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Figura 13 Pagina dedicata al patrimonio che riguarda l’Università conservato presso l’archivio di

Stato di Cagliari nel nuovo sito dell’archivio storico

2.4 Pubblicazioni e tirocini

Queste due sezioni offrono una ricca bibliografia per chi è interessato allo studio della storia dell’Università di Cagliari74. La sezione delle pubblicazioni è dedicata

74 Le informazioni restituite riprendono integralmente quanto proposto in Archivistica.dh, ciò che

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33

a tutti i testi scientifici, editi dal 2015 a oggi, che hanno per oggetto l’ateneo75; mentre la sezione dei tirocini76 spiega le attività che gli studenti portano avanti nell’archivio. Gli studenti sono coinvolti nelle quotidiane attività di schedatura e descrizione del patrimonio documentario attraverso l’uso del software di descrizione in uso nell’archivio; vengono inoltre coinvolti nelle attività di ricerca e di promozione, come ad esempio, la notte dei ricercatori, Monumenti Aperti, Unica Comunica, nel corso delle quali vengono organizzate mostre e visite guidate. Al termine del tirocinio molti studenti hanno scelto l’Archivio storico per le loro tesi di laurea, nella pagina vengono elencati tutti i titoli e, previo consenso degli autori, è stato inserito in allegato il pdf delle tesi, che può essere liberamente consultato.

Figura 14 Pagina dedicata ai tirocini nel sito archivistica.dh.unica.it

75 https://archiviostorico.unica.it/pubblicazioni (ultimo accesso: 24 settembre 2020). 76 https://archiviostorico.unica.it/tirocini (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

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Figura 15 Pagina dedicata ai tirocini nel nuovo sito dell’archivio storico

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Figura 17 Pagina dedicata alle pubblicazioni nel nuovo sito dell’archivio storico

2.5 Percorsi tematici

Se sotto la voce “Patrimonio” trovano spazio i mezzi di corredo tradizionali di un archivio, qui si dà spazio, da una parte, a nuovi strumenti di ricerca realizzati sulla base delle informazioni maggiormente richieste dagli utenti che in questi ultimi anni hanno frequentato l’archivio; e dall’altra a informazioni che sarebbe molto complesso reperire, in quanto per averle l’utente sarebbe costretto a consultare una pluralità di materiali documentari che non è detto siano conservati tutti presso l’Archivio storico dell’Università.

I percorsi tematici realizzati sono:

- Facoltà77, che ripercorre la storia delle quattro facoltà storiche dell’Ateneo

cagliaritano esaminando le varie evoluzioni subite nel corso dei secoli. I testi sono stati redatti sulla base delle pubblicazioni della collana a esse dedicata78;

77 https://archiviostorico.unica.it/facolta (ultimo accesso: 24 settembre 2020).

78 M. Rapetti, ‘Le qualità che debbon concorrere a formare un eccellente medico’. Il Collegio di Medicina nell’Archivio Storico dell’Università di Cagliari. Sezione I (1764-1848), Grafica del

Parteolla, Dolianova 2017; E. Todde, La Facoltà di Medicina e Chirurgia nell’Archivio Storico

dell’Università di Cagliari. Parte I, Sezione II – Serie omogenee (1848-1900), Grafica del

Parteolla, Dolianova 2017; S. Barbarossa, E. Todde, ‘L’avanzamento delle lettere, dal quale in

gran parte dipende la felicità dello Stato’. La Facoltà di Filosofia e Belle Arti nell’Archivio Storico dell’Università di Cagliari. Sezione I (1764-1848), Grafica del Parteolla, Dolianova

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- Docenti, attualmente non consultabile in quanto ancora in fase di elaborazione da parte della dottoressa Laura Cogoni79.

Le informazioni che fornirà saranno le seguenti: ▪ nome e cognome

▪ data e luogo di nascita ▪ data e luogo di morte ▪ formazione

▪ carriera accademica

▪ eventuale carriera extra-accademica (ad esempio politica o nella gerarchia ecclesiastica) e riconoscimenti

▪ filoni di ricerca e produzione scientifica ▪ fonti archivistiche

▪ riferimenti bibliografici.

- Studenti, che consente agli utenti di consultare la carriera degli studenti che si immatricolarono presso l’Università di Cagliari.

Questi ultimi due strumenti, che nel nuovo sito vengono presentati nella sezione “Progetto”, sono indirizzati sia a utenti specializzati come ricercatori e storici sia a utenti non specializzati che, mediante piccoli semplici passi, possono recuperare le informazioni sulla carriera accademica di un docente o di uno studente. Nel momento in cui saranno pubblici entrambi saranno complementari in quanto l’utente nel medesimo strumento potrà ricercare sia studenti che docenti, la scheda della persona oggetto della ricerca sarà unica, dunque, se oltre ad aver studiato a Cagliari è stato anche docente e magari anche rettore l’utente leggerà la carriera completa senza doversi spostare da uno strumento all’altro.

dell’Università di Cagliari. Sezione Seconda (1848-1900), Grafica del Parteolla, Dolianova

2018; i volumi relativi alla storia delle Facoltà di Giurisprudenza, Scienze e Teologia sono in corso di pubblicazione a cura di Grafica del Parteolla, Dolianova.

79 Il database dei docenti si sta realizzando nell’ambito del progetto di dottorato in Storia, Beni

culturali e Studi internazionali dell’Università di Cagliari, condotto dalla dott.ssa Laura Cogoni dall’ottobre 2019. L’obiettivo del progetto è quello di costruire un database con le schede biografiche dei docenti che hanno insegnato nell’Ateneo cagliaritano dalla sua prima fondazione nel 1623 fino al 1946.

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3. Il database degli studenti dell’Università degli Studi di

Cagliari

L’idea di realizzare un database che riassumesse la carriera universitaria degli studenti che frequentarono l’Ateneo cagliaritano è nata, in primo luogo, in seguito alle numerose richieste di reperimento di informazioni sull’argomento; in secondo luogo a seguito della constatazione delle difficoltà che l’utente e l’archivista, nel caso in cui la richiesta fosse presentata da chi non poteva recarsi in sala studio, incontravano nell’estrapolazione dei dati. Infatti, se consultare le tesi di laurea era abbastanza semplice poiché sono tutte schedate e descritte, conoscere i dati sulla carriera dello studente si dimostrava molto più complesso e tortuoso; da una parte perché per il Settecento e l’Ottocento non era prevista la compilazione di un registro in cui annotare i dati dall’immatricolazione alla laurea, e dall’altra perché la frammentazione delle informazioni richiedeva la necessità di consultare documenti e registri non corredati da indici, ciò obbligava chi intraprendeva la ricerca a sfogliare e leggere anche migliaia di carte e implicava un dispendio di tempo che molto spesso né l’utente né l’archivista avevano a disposizione. Per tale ragione si è ritenuto opportuno realizzare un database che potesse raccogliere tutte le informazioni e generare una scheda riassuntiva della carriera dello studente che l’utente avrebbe potuto consultare liberamente sia in sala studio sia sul sito web dell’archivio storico.

Illuminanti sono stati i lavori già realizzati dalle Università di Torino e di Bologna, le peculiarità dei due database hanno fornito lo spunto per riflettere su quali dati restituire perché imprescindibili – come il luogo di nascita, la facoltà, l’anno di laurea – e sopra quali aspetti si poteva lavorare per restituire all’utente il maggior numero di informazioni sulla base della documentazione conservata.

Riferimenti

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