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Sviluppo di un ebook interattivo e multimediale: l'accessibilità nell'ePub 3.0

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Corso di Laurea in Informatica Umanistica

Tesi di Laurea Magistrale

Sviluppo di un eBook interattivo e multimediale:

l’accessibilità nell’ePub 3.0

Candidato Clara Meattini

Relatori

Prof.ssa Susanna Pelagatti,

Prof.ssa Barbara Leporini

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Indice

Introduzione ... 5

1

L’eBook ... 7

1.1 Definizione ... 7 1.2 Le origini ... 10 1.2.1 Le interfacce di lettura ... 10

1.2.2 La digitalizzazione dei testi ... 16

1.3 I formati ... 18

1.3.1 Panoramica dei formati ... 18

1.3.2 L’ePub3 ... 20

1.4 Creazione di un eBook ... 26

1.4.1 Panoramica dei programmi ... 26

1.4.2 Calibre ... 28

1.4.3 Sigil ... 29

1.5 Validazione di un eBook ... 30

1.5.1 EpubCheck ... 30

1.5.2 Accessibility Checker for ePub (ACE) ... 31

2

Accessibilità e utenti ... 33

2.1 Disabilità visiva ... 37 2.2 Tecnologie assistive ... 42 2.2.1 Sintesi vocale ... 44 2.2.2 Screen reader ... 45 2.2.3 Display Braille ... 47

2.2.4 Apparecchi Braille portatili ... 48

2.2.5 Stampanti Braille ... 49

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3

2.2.7 Scanner e sistemi OCR... 51

3

Accessibilità e lettura: stato dell’arte ... 52

3.1 Audiolibri ... 52

3.2 Progetto LIA ... 53

3.3 Leggibilità ... 55

3.3.1 Dimensione e tipo del carattere ... 56

3.3.2 Contrasto ... 61

3.3.3 Interferenza con lo sfondo ... 63

3.3.4 Spaziatura del testo e organizzazione della pagina ... 64

3.4 Dispositivi e programmi di lettura ... 65

3.4.1 Adobe Digital Editions ... 68

3.4.2 iBooks ... 68

3.5 Il supporto WAI-ARIA ... 69

4

Il progetto ... 71

4.1 Metodologie ... 71

4.2 Conversione automatica e manuale ... 73

4.2.1 Creazione di un file sorgente accessibile ... 73

4.2.2 Conversione in ePub ... 76

4.2.3 Conversione con Calibre ... 78

4.3 Ebook interattivo e multimediale ... 83

4.3.1 Introduzione ... 83

4.3.2 Interfaccia utente e interattività ... 84

4.3.3 Bottoni ... 87

4.3.4 Checkbox ... 88

4.4 Multimedialità ... 94

4.4.1 Audio 3D ... 94

(4)

4

4.5 Validazione ... 97

4.6 Valutazione ... 98

4.7 Punti di attenzione ... 106

5

Conclusioni ... 111

6

Bibliografia e risorse online... 113

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5

Introduzione

Il profondo coinvolgimento scaturito dalla partecipazione al corso universitario di “Tecnologie assistive per la didattica” tenuto dalla Professoressa Susanna Pelagatti e l’esperienza di tirocinio presso il CNR con la professoressa Barbara Leporini sono stati da stimolo per approfondire gli studi in ambito di accessibilità, con particolare

attenzione verso le disabilità visive. Inoltre, l’interesse per il campo dell’editoria digitale e le competenze acquisite negli anni universitari si sono canalizzati nella volontà di creare un prodotto innovativo ed inclusivo, che potesse essere anche concretamente utile.

Dal confronto con persone affette da disabilità visiva è emerso che, al giorno d’oggi, ancora scarseggiano tipologie di prodotti che vengano loro in aiuto nel fruire facilmente dei libri elettronici; da questo punto di partenza si è sviluppato il presente progetto di tesi, che ha due obiettivi: quello di capire se è possibile per “i non addetti ai lavori” o comunque per chi ha conoscenze informatiche non specialistiche, realizzare un eBook accessibile attraverso i programmi esistenti di conversione, e quello di realizzare un libro digitale interattivo, multimediale, ricco di contenuti e alla portata di tutti. I rari esempi trovati in rete di ePub interattivi e multimediali prevedono un’interazione basata principalmente su giochi (eBook per bambini) o domande/quiz (eBook didattici): due tipologie di articoli dedicati a determinate fasce di età ed inoltre, non accessibili da un pubblico con disabilità visive.

L’eBook in ePub 3.0 sviluppato in questa sede, tratta di cucina tradizionale senese e di itinerari turistici legati ad aneddoti e leggende sulla città di Siena, argomenti che investono un target più ampio di utenza e più stimolanti per un lettore adulto. L’idea è quella di offrire un contenuto che, oltre a dare informazioni sulla cucina e sui percorsi turistici da fare, coinvolga l’utente in modo diretto, richiedendogli delle azioni e non limitandolo ad una sola lettura passiva. Come descritto, l’oggetto di questo lavoro è quindi la progettazione e lo sviluppo di un prodotto che sia accessibile a tutti, incluse le persone con disabilità visiva. Analizzeremo come, per supportare al meglio gli utenti sui problemi legati all’accessibilità, siano state necessarie di volta in volta sperimentazioni per investigare in modo diretto e preciso gli aspetti di interattività nel campo

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6 dell’editoria accessibile. Approfondiremo le modalità di uso dei prodotti disponibili per la creazione di un buon libro elettronico e ne definiremo le caratteristiche e i limiti che, talvolta, ci hanno portati ad interventi più tecnici sui codici per poter raggiungere i risultati che ci eravamo prefissi.

Questo lavoro ben rappresenta l’essenza del corso frequentato e ci permette di applicare le conoscenze maturate negli anni nei due ambiti di studio, quello informatico e quello umanistico, inteso nel suo senso più ampio, orientandole verso un obbiettivo di

tecnologia utile nel sociale. Il presente elaborato è così strutturato:

Il primo capitolo tratta della definizione e della nascita dei primi eBook, del nuovo formato ePub3 e dei programmi per la creazione e validazione di libri digitali. Il secondo capitolo si focalizza sul concetto di accessibilità, di disabilità visive dal punto di vista normativo e di tecnologie assistive.

Il terzo tratta di iniziative di inclusione esistenti, di leggibilità con particolare attenzione agli utenti ipovedenti, dei dispositivi e programmi di lettura e del supporto per

l’accessibilità WAI-ARIA.

Nel quarto capitolo sono presentate le due fasi di sperimentazione del progetto: nella prima è spiegato come realizzare un documento sorgente accessibile e convertirlo in formato ePub, nella seconda, è presentato il processo di progettazione, validazione e valutazione dell’eBook interattivo e multimediale “A spasso tra le ricette senesi”. Il quinto capitolo riporta le conclusioni che sono state evinte dalle esperienze maturate nel progetto.

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7

1

L’eBook

1.1 Definizione

Il nostro progetto punta alla realizzazione di un eBook con specifiche caratteristiche, ma prima di addentrarci nella trattazione, è opportuno dare una definizione dell’espressione “eBook”, anche se il termine racchiude in sé una serie di declinazione che ne rendono il significato criptico. Per poter capire a pieno le

potenzialità di tale prodotto è necessario fare una distinzione tra il testo, cioè il contenuto ed il suo messaggio, ed il supporto in senso stretto.

Con l’avvento dei i nuovi media è mutato il modo con cui diffondere le idee e in cui promuovere i prodotti. Ai libri si affiancano gli eBook. Alla pubblicazione su carta quella digitale. La digitalizzazione del libro ha aperto una discussione concettuale anche sul termine libro: talvolta si tende a considerarlo solo nella sua accezione fisica, e non come apparato culturale che è integrato nello sviluppo della società che ne fruisce e che modella attorno ad esso il suo sapere. Secondo il brillante studioso canadese Marshall McLuhan (2008), è opportuno riflettere sulla relazione complessa che unisce il mezzo di trasmissione al significato del messaggio veicolato; nel caso del libro, l’unica

interpretazione esaustiva è quella di considerarlo come il risultato di una

compartecipazione fra la sua parte materiale e quella concettuale. Esso rappresenta infatti un “oggetto ibrido” (BARBIER, 2004: 5) e la stessa complessa definizione è da estendere anche al prodotto digitale che ha rivoluzionato la nostra epoca.

Un libro elettronico o anche detto eBook, abbreviazione di electronic book, è la

pubblicazione di un libro in formato elettronico caratterizzata dalla presenza di testo ed elementi multimediali; una delle particolarità di questo nuovo prodotto è la sua

riproducibilità su personal computer, tablet e smartphone o su altri dispositivi hardware dedicati, gli e-reader.

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8 L’Open eBook Forum1 ha proposto una prima definizione del termine “eBook” nel

settembre 2000 come “a Literary Work in the form of a Digital Object, consisting of one or more standard unique identifiers, Metadata, and a Monographic body of Content, intended to be published and accessed electronically”; nello stesso anno, l’EBX working group,2 poi entrato a far parte dell’Open eBook Forum, ha identificato il libro digitale come “a digital object that is an electronic representation of a book”; mentre Andrew Cox e Sarah Ormes l’anno successivo, in un intervento in Library &

information briefings, attribuivano a questo nuovo prodotto la definizione di “text downloaded from the web and read either on a PC or handheld device using special software or a web browser (which we will refer to as E-Books) or read on a dedicated piece of hardware (which we will refer to as an E-Book reader)” ( RONCAGLIA, 2001).

Secondo questi indirizzi gli elementi che contribuiscono a definire cosa si intende per eBook e la sua “essenza” elettronica sono:

- il contenuto monografico; - l’identificazione univoca;

- la presenza di metadati descrittivi;

- la possibilità di consultazione attraverso software e hardware dedicati. Non mancano però voci autorevoli nel campo dell’editoria che non si riconoscono in quanto affermato: in occasione del convegno “Il libro elettronico entra all’università”, organizzato presso l’Università della Tuscia l’8 maggio 2001, il presidente della casa editrice Laterza, Giuseppe Laterza, ha fermamente asserito che si può definire

legittimamente “libro” solo quello a stampa. I prodotti dell’editoria elettronica non sono paragonabili al cartaceo, in quanto sfruttano strumenti e possibilità espressive

totalmente differenti e risulterebbe errato riferirsi al modello classico del libro cartaceo nel mondo dei nuovi media digitali (RONCAGLIA, 2001).

1 L’Open eBook Forum è un ente no profit, del quale fanno parte diversi centri di ricerca, aziende e università.

2 L’EBX è un gruppo di aziende, organizzazioni e individui che sviluppano uno standard per la protezione del copyright nei libri elettronici e per la distribuzione di libri elettronici tra editori, distributori,

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9 Una posizione giustamente equilibrata è quella sostenuta da Gino Roncaglia, filosofo e saggista italiano, il quale afferma che è evidente che la possibilità di inserire contenuti come illustrazioni o suoni o video, implichi la nascita di “oggetti informativi” di nuova generazione, che conservano ugualmente delle caratteristiche della tradizione testuale e possono sia integrarla che migliorarla, ad esempio attraverso la comodità di lettura o offrendo nuove funzionalità all’utente.

Per Roncaglia (2010) un eBook deve possedere le seguenti caratteristiche:

“Un testo elettronico ragionevolmente esteso, compiuto e unitario

("monografia"), opportunamente codificato ed eventualmente accompagnato da meta-informazioni descrittive, accessibile attraverso un dispositivo hardware e un'interfaccia software che consentano:

- una lettura comoda e agevole (tanto da non far rimpiangere il libro o non far sorgere il desiderio di stampare su carta ciò che si sta leggendo) in tutte o almeno nella maggior parte delle situazioni nelle quali siamo abituati ad utilizzare i libri a stampa: in poltrona, a letto, in viaggio ecc.

- la capacità di dare accesso a tutte le tipologie di organizzazione testuale proprie della cultura del libro, consentendone una fruizione completa e soddisfacente. Il libro elettronico potrà dunque prevedere anche l'uso di strumenti ipertestuali e multimediali (e in tal caso permetterà di creare e leggere nuove forme di testualità), ma dovrà innanzitutto permettere la comoda lettura di un testo lineare, offrendo strumenti di annotazione rapida, sottolineatura, uso di segnalibri, ecc., accanto agli strumenti di ricerca e navigazione avanzata propri del formato digitale”

Roncaglia (2010) inoltre sostiene che la carta ha il primato indiscusso in quanto a leggibilità, ma l’evoluzione tecnologica ha permesso ai lettori eBook di proporre interfacce di lettura sempre più realistiche, lavorando su aspetti tecnici progettati per imitare l’aspetto dell’inchiostro su un foglio di carta.

L’interfaccia di lettura dei nuovi formati elettronici presenta una duplice dimensione come nella tradizione del libro: quella fisica dell’oggetto e quella astratta

dell’informazione stessa. Quindi reputiamo l’eredità della tradizione a stampa e le moderne frontiere raggiunte con l’avvento degli eBook essere perfettamente in grado di coesistere ed integrarsi per garantire il fine ultimo della lettura: la conoscenza. In questo contesto la tecnologia, se ben sfruttata, può e deve contribuire alla diffusione e alla

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10 circolazione di informazioni rendendole fruibili a tutti, con il superamento dei limiti “fisici” del passato (SECHI, 2010).

1.2 Le origini

1.2.1 Le interfacce di lettura

Nei primi anni Settanta, Alan Kay e Michael Hart, approfondendo i loro studi sulle interfacce di lettura l’uno e sulla digitalizzazione e la codifica del testo l’altro, diedero l’inizio a una vera e propria rivoluzione tecnologica.

Kay si mostrò decisamente un precursore delle moderne tecnologie, intuendo che i dispositivi personali potessero diventare leggeri e portatili, viste le dimensioni proibitive dei computer dell’epoca. Nel 1968 Kay lanciò il progetto di un lettore specifico per libri digitalizzati con supporto alle attività di scrittura e apprendimento con le stesse

dimensioni di un libro: il Dynabook. Questo modello anticipava sorprendentemente la forma degli attuali e-readers; esso era costituito in un unico blocco rigido a tavoletta e prevedeva una tastiera e uno schermo, un design che si è rilevato poco usabile se

valutato in quanto strumento di scrittura, ma estremamente innovativo ed efficace per la lettura, in particolare quella in lean back, cioè finalizzata ad una fruizione in posizione rilassata, letteralmente ’appoggiati all’indietro’.

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11 Il Dynabook sarebbe dovuto diventare “un personal computer portatile e interattivo, con la stessa accessibilità di un libro” (KAY, 2002), ma la tecnologia non era ancora pronta per realizzare uno strumento di questo calibro e i progetti rimasero allo stato prototipale. Tuttavia, il lavoro di Kay non andò perduto, ma anzi la sua intuizione contribuì alla successiva evoluzione degli e-readers.

Facendo riferimento ancora a Roncaglia (2010: 96-99), egli sottolinea come gli studi di Kay avessero posto le premesse per la creazione di dispositivi in grado di coniugare la tradizionale cultura legata al mondo del libro e le nuove frontiere multimediali e ipertestuali che lo sviluppo della scienza informatica stavano gradualmente introducendo.

Negli anni Ottanta, cominciano a delinearsi i primi reali modelli di dispositivi informatici portatili dedicati alla lettura di veri e propri libri elettronici. La Franklin Computer Corporation, nel 1986 promosse lo Spelling Ace, un correttore ortografico che permetteva all’utente di inserire un termine e ne riproduceva lo spelling e la pronuncia fonetica. Negli anni seguenti la Franklin continuò a specializzarsi in questo settore, producendo dizionari ed enciclopedie su dispositivi portatili di piccole

dimensioni e riscuotendo un grande successo sul mercato.

Nei primi anni Novanta, la Sony divenne la diretta concorrente della Franklin nel campo dei dispositivi, infatti nel 1990 ideò il Data Discman, un lettore cd-rom con schermo a cristalli liquidi che convogliava nello stesso dispositivo la lettura di compact disc audio e video e quella di cd contenenti testi. Questa tipologia di strumenti, ma anche quelli degli anni precedenti, si prestavano ad una breve consultazione più che ad una lettura intensiva come quella tipica dei libri.

La svolta si compì nel 1998, quando la Nuvomedia realizzò il Rocket eBook, un dispositivo di lettura per libri elettronici dalle dimensioni di un libro, con schermo a risoluzione sufficientemente alta da permettere l’utilizzo di caratteri diversi e con capacità di memoria di circa 4000 pagine di testo e grafica, quindi approssimativamente una decina di libri. Il Rocket eBook fu il primo strumento veramente orientato alla lettura in movimento.

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Figura 1.2: Rocket eBook

Sul finire degli anni Novanta, apparve sul mercato un dispositivo simile al Rocket eBook, il SoftBook prodotto dalla SoftBook Press. L’apparecchio si accendeva aprendo la copertina: questa soluzione evidenziava la prossimità fra l’oggetto tecnologico e la tipica rilegatura di un libro cartaceo.

Nessuno dei due dispositivi ricosse molto successo, principalmente perché la volontà di garantire una lettura simile a quella su carta non era di fatto soddisfatta; la capacità di memoria costituiva un valore aggiunto, ma essi rappresentavano strumenti dedicati all’esperienza di lettura e il fatto che questa risultasse faticosa e peggiore rispetto a quella su carta, ne determinò un limite decisivo. Inoltre, il caro prezzo, la scarsa durata delle batterie, le politiche restrittive di gestione dei diritti autoriali dei testi e l’esigua scelta di titoli, contribuirono a decretarne l’insuccesso (RONCAGLIA, 2010: 100-102). Negli anni Duemila, più precisamente nel 2004, la Sony realizzò il Sony Libriè, che rappresentò una vera novità; fu il primo eBook reader basato su tecnologia e-ink inventata nel 1996 da Joe Jacobson, fondatore di E-Ink Corporation: l’inchiostro elettronico che non affatica l’occhio e ha un basso consumo energetico.

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Figura 1.3: Sony Libriè

A differenza di uno schermo a cristalli liquidi che retroillumina i pixel del display, l’e-ink o e-paper riflette la luce come su un foglio di carta. Il funzionamento si basa

nell’applicazione di sfere minuscole all’interno dello schermo caricate elettricamente: le semisfere positive sono colorate di nero, mentre le semisfere opposte sono negative e colorate di bianco. Tramite dei campi elettrici si può determinare l’orientamento delle sfere per ottenere il cambiamento di colore nelle varie regioni dello schermo.

Figura 1.4: Funzionamento tecnologia e-Ink

Si possono quindi produrre dispositivi leggeri e ad elevata autonomia, dato che l’energia viene consumata solo per cambiare il contenuto dello schermo, come ad esempio per sfogliare pagina in un eBook. Il contrasto aumenta tra caratteri e sfondo bianco della pagina, il testo e le immagini sono definite e nitide, offrendo così una migliore leggibilità.

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14 Inoltre, essendo privo di retroilluminazione, un dispositivo basato su questa tecnologia non affatica la vista e non compromette la concentrazione dell’utente. Il display riflette la luce naturale, eliminando così i vincoli imposti dal luogo di lettura.

Nel 2006, sfruttando ancora questa tecnologia, la Sony produsse un nuovo modello di eBook reader: il Sony Reader. Sia questo che il precedente apparecchio non ebbero il successo auspicato, molto probabilmente per via dell’acquisizione dei contenuti strutturata su formati proprietari3 e per i testi acquistabili in un solo negozio on-line. Improvvisamente la situazione mutò nel 2007, quando Amazon lanciò sul mercato americano il Kindle, un dispositivo che poteva disporre dei contenuti della più ampia libreria del mondo. Inoltre, la possibilità di acquistarlo tramite il negozio on-line, invogliò ancora di più il pubblico a provarlo e il fatto che fosse dotato di WI-FI e fosse collegato direttamente al proprio account Amazon, ne sancì il successo andando esaurito in poche ore e lasciando le scorte esaurite fino al 2008. Il Kindle vantava una scelta fra innumerevoli titoli e con una connessione a Internet tramite 3G permetteva di scaricare un eBook in meno di 60 secondi; inoltre, prevedeva maggiore velocità nello sfogliare le pagine rispetto agli altri dispositivi sul mercato, una netta evoluzione in confronto a tutto quello che esisteva fino ad allora.

Figura 1.5: Kindle

3 Con formato proprietario (anche detto formato chiuso) ci si riferisce a qualsiasi formato di file di cui non siano liberamente fruibili le specifiche tecniche complete.

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15 Le altre ditte furono costrette a reinventare la propria politica commerciale e a

convertirsi ai formati aperti.4 Questa “resa” da parte delle concorrenti decretò la forza di Amazon e determinò che qualunque altro dispositivo avrebbe dovuto accettare il

formato ePub, il principale formato libero per eBook (RONCAGLIA, 2010: 98).

Nell’agosto 2009, Sony e altre librerie online consentirono il prestito di eBook. Ad ottobre, Amazon rilasciò la seconda versione del Kindle e anche Barnes&Noble produssero il primo eBook reader chiamato Nook. In Canada nel mese di novembre, in una scuola secondaria privata, la Blyth Academy, vennero forniti agli studenti dei lettori Sony con i libri di testo caricati: si tratta della prima scuola la mondo ad usare eBook reader al posto dei tradizionali testi scolastici.

Nel 2010 uscì il primo iPad, il quale venne proposto anche come dispositivo di lettura con un apposito software: iBooks. Il programma imita la visualizzazione di un libro e offre un collegamento diretto con un servizio di vendita gestito dalla Apple, iBookstore, dove si cominciarono a vendere libri digitali su larga scala grazie ad un accordo con gli editori maggiori. Durante l’arco dello stesso anno, la Samsung produsse il primo Galaxy Tab con sistema operativo Android. Google parallelamente creò un servizio di vendita online di eBook, Google Editions (l’attuale Google Play), in grado di concorrere con Amazon e Apple.

Nel 2011, l’AAP (Association of American Publishers) rese noto che per la prima volta, nel mese di febbraio di quell’anno, il formato più venduto fu quello degli eBook.

Nel 2012, fanno il loro ingresso una nuova generazione di eBook reader pensati per degli innovativi libri elettronici, gli enhanced ebooks o eBook arricchiti, nei quali elementi multimediali e interattivi sono integrati nel testo, non previsti nelle precedenti tipologie. Sempre in quell’anno la Barnes&Noble lanciò il Nook Touch GlowLight, il primo eBook reader con schermo illuminato per leggere anche al buio o in casi di scarsa luce solare.

L’ultima evoluzione dei supporti di lettura è rappresentata da Pochetbook e Kobo, seguiti poi da Tolino, che nel 2014 produssero il primo eBook reader impermeabile: il Pocketbook Aqua prime e il Kobo Aura H20 e Tolino Vision poi.

4 Il formato dei dati digitali si definisce "aperto" quando ne viene resa pubblica, mediante esaustiva documentazione, la sintassi, la semantica, il contesto operativo e le modalità di utilizzo.

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1.2.2 La digitalizzazione dei testi

Come detto, Kay si mosse verso gli studi di un’interfaccia per la lettura e Michael Hart verso la digitalizzazione dei contenuti. Anche Hart ebbe un’intuizione rivoluzionaria: rendere le informazioni, libri e documenti accessibili al grande pubblico, con costi bassi e con formati che la maggior parte dei computer e dei software potesse leggere. Egli riconobbe che il grande valore rappresentato dal computer fosse non tanto nella computazione stessa ma “nell’archiviazione, nel recupero e nella ricerca di ciò che è conservato nelle biblioteche” (HART, 1992). Nel 1971 avviò l’iniziativa Progetto Gutenberg5 con l’obbiettivo di realizzare una biblioteca digitale di testi elettronici disponibili in rete, ma procedette a ritmi molto lenti a causa dello “spazio macchina”. L’idea era quella di avere una copia elettronica delle opere cartacee più celebri e di dominio pubblico presenti nelle varie biblioteche così da conservale nel tempo e tutelarle in caso di furti o incendi. Il primo libro digitalizzato fu la “Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America”.

Negli anni Ottanta, Hart riuscì a risolvere i limiti di memorizzazione, creando una propria rete domestica. In pochi anni si formò una comunità di volontari attorno a questo progetto che consentì di digitalizzare testi di dimensioni sempre più consistenti come la Bibbia e le opere di Shakespeare, realizzando così il più ricco archivio testuale in rete. La vera affermazione del Progetto Gutenberg si ebbe concretamente tra gli anni Novanta e Duemila: nel 1997 si arrivò a 1000 testi digitalizzati e nel 2003 a 10.000 e nel 2009 oltre 30.000 (RONCAGLIA, 2010: 101-102).

Per la codifica dei testi Hart fece uso del formato ASCII (American Standard Code for Information Interchange), questa scelta aveva alla base la convinzione che unicamente il formato “solo testo” potesse garantire la fruizione dei testi da parte di tutti i lettori. Posizione che mantenne anche quando nel corso degli anni si affermarono linguaggi di markup e standard appositi per avvicinarsi il più possibile al volume cartaceo. Il “solo testo” possiede una forte limitazione, cioè l’impossibilità di includere metadati al testo, tale mancanza però favorì l’inclusione di volontari che non avevano competenze

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17 specifiche in ambito di marcatura, volontari che rappresentarono l’arma vincente del Progetto Gutenberg. Questi stessi collaboratori introdussero negli anni Novanta il termine ‘eBook’ in sostituzione alla parola e-text per indicare i contenuti digitalizzati, rispettando la convinzione di Hart per cui quando si parla di ‘libro elettronico’ ci si riferisce al contenuto a prescindere dal formato o ai dispositivi con cui si legge. Il Progetto Gutenberg ad oggi, utilizza tabelle di codifica più ampie per testi non codificati dal formato ASCII ed è disponibile sul sito del progetto un meccanismo automatico di generazione dei file sia in HTML che in formati più comuni come l’ePub (HART, 1992). Questa iniziativa, decisamente volontaria e partecipativa, ha fondato le basi per progetti di condivisione delle informazioni che si sono sviluppati

successivamente, come l’open content e l’open access, o per esperienze di editing collaborativo come Wikipedia. Ancora oggi il Progetto Gutenberg è rimasto coerente con l’ideale del suo fondatore: utilizzare standard di codifica aperti, condivisi ed accessibili garantendo agli utenti un servizio senza limiti tecnologici o culturali (RONCAGLIA, 2010: 99-103).

Nel 1994 si sviluppò in Italia un fenomeno analogo al Progetto Gutenberg, dal nome Progetto Manuzio6 gestito ancora una volta da un gruppo di volontari per istituire la prima biblioteca digitale italiana. Tra i primi testi digitalizzati ci furono grandi opere come “I Malavoglia” e “I promessi sposi”. Oggi vanta diverse migliaia di testi, non solo classici italiani, ma anche opere contemporanee.

Un altro progetto a livello nazionale è rappresentato dalla Biblioteca Telematica Italiana (BIT).7 Venne presentata a Roma il 2 marzo 2000, promossa dal Centro

Interuniversitario Biblioteca italiana Telematica (CIBIT), costituito nel 1997 da quattordici università italiane. La BIT realizzata dal Dipartimento di Italianistica e Spettacolo presso l’Università di Roma “La Sapienza” è riuscita a raccogliere e a rendere disponibile in rete per la consultazione una consistente quantità di testi. Nel settembre 2003 il sito è stato rinnovato nella struttura e nella grafica; essa rappresenta una biblioteca digitale di testi della tradizione culturale e letteraria italiana dal

Medioevo al Novecento che conta nel proprio catalogo circa 2800 opere. Tutti i testi

6 Il Progetto Manuzio è promosso da Liber Liber:

<https://www.liberliber.it/online/aiuta/progetti/manuzio/> 7 <http://www.bibliotecaitaliana.it/progetto>

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18 presenti sono stati digitalizzati in edizione integrale a partire dalle edizioni a stampa, sia moderne che antiche e codificati in formato XML secondo lo schema TEI.8 La

Biblioteca Italiana ha conquistato nel tempo un’ampia diffusione presso la comunità degli studiosi, degli studenti e degli appassionati della letteratura italiana,

rappresentando un portale che raccoglie informazioni utili per l’approfondimento e la ricerca.

1.3 I formati

1.3.1 Panoramica dei formati

Il crescente interesse verso le potenziali opportunità offerte dagli eBook ha spinto nell’arco degli anni ogni produttore a realizzare lettori dedicati, ognuno dei quali con il proprio formato, creando così una frammentazione limitante. Molti di questi formati sono caduti in disuso.

Il formato LIT, per esempio, proprietà della Microsoft, ha fatto il suo ingresso negli anni Novanta durante il primo tentativo di imporre un mercato editoriale, ma attualmente è quasi del tutto abbandonato, poiché compatibile solo con il sistema operativo Windows e ne ha quindi condizionato l’espansione.

Sul finire degli anni Novanta, questa forte divisione ha spinto un primo gruppo di lavoro che coinvolgeva produttori di e-reader, editori, distributori, associazioni bibliotecarie ed esperti nel settore, a lavorare assieme per stilare delle regole comuni per la realizzazione di libri digitali compatibili con la maggior parte di hardware e software.

Il gruppo prevedeva il coinvolgimento di Microsoft come produttore software, Palm e Franklin sul lato hardware, Random House, Simon & Schuster, McGraw-Hill,

HarperCollins, Reed Elsevier e Mondadori come editori, e istituzioni come la Library of Congress, il National Istitute of Standards and Technology e l’American Library

Association degli Stati Uniti e nel 2000 si aggiunse infine la Adobe. L’organizzazione prese il nome di Open eBook Forum e rilasciò nel 1999 l’Open eBook Publication Structure (OeBPS), un formato per eBook basato su XML. Si presenta come un file di

8 La TEI (Text Encoding Initiative) è un consorzio di istituzioni internazionali di ambito linguistico e letterario, che ha sviluppato uno standard per la rappresentazione dei testi in formato digitale.

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19 formato .zip, cioè una cartella compressa che contiene elementi testuali e istruzioni per la visualizzazione: ha un indice, che è l’OEB Package File, un file XML con estensione OPF, e altre componenti, come il manifest, che raccoglie l’elenco dei file testuali e grafici che formano il libro elettronico. Lo standard era stato concepito per essere aperto e condiviso, ma la continua circolazione di standard diversi ha reso sempre più

indispensabile la stesura di uno comune.

Un ulteriore formato che nacque in quegli anni e basato sull’OEB è il formato MOBI, abbreviazione di Mobipocket, società realizzatrice fondata nel 2000 e incorporata da Amazon nel 2005. I documenti in formato Mobipocket (.mobi) vengono supportati dai dispositivi Kindle e possono essere ancora letti attraverso e-reader con versioni di Windows ormai datate (2000, XP, Vista) e con sistemi operativi Palm OS, Symbian OS e Windows Mobile; Mobipocket è stato sostituito dal successivo AZW.

Il formato AZW si basa tecnicamente su Mobipocket ma viene supportato, a differenza di quest’ultimo, solo da prodotti Amazon. Gli ebook che vengono venduti sullo shop Kindle in formato AZW, possono quindi essere visualizzati solo su dispositivi e app Amazon. Per gli e-reader della serie Kindle Fire, Amazon ha sviluppato il KF8, un nuovo formato con maggiori funzioni, compatibile anche con i vecchi dispositivi Kindle.

Un formato che è supportato da quasi tutti gli eBook reader presenti in commercio, per questo largamente utilizzato nel mondo dell’editoria digitale, è il PDF: formato

sviluppato da Adobe all’inizio degli anni Novanta e nel 2008 è diventato uno standard ISO (International Standard Organization). Inizialmente deputato alla preparazione di documenti destinati alla stampa, dato che presenta caratteristiche più orientate alla pagina che allo schermo. La peculiarità di questo formato è quella di conservare la stessa impaginazione e la stessa resa grafica, indipendentemente dal dispositivo su cui lo si visualizza. L’impaginazione fissa ha come beneficio la perfetta corrispondenza tra la pagina del libro stampato e la pagina del libro visualizzato sullo schermo, ma d’altro canto l’impossibilità di ridimensionamento automatico per adattarsi ai vari schermi, obbliga il lettore ad una lettura scomoda e che necessita di continui scorrimenti dello schermo per poter visualizzare una riga intera. Su schermi di piccole dimensioni i PDF posso risultare illeggibili e anche se è possibile “zoomare” all’interno della pagina, la lettura risulta difficoltosa poiché si perde la visione d’insieme del testo. Questo tipo di

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20 formato risulta quindi mirato ad una lettura detta lean foward, cioè caratterizzata

dall’uso attivo dell’informazione, la si elabora e modifica, e quindi il lettore è proteso in avanti; può essere adatto ad una lettura lean back, solo se visualizzato su schermi abbastanza grandi e ma quindi poco funzionali per una lettura in mobilità.

Merita un discorso a parte il formato DAISY (Digital Accessible Information System): esso fu prodotto dal DAISY Consortium9 negli anni Novanta; è arrivato alla versione 3.0 rilasciata nel 2005: si struttura su un main navigation file che contiene tutti i metadata dell’opera. DAISY è uno standard aperto basato su XML e all’interno dei file è possibile inserire file audio in formato MPEG, così da integrare il testo con altre informazioni. Si tratta di uno formato per l'accessibilità molto semplice da utilizzare per gli utenti, ma molto complesso da gestire e bisogna essere esperti per creare un programma che lo sfrutti; per questo motivo il formato DAISY è stato integrato nel formato ePub (GARRISH 2011: 5), con il quale condivide molti principi come il linguaggio XML.

1.3.2 L’ePub3

Tra il 2006 e il 2007 con la crescita esponenziale dei testi in formato elettronico e la continua evoluzione dei dispositivi dedicati alla lettura e degli smartphone e tablet con schermi evoluti, l’Open eBook Forum cambia nome in International Digital Publishing Forum (IDPF) e l’OEB 2.0 diventa l’ePub con estensione .ePub. L’acronimo ePub, sta per electronic publication e indica la sua forte connotazione generica e adatta a qualsiasi tipo di documento (GARRISH, 2011: 1). A differenza dei precedenti formati, l’ePub è un pacchetto che combina più tecnologie e la sua potenza sta nel modo in cui riorganizza i singoli documenti per generare un unico file da fornire al lettore.

9 Il Consorzio DAISY è stato fondato nel 1996 e è composto da organizzazioni internazionali impegnate a sviluppare un accesso equo alle informazioni per le persone con disabilità. Il consorzio è stato selezionato dalla National Information Standards Organization (NISO) come agenzia ufficiale di manutenzione per lo standard DAISY / NISO.

(21)

21 Esso contiene non solo testo e immagini, ma anche i fogli di stile, la struttura XML, script, file multimediali, font e tutto questo in un formato leggibile da tutti i software. L’ePub permette di restituire la maggior parte delle caratteristiche del libro a stampa tra cui: layout, struttura ben precisa di elementi extratestuali e paratestuali, controllo sulle caratteristiche grafiche e la creazione di elementi paratestuali, come indice, copertina, separatamente dal testo. Esso offre anche la possibilità di inserire link esterni o interni al testo ed elementi multimediali, file audiovisivi, animazione ed interazioni con il lettore. Nell’ottobre 2011, IDPF aggiornò le specifiche del formato ePub passando dalla

versione 2 alla versione ePub3. Questa evoluzione si basa dal punto di vista markup su HTML5, grazie al quale è possibile inserire tag semantici, per quanto riguarda la

presentazione su CSS3, per l’interazione su Javascript, per inserire formule matematiche su MathML, un linguaggio di markup matematico derivato da XML, per la

sincronizzazione di testo e audio su SMIL, una specifica del W3C bastata anch’essa su XML. L’ePub3 ha portato migliorie anche nella gestione dei metadati, permettendo di inserire informazioni aggiuntive, questi infatti svolgono un ruolo fondamentale per la catalogazione e il recupero dei documenti: più metadati ci sono più sono alte le probabilità di reperire nelle ricerche l’eBook. Altro aspetto fondamentale per

l’indicizzazione è dato dalla possibilità di dotare i contenuti di markup semantico, in modo tale da permettere ai motori di ricerca di carpire quali siano le parti più importanti e mostrarle tra i risultati dell’interrogazione (GARRISH, 2011: 7-15). Il nuovo standard offre un notevole supporto con dizionari e con glossari, si possono inoltre modificare le modalità di scrittura inserendo caratteri non romani e quindi destinare i testi ad un pubblico più ampio.

Per quanto riguarda la resa grafica, l’ePub può essere visualizzato con un reflowable

layout o un fixed layout (FXL). Il primo permette di cambiare il tipo di carattere, fare

ricerche nel testo, inserire note, appunti e segnalibri, per alcuni device è possibile cambiare anche l’interlinea di lettura; non è invece possibile strutturare impaginazioni complesse con elementi grafici posizionabili liberamente. I vantaggi di un eBook che si basa sul formato reflowable layout sono di valorizzare il contenuto testuale, il peso ridotto e la possibilità di lettura su tutti i tipi di device. Il fixed layout è invece particolarmente indicato per all’impaginazione di libri fotografici o con molte figure, cioè in eBook dove il layout grafico ha una grande rilevanza.

(22)

22 Permette di inserire elementi interattivi come animazioni, video, audio, testi scorrevoli che possono arricchire il testo. Se l’eBook con questo tipo di layout viene visualizzato su supporti con display di diverse dimensioni, i contenuti verranno scalati in base alla misura dello schermo di lettura. Quindi nel caso di un supporto con schermo molto piccolo, il lettore sarà costretto ad ingrandire o ridurre le dimensioni dell’interfaccia per riuscire a leggere i testi.

L’IDPF ha sviluppato delle alternative, cercando di elaborare soluzioni che

permettessero ai contenuti di adattarsi ai dispostivi e agli utenti, senza perdere le qualità grafiche desiderate.10Le due proposte sono:

Adaptive Layout (AL),rappresenta un modello per i layout con impaginati basati su template, consentendo agli editori di fornire contenuti adattabili su diversi dispositivi e garantendo un’esperienza di lettura simile a quella di un ePub a layout fisso;

Advanced Hybrid Layout (AHL), si basa su diverse versioni della stessa

pubblicazione all’interno di un unico file ePub. Per ogni layout fisso è associato un corrispettivo di solo testo che può essere scelto dall’utente o servire da sorgente per le tecnologie di lettura assistita. Questo progetto rappresenta un importante supporto in ambito di accessibilità.

Il formato ePub3 è costituito da quatto specifiche:

- EPUB Pubblications, che definisce la semantica, i metadati ed elenca le risorse utilizzate per il funzionamento dell’ePub;

- EPUB Content Documents 3.0, che norma l’utilizzo di HTML5, SVG, CSS3, SMIL, MathML;

- EPUB Media Overlays 3.0, nuova specifica che definisce oggetti multimediali; - EPUB Open Container Format 3.0, definisce le modalità di assemblaggio delle risorse del file.

10 Way to ePUB, “Epub3 e accessibilità: il fixed layout”: <https://www.waytoepub.com/epub3-e-accessibilita-il-fixed-layout>

(23)

23 All’interno di un file ePub troviamo un file chiamato ‘mimetype’, ovvero un documento di testo ASCII che permette il riconoscimento del file, un file ‘container.xml’, contenuto in una cartella denominata ‘META-INF’, che punta al file ‘content.opf’ e la cartella OEBPS che raggruppa tutti i file XHTML, i fogli di stile, il file di navigazione dei contenuti nav.xhtml, il file content.opf ed eventuali file di tipo multimediale.

Il file content.opf è quello che gestisce tutti gli altri contenuti dell'ePub, non a caso la maggior parte degli errori di validazione deriva proprio da qui, come andremo a valutare anche nel nostro caso di studio. È un documento xml, con estensione .opf (Open

Packaging Format) e rappresenta l’insieme di specifiche che definiscono il meccanismo con il quale sono collegate le varie componenti dell’ePub e che determinano la struttura e la semantica.

Dopo la dichiarazione:

<?xml version="1.0" encoding="utf-8"?>

<package version="3.0" unique-identifier="BookId" xmlns="http://www.idpf.org/2007/opf">

Troviamo una prima parte di metadati (“Metadata”), una seconda che è il manifesto del contenuto dell’eBook (“Manifest”), una terza che è la sequenza di lettura dei diversi elementi (“Spine”). Esiste anche una parte “Guide”, facoltativa, che elenca alcune sezioni del libro digitale che possono essere importanti per identificarne la struttura e che possono servire al reader o al software di lettura:11

Metadata

I metadati non influiscono sulla struttura del libro, ma forniscono informazioni, alcune delle quali obbligatorie, come per esempio l'identificatore univoco e il file copertina. Altre informazioni possono essere il titolo, l'autore, l'editore e la lingua:

<metadata xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/"> <dc:identifier id="BookId">urn:uuid:9d0c4085-dc79-420d-a274-ef4492af9485</dc:identifier> <dc:language>it-IT</dc:language> <dc:title>[Titolo principale]</dc:title>

11 Way to ePUB, “Guida all’opf: la spina dorsale dell’epub”: <https://www.waytoepub.com/guida-allopf-la-spina-dorsale-dellepub>

(24)

24

</metadata>

Esistono tre elementi non posizionali, che sono indispensabili ed altri che sono facoltativi. Sono obbligatori gli elementi:

Title: il titolo dell’eBook;

Language: deve essere una delle sigle che identificano i diversi linguaggi

consentiti (per esempio per la lingua italiana si usa “it”);

Identifier: deve essere una stringa di caratteri univoca che identifica l’eBook.

Non ci sono codici o requisiti definiti e ciascun editore è libero di inserire un suo codice unico. Se l’editore usa il codice ISBN,12 questo codice risponde al requisito

perché è univoco. Altrimenti si può usare un insieme di data, collana, numero di collana o di edizione, oppure un indirizzo html dedicato all’eBook.

Da notare che “identifier” ha un “id”, e questo “id” deve essere identico al “unique-idenfier” presente nel tag “package” nella dichiarazione.

Sono facoltativi altri elementi come il creator, contributor, publisher, rights, subject, description, date, type, format, source, relation, coverage.

Manifest

Questa è la parte più importante: qui devono essere dichiarati tutti i file che si trovano nel pacchetto, sia quelli visualizzati direttamente (le pagine) che indirettamente (es. immagini, fogli stile, fonti). Se fosse elencato un elemento che in effetti non è utilizzato non avremmo nessun errore, che si verificherebbe invece se fosse utilizzato in una pagina un elemento non elencato in questa sezione.

Ciascun elemento deve essere elencato una sola volta e non sono ammesse voci identiche:

<manifest>

<item id="ncx" href="toc.ncx" media-type="application/x-dtbncx+xml"/>

12 L’ISBN (International Standard Book Number) è un numero che identifica a livello internazionale in modo univoco e duraturo un titolo o un’edizione di un titolo di un determinato editore. Oltre ad identificare il libro, si attribuisce a tutti quei prodotti creati per essere utilizzati come libro.

(25)

25

<item id="Section0001.xhtml" href="Text/Section0001.xhtml" media-type="application/xhtml+xml"/>

<item id="sgc-nav.css" href="Styles/sgc-nav.css" media-type="text/css"/>

<item id="nav.xhtml" href="Text/nav.xhtml" media-type="application/xhtml+xml" properties="nav"/> </manifest>

Ogni elemento deve possedere:

Id: un identificatore univoco, da non ripetersi per nessun altro elemento. Questo

identificatore sarà quello che dovrà essere indicato nella parte “Spine” del file;

Href: indica la posizione ed il nome del file. La posizione deve essere relativa

dove si trova il file “content.opf”, quindi se il file si trova in una sottocartella, deve essere indicata anche questa;

Media-type: sono previsti solo alcuni tipi di file.13 È essenziale che il file

corrisponda alle caratteristiche del media-type dichiarato, altrimenti l’eBook va in errore.

Spine

Qui viene definito l'ordine in cui vanno visualizzati i file di testo, richiamandoli attraverso l’idref del file indicato nella parte “Manifest”:

<spine toc="ncx">

<itemref idref="Section0001.xhtml"/> <itemref idref="nav.xhtml" linear="no"/> </spine>

(26)

26

Guide

Questo elemento non è obbligatorio per la correttezza dell'ePub, ma serve a chiarire il ruolo di alcuni file. Si usa per i file più importanti, per esempio l'indice e la copertina:

<guide>

<reference type="cover" title="copertina" href="copertina.xhtml" />

<reference title="Table of Contents" href="toc.html" /> </guide>

Con il passaggio all’ePub3 non cambia la struttura generale della pubblicazione, ma il libro viene implementato con nuove tecnologie. Un lettore ePub2 riuscirà comunque nella maggior parte dei casi a leggere un ePub3, ignorando gli elementi di nuova generazione.

1.4 Creazione di un eBook

1.4.1 Panoramica dei programmi

Come prima regola per la creazione di documenti elettronici è necessario decidere se la creazione debba avvenire manualmente o attraverso programmi di impaginazione che convertono automaticamente il testo in un formato per eBook. Riguardo ai programmi per la conversione manuale, fra i principali troviamo Adobe InDesign prodotto da Adobe System, il quale offre una vasta gamma di funzionalità innovative, come l’inserimento di animazioni senza modificare il codice e adattando automaticamente il layout, o la possibilità di integrare attraverso un plugin, il servizio di Authoring InDesign offerto da Aquafadas,14che permette di arricchire gli eBook con

elementi di interattività. Il servizio di Aquafadas non prevede costi di download, ma permette l’esportazione dell’eBook solamente con l’acquisto della licenza di 100 euro,

14 Aquafadas è una società di sviluppo software francese di proprietà privata che offre applicazioni nl campo dell’editoria digitale per riviste, giornali, libri e fumetti, editori, agenzie e imprese.

(27)

27 escluse le tasse a libro,15oltre a quella per l’utilizzo di InDesign di 24 euro al mese per

un anno o di 36 euro per ogni mese.

Proseguendo nella panoramica dei programmi per la creazione di eBook, è opportuno menzionare iBook Author. Si tratta di un’applicazione con interfaccia WYSIWYG (What You See Is What You Get) e permette di realizzare lavori graficamente

accattivanti e di grande impatto artistico e tipografico, semplificando l’inserimento di foto, video, grafici interattivi, oggetti 3D ed espressioni matematiche. Purtroppo, iBook Author non permette di importare file ePub creati altrove e inoltre richiede un sistema operativo OS X 10.9 o superiore, escludendo quindi non solo coloro che utilizzano Windows o Linux, ma anche chi ha un dispositivo Mac con sistema operativo precedente.

Altro strumento con interfaccia WYSIWYG è PubCoder, nato nel 2013 a Torino. Si tratta di un’applicazione desktop che permette di creare eBook interattivi multiformato e multipiattaforma; PubCoder consente di realizzare un libro digitale anche scrivere una riga di codice e consente di gestire in modo semplice audio, testi e immagini, ai quali associare eventi e azioni. Un limite dell’applicazione è l’impossibilità di creare eBook per Android. PubCoder prevede una versione di prova gratuita per 30 giorni, oppure un abbonamento annuale di 99 euro.16

Per concludere, un altro buon tool di creazione è ePub Editor: framework online per la realizzazione semplice ed immediata di eBook in formato ePub3. Gli ebook realizzati possono includere contenuti multimediali e funzioni interattive. Oltre che in formato ePub3, possono essere esportati anche come oggetti SCORM17e dunque importabili in

qualunque piattaforma di e-learning SCORM-compatibile, ad esempio come Moodle, consentendo il totale tracciamento della fruizione, ma purtroppo non esportabili o modificabili con altri programmi. Tale strumento risulta essere fortemente orientato alla didattica e all’utilizzo tramite tablet come Apple iPad. La versione con le funzionalità di base è gratuita, mentre quella completa costa 36 euro annui per uso individuale, e 99

15 Aquafadas, “ePub Licenses”: <https://www.aquafadas.com/dp-store/ebook> 16 Pub Coder, “Pricing”: <https://www.pubcoder.com/Pricing>

17 SCORM (Shareable Content Object Reference Model) è un modello di riferimento largamente diffuso per contenuti e-learning. Lo SCORM è un insieme di standard e di protocolli che fanno in modo che un dato contenuto formativo sia catalogabile, tracciabile e riutilizzabile in diversi ambienti o piattaforme didattiche.

(28)

28 euro per un uso in condivisione fino a 35 utenti (per esempio una classe o un gruppo di lavoro).18

Nei prossimi paragrafi verranno descritti i tool utilizzati per le fasi di lavoro trattate in questo elaborato. La scelta è ricaduta su Calibre e Sigil perché entrambi i tools sono open source, mentre quelli commerciali sono risultati proibitivi sia per quanto riguarda i costi, sia perché alcuni non permettono di esportare o modificare i file o non sono compatibili con dispostivi Windows, sistema operativo con il quale si è sviluppato il progetto.

1.4.2 Calibre

Calibre è un software freeware, multipiattaforma e dedicato alla gestione degli eBook. L’ideatore Kovid Goyal intuì già nel 2006 l’importanza del libro digitale da poco diffuso da Sony (v. 1.2.1).19 Si tratta di un tool disponibile anche in italiano per

sistemi operativi Windows, Mac, Linux, che permette di creare una libreria di eBook e per ognuno di questi è possibile scaricare automaticamente da Internet i metadati (titolo, autore, casa editrice, collana, voto dei lettori) e la copertina originale. La libreria risulta come un vero e proprio database di eBook posseduti e grazie a Calibre è possibile organizzare i contenuti per autore, titolo o genere, aggiungere tag o note ad ogni libro e convertire file di input e di output in diversi formati.20Attraverso la funzione “modifica

libro”, Calibre consente di sistemare i file HTML e CSS, sia manualmente che automaticamente, come tramite il miglioramento e la correzione dei file HTML, la compressione delle immagini con algoritmo senza perdita di informazioni, la gestione dei caratteri o l’eliminazione di regole CSS non utilizzate. Tali funzionalità automatiche abbreviano notevolmente i tempi di lavoro e permettono l’uso del prodotto anche a persone senza competenze specifiche, ma tal volta rappresentano una limitazione: se il

18 Epub Editor, “Prezzi”: <https://www.epubeditor.it/home/prezzi/> 19 Calibre, “About”: <https://calibre-ebook.com/about#history>

20 Tra quelli disponibili in input ci sono Cbz, Cbr, Cbc, Epub, Fb2, Html, Lit, Lrf, Mobi, Odt, Pdf, Prc, Pdb, Pml, Rb, Rtf, Tcr e Txt, mentre tra i formati in output propone: Azw3, ePub, Rb2, OeB, Lit, Lrf, Mobi, Pdb, Pml, Rb, Pdf, Tcr e Txt.

(29)

29 file d’origine non possiede tutte le informazioni corrette e necessarie per la conversione, il file di output risulta mal riuscito. Calibre non supporta alcune specifiche del formato ePub3, soprattutto a layout fisso, creando alla conversione eBook illeggibili. Infine, non consente di interagire direttamente con l’anteprima del testo, rendendo necessario “mettere mano al codice” anche per operazioni semplici come spostare un’immagine o dividere il testo in più paragrafi, limite che nel nostro caso ci ha permesso una maggiore flessibilità con una personalizzazione puntuale. L’ultima versione di Calibre è la 3.22.1 del 19 aprile 2018: lo strumento viene continuamente aggiornato e migliorato, inoltre vi è un’attiva e presente comunità fra sviluppatori ed utilizzatori che utilizza il programma e fornisce un’assistenza costante.

1.4.3 Sigil

Sigil è un editor di eBook disponibile gratuitamente per piattaforme Windows, Mac e Linux. Questo tool open source presenta funzionalità affini al comando

“modifica libri” di Calibre, ma attraverso un’interfaccia WYSIWYG è possibile creare un file ePub ex novo. Il programma fornisce due interfacce: una di anteprima da cui è possibile modificare la pagina presentata e un lato codice da cui è possibile gestire la struttura HTML e CSS. Consente di modificare i metadati, generare in automatico la Tavola dei contenuti, ripulire il file HTML, eliminare regole CSS inutilizzate e aggiornare i file all’interno del pacchetto .opf.

Sigil risulta più completo per la creazione e modifica di un file rispetto a Calibre, che rimane più intuitivo e efficace per la conversione; combinando i due prodotti è possibile ottenere un file corretto e rivolto alla pubblicazione.

L’ultima versione di Sigil è la 0.9.9 del 22 dicembre 2017; l’aggiornamento non è periodico come nel caso di Calibre, che propone più di una release al mese, ma anche in questo caso la presenza di una viva comunità alle spalle fornisce un aiuto concreto. Il punto di forza di Sigil è la presenza di numerosi plugin da scaricare e da istallare gratuitamente direttamente dal sito;21quelli applicati al nostro progetto sono stati:

(30)

30

ePub3-itizer 22che permette la conversione di un ePub2 in ePub3. Senza questo

plugin, lo strumento creerà automaticamente ePub2. L’ultima versione è aggiornata al 3 febbraio 2018;

epubcheck 23che analizza l’ePub e restituisce nel riquadro in basso

dell’interfaccia di Sigil il risultato della validazione con la descrizione degli eventuali errori. La maggior parte delle funzionalità del plugin deriva dal validatore sviluppato da IDPF e DAISY, di cui parleremo nel paragrafo 1.5.1. L’ultima versione risale al 22 giugno 2017;

ACE – DAISY EPUB Accessibility Checker wrapper 24è un semplice wrapper25

DAISY ACE, cioè Accessibility Checker per EPUB, trattato nel paragrafo 1.5.2. Questo plugin, alla fine della validazione, aprirà una pagina dal browser web con il risultato delle violazioni di accessibilità presenti nell’ePub. L’ultima versione è del 28 febbraio 2018.

1.5 Validazione di un eBook

Per valutare l’effettiva riuscita di un eBook è opportuno validarlo: questa operazione viene spesso sottovalutata o addirittura dimenticata. Un file formato ePub deve rispettare degli standard che lo rendano conforme alle direttive dell’IDPF, la conformità a tali standard viene valutata in fase di validazione.

1.5.1 EpubCheck

IDPF e DAISY Consortium hanno sviluppato il validatore EpubCheck (HYUN-YOUNG, JOO-HYUN, SOON-BUM, 2017). Si tratta di uno strumento open source che

22 Plugin ePub-itizer: <https://www.mobileread.com/forums/showthread.php?p=2973066>

23 Plugin epubcheck: <https://www.mobileread.com/forums/showthread.php?p=2950625#post2950625> 24 Plugin ACE: <https://www.mobileread.com/forums/showthread.php?t=294678>

25 Un wrapper è "un oggetto che contiene altri oggetti", cioè un oggetto che rende disponibili le funzioni contenute in una libreria esterna.

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31 consente di validare gli eBook in formato ePub, fornendo una lista degli eventuali errori all’interno del codice. È possibile eseguire la validazione:

- online: attraverso la pagina del sito dell’IDPF26dove caricare il file e attendere

la validazione. L’unico limite è dato dalla dimensione consentita del file, infatti il validatore online non accetta eBook di dimensione maggiore ai 10 MB;

- Scaricando la libreria di EpubCheck.

Tramite la seconda modalità, si nota che lo strumento è privo di interfaccia grafica, perciò è necessario lavorare dal prompt dei comandi. Le librerie sono file JAR,27è

quindi necessario che nel pc sul quale si sta lavorando sia istallato Java. Una volta lanciato il terminale bisogna scrivere:

java -jar/percorso del file ‘epubcheck.jar’ percorso del file.epub da validare

Dopo aver lanciato il comando apparirà una lista con gli eventuali errori contenuti nell’ePub.

1.5.2 Accessibility Checker for ePub (ACE)

L’Accessibility Checker for ePub (ACE)28è uno strumento open source

sviluppato dal Consorzio DAISY per fornire assistenza nella valutazione

dell'accessibilità delle pubblicazioni ePub. ACE si basa su un framework Javascript open source chiamato Node, che è liberamente disponibile per il download. È necessario

26 IDPF, “EPUB validator(beta)”: <http//validator.ipdf.org>

27 In informatica un file con estensione JAR (JavaArchive) indica un archivio dati compresso (ZIP) usato per distribuire raccolte di classi Java. Tali file sono assimilabili a package e quindi associabili al concetto di libreria.

(32)

32 installare Node per poter scaricare il tool di validazione. Una volta istallato Node aprire il terminale, come per EpubCheck, e digitale la seguente stringa per installare ACE:

$ npm install -g @daisy/ace

Per validare un ePub eseguire il comando:

$ ace percorso file.epub da validare

Il comando eseguirà i test di accessibilità automatici sul documento ePub; è possibile specificare una directory per memorizzare la propria validazione con l'opzione:

$ ace –outdir nome cartella-report file.epub da validare

Una volta terminata la procedura, occorre recuperare la cartella report generata ed aprire il file report.html nel browser web per vedere i risultati. Il report contiene diverse

sezioni:

- Violazioni: tabella dei test automatici non riusciti, con suggerimenti per risolvere i problemi e collegamenti alla sezione pertinente della Knowledge Base29per la pubblicazione accessibile;

- Metadati: tabella di tutti i metadati della pubblicazione dal relativo documento del pacchetto e menzione speciale dei metadati di accessibilità presenti o assenti;

- Immagini: tabella di tutte le immagini nella pubblicazione e le proprietà accessibili di ognuna.

29 Knowledge Base ( KB) o base di conoscenza, è un tipo speciale di database per la gestione della conoscenza per scopi aziendali, culturali o didattici. Essa costituisce un ambiente volto a facilitare la raccolta, l'organizzazione e la distribuzione della conoscenza.

(33)

33

2

Accessibilità e utenti

In senso culturale l’accessibilità è da intendersi come la possibilità per persone con ridotte o impedite capacità sensoriale di accedere autonomamente a contenuti culturali o utilizzare sistemi informatici attraverso l’uso di tecnologie assistive. Per definizione una risorsa accessibile deve rendere il suo accesso possibile da parte di tutte le persone, indipendentemente da eventuali disabilità.

Le soluzioni di accessibilità sviluppate nel Web mirano all’eliminazione o comunque alla riduzione del Web Accessibility Divide (AMENTA, 2014: 138-142), cioè il divario tra coloro che possono accedere in autonomia alle risorse web e coloro che hanno difficoltà nel farlo.

La WAI (Web Accessibility Initiative)30 sezione del W3C (World Wide Web

Consortium) definisce come accessibilità web:

“La capacità di un sito web di essere acceduto efficacemente (alla sua interfaccia e al suo contenuto) da utenti diversi in differenti contesti. Rendere un sito web accessibile significa permettere l’accesso all’informazione contenuta nel sito anche a persona con disabilità fisiche di diverso tipo e a chi dispone di strumenti hardware e software limitati.”31

Un sistema per definirsi accessibile deve essere:

Percepibile: le componenti dell’interfaccia utente e i contenuti devono essere

presentati in maniera tale da essere facilmente percepibili dall’utente;

Utilizzabile: la navigazione dell’interfaccia utente e le sue componenti devono

essere utilizzabili;

Comprensibile: le informazioni e le funzionalità dell’interfaccia utente devono

risultare comprensibili;

30 Organizzazione non governativa internazionale che ha come scopo quello di sviluppare potenzialità del Web, stabilendo standard tecnici inerenti sia ai linguaggi markup che ai protocolli di comunicazione. 31 W3C, “Accessibilità”: <www.w3c.it/accessibilita.html>

(34)

34

Robusto: il contenuto deve essere abbastanza robusto per essere interpretato in

maniera affidabile tramite una vasta gamma di programmi utente, incluse le tecnologie assisitve.

Le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.0 stilate nel dicembre 2008, contengono delle regole studiate per rendere i contenuti del Web accessibili

(LEPORINI, PATERNÒ, 2008). Seguendo queste linee guida, sarà possibile creare contenuti accessibili per persone con diverse disabilità, tra cui la cecità e l'ipovisione, la sordità totale o parziale, limitazioni cognitive e dell'apprendimento, ridotte capacità di movimento, disabilità della parola, fotosensibilità e combinazioni di queste. Il rispetto di linee guida rende inoltre i contenuti Web più usabili per tutti gli utenti in generale. Nell’ottobre del 2012 le WCAG 2.0 sono state incluse nello standard ISO/IEC 40500. Esse sono organizzate intorno ai quattro principi di progettazione accessibile; ogni principio ha delle guideline e ogni specifica ha criteri di successo a livello A (devono), AA (dovrebbero), o AAA (possono) da testare. Tali regole mirano a superare i limiti delle WCAG 1.0, tra i quali la mancanza di direttive oggettive per dichiarare se la linea guida è stata effettivamente soddisfatta per supportare al meglio i progettisti. Le WCAG 2.0 possono essere utilizzate quando si progetta e si valuta un sito web, o un qualsiasi sistema informatico (DIODATI, 2007).

Sono così strutturate:

Principi: al livello superiore, vengono definiti i quattro principi che sono i pilastri

all'accessibilità del Web: percepibile, utilizzabile, comprensibile e robusto.

Linee guida: dai quattro principi discendono le linee guida. Le 12 linee guida

forniscono gli obiettivi base su cui gli autori devono lavorare per rendere il contenuto accessibile agli utenti con diverse disabilità.

(35)

35

Principio Linea Guida

Percepibile

1.1 Alternative testuali: Fornire alternative testuali per qualsiasi

contenuto non di testo in modo che questo possa essere trasformato in altre forme fruibili secondo le necessità degli utenti come stampa a caratteri ingranditi, Braille, sintesi vocale, simboli o un

linguaggio più semplice.

1.2 Tipi di media temporizzati:32Fornire alternative per i tipi di

media temporizzati.

1.3 Adattabile: Creare contenuti che possano essere rappresentati in

modalità differenti (ad esempio, con layout più semplici), senza perdere informazioni o la struttura.

1.4 Distinguibile: Rendere più semplice agli utenti la visione e

l’ascolto dei contenuti, separando i contenuti in primo piano dallo sfondo.

Utilizzabile

2.1 Accessibile da tastiera: Rendere disponibili tutte le funzionalità

tramite tastiera.

2.2 Adeguata disponibilità di tempo: Fornire agli utenti tempo

sufficiente per leggere ed utilizzare i contenuti

2.3 Convulsioni: Non sviluppare contenuti che possano causare

attacchi epilettici.

2.4 Navigabile: Fornire delle funzionalità di supporto all’utente per

navigare, trovare contenuti e determinare la propria posizione.

Comprensibile

3.1 Leggibile: Rendere il testo leggibile e comprensibile.

3.2 Prevedibile: Creare pagine Web che appaiano e che siano

prevedibili.

3.3 Assistenza nell’inserimento: Aiutare gli utenti ad evitare gli

errori ed agevolarli nella loro correzione.

Robusto

4.1 Compatibile: Garantire la massima compatibilità con i

programmi utente attuali e futuri, comprese le tecnologie assistive.

Tabella 1: Struttura WCAG 2.0

32 Per media temporizzati si intendono media in cui l’informazione cambia nel tempo ed è soggetta a vincoli temporali.

(36)

36 Inoltre, le WCAG 2.0 riprendono il concetto di tre livelli di conformità delle WCAG 1.0, ma li ridefiniscono come segue:

Livello A: per la conformità al livello A (che è il livello minimo), la pagina Web

soddisfa tutti i criteri di successo di livello A, oppure è fornita una versione alternativa conforme.

Livello AA: per la conformità al livello AA, la pagina Web soddisfa tutti i criteri

di successo di livello A e quelli di livello AA, oppure è fornita una versione alternativa conforme al livello AA.

Livello AAA: per la conformità al livello AAA, la pagina Web soddisfa tutti i

criteri di successo di livello A, di livello AA e di livello AAA, oppure è fornita una versione alternativa conforme al livello AAA.33

La relazione fra le linee guida e i diversi livelli di conformità è indicata nella figura 2.1:

Figura 2.1: Struttura gerarchica delle WCAG 2.0

(Fonte: http://www.michaelgaigg.com/blog/2008/12/19/web-content-accessiblity-guidelines-wcag-20-overview-and-structure/)

(37)

37 Il 30 gennaio 2018 il W3C ha pubblicato la CR (Candidate Recommendation) delle WCAG 2.1 e successivamente la PR (Proposed Recommendation) delle WCAG 2.1 che diventerà una W3C Recommendation nel mese di giugno 2018. Ciò significa che i requisiti di accessibilità dovranno essere conformi alle direttive delle future linee guida WCAG 2.1.34

2.1 Disabilità visiva

In un progetto rivolto a tipologie di utenti che comprendono ipovedenti e non vedenti, è importante dare un quadro normativo in ambito di accessibilità e disabilità visiva.

L’art. 3 della Costituzione italiana recita:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine

economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”35

La legge italiana si pone come obbiettivo quello di garantire il diritto di uguaglianza; un’applicazione di tale diritto è data anche dal consentire l’accesso da parte di tutti i cittadini ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità. In Italia per le nuove realizzazioni e le modifiche ai siti web della Pubblica amministrazione, è stata emanata la Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti

34 Webaccessibile.org, “WCAG 2.1: I NUOVI REQUISITI RISPETTO ALLE WCAG 2.0”:

<https://www.webaccessibile.org/normative/wcag-2-1-i-nuovi-requisiti-rispetto-alle-wcag-2-0/> 35 Senato della Repubblica, Articolo 3 della Costituzione Italiana:

(38)

38 informatici”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 17 gennaio 2004 e resa operativa a fine 2005. La legge contiene queste definizioni:

Accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti

consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazione, anche da parte di coloro che a causa di disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;

Tecnologie assistive: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software,

che permettono alla persona disabile, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici, superando o riducendo le condizioni di svantaggio. La fruibilità del servizio, di cui si parla nella Legge Stanca, è individuata nella

“caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d’uso, di

efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfazione nell’uso del prodotto”.36È evidente come questa definizione si collega all’importante

concetto di usabilità che ben si sposa con quello di accessibilità. Per usabilità si intende il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obbiettivi con efficacia, efficienza, soddisfazione in uno specifico contesto d’uso (AMENTA, 2014: 140-143).

Il 30 aprile 2008 è stato emanato il Decreto Ministeriale, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 12 giugno 2008, n. 136. “Regole tecniche disciplinanti l'accessibilità agli strumenti didattici e formativi a favore degli alunni disabili”. In particolare, tale DM stabilisce che la versione elettronica dei libri di testo nelle scuole debba rispettare le seguenti caratteristiche:

- Preservare le caratteristiche logiche e strutturali della versione originale anche nella corrispondente versione elettronica;

- Disporre di un sommario navigabile che permetta il collegamento diretto ai corrispondenti contenuti e che preveda collegamenti ipertestuali per il ritorno all'indice o ai contenuti alla fine di ciascuna sezione. Allo stesso modo le note a piè di pagina o altri elementi, come box o schede di approfondimento,

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