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Il laboratorio galenico a servizio della farmacia

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Academic year: 2021

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TITOLO : IL LABORATORIO GALENICO AL SERVIZIO DELLA FARMACIA

INTRODUZIONE

………...pag 4

CAPITOLO 1:

Il laboratorio galenico della Farmacia……….pag 6

1.1 Storia del Laboratorio Galenico 1.2 La Normativa 1.3 Tipologie di preparati Galenici

1.3.1 I preparati Magistrali 1.3.2 I preparati Officinali 1.3.3 I preparati “Salutistici” 1.4 Laboratori Esterni

CAPITOLO 2:

Il laboratorio galenico al servizio della farmacia..pag 26

2.1 Importanza della conoscenza del territorio, per l’impostazione del Laboratorio Galenico

2.2 Esempi di preparati allestibili nel laboratorio galenico senza ricetta medica

2.2.1 Preparati Officinali 2.2.2 Preparati Salutistici

2.3 Innovazioni in campo galenico: la cannabis

CAPITOLO 3: Il banco della farmacia al servizio del laboratorio galenico………..pag 54

3.1 Promozione dei prodotti del laboratorio galenico al banco

3.2 Tecniche di vendita utili alla proposta di prodotti del Laboratorio Galenico 3.2.1 Vendita dei prodotti del Laboratorio Galenico

3.2.2 Vendita dei prodotti del Laboratorio in abbinamento a prodotti industriali o servizi in farmacia

3.3 Allestimento di preparazioni in base ad uno specifico periodo dell’anno: preparazioni autunnali

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CAPITOLO 4: Analisi economica della “business unit” Laboratorio Galenico………..pag 77

4.1Analisi economica di due farmacie campione a confronto.

4.2 Economicità nella produzione di un preparato galenico rispetto al prodotto industriale.

CONCLUSIONI………pag 87 BIBLIOGRAFIA………....pag 92 SITOGRAFIA………pag 93

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INTRODUZIONE

Le documentazioni della storia della farmacia testimoniano che fino al XXVIII secolo ed ai primi trent'anni del XIX, la maggior parte dei rimedi venduti in farmacia venivano composti direttamente dal farmacista, attribuendo a questo la figura di “preparatore tecnico” pur mantenendo comunque la sua funzione di “dispensatore ” . In questo contesto prese forma la struttura del Laboratorio Galenico che era considerato una parte essenziale per garantire l’assistenza farmaceutica. Col passare del tempo, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale e l’avvento dell’industria farmaceutica nella maggior parte della farmacie, l'attività del farmacista quale “preparatore tecnico” subì una progressiva riduzione fino a considerarla un’attività residuale. In effetti, la possibilità di poter disporre con immediatezza di farmaci via via sempre più numerosi, tecnicamente ineccepibili e terapeuticamente efficaci, realizzati da industrie farmaceutiche al passo con i progressi farmacologici e tecnico-farmaceutici, indusse la classe medica a considerare selettivamente la specialità medicinale. Oggi si sta assistendo ad una ripresa dell’attività del farmacista preparatore di medicinali magistrali e galenici vista la sempre maggiore esigenza di personalizzazione della prescrizione medica nei confronti di soggetti allergici o per l’esigenza di avere un dosaggio diverso di un farmaco non presente come prodotto industriale. Anche le preparazioni officinali ,che possono essere preparate seguendo solamente le direttive preposte dalla Farmacopea Ufficiale e dispensate liberamente dal farmacista senza l’ausilio della ricetta medica, hanno subito una ripresa non indifferente. Importante rilevanza hanno anche i prodotti salutistici, facenti parte degli integratori alimentari e prodotti erboristici , ed ottenute da ingredienti di origine vedetale e presentati al

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cliente non come medicinali dotati di attività terapeutica , ma come “prodotti” in grado di coadiuvare le normali attività fisiologiche. Questi rimedi possono essere utili soprattutto nei casi di disturbi di lieve entità ,che spesso accompagnano il paziente nella vita quotidiana. Il farmacista sfruttando la produzione di prodotti officinali e salutistici può realizzare prodotti a “marchio farmacia” da vendere liberamente senza la ricetta medica. Successivamente alla produzione acquista un ruolo importante la presentazione e vendita di tali prodotti, che può permettere di ottenere una “fidelizzazione” del cliente , dovuta principalmente ad un alto grado di soddisfazione da parte del cliente che a sua volta si traduce in un elevato tasso di fedeltà. Questo è permesso dalla presenza di un’entità fondamentale : il Banco della farmacia. Questo infatti è il primo punto di contatto tra il farmacista e il cliente e quindi anche tra il laboratorio galenico e il paziente . Attraverso un’accurata collaborazione si possono ottenere ottimi risultati che permetteranno un futuro “nuovo” a partire da una “tradizione“ quale è quella del laboratorio galenico.

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CAPITOLO 1:

Il laboratorio galenico della Farmacia

1.1 Storia del laboratorio galenico

La Galenica, aspetto “dimenticato” della professione di farmacista, relegata oggi ad essere solo uno dei tanti servizi offerti dalla farmacia moderna, è, in realtà, il cuore stesso e l'anima di questa professione. Può essere quindi molto interessante ed importante andare ad indagare e a prendere coscienza della memoria storica di questa attività. Vediamo allora di definire cosa sia la galenica e di esaminare la sua evoluzione nel periodo storico compreso tra il XIX e il XX secolo.  La Galenica consiste nella preparazione di un medicinale in forma e dose si medicamento “secundum artem”, ed è competenza importante ed esclusiva del farmacista. Il periodo storico preso in esame è caratterizzato da una vera e propria metamorfosi della farmacia. Agli inizi dell'800 il farmacista veniva considerato ancora l'unico “artefice” del farmaco, fondando la sua attività essenzialmente sull'allestimento dei medicamenti. Era quindi un preparatore che in virtù del bagaglio culturale complesso posseduto, eseguiva su prescrizioni dei medici ed a partire da droghe vegetali ed altre sostanze di origine naturale, la preparazione del medicinale composto. Il farmacista deteneva quindi il monopolio del farmaco, con una conoscenza globale e perfetta del medicamento. A metà dell'800 il farmacista iniziò a prendere coscienza dei propri mezzi e si avventurò alla

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ricerca di nuove sostanze contribuendo così allo sviluppo della farmacologia. Furono quindi isolati per la prima volta, e poi identificati, i principi attivi, le vere entità funzionali a cui la droga doveva la sua azione. Iniziarono a questo punto tentativi di sintesi di composti chimici con struttura simile alle sostanze naturali isolate per migliorarne e potenziarne gli effetti terapeutici.

L'effettiva efficacia di queste nuove sostanze cambiò l'assetto generale della terapia e della farmacia. Fino a quel momento (agli inizi del 1900) , infatti, non esistevano le specialità medicinali “industriali” come siamo abituati ad usare oggi, e il farmacista era chiamato a sopperire a tale mancanza con la preparazione del galenico e del magistrale; per la prima volta quindi i farmacisti, iniziarono a produrre specialità proprie, cioè prodotti pronti per la cura di lievi patologie, con nome di fantasia, unici e distintivi per quella farmacia, proposti al paziente senza obbligo di ricetta medica. L'attività del Laboratorio della farmacia quindi aumentò vertiginosamente tanto che, a volte, le quantità prodotte furono di tale portata da condurre alla nascita di vere e proprie industrie farmaceutiche come per esempio, la Farmacia Carlo Erba e la Farmacia Zambeletti. Durante gli anni '20 altre importanti scoperte come l'isolamento delle vitamine (vitamina B1 fu la prima nel 1910) e degli ormoni (come l'insulina nel 1926) determinarono la nascita della moderna chimica farmaceutica. Iniziò quindi una notevole trasformazione delle preparazioni galeniche sia in farmacia che in ambito ospedaliero, con l'abbandono di molte droghe vegetali e principi attivi storici, sostituiti sempre più spesso nelle ricette mediche dalle nuove molecole sintetizzate dall'industria. Queste sostanze giunsero nelle farmacie sotto forma di materie prime per la loro trasformazione in una forma farmaceutica fruibile dal paziente da parte del farmacista. Durante la Prima Guerra Mondiale le difficoltà di approvvigionamento e reperimento delle nuove sostanze

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determinarono un ritorno verso prodotti tradizionali di origine vegetale e un provvisorio aumento delle preparazioni galeniche. Dopo la Prima Guerra Mondiale fu l'industria ad allestire le specialità di sintesi già con la loro forma farmaceutica, la loro confezione, il loro nome. Le specialità industriali acquistarono così sempre maggiore spazio in farmacia con conseguente perdita d'importanza delle preparazioni galeniche. Il ruolo del farmacista diventò pian piano quello di dispensatore di specialità piuttosto che di preparatore. L'industria farmaceutica si fece spazio con conseguenti importanti scoperte nel campo farmacologico fra le quali la cruciale scoperta della penicillina nel 1943. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il mercato del farmaco si espanse enormemente (psicofarmaci, cortisonici, antistaminici, antitumorali) e sempre in misura maggiore la ricerca e la produzione si spostò in ambito industriale. Negli anni '60 si arrivò ad un crollo della galenica, sia in farmacia privata che in ambito ospedaliero, attività ritenuta ormai economicamente irrilevante. Da questo momento fino alla fine degli anni '80 la produzione galenica rimase limitata a pochissime farmacie di nicchia con preparazioni quasi esclusivamente ad uso dermatologico. Nell'ultimo decennio del XX° secolo si è finalmente cominciato a rivalutare, in modo modesto ma progressivo, il farmacista preparatore, in quanto nella realtà sociale e culturale di oggi nasce il bisogno di una figura competente che sappia consigliare, indirizzare e creare degli aiuti, delle "terapie di sostegno" personalizzate alle esigenze specifiche del paziente. Possiamo, quindi, evincere come nell'arco del secolo scorso la figura del farmacista-preparatore abbia subito una trasformazione passando da speziale prima, a protagonista completo del farmaco, per poi assumere il ruolo di dispensatore di specialità. Al giorno d’oggi speriamo di invertire questa tendenza e di rivalutare le tante potenzialità del laboratorio galenico della farmacia. La preparazione galenica, infatti, significa non ritorno al passato, ma anzi, offre la possibilità di

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migliorare e personalizzare il rapporto con il paziente e con il medico assicurando, innanzitutto, qualità, sicurezza ed efficacia, e recuperando in parte quel ruolo globale avuto nel passato. Andando ad osservare infatti i vantaggi che questa può offrirci, possiamo vedere che la galenica trova il suo razionale e la sua utilità nella possibilità di offrire un prodotto non reperibile nel normale ciclo distributivo , di personalizzarlo in base alle specifiche esigenze del paziente, e può costituire un valido alleato anche in campo estetico. Solitamente un preparato galenico viene richiesto quando ci si trova in determinate condizioni:

• Necessità di un farmaco con dosaggio diverso rispetto ai medicinali già in commercio a livello industriale;

• Necessità di produrre una formulazione idonea per un bambino che non è presente in commercio a livello industriale ;

• In casi di soggetti allergici o intolleranti a sostanze o eccipienti presenti in prodotti industriali già commercializzati;

• Modifica della forma farmaceutica in maniera tale che sia più incline al paziente rispetto a un prodotto industriale già commercializzato;

• Per la preparazione di medicinali “orfani” ritirati dalle industrie farmaceutiche perché non più convenienti;

In questi casi la galenica riesce quindi a rappresentare un’ottima alternativa alle problematiche create dall’uniformità dei prodotti commerciali che, anche se presenti talvolta in svariati dosaggi, possono non essere totalmente inclini alle esigenze dei pazienti, inoltre la possibilità di personalizzazione permette una risposta significativa a svariate domande di “salute” e bisogni individuali non risolti. Questo aspetto peculiare della professione del farmacista risulta quindi ancora oggi molto affascinante, ma è essenziale sempre una adeguata competenza e il rispetto delle numerose norme previste per garantire in ogni

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fase del processo di preparazione la qualità, l’ efficacia e la sicurezza del prodotto galenico.

1.2 La Normativa

L’allestimento di preparati in farmacia trova la sua fonte di legittimazione a livello legislativo, dall’AUTORIZZAZIONE all’APERTURA della FARMACIA, qui infatti sono presenti delle direttive che stipulano i requisiti minimi1 della struttura della farmacia, fra i quali si ritrova l’obbligo della presenza di un Laboratorio Galenico. Si può quindi evincere da questo che, nel momento in cui una farmacia riceve l’autorizzazione all’apertura , riceve anche “l’autorizzazione alla preparazione di un medicinale” nel Laboratorio Galenico. Il farmacista dispone di un Laboratorio che è obbligato ad allestire per legge con apparecchi e strumenti indicati nella tabella 6 della Farmacopea Ufficiale. Dopo aver ricevuto la possibilità di avviare l’attività del Laboratorio Galenico ,quindi il farmacista preparatore riceve un importante ausilio dalla Farmacopea Ufficiale, in quanto questa rappresenta un supporto culturale nell’attività di preparazione di medicinali del farmacista dato che riporta le Norme di Buona Preparazione (NBP). Queste nascono con lo scopo di garantire la qualità come supporto imprescindibile all’efficacia e alla sicurezza del medicinale. Sin dalla prima versione (FU IX ed.) risalente al 1989 sono state date precise indicazioni tecniche per la gestione del laboratorio della farmacia da seguire come “linee guida” nell’allestimento dei medicinali magistrali e da considerare “precetti” nella preparazione di quelli officinali. Apparvero degli elementi per quel tempo innovativi, quali: il certificato di analisi delle materie prime, l’impiego di “procedure” per consentire di omettere i controlli analitici, la documentazione del preparato con la numerazione delle ricette e dei lotti, gli accorgimenti da seguire durante le operazioni di preparazione, la necessità di poter “tracciare” la storia

                                                                                                                         

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tecnica del preparato, eccetera. Nella successiva versione delle NBP (FU XI ed. 2002), entrate in vigore il 1 gennaio 2004, si sono approfonditi i concetti di responsabilità, pianificazione e documentazione delle attività e gli aspetti relativi alla buona pratica di preparazione dei medicinali, quali: qualità delle materie prime, controllo costante e documentato delle diverse fasi di lavoro, manutenzione e calibrazione della strumentazione, aggiornamento continuo e specifico del personale, ecc.. Inoltre, è venuta meno la distinzione di comportamento tra magistrale e officinale, cioè tra “linee guida” e “precetti”, con l’effetto che le attuali NBP si applicano indistintamente alle preparazioni, magistrali e officinali, eseguite nelle farmacie aperte al pubblico e ospedaliere. Per la gestione del laboratorio è previsto che la farmacia utilizzi procedure scritte. Tali procedure sono state elaborate da Società Italiana Farmacisti Preparatori (SIFAP), Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO) e Associazione Farmaceutici Industria (AFI) e successivamente accreditate dalla FOFI . Le NBP prevedono che la farmacia che esegue preparati non sterili possa discostarsi in parte da quanto previsto, purché sia in grado di mantenere sotto controllo l’intero processo. Questa possibilità è stata definita con il DM 18.11.03 che ha introdotto procedure “semplificate” in sostituzione di quelle accreditate dalla FOFI, oltre a variare qualche adempimento. La parola definitiva è stata pronunciata dal Ministero della Salute con il successivo DM 22.06.05, precisando che la farmacia può liberamente scegliere di applicare le procedure “semplificate” del DM 18.11.03 o quelle “integrali” accreditate dalla FOFI, fermo restando l’obbligo di applicare queste ultime per le preparazioni sterili e per i preparati tossici, antitumorali e radiofarmaci, che devono essere manipolati in apposite e dedicate cappe biologiche di sicurezza. Tali normeintervengono su specifici aspetti sotto elencati2:

                                                                                                                         

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• Laboratorio :

deve avere un’unicità di destinazione, essere indipendente dalla restante struttura ed avere possibilità di separazione; qualora l’area di lavoro non sia separabile, le preparazioni devono essere fatte durante l’orario di chiusura, fatti salvi i casi di urgenza. In tale caso, controllare l’accesso alla zona di lavoro vietandolo a personale non addetto.

Inoltre il laboratorio deve avere delle caratteristiche fondamentali come: pareti lavabili a base di pitture che sopportino il lavaggio; luce solare controllabile; se richiesto dalla preparazione umidità e temperatura regolabili.

• Attrezzature :

devono essere quelli obbligatori previsti dalla tabella numero 6 della FU XII , adeguate inoltre al tipo e al numero di preparazioni. Consistono sia in strumenti come per esempio densimetri, bilance, cappe di aspirazione e bagno maria ma anche in vetreria come per esempio cilindri graduati, imbuti, pipette etc. ogni materiale non deve andare ad alterare le materie prime utilizzate , e deve subire una manutenzione e un controllo periodico.

• Pulizia e manutenzione:

nella FU XII vengono inserite nozioni riguardanti la pulizia di:

o Locali, impianti ,arredi e attrezzature: con lo scopo di garantire una pulizia e una disinfezione delle aree destinate alla produzione nel rispetto degli operatori e dei prodotti.

o Vetreria e utensili: innanzitutto devono essere materiali compatibili con il preparato finale e che non vadano ad alterarlo, inoltre devono subire una pulizia ogni volta che vengono utilizzati e conservati in maniera da preservare lo stato di pulizia.

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Il farmacista responsabile ha il compito di verificare inizialmente e periodicamente la validità di procedura di pulizia, mentre la sua applicazione è responsabilità dell’operatore e viene controllata successivamente dal farmacista responsabile.

• Materie prime:

La scelta delle materie prime (principi attivi, eccipienti e solventi) da impiegare deve essere accurata e prevedere un’attenta valutazione di:

o specifiche di qualità riportate nelle monografie di una Farmacopea in vigore.

o certificato di analisi che attesta la verifica analitica dei dati riportati nella monografia di prodotto della Farmacopea . Questo certificato è obbligatorio e deve contenere la provenienza e il nome del produttore, il lotto di produzione, i dati analitici rispondenti alla F.U., le condizioni di manipolazione e di conservazione, le eventuali impurezze presenti e la loro concentrazione e la data limite di utilizzazione e/o di rititolazione: questo certificato deve essere datato e firmato dal responsabile di qualità del produttore.

La conservazione delle materie prime deve avvenire seguendo le indicazioni del produttore. Prima dell’uso nella preparazione le materie prime devono essere sottoposte a controlli allo scopo di accertarne la qualità e l’idoneità all’uso.

• Gestione del personale:

Il personale addetto alla preparazione dei medicinali nel laboratorio galenico deve avere la qualifica e le competenze necessarie. Il responsabile di ogni preparazione deve essere un farmacista laureato , il quale può far eseguire parte delle operazioni più semplici e ripetitive ad un tecnico o ad un

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tirocinante , pur che sia autorizzato e sotto la sua diretta supervisione. I compiti devono essere decisi e messi per iscritto al fine di migliorare la gestione del laboratorio stesso. La figura del farmacista responsabile può essere ricoperta sia dal titolare della farmacia, ma anche da un farmacista laureato impiegato nella farmacia con la delega da parte del titolare stesso.

• Documentazione dei preparati galenici:

Per realizzare il sistema di assicurazione della qualità è necessaria una documentazione, scritta o su sistema informatico, redatta in modo chiaro, datata e sottoscritta dal titolare o dal direttore responsabile. Viene utilizzata per monitorare tutte le fasi della preparazione e gli strumenti necessari, al fine di garantire la qualità del prodotto. Si tratta dunque di una documentazione che possa “tracciare” la “storia” di un preparato in farmacia. I documenti obbligatori possono essere diversi se si tratta di preparati officinali (dove si richiede semplicemente il foglio di lavorazione) , o di preparati magistrali (dove è richiesta la ricetta del medico e il foglio di lavorazione) . I fogli di lavorazione devono essere conservati inoltre dal farmacista per i sei mesi successivi alla data di preparazione.

• Operazione di preparazione:

Tutte le procedure e le istruzioni di lavoro devono essere riportate in forma scritta, in dettaglio e devono essere corredate di un foglio di lavoro in cui vengano riportate, anche dall'operatore, le varie fasi della preparazione. Nelle istruzioni andranno anche indicati tutti i controlli da eseguire. Procedure particolari dovranno essere previste in caso di utilizzazione di prodotti pericolosi e/o nocivi e inoltre le istruzioni dovranno essere periodicamente aggiornate.

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l’etichetta ha lo scopo di rendere perfettamente identificabile il prodotto preparato all’interno del laboratorio galenico. I parametri da rispettare nella redazione dell’etichetta sono diversi se si tratta di preparati officinali o magistrali in particolare questi ultimi prevedono a differenza dei primi l’aggiunta nell’etichetta dei dati del medico prescrittore.

• Controlli :

La qualità e di conseguenza la sicurezza e l'efficacia del preparato dipendono: o dall'uso corretto dei componenti,

o dai calcoli eseguiti,

o dall'accuratezza e dalla precisione delle pesate e dei volumi, o dal rispetto delle procedure e da appropriate condizioni operative Il farmacista responsabile deve comunque sempre effettuare, qualunque sia il tipo e la quantità del preparato allestito, alcuni controlli sul prodotto finito, eseguiti da personale con formazione ed esperienza lavorativa documentate:

· verifica della correttezza delle procedure eseguite, · controllo dell'aspetto,

· controllo del confezionamento e in particolare della sua tenuta,

· verifica della corretta compilazione dell'etichetta compresa l'indicazione delle modalità di conservazione e di vendita. Nel caso di forme farmaceutiche a dose unica per esempio si controlla l’uniformità di massa che non deve discostarsi dal + 10% del peso medio del campione prescelto.

La figura del Farmacista Responsabile è importante in quanto ha l’obbligo di accertarsi che tutta la documentazione relativa alla preparazione eseguita sia in ordine.

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1.3 Tipologie di preparati galenici

È possibile individuare nel laboratorio diverse varianti di prodotti che possono essere allestiti in base alle esigenze della clientela della farmacia. Possiamo quindi definire che i preparati allestibili nel laboratorio galenico possono essere suddivisi in 3 gruppi:

• Preparati magistrali • Preparati officinali • “Preparati” salutistici

1.3.1 I preparati magistrali

Le preparazioni magistrali sono quelle che il farmacista esegue estemporaneamente in farmacia “secundum artem” seguendo la prescrizione del medico che indica espressamente qualità e quantità di ogni componente adattando la formulazione alle specifiche necessità del suo paziente e, comunque , attenendosi alle recenti disposizioni sul “consenso informato” e alle limitazioni e obblighi introdotti con la legge. Il farmacista non può quindi allestire di per sè preparati magistrali, e questi sono allestiti principalmente per soddisfare alcune esigenze del paziente o indicazioni del medico , in base alla patologia da trattare (solitamente per la richiesta di farmaci non presenti a livello industriale, i quali magari non possiedono il dosaggio richiesto oppure in caso di allergia)   . In particolare i vantaggi che possono essere tratti da questo tipo di preparazioni sono:

• Possibilità di personalizzare il dosaggio • Necessità di preparare un farmaco orfano • Necessità di variare gli eccipienti

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• Necessità di assumere un farmaco non commercializzato perché troppo instabile o non remunerato

• Necessità di personalizzare la terapia

• Necessità di associare più principi attivi tra loro • Necessità di realizzazione di placebo

Queste preparazioni vengono disciplinate a livello legislativo dalla conversione del decreto legge 17 febbraio 1998 n.23 che, secondo l’articolo 5 comma 1 e 2 definisce le varie norme da seguire soprattutto nei confronti del medico prescrittore e del farmacista. Per ogni preparazione magistrale il Ministero della Salute può imporre divieti e limitazioni alla prescrizione, e tutto ciò per garantire comunque un buon livello di tutela della salute pubblica. Per le preparazioni magistrali che vantano indicazioni diverse dall’analogo prodotto industriale sia il medico che il farmacista devono attenersi a delle regole rigorose quali:

Da parte del medico:

• Nel caso in cui la prescrizione venga effettuata per indicazioni corrispondenti a quelle delle specialità in commercio contenenti lo stesso principio attivo, la ricetta non deve contenere particolari dichiarazioni da parte del medico;

• Nel caso in cui la prescrizione venga rilasciata per indicazioni terapeutiche diverse da quelle delle specialità in commercio contenenti lo stesso principio attivo, il medico deve dichiarare di aver ottenuto il consenso da parte del paziente, specificando le esigenze particolari che giustifichino il ricorso alla prescrizione estemporanea ;

• Identificare con un codice alfanumerico il singolo paziente da indicare sulla ricetta in luogo del nome e cognome

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Da parte del farmacista3:

• accertarsi che le dosi prescritte non superino quelle massime consentite dalla Tabella 8 della FU. Questa sarà consentita qualora il medico sottoscriva espressamente l’assunzione di responsabilità indicando altresì l’uso farmacologico cui la preparazione è destinata4

• assoluto divieto di sostituire una specialità medicinale, prescritta dal medico nella ricetta, con una preparazione galenica, anche se quest’ultima fosse a base del medesimo principio attivo e avesse dosaggio, forma farmaceutica e via di somministrazione identici alla specialità

• obbligo di uniformarsi integralmente alla prescrizione medica e quindi di rispettare assolutamente la quantità, il dosaggio e la forma farmaceutica prescritte dal medico;

• Può andare a scegliere l’eccipiente più idoneo ponendo attenzione alla sua importanza, in quanto in grado di influenzare la biodisponibilità di un principio attivo e quindi la sua performance in vivo;

• Le ricette che riportano dati sensibili (consenso, codice etc.) devono essere trasmesse mensilmente dal farmacista, in originale o in copia, all’azienda ASL per il successivo inoltro al Ministero della Salute.

I preparati magistrali risultano prescrivibili nella maggior parte dei settori della medicina come ad esempio nella terapia pediatrica come nell’oncologica o nella dermatologica. Possono essere preparate tutte le forme farmaceutiche riportate in Farmacopea con le caratteristiche desiderate, dalla capsula

                                                                                                                         

3  Nota  della  FOFI  inviata  al  Ministero  della  Sanità  nel  febbraio  1998   4  Art.  34,  40  R.D.  1706/38  

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all’infuso, andando a soddisfare una vasta gamma di esigenze terapeutiche che spesso il preparato industriale non può soddisfare.

1.3.2 I preparati officinali

Il preparato galenico officinale o formula officinale è un medicinale preparato autonomamente dal farmacista in farmacia secondo la Farmacopea Ufficiale della Repubblica italiana o secondo quella di uno Stato Membro dell’Unione Europea e destinato ad essere dispensato direttamente ai pazienti/clienti che si servono in tale farmacia5. Il farmacista preparatore oltre a seguire quanto riportato nella Farmacopea Ufficiale è obbligato a seguire le Norme di Buona Preparazione, cioè le linee guida da rispettare al fine di ottenere un medicinale di qualità richiesta, supporto imprescindibile all’efficacia e alla sicurezza. In farmacia si possono allestire solo preparati officinali su scala ridotta; la consistenza numerica, compatibilmente con la stabilità, è quella ottenibile da una massa non superiore di 3000g di formulato, e si può provvedere a una successiva preparazione officinale purchè la “scorta” non superi la consistenza numerica prevista dalla scala ridotta. Ogni stato del mondo ha una propria Farmacopea Ufficiale, in particolare in Europa è in corso un processo di armonizzazione6 sopranazionale dei testi delle principali Farmacopee Ufficiali attraverso la compilazione della Farmacopea Europea (PhEur 8° Ed.) , che tuttavia non fa riferimento all’Unione Europea, includendo tra i paesi membri della relativa commissione anche la Svizzera. In particolare con l’entrata in vigore del decreto Ministero della Salute13.03.2014 (GU n.85 del 11.04.2014 S.O. n.35) con decorrenza dal 1 gennaio 2014 si è raggiunta la possibilità di pubblicare nella Farmacopea Europea 8° edizione i testi dei capitoli generali e della monografie nelle

                                                                                                                         

5  D.L.vo  n.219/06  art.3  comma  1  lett.  b  

6  Iniziativa  del  consiglio  d’Europa  ,  che  si  sta  sviluppando  tramite  la  compilazione  della  E.  Ph.  Realizzata  da  

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lingue inglese e francese; questi testi entrano quindi in vigore sul territorio nazionale come facenti parte della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana7 escludendoli però dall’ambito di applicazione della detenzione prevista dall’art. 123 TULS RD 1265/1934, pertanto non è obbligatorio detenere la copia in farmacia. In particolare il Segretariato della Farmacopea Italiana nasce nel 1984 come Segreteria Tecnica della Farmacopea Ufficiale (STFU) con decreto del direttore dell'Istituto Superiore di Sanità e formalizzata con decreto del Ministro della Sanità del 21 novembre 1987, n.528, relativo alla "Riformulazione del regolamento interno per l'organizzazione ed il funzionamento dell'Istituto Superiore di Sanità. Fin dalla sua istituzione la STFU è stata la struttura tecnico-scientifica che permette lo svolgimento e l'attuazione dell'insieme delle attività connesse con l'elaborazione e la pubblicazione della Farmacopea Italiana e con gli impegni derivanti dalla partecipazione dell'Italia ai lavori per l'elaborazione della Farmacopea Europea nell'ambito della Convenzione per l'elaborazione di una Farmacopea Europea8 . Infatti a seguito dell'adesione dell'Italia alla Convenzione per l'elaborazione di una Farmacopea Europea9 l'Italia si è impegnata, insieme agli altri Stati firmatari, a partecipare ai lavori per la elaborazione di una farmacopea comune, la "Farmacopea Europea", nata con la prima edizione nel 1969 e pubblicata successivamente ogni tre anni con supplementi ogni quattro mesi, ed a metterla in vigore nel proprio territorio. Il Segretariato svolge attività tecnica di supporto per la Commissione Permanente per la Revisione e la Pubblicazione della Farmacopea Ufficiale, e costituisce il punto nazionale di riferimento per i rapporti con il Segretariato della Farmacopea Europea e per tutte le attività inerenti la revisione e la pubblicazione della Farmacopea Ufficiale Italiana. In Italia, la Farmacopea

                                                                                                                         

7  Costituita  dalla  Farmacopea  Europea  e  dalla  Farmacopea  Ufficiale   8  legge  n.  757  del  22.10.1973  

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Ufficiale è stata istituita dal Testo Unitario delle Leggi Sanitarie (TULS) nel 1934.   Viene redatta da una commissione di esperti nominata dal Ministero della Sanità. Il testo dell’ultima edizione10 è stato approvato con Comunicato del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali del 3 dicembre 200811 ed è entrato in vigore il 31 marzo 2009. Il farmacista preparatore (secondo quanto previsto dalla legge istitutiva12) inoltre ha l’obbligo di consultare e detenere i testi delle monografie relative alle materie prime utilizzate per le sue preparazioni.

3.3 I “preparati” salutistici

L’attività del farmacista nel Laboratorio preparativo Galenico può prevedere oltre all’allestimento del medicinale officinale e magistrale anche la preparazione di prodotti ad azione salutistica. I preparati salutistici non fanno necessariamente parte dei preparati galenici; la loro preparazione è regolata a livello legislativo dalla normativa degli integratori alimentari13 , o più semplicemente da quanto previsto per gli alimenti. In farmacia il “preparato” salutistico ha trovato un suo spazio per rispondere alle esigenze del cliente, dato che negli ultimi anni, il concetto stesso di salute si è evoluto da semplice assenza e prevenzione di una patologia, a un più generale benessere psicofisico, inteso come star bene con se stessi. Inoltre il successo che stanno avendo tali prodotti è del tutto coerente con la sempre maggiore attenzione rivolta dagli italiani al loro benessere e a un corretto stile di vita”14. La preparazione dei prodotti salutistici può prevede l’allestimento di parti di

                                                                                                                         

10  FU  XII  

11  Comunicato  del  Ministero  del  Lavoro,  della  salute  e  delle  Politiche  Sociali,  pubblicato  nella  Gazzetta  

Ufficiale  della  Repubblica  Italiana,  Serie  Generale,  n.  304  del  31  dicembre  2008,  p.50.    

12  Regio  Decreto  n.1265  del  27  luglio  1934,  art.123   13  Decreto  Legislativo  n.111  del  1992,  art.7  

14  Intervista  a  Renato  Miniasi  Presidente  di  FederSalus  ,  associazione  Italiana  che  rappresenta  le  aziende  

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piante e in tal caso sono considerati integratori alimentari erboristici/salutistici15 e possono essere preparati liberamente nel laboratorio galenico senza richieste di autorizzazioni aggiuntive a quella prevista con l’autorizzazione all’apertura della farmacia e liberamente venduti ai clienti della farmacia. Possiamo quindi dire che pur essendo regolati dalla stessa legge i prodotti salutistici, o meglio integratori alimentari (D.L.111/92 art. 7) non si comportano come gli integratori dato che questi, per la loro produzione, necessitano un laboratorio a parte separato dal normale laboratorio galenico e per la produzione deve essere effettua una notifica al Ministero della Salute per esaminare la composizione e valutare l’ammissibilità degli ingredienti. Quindi riassumendo, una particolare deroga ha permesso al farmacista, secondo quanto previsto dalla Cir. Min. n. 3 del 18.07.2002, la possibilità di poter allestire, estemporaneamente e non, preparati non medicinali a base di ingredienti vegetali a condizione che:

• Siano a base di piante, e loro parti riportate in un apposito elenco stilato dal Ministero della Salute

• Siano per uso orale

• Siano ottenuti seguendo le NBP della FU XII

• Siano venduti direttamente e unicamente ai clienti della farmacia • L’etichetta non deve riportare indicazioni terapeutiche e non

generare l’equivoco che si possa trattare di un medicinale.

Tali prodotti quindi devono essere ottenuti seguendo le Norme di Buona preparazione previste dalla Farmacopea Ufficiale vigente per le preparazioni in scala ridotta. Sono prodotti con una chiara valenza di tipo “salutistico” che restano privi delle finalità proprie dei medicinali, quale quella terapeutica, essendo sostanzialmente preposti e consumati per:

                                                                                                                         

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• Ottimizzare lo stato nutrizionale dell’individuo; • Favorire la condizione di benessere;

• Coadiuvare le attività fisiologiche.

Gli ingredienti utilizzati devono pertanto presentare determinati requisiti: • Essere dotati di una attività salutistica e privi di una azione terapeutica; • Riuscire comunque a garantire un buon bilancio di sicurezza e efficacia

del prodotto.

In alcuni casi per esigenze di tutela della salute sono stati introdotti limiti di apporto di quantità d’uso giornaliere consigliate e/o delle prescrizioni specifiche in etichettatura. I prodotti salutistici vengono comunque disciplinati dalle leggi inerenti il settore alimentare e quindi è possibile ritenerli integratori alimentari anche se questi non sono soggetti alle rigide discipline riguardanti etichettatura e autorizzazione. Per quanto riguarda il prezzo di questi prodotti, non trattandosi di medicinali, non si deve andare ad applicare la Tariffa Nazionale, ma il prezzo può essere liberamente fissato dalla farmacia in base a tre importanti principi:

• Secondo le regole di mercato;

• Raddoppiando il costo delle materie prime, con l’aggiunta del costo dell’eccipiente;

• Tariffare come nel caso di un medicinale riducendo poi l’onorario del 30-40%

1.4 Laboratori esterni

Nel corso del tempo sono stati istituiti dei laboratori galenici esterni alle farmacie. Questi lavorano in maniera tale da produrre preparati dietetici,

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integratori e cosmetici per conto di farmacie ad essi affiliati, garantendoli l’allestimento di prodotti a “marchio” farmacia. A condizioni standard non è possibile allestire, in un laboratorio che non sia di una farmacia, preparazioni galeniche per conto di farmacie, come pure eseguire galenici in una farmacia per conto di altre. L’unico caso in cui è possibile questa condizione è quando il laboratorio esterno vada ad allestire solo ed esclusivamente preparati officinali previsti dalla FU XII. Tali laboratori devono però acquisire una preventiva autorizzazione ministeriale, quale officina farmaceutica, ed ogni singolo prodotto deve avere ottenuto una specifica Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC). Inoltre le NBP FU XII16, prevedono la possibilità per le farmacie di avvalersi di strutture professionali esterne qualora si volesse effettuare i controlli di qualità richiesti sotto forma di contratto. La stipulazione di questo contratto può essere applicata per esempio al controllo di qualità di preparazioni officinali e il farmacista è tenuto a verificare che :

• La ditta osservi le normative vigenti e sia certificata nellambito del SAQ17;

• Venga stilato un documento scritto in cui sono specificate le varie responsabilità, i metodi e le attrezzature utilizzate, per verificare che i controlli siano convalidati;

• Venga concordata con il contrattista una data, con scadenza annuale, in cui si possa verificare la correttezza del processo eseguito.

Questi laboratori esterni quindi non sono abilitati alla produzione di preparati magistrali ( sottoposti a ricetta medica) per cui, qualora il laboratorio galenico di una farmacia non fosse in grado di effettuare una preparazione per

                                                                                                                         

16  Sezione  contratti  esterni  pagina  1425   17  Service  Access  Quality  

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mancanza di attrezzature idonee, il farmacista è tenuto a suggerire al cliente le indicazioni sulle farmacie più vicine in grado di eseguire la specifica preparazione18. Tale alternativa alla produzione autonoma di ciascuna farmacia, risulta comunque molto vantaggiosa soprattutto per quelle farmacie che, essendo impossibilitate per dimensioni ridotte dei loro locali, non hanno un laboratorio galenico molto sviluppato. Un esempio di questo è l’UNIFARCO. Questa da oltre trent’anni è un’azienda di farmacisti , che hanno condiviso conoscenze , esperienze e capacità produttive al fine di creare prodotti di altissima qualità, garantendo ai clienti delle loro farmacie affiliate, un buon risparmio nel rapporto costo/terapia. I prodotti di tale azienda si ritrovano solo in farmacie che privilegiano la tutela del consumatore e considerano fondamentale la figura del Farmacista Preparatore. UNIFARCO è molto attenta nella distribuzione al livello delle farmacia in quanto ritiene che sia il punto di riferimento per la distribuzione del benessere e della salute. Per questo promuovono tre principi fondamentali quali :

• la FEDELTÀ ai punti vendita: la distribuzione avviene solamente alle farmacie e non ad altre tipologie di esercizio;

• la PROFESSIONALITÀ evidenziata dall’alta qualità del prodotto; • la SEMPLICITÀ: concentrandosi con un rapporto diretto con il

farmacista cliente.

                                                                                                                         

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CAPITOLO 2

Il Laboratorio Galenico al servizio della

Farmacia

L’azienda è «un’unità elementare dell’ordine economico generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti per il conseguimento di un adeguato equilibrio economico»19. Partendo da questo capitolo cercherò di dimostrare come il Laboratorio Galenico costituisca un elemento di forte caratterizzazione ed identificazione della farmacia, e come questa “business unit”20 possa contribuire al risultato economico dell’azienda, soprattutto identificando nel laboratorio Galenico un punto di forza per la Farmacia, dando l’opportunità di offrire alla clientela, secondo i loro bisogni specifici , i prodotti creati appositamente dal laboratorio e dal farmacista per le loro esigenze. Come già spiegato nel capitolo precedente infatti, il Laboratorio Galenico prende forma già con l’autorizzazione all’apertura di una Farmacia21, quindi è parte integrante di essa e diventa una prerogativa essenziale per garantire l’assistenza farmaceutica. Tuttavia, sono necessarie considerazioni diverse tra disporre di un Laboratorio, ed un’altra è poterlo sfruttare in maniera idonea, al fine di poter migliorare il suo apporto economico nell’azienda farmacia. Il Laboratorio può essere considerato una valida struttura per la farmacia in quanto:

                                                                                                                         

19  Definizione  Egidio  Giannessi  (docente  economia  aziendale)  anno  1960  

20  Unità  presa  come  riferimento  per  definire  la  strategia,  può  coincidere  con  l’impresa  o  rappresentare  solo  

una  parte  di  essa  

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• non richiede un’ ulteriore autorizzazione specifica per l’apertura, in quanto si ha la possibilità di gestire un laboratorio Galenico nel momento in cui si autorizza l’apertura dell’attività farmaceutica, senza eventuali spese aggiuntive derivanti da una seconda autorizzazione; • esclusivamente con gli strumenti obbligatori presenti nella Tabella 6

della Farmacopea Ufficiale il farmacista è in grado di allestire preparazioni ed è quindi messo nelle condizioni di poter sfruttare questa “business unit” , per produrre, promuovere e ottimizzare questa realtà produttiva;

• viene utilizzato per allestire preparati senza ricetta medica (officinali e salutistici), e permette al farmacista di allestire prodotti da proporre e vendere liberamente al cliente, in alternativa al prodotto industriale. Questa attività è finalizzata ad accrescere il grado di soddisfacimento del cliente della farmacia, facendolo sentire “importante” permettendo che capisca che quello che sta a cuore al farmacista non è “vendere il prodotto” ma il suo benessere. Garantire quindi un prodotto efficace, sicuro e di qualità così che per il cliente la scelta di fidelizzarsi con la farmacia in questione sia scontata. Il laboratorio galenico ha quindi la possibilità entro determinati limiti ( creati dalla ricetta medica) di avere una propria autonomia e quindi di potersi specializzare nei campi che più considera vantaggiosi, tenendo conto della domanda del cliente e dei prodotti presenti già in commercio.

Il Laboratorio Galenico non deve essere visto come una struttura marginale, ma bensì come una risorsa importante dell’Azienda Farmacia. Andremo perciò ad analizzare come tale risorsa possa essere valorizzata al meglio per garantire il proprio contributo e sostegno economico all’azienda farmacia, valorizzando il ruolo del Farmacista che nel corso del tempo ha assunto un ruolo marginale. I suoi principali ruoli sono quelli di essere un:

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• “professionista del farmaco” dato che può consigliare in maniera idonea tutto ciò che gli è permesso sfruttando le sue conoscenze, e fornendo informazioni sulla corretta dispensazione del farmaco, sulla sua idonea posologia, su eventuali effetti collaterali e su consigli ed incompatibilità nei pazienti multiterapia;

• “specialista della preparazione galenica”, in quanto è in grado di allestire preparati di ogni tipo in laboratorio sia su presentazione della ricetta medica che non, permettendo di creare un valida alternativa al prodotto commerciale non personalizzato al singolo paziente;

• “l’educatore sanitario”: in quanto mette la sua conoscenza e il suo insegnamento a disposizione del cittadino in qualunque momento senza liste di attesa, svolgendo anche funzioni epidemiologiche, preventive e di farmacovigilanza.

Il laboratorio galenico quindi acquista la funzione “professionalizzante” che va ad esaltare la figura del farmacista . Col suo sviluppo, il farmacista per la sua tradizione e per il suo passato, può favorire un cambiamento di mentalità da parte del cliente che col tempo identificherà in lui l’unica entità competente nell’allestimento del preparato galenico sentendosi, così supportato da una figura in grado di rispondere alle sue esigenze, non per convenienza , ma per aumentare lo stato di benessere e di buona salute. Il Laboratorio Galenico inoltre è un elemento che identifica, caratterizza e differenzia una farmacia rispetto ad un’altra. Questo fattore non è da sottovalutare perché è uno dei punti focali in grado di determinare la fidelizzazione del cliente, e di capire il motivo per cui il cliente sceglie di andare in una determinata farmacia piuttosto che in un’altra. Da sempre la professione del farmacista o “speziale”, è identificata nel laboratorio di preparazioni galeniche. Questa attività permette di ottenere vantaggi pratici, da parte del cliente che non può assumere medicinali presenti in commercio

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(per esempio per motivi di allergia o di dosaggio personalizzato), ma allo stesso tempo costituisce una valida alternativa anche da un punto di vista economico e questo per due punti di vista principali:

• Per quanto riguarda il punto di vista del farmacista, le materie prime hanno un costo minore rispetto ai preparati industriali, quindi si riesce ad ottenere, e successivamente andremo a vedere come nel capitolo 3 , un ricarico economico maggiore dai prodotti del laboratorio piuttosto che dai prodotti industriali dove “anche l’industria deve avere la sua porzione di guadagno”;

• Per quanto riguarda il punto di vista del cliente, proprio questa possibilità da parte del farmacista di ottenere un ricarico economico maggiore dai prodotti del laboratorio, gli garantirà anche un prezzo al pubblico ridotto in svariati casi rispetto ai prodotti industriali che agevoleranno il cliente nell’acquisto (anche in questo caso analizzeremo la questione nel 3° capitolo).

Un'altra funzione importante che deve andare ad assumere il Laboratorio galenico, è l’associazione ad esso con la Farmacia dei servizi. Del resto questa si avvicina sempre di più ad essere una realtà tangibile, ampliando in maniera costante l’erogazione dei servizi. Il laboratorio non può essere associato a questi in maniera da garantire una prestazione e quindi un servizio più completo da parte del farmacista per la cura a 360° del paziente. Basti pensare al vantaggio che potrebbe trarre un farmacista trovandosi di fronte ad un paziente ansioso e stressato, recatosi in farmacia per la misurazione della pressione, consigliando l’acquisto di un prodotto a base di estratto di biancospino, noto per la ottima azione regolatrice dei ritmi cardiaci. Questa funzione del laboratorio galenico può risultare molto utile, in quanto si riesce

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a fornire un servizio completo al cliente. Quest’ultimo si sentirà importante e soddisfatto, e si andrà a favorire sia il suo benessere sia la sua fidelizzazione.

2.1 Importanza della conoscenza del

territorio,

per

l’impostazione

del

Laboratorio Galenico

Tenendo presente la distribuzione delle farmacie sul territorio italiano22, possiamo comprendere come ognuna di esse viva una realtà a sé stante, e soprattutto che ogni farmacia differisce dalle altre, non solo per la sua struttura interna, ma anche per il suo “contesto” territoriale nella quale è inserita. Basta pensare alle svariate tipologie di attività che possiamo trovare, le farmacie inserite in contesti urbani per esempio, quelle facenti parte di grandi metropoli come Milano o Roma fino ad arrivare alle farmacie rurali (talvolta anche sussidiate) che si ritrovano a vivere tuttavia in piccole realtà. La riflessione che voglio proporre in questo paragrafo è come l’ambiente circostante possa influire sull’attività di una farmacia, e soprattutto come possa essere importante conoscere il proprio territorio per la produzione di preparati galenici che possano essere coerenti con la necessità e le esigenze di zona. L’analisi territoriale definita Geomarketing23 permette di utilizzare le informazioni riferite ad un determinato territorio (dati georeferenziati) per analizzare, pianificare ed attuare le attività commerciali di un’azienda. È uno strumento largamente utilizzato per lo sviluppo di servizi e per la scelta di prodotti da offrire sul territorio, trovando un suo significato anche nell’importazione di un servizio legato al Laboratorio Galenico. Questa

                                                                                                                         

22  Circa  18  039  farmacie  sul  territorio  italiano  secondo  un’analisi  estrapolata  dal  sito  di  federfarma   23  Metodo  analitico  che  permette  di  analizzare  dati  territoriali  per  estrapolare  materiale  che  possa  essere  

(30)

disciplina coniuga l’elemento “territorio” con quello del marketing “rendendo più veloce il processo decisionale e fornendo una conoscenza più approfondita del mercato, portando a dinamicità e competitività”24. Il Geomarketing permette di caricare dati numerici riferiti al territorio estrapolati da fonti come l’ ISTAT25, le agenzie territoriali, il ministero delle finanze e dell’industria la banca d’Italia etc, per estrarli successivamente in modo selettivo, allo scopo di svolgere queste analisi. I dati che vengono esportati dalle analisi possono essere di qualsiasi genere, in modo da essere utili agli sviluppi commerciali di un’azienda. Considerando una zona ben definita di territorio, si può osservare per esempio la percentuale di bambini presenti, così come quella di anziani o di persone in età da lavoro, si può andare a verificare il livello di istruzione dei cittadini così come si può valutare la presenza di altre aziende, di scuole e così via . Solitamente queste “zone territoriali” da prendere in considerazione sono definite unità territoriali che vengono utilizzate su cartografia elettronica, e in Italia vengono identificate come:

• Regione • Provincia • Comune • CAP

• Sezione di censimento ISTAT • Strada

• Numero civico

Il Geomarketing risulta quindi utile per diversi scopi quali: • Analizzare la domanda e la concorrenza

                                                                                                                         

24  Martini  F.  studioso  di  geomarketing  ,  intervento  tratto  da  “il  Geomarketingper  il  marketing  del  2000”,  da  

seminario  di  Mongodis,  Roma,  17/10/1997  

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• Localizzare i clienti e i flussi

• Pianificare campagne di volantinaggio e local marketing

• Decidere un eventuale trasferimento di sede per intercettare maggiori flussi

• Definire le politiche commerciali

• Sviluppare aree merceologiche o servizi

• Analizzare il comportamento del consumatore sul territorio

Decidendo di sviluppare una realtà come quella del Laboratorio Galenico, procederemo innanzitutto con l’individuazione di determinati “parametri” che possano essere di aiuto nell’ambito di questa realtà al fine di individuare le possibilità di sviluppo per questa “business unit”26. Posso andare quindi a ricercare per esempio:

• Studi medici: molto importanti dal punto di vista del laboratorio galenico in quanto più studi medici ritrovo nella zona presa in esame, più incrementata sarà la possibilità di avere richiesta di allestimento di preparati magistrali;

• Studi veterinari: la loro presenza è importante perché può dare un’indicazione sulla possibile produzione di preparati veterinari con o senza ricetta medica da parte del Laboratorio Galenico ;

Esempio di cartina geografica con riferimenti cartografici di geomarketing che prende in esempio la distribuzione dei cosiddetti “attrattori della sanità”27

                                                                                                                         

26  Unità  presa  come  riferimento  per  definire  una  strategia,  può  coincidere  con  l’azienda  nella  sua  totalità  o  

con  una  parte  di  essa.  

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• Centri estetici: importanti in quanto possono dare un indice di potenziamento della produzione di preparati cosmetici in laboratorio • Palestre e centri sportivi: utili con lo scopo di creare per esempio,

prodotti galenici come energizzanti e/o stimolanti che possano essere consigliati agli sportivi di passaggio.

• Scuole di prima infanzia: utili per un probabile incremento della produzione di preparati galenici per bambini;

• Altre Farmacie : è importante tenere di conto anche del fattore “concorrenza”, non da identificare come una “minaccia”: ogni farmacia ha la possibilità di sviluppare il proprio laboratorio galenico come meglio crede, creando così un elemento caratterizzante ed identificativo di “quella” farmacia rendendola ulteriormente unica e , allo stesso tempo, diversa dalle altre.

• Altri canali di vendita: valutare anche la presenza di parafarmacie, GDO28, erboristerie è importante in modo da prendere atto delle potenzialità di realtà, diverse dalla farmacia, ma che allo stesso tempo rispondono all’esigenza di benessere del cittadino;

Esempio di cartina geografica con riferimenti cartografici di geomarketing che prende in esempio la distribuzione dei competitor29

• Profilo Socio Demografico dei cittadini: è opportuno analizzare e considerare dati come sesso, età, numero di componenti per famiglia, presenza di stranieri, livello di istruzione e di professione, in maniera

                                                                                                                         

28  Grande  Distribuzione  Organizzata.   29  Cartografia  e  database  Naveteq  

(33)

da poter canalizzare il tipo di vendita e garantire un prodotto il più possibile idoneo alla popolazione di zona, al fine di poter soddisfare le più svariate esigenze in modo più esaustivo: per esempio considerare se la presenza di bambini è utile o meno e sviluppare preparazioni specifiche quali integratori per la stimolazione della crescita o per il rafforzamento delle difese immunitarie; valutare l’istruzione per capire come rapportarsi col cliente e soddisfare le sue necessità, valutare la presenza di persone anziane per incrementare la produzione di preparati che possano giovare ai cosiddetti “dolori della vecchiaia” etc etc

• Profilo economico: rappresenta un dato utile in quanto l’indice di reddito procapite e familiare , e i consumi possono permettere l’allestimento di prodotti idonei ad una fascia di prezzo che risulti accessibile ai cittadini della zona d’interesse: ad esempio se la popolazione ha un reddito medio basso andrò a produrre dei preparati che possano essere facilmente acquistabili dato il loro prezzo ridotto , piuttosto che prodotti magari più costosi.

Questa analisi sembra apparentemente superficiale ma attraverso la semplice conoscenza di pochi dati e strutture possiamo essere in grado di effettuare una suddivisione tra i prodotti da allestire ( perché richiesti tangibilmente dal territorio) e quelli da non allestire ( inutili per l’assenza della richiesta). L’analisi territoriale è quindi un parametro molto importante in grado di poter dare indicazioni su come agire per promuovere lo sviluppo di una determinata attività o canale di vendita. Fondamentalmente il suo utilizzo, soprattutto nel campo del Laboratorio Galenico, è essenziale con lo scopo garantire una risposta adeguata alle esigenze della clientela territoriale, allestendo la maggior parte dei prodotti in base ad essa, quest’ultima può riconoscere la farmacia come un punto di risposta alle proprie esigenze.

(34)

2.2 Esempi di preparati allestibili nel

laboratorio galenico senza ricetta medica

All’interno del laboratorio galenico di una farmacia, è possibile allestire molti preparati che differiscono tra di loro per le diverse modalità di somministrazione, soprattutto se, necessitano o meno della ricetta medica. Le preparazioni che possono essere allestite liberamente in un laboratorio galenico sono quelle che possono essere sfruttate dal farmacista per ampliare i margini di sviluppo del laboratorio stesso, con l’intento di portare ad una maggior fidelizzazione del cliente ed a una maggior soddisfazione dei suoi bisogni personali, come conseguenza si assisterà ad un alto livello di “fedeltà” permesso, oltre che dalla qualità del preparato, anche dalla competenza del farmacista preparatore nel consigliare il prodotto più idoneo in risposta alle esigenze dei vari clienti. La Galenica è uno dei capisaldi della professione stessa del farmacista e come tale non deve rimanere un’attività marginale della farmacia.

2.2.1 Esempi di Preparati officinali

allestibili

In merito ai preparati officinali, sulle varie Farmacopee è presente un elenco di questi che può essere allestito e dispensato con e/o senza la ricetta medica, ma con l’obbligo di seguire da parte del farmacista preparatore la NBP. Alcuni preparati officinali che sono stati da me individuati per svariati motivi quali:

• ricorrenza della richiesta da parte del cliente; • semplice allestimento;

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Minoxidil soluzione al 2%

Diclofenac gel al 2-3% Benzidamina colluttorio

Argento proteinato gocce nasali Clorexidina colluttorio

Acido acetico gocce auricolari Alluminio acetato gocce auricolari Mentolo e benzoino gocce per inalazione

Arnica 10% crema gel

Dexapantenolo composto crema

Andando a vedere nel particolare alcuni esempi delle preparazioni suddette potremo nel capitolo successivo, effettuare un’analisi dei costi dei prodotti e il rendimento che si è in grado di ottenere da questi:

MINOXIDIL SOLUZIONE 2% (SECONDO LA FORMULAZIONE DELLA FARMACOPEA EUROPEA)

Tale preparazione è molto richiesta in farmacia data la sua efficacia accertata come anticalvizie. Il farmaco sembra infatti in grado di fermare e talvolta invertire il progressivo miniaturizzarsi del capello30. È chiaro che quest’ultimo sia in grado di agire solo dove esiste ancora un centro germinativo del capello,e sarà dunque inutile in casi di alopecia. Tale soluzione al 2% è allestibile in farmacia senza la presenza di ricetta medica mentre i dosaggi superiori la richiedono. L’effetto terapeutico comincia a manifestarsi dopo un periodo di latenza di circa 4 mesi, e il farmaco agisce sulla miniaturizzazione dei capelli ma non sulle cause genetico endocrine della calvizie. La preparazione prevede l’utilizzo di :

§ Minoxidil base ( più stabile e meglio assorbito dalla cute rispetto al minoxidil solfato)

                                                                                                                         

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§ Glicole propilenico § Alcool 70° § Acqua depurata

Questa preparazione è di vasto utilizzo nei giovani uomini che vanno in contro a calvizie o indebolimento del capello. Questo è anche accentuato dal fatto che al giorno d’oggi , il culto dell’estetica e della bellezza ha preso piede più che mai sia nelle donne che negli uomini e ciò fa si che il sesso maschile sia più attento a queste tipologie di problemi, facendo il possibile per porre rimedio agli inestetismi dell’età. In farmacia sono presenti dei preparati industriali vendibili senza prescrizione medica, che saranno presi in considerazione nel capitolo 4 per effettuare un’analisi dei costi di produzione di tali preparazioni nel laboratorio galenico, rapportati ai costi dei preparati industriali presenti nel commercio farmaceutico, al fine di definire un prezzo al prodotto galenico che possa essere vantaggioso sia per il cliente che per il farmacista. Alcuni esempi di preparati commerciali di questo tipo sono: MINOXIMEN 2%, MINOVITAL e REGAINE.

DEXPANTENOLO COMPOSTO CREMA (SECONDO LA

FORMULAZIONE DELLA FU ITALIANA XII)

Il dexapantenolo, noto anche come d-pantenolo, o vitamina B5, dal punto di vista dermatologico ha assunto una particolare importanza come emolliente, idratante, antiinfiammatorio e induttore della proliferazione dei fibroblasti cutanei. Viene molto spesso utilizzata per proteggere la pelle dei bambini in quanto:

• aiuta a prevenire l’eritema da pannolino • proteggere la pelle del bambino dall’umidità

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Allo stesso tempo però può essere utilizzato con innumerevoli funzioni tra le quali anche l’azione idratante richiesta a seguito di un tatuaggio permanente; può quindi essere utile, ricollegandosi al paragrafo precedente, valutare la presenza territoriale di tatuatori che possano consigliare l’utilizzo del dexapantenolo ai loro clienti. Anche questa preparazione per uso cutaneo non richiede ricetta medica: ciò farà valutare successivamente la presenza di altri prodotti analoghi in commercio come per esempio BEPHANTENOL e PENATEN per attribuire al preparato il giusto prezzo da apporre, sia per il cliente che per il farmacista. Per la sua preparazione si utilizza:

§ Pantenolo 5g

§ Olio di fegato di merluzzo 20g § Anfifila crema base 70g

§ Acqua depurata 5g

ARNICA 10% CREMA-GEL (FORMULAZIONE DELLA

FARMACOPEA TEDESCA)

L’arnica montana è un’erba medicinale della famiglia delle Asteraceae molto importante dal punto di vista farmacologico in quanto ha svariate azioni tra le quali: • antiflogistiche; • antiechimatose; • antireumatiche; • analgesiche; • antinevralgiche; • revulsive;

Questa viene utilizzata per uso topico con applicazioni locali sulla zona interessata. È un gel indicato per chi pratica sport o attività fisica, per chi ha

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